Jakutsk vs. Lapponia

Gianni Sperone
00mercoledì 14 aprile 2010 22:56
La vita a meno cinquanta...

Ho letto oggi sul MTG un interessante articolo riguardante la possente ondata di gelo che, nella III decade del gennaio 1999, stabilì sulla calotta nord della Scandinavia dei valori termici assai vicini ai record assoluti per la regione. Erano dati che conoscevo ma è stato un piacere il rileggerli, commentati fra l'altro in maniera eccellente.

Per esservi stato tre volte, ricordo soprattutto il dato di Karasjok, nel Finnmark.N, con un -51.2°C vicinissimo al record del 1886. Sacrosante le considerazioni di Giovanni S....già ai -46°C siamo vicini al gelo che stordisce ed uccide...ove ogni centimetro di pelle deve essere adeguatamente protetto.

Ricordo bene quel 27 gennaio scorso, con una T° nel centro di Jakutsk fra i -43.5 ed i -44.5°C sino al mezzogiorno circa...non ho "assaggiato" i quasi -47°C della periferica Stazione Meteo ufficiale (!). Nella nebbia gelida vagante sulla capitale, i passanti si muovevano lesti e silenziosi, qualcuno con una lieve smorfia di disagio. Grande differenza rispetto alla vita cittadina ai -39/-40°C...questo fatto l'avevo già annotato in diretta: un silenzio forzato che, credo, fosse anche aumento di vigilanza sulle proprie forze, un istinto di sopravvivenza che emergeva in persone pure avvezze al ripetersi ciclico di tali rigori.

Qualche volta mi pare impossibile l'aver vissuto una settimana nella città più fredda del mondo...(!)

Saluti rimembranti


Gianni S.



angelo.c
00giovedì 15 aprile 2010 09:01
Re: La vita a meno cinquanta...
Gianni Sperone, 14/04/2010 22.56:


Qualche volta mi pare impossibile l'aver vissuto una settimana nella città più fredda del mondo...(!)
Saluti rimembranti
Gianni S.



La mia convizione,che tu,potresti smentire o condividere,avendola vissuta personalmente è che,gli effetti di queste temperature "estreme",a cui è sottoposto il corpo umano,siano avvertibili principalmente alle sue estremità (mani e piedi) e in faccia.

E' una mia sensazione?

Angelo.


Gianni Sperone
00giovedì 15 aprile 2010 21:56
Sì...

Sulla base della mia esperienza, posso dire che non è mai esistito il problema piedi (un paio di calze di lana e stop, entro scarpette da escursionismo montano)...forse, è importante il fatto che il pulviscolo di galaverna scivoli sulle calzature in maniera innocua (!?)

Certamente, il problema primario interessa le mani (un supplizio senza guanto per più di un minuto!) ed il viso. Quest'ultimo, tuttavia, richiedeva una copertura quasi totale con la guaina in neoprene solo oltre i -40°C mentre, ho avvertito già quasi dolore agli orecchi scoperti già ai -22°C del mattino moscovita.

In sintesi, senza copricapo e para-orecchi e guanti, Jakutsk d'inverno la vedresti solo dalle vetrate dell'hotel (!). Sul resto, ribadisco di non aver avuto bisogno di una super-attrezzatura ma di un comune abbigliamento che possiamo utilizzare nelle più fredde giornate invernali alto-atesine...(!?)

Insisto, tuttavia, sulla componente psicologica del percorrere e ripercorrere una specie di quadrilatero ormai noto: fuori Jakutsk, il giorno dell'assalto al fortino meteo, "solo"-37° con vento debole, in assenza di punti di riferimento, è come avessero acuito la sensazione di freddo.

Per questo ripeto: se un pazzo, ad esempio, mi avesse portato 10 km fuori Jakutsk, lasciandomi in un rado bosco di betulle od anche sul ciglio di una rotabile deserta, credo mi sarebbe riuscito oltremodo difficile ritornare vivo in città. Questa è più di una sensazione.

Saluti siberiani


Gianni S.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:31.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com