L'Ultima Notte
Una notte.
Una notte e tutto sarebbe finito.
Finalmente?
No… lasciare la FWE dopo tutto gli dispiaceva, è da lì che è partita la sua strada nel mondo del wresling professionistico, ma di certo non è lì che finisce. Ancora rimembra le battaglie in cui si cimentò, battaglie con in palio la gloria e l’onore. In molte di quelle battaglie il sangue sgorgava a fiotti, le ferite dei combattenti a volte erano molto gravi e pericolose; a volte alcune di quelle ferite non si potevano rimarginare, non erano ferite corporee, ma ferite al proprio orgoglio.
Nonostante questo Kamikaze è arrivato sin qui, con le sue vittorie e le sue sconfitte alle spalle… sono passati diversi mesi, ma ancora ricorda il giorno del suo primo match in FWE: un triple threat match valido per una shot all’Iron Man Title, titolo che in futuro riuscì a conquistare; non si aggiudicò quell’incontro, ma è dal quel giorno che la gente imparò un nuovo nome: il nome di Kamikaze, l’uomo che volava da un palazzo all’altro di Miami, l’uomo disposto anche a farsi del male pur di infliggere dolore e sofferenza all’avversario, l’uomo che faceva dell’ultraviolence il suo pane quotidiano.
Una notte di gloria
sarebbe stata questa notte, Kamikaze combatterà il suo ultimo match in FWE, e di conseguenza non poteva che uscirne vincitore. Che addio sarebbe se fosse stato miseramente sconfitto e umiliato?
Di certo non un addio che si addice ad un wrestler come lui, ed è per questo motivo che Kamikaze farà del suo match d’addio qualcosa di spettacolare in un PPV che passerà negli annali, ovvero Night of the Sighs, la notte dei sospiri, la notte dove i vincenti avrebbero ottenuto gloria e soddisfazione, mentre i perdenti ci sarebbe stato … il niente. I perdenti se ne sarebbero tornati a casa con la coda fra le gambe, zittiti da gente più forte, gente che per vincere ci ha messo mente, anima e corpo, come i veri campioni.
Una notte di sofferenza
Veramente tanto avrebbero sofferto i due wrestler, avrebbero patito le pene dell’inferno, pur di vincere l’ambito premio. In questo match non c’era in palio niente di particolare, ma una vittoria nel PPV più importante della federazione era sempre da prendere in considerazione, soprattutto se si tratta del tuo match d’addio, e di conseguenza non puoi che ritirarti da vincente. La gloria che hai quando vinci un incontro non te la regala nessuno, te la devi guadagnare, e per guadagnartela devi impegnarti, devi sudare, devi soffrire.
Una notte rossa
Sì. Dire che la notte è rossa può sembrare alquanto ambiguo, ma non in questo caso. Questa notte si sarebbe colorata di uno rosso scarlatto, il colore del liquido che scorre a litri nel corpo dei un essere umano, il colore della nostra linfa vitale, il colore del sangue. Molto sangue sgorgherà dal corpo dei nostri combattenti, anche dalla parte del corpo più insolita, vista la violenza che potrebbe scaturire in questo incontro.
Data la sete di sangue e la voglia di vincere dei due atleti, svariati sarebbero stati gli oggetti per indebolire e di conseguenza fare sanguinare l’avversario: dalle sedie al barbed wire, dalle lastre di vetro agli sledgehammer. Nessuno sa fino a che limite può arrivare l’insanità mentale di un singolo individuo, soprattutto se è disposto a farsi del male pur di provocare qualsiasi tipo di dolore al proprio avversario.
Un ultimo match
E la FWE diventerà un capitolo chiuso nella vita di Kamikaze, ma porterà molti ricordi di quella federazione, ricordi che si manifestano sottoforma di cicatrici, ricevute in match che chiamare violenti era poco.
Un ultima Kaboom!
Un ultima vittoria
Un Ultima Notte