John Ronald Reuel Tolkien - Il Signore degli Anelli

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PerrinAybara
00lunedì 12 luglio 2004 16:07
Beh..inevitabile direi...quasi scontato!
CHI non ha letto questo capolavoro??

:Sm17 :Sm17
Mat Cauthon
00lunedì 12 luglio 2004 20:36
Letto, letto. Anche se un po' in ritardo visto che mi sono avvicinato al libro quando ho saputo che ne avrebbero fatto un film[SM=x494530]

Incredibile per molti versi è, secondo me, tuttora inequagliato.

Ma Jordan si avvicina molto.
frankifol
00lunedì 12 luglio 2004 21:04
certo, letto un paio di volte, lui e le opere correlate. Travalica il fantasy, è epica.
RukawaZ
00lunedì 12 luglio 2004 21:57
Letto due volte e visto tutti e tre i film. In più sono in possesso dei primi due cofanetti del film in edizione 4 dvd [SM=x494535]
PerrinAybara
00martedì 13 luglio 2004 09:08
Re:

Scritto da: RukawaZ 12/07/2004 21.57
Letto due volte e visto tutti e tre i film. In più sono in possesso dei primi due cofanetti del film in edizione 4 dvd [SM=x494535]


Grande! [SM=x494523]
Anche io! Però l'ho letto almeno 5 volte.............[SM=x494542]

Mat Cauthon
00martedì 13 luglio 2004 15:11
Re: Re:

Scritto da: PerrinAybara 13/07/2004 9.08

Grande! [SM=x494523]
Anche io! Però l'ho letto almeno 5 volte.............[SM=x494542]


memphistoftm
00martedì 20 luglio 2004 16:18
Tolkien vs Jordan?
Leggendo i vostri messaggi la domanda è sorta spontanea: Tolkien o Jordan?
E’ difficilissimo per me venire a capo di questa matassa ma alcune premesse sono doverose..
Il mio avvicinamento alla letteratura fantasy è avvenuto grazie a Tolkien al quale devo moltissimo. Tentai di leggere Il signore degli Anelli all’età di 13 anni ma evidentemente era troppo presto… piantai il tutto a pagina 50 o giù di lì e lascia la lettura con un immagine degli hobbit molto vicina ad una strana specie di conigli, fate voi! Di Tolkien non ho letto tutto ma quasi: due volte il signore degli Anelli, una volta Silmarillion (bellissimo….), Lo Hobbit e i racconti perduti (non ho letto invece ritrovati e incompiuti). Che dire? Penso che lo stile narrativo di Tolkien sia unico e profondamente diverso da Jordan, davvero tanto. Sinceramente una volta terminata la lettura de Il signore degli anelli ero davvero in crisi..: cercavo disperatamente qualcosa che potesse regalarmi emozioni legate a personaggi tanto profondi e che potesse rendermi quell’effetto di romanzo storico (come ho accennato in un altro messaggio) pur trattandosi di un romanzo fantasy. Inutile: ho tentato con Brooks (ne parlerò meglio in un altro messaggio appena ho due minuti..) ma nulla, ho lasciato tutto prima di finire il ciclo della spada si Shannara. Poi ho trovato per caso Jordan in libreria, ho preso il primo libro e l’ho letteralmente divorato. Non era Tolkien, secondo me non siamo a quei livelli, ma rendeva benissimo, bello, pieno di azione, una trama snocciolata a dovere, senza pezzi morti e abbastanza originale (per quanto si possa essere originali in campo fantasy).
Che dire? Sono due autori completamente diversi, vissuti in periodi diversi e in contesto letterario diverso. Tolkien arriva per primo a dare vita ad un nuovo genere, attingendo da saghe, opere anglosassoni e norrene, crea un precedente con uno stile narrativo piuttosto classico. Ora non voglio tributare a Tolkien dei meriti solo per essere stato il primo, bensì per aver creato un modo davvero complesso e completo dedicandoci praticamente tutta la sua vita. Forse il fatto che fosse professore di letteratura ad Oxford e di lingue morte non è stato determinante ma penso che sia partito con una conoscenza di base non comune a tutti. Pensiamo solo alle lingue che è riuscito a creare, l’elfico in tutte le sue varianti, un geografia complessa che cambia col tempo, qualche millennio di storia che include popolazioni diverse, genealogie, stirpi reali, insomma un lavoro non improvvisato che ha richiesto anni di lavoro e dedizione. Non so se riuscirò in futuro a leggere qualcosa di simile. Jordan arriva parecchio dopo quando anche altri si sono già cimentati in romanzi fantasy e quando il genere fantasy ha raggiunto un’era più moderna, con altri linguaggi, altre figure e uno stile narrativo che premia l’azione sacrificando spesso quel lato umano che ti faceva “vivere” i personaggi, non so se riesco a spiegarmi. Ma ben venga anche questo! Ho letto i primi libri tutti di un fiato, si leggono che è un piacere, non ci sono mai punti morti, non passano due pagine senza che accada qualcosa e riesce sempre a sorprendermi, poco prevedibile e il che non è poco. Hai il libro in mano e non ti staccheresti mai dal leggerlo per “vedere cosa succede”, e fremi per le uscite dei libri successivi per “vedere come va a finire”. Ci dite niente?
Tirando le somme: difficile un confronto tra i due perché secondo me siamo proprio in due epoche fantasy diverse, molto diverse. Come tentare di fare un paragone Manzoni ad U.Eco, tanto per fare un esempio. Ma se proprio dovessi esprimermi direi Tolkien, è riuscito a commuovermi e fino ad ora ci sono riusciti davvero in pochi!
E per finire, scusate la lunghezza del post![SM=x494537]
frankifol
00giovedì 22 luglio 2004 22:26
sinceramente penso che tolkien vinca in quanto a capacità descrittiva. I suoi personaggi però secondo me non brillano in quanto a profondità psicologica. Non si può dire che siano veri e propri tipi fissi dato che tolkien è colui che i modelli li ha dettati, però....
in ogni modo T è il fondatore, quindi il sda è il manifesto del genere e penso sia inutile paragonarlo ad autori contemporanei.
Personalmente mi limito a dire che quando l'ho letto a dodci anni mi è piaciuto da impazzire, a sedici meno, a 24 (l'anno scorso), mi ha fatto meno effetto. Non ditemi che è a causa della rilettura, pure con jordan sono alla terza eppure il giudizio, se possibile, migliora
foggy1981
00lunedì 26 luglio 2004 12:30
Re:

Scritto da: frankifol 22/07/2004 22.26
Personalmente mi limito a dire che quando l'ho letto a dodci anni mi è piaciuto da impazzire, a sedici meno, a 24 (l'anno scorso), mi ha fatto meno effetto. Non ditemi che è a causa della rilettura, pure con jordan sono alla terza eppure il giudizio, se possibile, migliora



Io ho letto il SDA quando avevo 11 anni e lo rileggo una volta l'anno da allora...

Tolkien vince a mani basse.

Una precisazione, Tolkien non è il primo.
Nel 1922 è stato pubblicato il Serpente Ouroboros (si legge Ougobogos) di Eric Rucker Eddison. Questa opera contiente tutti gli elementi della fantasy, di Eddison, Tolkien stesso dirà:
"è il più grande e convincente scrittore di mondi inventati che io abbia mai letto"
A tutti gli effetti, Eddison è il primo. Se Tolkien è il padre della Fantasy, Eddison ne è il "nonno"
Nel 1934 Tolkien pubblica "Lo Hobbit", in ritardo di 12 anni rispetto a Eddison, poi si devono aspettare gli anni 50 per la trilogia SDA
Se Eddison è il nonno e Tolkien è il Padre, C.S. Lewis, contemporaneo di Tolkien, è lo "zio della Fantasy". Infatti pubblica nel 1938 "Out of the silent Planet", un'opera di Fantasy improntata sul teologico. Pubblica altri due volumi di quella serie negli anni 40. Dal 1950 al 1956 pubblica i 7 volumi di fantasy per ragazzi "Cronache di Narnia", un ciclo molto bello e adatto anche ad un pubblico adulto.
Aggiungo anche che Lewis e Tolkien si sono influenzati molto a vicenda in quanto amici, colleghi in università e appartenevano entrambi al famoso circolo degli Inklings. Per questi motivi lo definisco lo "zio".

Spero di non avervi tediato con questo breve escusus storico, ma ci tenevo a precisare.

Francis

[Modificato da foggy1981 26/07/2004 12.31]

frankifol
00lunedì 26 luglio 2004 13:24
se vogliamo essere precisi , merrit ha scritto la serie del pozzo della luna nel 1919. Magari è un po' più vicino alla fantascienza ma non poi cosi tanto. Le sue novelle invece, sempre dello stesso periodo, sono più maracatemete fantasy.

Cmq il serpente ouroboros è un bel libro, ancora una volta grazie alla fanucci
Lord Drago
00lunedì 26 luglio 2004 15:33
Non lapidatemi!
So che dirò qualcosa di molto impopolare. A differenza di molti di voi ho lettti il SdA solo da pochi anni e devo dire che non l'ho trovato questa grande opera. Soprattutto la prima parte l'ho trovata di una noia davvero mortale. [SM=x494533]. Ma daltronde io ho conosciuto il fantasy grazie a Jordan. [SM=x494549]
saidin
00mercoledì 4 agosto 2004 13:05
Re: Tolkien vs Jordan?

Scritto da: memphistoftm 20/07/2004 16.18
Il mio avvicinamento alla letteratura fantasy è avvenuto grazie a Tolkien al quale devo moltissimo. Tentai di leggere Il signore degli Anelli all’età di 13 anni ma evidentemente era troppo presto… piantai il tutto a pagina 50 o giù di lì e lascia la lettura con un immagine degli hobbit molto vicina ad una strana specie di conigli, fate voi! Di Tolkien non ho letto tutto ma quasi: due volte il signore degli Anelli, una volta Silmarillion (bellissimo….), Lo Hobbit e i racconti perduti (non ho letto invece ritrovati e incompiuti). Che dire? Penso che lo stile narrativo di Tolkien sia unico e profondamente diverso da Jordan, davvero tanto. Sinceramente una volta terminata la lettura de Il signore degli anelli ero davvero in crisi..: cercavo disperatamente qualcosa che potesse regalarmi emozioni legate a personaggi tanto profondi e che potesse rendermi quell’effetto di romanzo storico (come ho accennato in un altro messaggio) pur trattandosi di un romanzo fantasy. Inutile: ho tentato con Brooks (ne parlerò meglio in un altro messaggio appena ho due minuti..) ma nulla, ho lasciato tutto prima di finire il ciclo della spada si Shannara. Poi ho trovato per caso Jordan in libreria, ho preso il primo libro e l’ho letteralmente divorato. Non era Tolkien, secondo me non siamo a quei livelli, ma rendeva benissimo, bello, pieno di azione, una trama snocciolata a dovere, senza pezzi morti e abbastanza originale (per quanto si possa essere originali in campo fantasy).
[SM=x494537]



Incredibile come il tuo percorso sia proprio lo stesso che ho effettuato io. Cambia solo il fatto ke alla ricerca di un libro emozionante come isda abbia provato pure martin (e mi riprometto in futuro di riprenderlo...) e l'ho accantonato subito, essendo parte di un sottogenere del fantasy contemporaneo che si distacca dal classico verso una tendenza medievaleggiante ( e sinceramente non mi piaceva... per questo non mi sono ancora avvicinato a gemmell...).
Cmq un tolkienano cm me non può ke considerare tolkien una spanna sopra jordan in particolar modo perchè pioniere di un genere, coraggioso a scrivere un romanzo cm isda ad inizio novecento (grazie grazie tolkien....), cultore della parola scritta. Jordan cmq mi sta dando tante emozioni e mi sta veramente avvicendo...
frankifol
00martedì 28 settembre 2004 21:32
Caratterizazione psicologica dei personaggi
leggendo in un altro post mi viene in mente l'argomento del titolo...

secondo voi i personaggi del sda sono tipi fissi o sono originali e caratterizzati psicologicamente in maniera profonda?

secono me sono tutti "apparentement"e tipi fissi.Apperentemente perche mi chiedo se può il primo essere essere definito tipo fisso perchè quelli che sono venuti dopo hanno copiato.
In ogni modo in fondo in fondo non mi paiono personaggi con dissidi molto personali...frodo è il tipico antieroe che fa le cose perdchè deve, sam lo scudiero, aragorn il re decaduto etc etc

voi che ne dite?

[Modificato da frankifol 28/09/2004 21.35]

[Modificato da frankifol 28/09/2004 21.36]

Mat Cauthon
00mercoledì 29 settembre 2004 11:37
All'interno della storia rientrano facilmente nella categoria dei tipi fissi ma già nel viaggio verso la contea, gli hobbit risultano cambiati.


Boromir, Gandalf, Aragorn, Gimli e Legolas subiscono dei cambiamenti ma in personalità forti e già ampiamente formate questi risultano di minor impatto.


Gli Hobbit, tornanto alla Contea, si ritrovano a casa ma casa è diversa e lo sarà per sempre.

Nel libro non si nota molto, nelle appendici già di più.
Leggete la fine delle Appendici B e vi farete un'idea
@Polgara@
00mercoledì 29 settembre 2004 14:51
Quoto Mat.
Gli unici che sembrano realmente "crescere" sono solo gli hobbit, mentre gi altri fanno esperienze nuove, magari si ricredono su alcune persone, ma il loro carattere non viene modificato o almeno a me non è sembrato che ci fossero dei cambiamenti sostanziali.

Io l'ho letto 4 volte, molto prima dell'uscita dei films, rimane sempre uno di quei libri che fa piacere rileggere, anche se trovo tolkien troppo prolisso in alcune parti.
PerrinAybara
00mercoledì 29 settembre 2004 15:05
Re:

Scritto da: @Polgara@ 29/09/2004 14.51
Gli unici che sembrano realmente "crescere" sono solo gli hobbit,...


Quoto Polgara [SM=x494541]
Tutto tranne la prolissità... [SM=x494534]
Staurophylaktos
00sabato 23 aprile 2005 21:37
Re:

Scritto da: frankifol 12/07/2004 21.04
certo, letto un paio di volte, lui e le opere correlate. Travalica il fantasy, è epica.



Quoto e straquoto.
DragoRinato
00sabato 23 aprile 2005 21:46
Re: Re:

Scritto da: Staurophylaktos 23/04/2005 21.37


Quoto e straquoto.



Ma Come !?
Mi aspettavo di leggere un trattato su Tolkien e tu mi scrivi 3 paroline!
oberyn
00domenica 24 aprile 2005 16:41
io ho letto 3 volte il sda, 2 il silmarillion e lo hobbit, e una volta i racconti perduti, incompiuti e ritrovati. Secondo me Tolkien ha il merito, oltre che di essere il padre del fantasy, di aver creato un mondo incredibile, che nessuno è riuscito a eguagliare. Non sono d'acordo sul fatto che i personaggi non siano eccessivamente approfonditi; secondo me è più un'impressione che ti viene dalla lettura, che è un po' particolare (il sda è un racconto epico, in certe cose mi ricora più Omero, che non i fantasy moderni). I personaggi sono più distaccati, sicuramente abbastanzza streotipati, ma non per questo meno profondi...pensate a personaggi come Boromir, o Gandalf, o anche Denethor (non il Denethir che si vede nel film, che secondo me è una bestemmia al libro[SM=x494539] ). Si nota inoltre come i personaggi siano o bianchi o neri, non esistono personaggi grigi (gente come Varys, o Ditocorto, per intenderci)e questo è abbastanza caratteristico di un genere epico.
Staurophylaktos
00domenica 24 aprile 2005 17:04
Re:

Scritto da: oberyn 24/04/2005 16.41
io ho letto 3 volte il sda, 2 il silmarillion e lo hobbit, e una volta i racconti perduti, incompiuti e ritrovati. Secondo me Tolkien ha il merito, oltre che di essere il padre del fantasy, di aver creato un mondo incredibile, che nessuno è riuscito a eguagliare. Non sono d'acordo sul fatto che i personaggi non siano eccessivamente approfonditi; secondo me è più un'impressione che ti viene dalla lettura, che è un po' particolare (il sda è un racconto epico, in certe cose mi ricora più Omero, che non i fantasy moderni). I personaggi sono più distaccati, sicuramente abbastanzza streotipati, ma non per questo meno profondi...pensate a personaggi come Boromir, o Gandalf, o anche Denethor (non il Denethir che si vede nel film, che secondo me è una bestemmia al libro[SM=x494539] ). Si nota inoltre come i personaggi siano o bianchi o neri, non esistono personaggi grigi (gente come Varys, o Ditocorto, per intenderci)e questo è abbastanza caratteristico di un genere epico.



Di nuovo, quoto e straquoto!
Rockoccodrillo
00domenica 24 aprile 2005 18:10
Non riesco fino in fondo a dire che sia epica...mi spiace, ci ho provato...non ci riesco! Riesco tuttavia ad ammettere che sia nuova epica, e la Fantasy di oggi ne è figlia
Staurophylaktos
00domenica 24 aprile 2005 23:59
Credo ci siano tutti gli elementi per definire Tolkien colui che ha osato riproporre, in pieno ‘900, il genere epico, riscoprendo il valore del mito, inteso come categoria radicata nel cuore dell’uomo e tesa alla ricerca di risposte alle domande che in esso vi urgono. Il Signore degli Anelli è epos, è avventura, è ricerca (anche se al contrario: distruggere e non trovare), e in esso Tolkien dispiega uno straordinario affresco della condizione umana, con tutti i suoi fattori, affascinanti e drammatici: l’amore e l’odio, la libertà e il potere, la fedeltà e il tradimento, la pietà e la paura, la verità e la menzogna, nonché la grande sfida e il mistero della morte. Il tutto presentato senza retorica, con la sobrietà dell’epica vera, e con una comprensione geniale delle domande, dei dubbi, dei bisogni dell’uomo di oggi (e non del Medioevo).

Forse più che epica bisognerebbe usare romanzo eroico, visto che ISDA è adattato secondo i canoni del romanzo moderno, e in parte si discosta dalle classiche epopee.
memphistoftm
00lunedì 25 aprile 2005 12:07
Re:

Scritto da: Staurophylaktos 24/04/2005 23.59
Credo ci siano tutti gli elementi per definire Tolkien colui che ha osato riproporre, in pieno ‘900, il genere epico, riscoprendo il valore del mito, inteso come categoria radicata nel cuore dell’uomo e tesa alla ricerca di risposte alle domande che in esso vi urgono. Il Signore degli Anelli è epos, è avventura, è ricerca (anche se al contrario: distruggere e non trovare), e in esso Tolkien dispiega uno straordinario affresco della condizione umana, con tutti i suoi fattori, affascinanti e drammatici: l’amore e l’odio, la libertà e il potere, la fedeltà e il tradimento, la pietà e la paura, la verità e la menzogna, nonché la grande sfida e il mistero della morte. Il tutto presentato senza retorica, con la sobrietà dell’epica vera, e con una comprensione geniale delle domande, dei dubbi, dei bisogni dell’uomo di oggi (e non del Medioevo).

Forse più che epica bisognerebbe usare romanzo eroico, visto che ISDA è adattato secondo i canoni del romanzo moderno, e in parte si discosta dalle classiche epopee.



Quoto TUTTO!!!!!
E faccio partire una standing ovation...[SM=x494523]

DragoRinato
00lunedì 25 aprile 2005 12:15
Re:

Scritto da: Staurophylaktos 24/04/2005 23.59
Credo ci siano tutti gli elementi per definire Tolkien colui che ha osato riproporre, in pieno ‘900, il genere epico, riscoprendo il valore del mito, inteso come categoria radicata nel cuore dell’uomo e tesa alla ricerca di risposte alle domande che in esso vi urgono. Il Signore degli Anelli è epos, è avventura, è ricerca (anche se al contrario: distruggere e non trovare), e in esso Tolkien dispiega uno straordinario affresco della condizione umana, con tutti i suoi fattori, affascinanti e drammatici: l’amore e l’odio, la libertà e il potere, la fedeltà e il tradimento, la pietà e la paura, la verità e la menzogna, nonché la grande sfida e il mistero della morte. Il tutto presentato senza retorica, con la sobrietà dell’epica vera, e con una comprensione geniale delle domande, dei dubbi, dei bisogni dell’uomo di oggi (e non del Medioevo).

Forse più che epica bisognerebbe usare romanzo eroico, visto che ISDA è adattato secondo i canoni del romanzo moderno, e in parte si discosta dalle classiche epopee.



ah ecco, era questo che mi aspettavo prima! [SM=x494535] [SM=x494523]
GL0RFindel
00lunedì 25 aprile 2005 12:48
Re:

Scritto da: Staurophylaktos 24/04/2005 23.59
Credo ci siano tutti gli elementi per definire Tolkien colui che ha osato riproporre, in pieno ‘900, il genere epico, riscoprendo il valore del mito, inteso come categoria radicata nel cuore dell’uomo e tesa alla ricerca di risposte alle domande che in esso vi urgono. Il Signore degli Anelli è epos, è avventura, è ricerca (anche se al contrario: distruggere e non trovare), e in esso Tolkien dispiega uno straordinario affresco della condizione umana, con tutti i suoi fattori, affascinanti e drammatici: l’amore e l’odio, la libertà e il potere, la fedeltà e il tradimento, la pietà e la paura, la verità e la menzogna, nonché la grande sfida e il mistero della morte. Il tutto presentato senza retorica, con la sobrietà dell’epica vera, e con una comprensione geniale delle domande, dei dubbi, dei bisogni dell’uomo di oggi (e non del Medioevo).

Forse più che epica bisognerebbe usare romanzo eroico, visto che ISDA è adattato secondo i canoni del romanzo moderno, e in parte si discosta dalle classiche epopee.




perfetto. oserei forse aggiungere che queto aspetto "epicale" è ancora più evidente negli altri lavori che integrano ISdA (Silmarillion e vari racconti perduti ritrovati incompiuti).
Staurophylaktos
00lunedì 25 aprile 2005 13:09
Re: Re:

Scritto da: GL0RFindel 25/04/2005 12.48



oserei forse aggiungere che queto aspetto "epicale" è ancora più evidente negli altri lavori che integrano ISdA (Silmarillion e vari racconti perduti ritrovati incompiuti).



Concordo in toto.
Psyluke
00lunedì 25 aprile 2005 19:44
Io l'ho cominciato a leggere quest'estate... ma il sopraggiungere della scuola mi ha fermato alla fine della Compagnia dell'anello. Spero di riiniziare al più presto.
daishan
00lunedì 6 giugno 2005 00:55
Re:

Scritto da: Staurophylaktos 24/04/2005 23.59
Credo ci siano tutti gli elementi per definire Tolkien colui che ha osato riproporre, in pieno ‘900, il genere epico, riscoprendo il valore del mito, inteso come categoria radicata nel cuore dell’uomo e tesa alla ricerca di risposte alle domande che in esso vi urgono. Il Signore degli Anelli è epos, è avventura, è ricerca (anche se al contrario: distruggere e non trovare), e in esso Tolkien dispiega uno straordinario affresco della condizione umana, con tutti i suoi fattori, affascinanti e drammatici: l’amore e l’odio, la libertà e il potere, la fedeltà e il tradimento, la pietà e la paura, la verità e la menzogna, nonché la grande sfida e il mistero della morte. Il tutto presentato senza retorica, con la sobrietà dell’epica vera, e con una comprensione geniale delle domande, dei dubbi, dei bisogni dell’uomo di oggi (e non del Medioevo).

Forse più che epica bisognerebbe usare romanzo eroico, visto che ISDA è adattato secondo i canoni del romanzo moderno, e in parte si discosta dalle classiche epopee.



Più che mai d'accordo!
Quoto in toto [SM=x494535] !
E per questo ritengo davvero arduo confrontarlo con tutti gli autori che sono venuti dopo. Inoltre, ho letto in molti post che i personaggi del Signore degli anelli sono considerati poco approfonditi, statici...
Beh, dall'alto delle mie 9 letture del SDA [SM=x494541] (e della lettura di tutto quanto pubblicato di Tolkien) direi che non è affatto vero! Tutti i personaggi compiono un percorso interiore durante il viaggio verso Mordor; per alcuni il cambiamento è molto evidente (Gandalf e gli Hobbit), per altri meno (Legolas e Gimli) ma nessuno, alla fine della guerra è ancora la stessa persona che era partita.
Infine, è abbastanza ovvio considerarli stereotipi...ma perché sono stati proprio i personaggi di Tolkien a creare gli stereotipi: a chi non viene in mente Gandalf quando si parla di stregoni? O Aragorn quando si parla di guerrieri? e per me gli unici e veri elfi e nani sono quelli usciti dalla fantasia di JRRT! Tutto quello che è stato scritto dopo, chi più chi meno, ha comunque preso le mosse da questo grande capolavoro!
Maso il Vagabondo
00mercoledì 15 giugno 2005 13:51
io ho letto 3 volte ISDA, due lo Hobbit, e ora sto leggendo il silmarillion... il signore degli anelli, ho scoperto da poco, si rifà ad un avventura epica nordica che appassionava molto tolkien, e che contiene gran parte degli elementi di isda...se mi ricordo poi vi posto il titolo dell'opera[SM=x494608]
Staurophylaktos
00mercoledì 15 giugno 2005 13:58
L'Edda, sia in prosa che soprattutto poetica.
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