C'è chi considera IN THE COURT OF THE CRIMSON KING il miglior album in assoluto del gruppo inglese. Sicuramente non a torto, anche se altre preziose incisioni seguiranno negli anni a venire, ma l'album citato esce alla fine dell'estate del 1969 e quindi non se ne dovrebbe parlare in questa sede. Un'eccezione però si impone, perché IN THE COURT OF THE CRIMSON KING non è un album degli anni '60, è tutto proiettato nel futuro e condizionerà tutto il pop inglese dei primi anni '70. E' un album che spazia dal rock duro e muscolare di "21st Century Schizoid Man" al relax benefico di "I Talk To The Wind", con un flauto da favola. La voce di Greg Lake è impagabile, filtrata con un megafono per "21st Century Schizoid Man", limpidissima e sognante in "Epitaph", uno dei massimi esempi di musica dagli echi romantici: "Confusion Will Be My Epitaph". Un flash: una lettera di un lettore di Ciao 2001 che era andato a vedere Emerson, Lake & Palmer suonava circa così "… a un certo punto Lake ha accennato al ritornello di Epitaph e subito dopo sono uscito, non c'era altro da sentire". I Crimson hanno davvero fatto scuola, per almeno tutti gli anni '70, ma IN THE COURT OF THE CRIMSON KING ha messo tutti d'accordo, ha suscitato ammirazione in molti colleghi, anche se Rolling Stone non recensì bene l'album, mentre Melody Maker ne era entusiasta. Una dopo l'altra, le canzoni dell'album vanno a costruire un percorso magnifico, fiabesco, un tantino malinconico, quel tocco che basta per conquistare il cuore dei romantici. Ian McDonald (flauto, tastiere, mellotron, voce), Greg Lake (basso e voce), Michael Giles (batteria), Pete Sinfield (testi e impianto luci), infine Robert Fripp (chitarra Gibson). La seconda parte dell'album inizia con "Moonchild", tra canzone e sperimentalismi fino all'esplosione di "The Court Of The Crimson King", melodica e avvolgente in un crescendo tipico del progressive. Una varietà di stili difficilmente eguagliabile, ma l'album si fa ricordare anche per la favolosa copertina, quel disegno di uomo dal viso rosso con la bocca spalancata a mostrare dentatura e tonsille. I Bluvertigo hanno reso omaggio con una copertina rivista e corretta per il loro debutto discografico. Fripp però non è contento (non è mai apparso contento?), probabilmente non sente abbastanza suo il risultato artistico. Pare perfino che prima della registrazione dell'album la band sia già in procinto di sciogliersi. McDonald esce di scena e va a siglare un ottimo album con Giles, al suo posto entra Mel Collins. Intanto i Crimson preparano la replica IN THE WAKE OF POSEIDON. La voce di Greg Lake in "Peace A Beginning" assomiglia già a quello che avrebbe fatto con Emerson e Palmer. L'album sembra una brutta copia del precedente, con qualche punta di diamante come "Cadence And Cascade", ballata chitarra e voce, ma anche la registrazione non è impeccabile, la chitarra di "Peace A Theme" fatica a farsi sentire. Meglio "Cat Food" dove emerge il piano di Keith Tippet. Ai provini come cantante per LIZARD si presentano nientemeno che Elton John e Brian Ferry, ma Fripp, coadiuvato da Pete Sinfield sceglie Gordon Haskell, lasciando una traccia all'ospite Jon Anderson degli Yes, per un album che riconferma doti creative e che esce nel dicembre 1970. "Cirkus" è sicuramente un gran pezzo, si comincia a parlare di ragnatela frippiana, ma in tutto l'album domina una certa vena Jazz. Un breve ritorno al romanticismo arriva invece da ISLAND (ottobre 1971) con "Formentera Lady", mentre "Ladies Of The Road" sembra un omaggio alle melodie vocali beatlesiane, freme il sax in "Sailor Tale" e "Prelude: Song Of The Gulls" è una concessione tutta strumentale alla musica classica. Anche stavolta cambia il cantante che diventa Ian Wallace, mentre il resto dell'organico rimane accanto a Fripp. Ancora per poco, perché non deve essere facile sopportare le oscure trame di questo personaggio, ogni volta proteso a smontare quanto costruito in precedenza, disorientando i collaboratori. In barba a tutti i bootlegari d'epoca, coloro che come avvoltoi si sono buttati a far uscire di tutto per decenni, Fripp manda in stampa EARTHBOUND (1972), una brutta registrazione live, che in ogni modo dà un'idea di come erano diverse le versioni di concerto rispetto al disco. L'anno dopo è tempo di un rinnovo totale, siamo solo nel 1973 e Fripp manda tutti a casa, per primo il paroliere Sinfield, decretando di fatto la fine dei King Crimson, almeno quelli che il pubblico ha amato, soprattutto quello italiano. Avrebbe fatto bene a chiamare il gruppo con un altro nome, dicono in molti. Invece eccolo ruotare ancora sotto la bandiera del re cremisi e far uscire LARK'S TONGUES IN ASPIC, un album lo stesso straordinario, ma lontano anni luce dagli altri precedenti. Gran spazio al ritmo, basso e batteria di John Wetton (ex Family) e Bill Bruford (ex Yes), oltre all'inserimento del violino David Cross. Passaggio lirico in "Exiles", mentre la conclusiva "Lark's…", lunga oltre sette minuti, convince per potenza e creatività. Nel frattempo Fripp realizza con Brian Eno l'album strumentale e sperimentale NO PUSSYFOOTING (1973) e da parte sua Pete Sinfield canta e compone il solistico STILL (1973). I Crimson, senza cambiare formazione stavolta, mettono a segno STARLESS AND BIBLE (1974) aggiungendo frenesia in "The Great Deceiver", con molte chitarre elettriche, meno violino, un canto non irresistibile e tracce di vecchia memoria solo in "The Night Watch". Prima che scocchi la seconda parte degli anni '70 Fripp e gli altri, in pratica Wetton e Bruford, con ospiti aggiunti tipo Mel Collins, Ian McDonald e David Cross, fanno uscire RED, il capolavoro per questo secondo ciclo. Distorsioni di chitarra per "Red", canto morbido in "Fallen Angel", gran battere di percussioni con "One More Red Nightmare", brano diviso in due parti, con una seconda strumentale portata avanti da un incalzante chitarra elettrica. Difficile "Providence" con un violino sperimentatore, per preparare l'arrivo della perla di tutto il disco, quel "Starless" che in dodici minuti attraversa tutta la storia passato e presente, mellotron, sax e melodia vocale, fino alla parte più moderna, di un'ossessività feroce, eccitante, pressante e coinvolgente. La chitarra di Fripp inscena una rincorsa matta, tutta in crescendo, in salita, verso un precipizio o un'esplosione finale. Come in un libro di Castaneda. Davanti a questo risultato come dare torto a Fripp? Di quanto fatto, detto e non detto, di quanto poteva ancora regalare qualche canzone più normale, più vicina a quelli che sono stati gli esordi. Come giustificare i continui cambi di formazione, la voglia di non ripetersi rischiando di scontentare tutti. Fripp infatti è già pronto a voltare di nuovo pagina. Il gruppo già non c'è più quando esce U.S.A. un live registrato nel tour americano nei mesi prima. Altro capitolo discografico dei '70 riguarda la raccolta THE YOUNG PERSONS' GUIDE TO KING CRIMSON (1976), mentre Fripp replica con Brian Eno con il buon EVENING STAR (1975).