L'aratro (poesie antiche dedicate a un poeta moderno = P.P.) Silloge

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Versolibero
00venerdì 17 giugno 2011 18:39



E' sacro
l'aratro che dissoda
il ventre della terra e la feconda

rinnova solchi vivi nel profondo
dove si posa in leggerezza il seme


Non c'è parola a dire quanto amore
contiene in sé l'immenso in miniatura


Scongiuro la pigrizia della ruggine
a starsene lontana
dal vomere che solcherà le zolle
nella maggese vasta del pensiero


Solo l'inverno,
col suo orologio lento,
adagerà la grazia della neve




Rosanna
Versolibero
00venerdì 17 giugno 2011 18:57
In linfa e clorofilla di parole (poesie antiche dedicate a un poeta moderno)2



Vorrei lasciare chiusa in un cassetto
la penna con l'inchiostro a disseccare
dopo aver scritto la parola amore, la pagina
comporre in origami

Vorrei sentir fluire solo il sangue
in linfa e clorofilla di parole,
protendermi nei tralci delle viti, nell'edera
che abbraccia il tronco e i rami

- quei rami con le mani spalancate
di querce come donne mai avare
a ricordarmi il grembo delle madri
e delle nonne pronte a carezzare, tra i riccioli
ribelli dei bambini, le nuvole stranite
dei pensieri





Rosanna
Versolibero
00venerdì 17 giugno 2011 19:41
Le due che seguono le avevo già pubblicate singolarmente, ma fanno parte di questa silloge.


Non serve una cornice - 3



non serve una cornice
il mondo non ha angoli squadrati

ha trame d'erba, foglie scolorite
e in mezzo al campo scorre sempre un fiume

è giovinezza in gocce di baldanza
è musica di voci senza nome

rimbalza contro i sassi e li modella
ora con impeto ed ora con dolcezza
la mano diligente della vita

e tu che la respiri e la dipingi
di rosso fuoco e petali di giglio
sconfiggi il buio avaro della morte
colori almeno un sogno di bellezza





Versolibero
00venerdì 17 giugno 2011 19:44





le ascolto e sembra ognuna mi somigli
la stessa voce asciutta in disincanti
uguali braccia tese, e giù dai fianchi
corolle di sottane controvento

con passo di puledre se ne vanno
nella foresta libera dei sogni
o stanno su panchine sotto i tigli
col grembo in mani calde di tramonto

si parlano e mi sembrano sorelle
discutono dei figli, e se le guardi
negli angoli degli occhi si assottigliano
leggere beatitudini d'argento

e quando tra comete senza luce
si cercheranno in tasca un amuleto
non troveranno altro che la vita
la tenerezza, il grido e la sua quiete

















Rosanna
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