JOHN WAINE il pagliaccio di C.Lucarelli

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miguelsonsempermi
00domenica 23 maggio 2010 22:02
UN SERIAL KILLE CON UN NOME DA EROE A STELLE E STRISCE E LA PASSIONE PER I TRAVESTIMENTI DA CLOWN:SEMBRA UN FILM HORROR,MA PURTROPPO NON LO E’.
Facciamo finta che non sia mai successo,che un uomo di nome John Wayne Gacy non sia mai esistito e che nessuno abbia fatto quello che ha fatto lui. Facciamo finta che un gruppo di sceneggiatori siano seduti intorno a una scrivania nel reparto sviluppo progetti di qualche major cinematografica. Il produttore gli ha chiesto di inventare la più incredibile storia di serial killer e loro si stanno dando da fare. Quanti morti?Tanti,è un serial killer,venti,trenta…no trentatré. Trentatré giovani adolescenti.

miguelsonsempermi
00domenica 23 maggio 2010 22:04
E lui? Insospettabile,naturalmente ,il perfetto vicino di casa,ben inserito nella società,impegnato in opere di volontariato,grande organizzatore di feste di quartiere. E poi,due colpi di genio. Il nome,così americano,così eroico e allo stesso tempo così strano,John Wayne ,come l’attore cowboy,Jon Wayne Gacy. E il travestimento usato per animare le feste di quartiere,per far ridere i bambini:quello di un clown.
C’è niente di più inquietante,di più spaventoso,di più terribile di una maschera bianca dai grandi occhi cerchiati e il naso rosso quando ad indossarla è uno dei più feroci serial killer di tutti i tempi?
Se non fosse mai esistito, Jon Wayne Gacy,la sua storia avrebbe fatto la fortuna di un gruppo di sceneggiatori e sarebbe diventata sicuramente un bel film. Ma Gacy è esistito davvero,la sua storia va presa per quella che è-non una fonte di divertimento ma uno spunto di riflessione su quello che accade nel mondo- e soprattutto,come sempre avviene in questi casi,supera di gran lunga la fantasia,del più fantasioso sceneggiatore di Holliwood.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:04
All’inizio sembra la perfetta realizzazione del Sogno Americano,proprio come lo vediamo nei film o la propongono i telepredicatori. John Wayne è un bravo ragazzo che si è fatto da sé e si dà da fare. nato,capace di incantare chiunque e vendergli qualunque cosa,scarpe da uomo,nel suo caso poi vestiti. Conosce una compagna di lavoro,Marilyn,e se la sposa.
Lei è figlia del proprietario di una catena di Kentuky Fried Chicken-e anche qui è difficile pensare a qualcosa di più americano-e John Wayne passa a lavorare per lui. Non è semplicemente il genero del padrone,è uno bravo,che lavora dodici,tredici,quattordici ore al giorno,e gli vogliono tutti bene. Oltre che essere bravo è anche buono,John Wayne, perché è attivissimo nella locale sezione del Jaycess,un gruppo di volontariato sponsorizzato dalla camera di commercio. E non solo,boyscout,guardia nazionale,associazioni religiose,John Wayne non si fa mancare niente. Sono i primi anni Sessanta,buon lavoro,moglie adorata,due figli,volontario attivo,c’è qualcosa che può turbare al vita di John Wayne?
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:08
Si. All’inizio sono soltanto voci,poi diventano accuse dirette e alla fine un processo. Mark Miller,un adolescente che lavora con lui al fast food,lo accusa di averlo portato a casa,qualche anno prima,e di averlo violentato. All’improvviso gli amici e i colleghi di John Waine si ricordano che si è sempre circondato di giovani adolescenti carini,vuoi vedere che….ma no, John Wayne? Lavora per mantenersi al college e prendersi un diploma in Economia, a Chicago. E’ un venditore Qualunque cosa sia accaduta veramente John Wayne viene condannato a dieci anni di prigione. Ne fa soltanto due,perché è un detenuto modello,ma intanto perde gli amici,perde la moglie,perde il lavoro. 1968,fine del sogno americano. Ma è davvero cosi?
La particolarità del Grande Sogno Americano è proprio quello di offrire sempre un'altra occasione a chi voglia sfruttarla. John Wayne è un bravo ragazzo capace di farsi da sé,lo abbiamo visto.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:09
Torna in Illinois e trova un altro lavoro,come cuoco in un ristorante.In fondo,non dirigeva un’intera catena di fast food? Si sposa con Carole,che ha già due figlli a cui John Wayne vuole bene come fossero i suoi e tutto sembra tornare come prima. C’è un giardino,in casa sua,nella Sumersdale Avenue,in un sobborgo di Chicago,in cui John Wayne organizza barbecue per i vicini,che a volte si trasformano in grandiose feste a cui partecipano anche trecento persone.
Sono feste a tema,hawaiano oppure western,ed è sempre tutto perfetto,a parte quello strano odore che viene da un angolo del giardino. Sono le fognature dice John Wayne. Le hanno messe giù e qualcosa è marcito. Niente di grave. Ha carisma,John Wayne,una capacità di rapportarsi alle persone,che non deve andare sprecata. E’ quello che pensa Robert Matwick,un esponente del locale partito Democratico,che lo coinvolge in attività di propaganda e volontariato. John Wayne è bravissimo con i bambini,fa animazione nelle scuole vestito da clown,un grosso clown da circo,con una parrucca di finti riccioli colorati,il volto coperto di bianco,i grandi occhi neri e il naso rosso a forma di ciliegia. Pogo il Clown,si fa chiamare.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:10
Come si fa a non voler bene a quel gigante con la faccia rotonda,che sorride sempre. Sembra il sergente Garcia,quello dei telefilm di Zorro.Matwwick ne è conquistato e lo fa entrare nella commissione cittadina per l’illuminazione delle strade.
E’ il primo passo nella politica locale. Ecco,qui,al culmine del processo di risalita,quando il personaggio sembra risorgere,che gli sceneggiatori degli Studios piazzerebbero un altro colpo di scena,un'altra difficoltà che sembra rimettere tutto in discussione. La vita non è da meno. E’ il 1974 e tornano quelle voci. Quegli adolescenti carini che lo circondano sempre. John Wayne ha cambiato lavoro,ha aperto la PDM Contractors Incorporeted,che si occupa di ridipingere e sistemare interni di case,e anche questo cambiare continuamente attività e con successo è molto Sogno Americano. Ha molti giovanissimi lavoranti,per diminuire i costi,dice lui,ma la gente comincia a pensare male.Ma c’è qualcosa di più.Qualcosa di più inquietante.Perché i suoi giovani muratori non solo lo frequentano in modo insistente e ambiguo,ma dopo un po’ scompaiono.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:17
Per esempio Johnny Butkovich,che ha diciassette ani,e un giorno se ne va a casa di John Wayne perché gli deve tre settimana di paga che non gli vuole dare,e da allora nessuno lo ha più visto. Poi c’è Michael Bonnin,anche lui ha diciassette anni,e nella ditta di John Wayne fa il carpentiere. Michael va alla stazione a prendere il treno per andare a trovare la sua famiglia e non torna più indietro. E Gregory Godzik,diciassette anni,specializzato in lavori di pulizia. E non soltanto loro,non soltanto i giovani che lavorano alla PDM di John Wayne a scomparire nei dintorni di Chicago in quegli anni. C’è Billy Carrol Jr,un giovane sbandato di diciassette anni,fuggito di casa dopo aver rischiato il riformatorio,che si mantiene organizzando incontri di coetanei con omosessuali,e c’è anche John Szyc,che di anni ne ha diciannove,e sparisce mentre sta facendo un giro con la sua macchina. E Robert Gilroy,diciotto anni,che esce per andare a vedere una corsa di cavalli.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:18
Certo siamo negli Stati Uniti,siamo a Chicago,ne succedono di cose,la gente sparisce,soprattutto i giovani adolescenti inquieti,cosa c’entra John Wayne? C’entra. Perché la macchina di John Szyc,per esempio,la sua Plymouth Satellite del 1971 viene trovata ad una stazione di servizio. Alla guida c’è un altro adolescente che ha cercato di scappare per non pagare il pieno.
Alla polizia dice che la macchina glil’ha data il suo amante,un signore di Chicago,un imprenditore. John Wayne Gacy. Si ammette John Wayne,la macchina gliel’ho data io. Era di Johnny Szyc,che gliel’ha venduta,ecco i documenti,ecco la sua firma.Non sembra proprio la firma si Szyc ma per adesso non importa. Ci vuole un punto di svolta,in questa storia,e ci vuole un antagonista per John Wayne.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:20
Seduti attorno al tavolo del loro ufficio i nostri sceneggiatori immaginari cercherebbero le soluzione più strana e sorprendente. Nella realtà le cose vanno in altro modo. Accadono,semplicemente,e nella loro semplicità appaiono ancora più crude e inquietanti. Siamo nel 1977 ed è scomparso un altro ragazzino. Robert Piest,quindici anni. Lavora in una farmacia ma si è stancato e dopo l’orario di chiusura aveva un colloquio conn un nuovo possibile datore di lavoro. Sua madre lo aspetta a casa,e quando è passato abbastanza tempo da pensare male va alla polizia e denunciarne la scomparsa.Il nostro detective si chiama Joseph Kozenczak,tenente Kozenczak,ed è in servizio presso il dipartimento di polizia di Des Plantes. Raccoglie la denuncia della signora Piest e si fa dare il nome dell’uomo con cui Robert doveva parlare quella sera. Ha un nome buffo,molto americano. Si chiama John Wayne Gacy. Il tenente Kozenczak ha dei sospetti. Alla stazione di polizia John Wayne ha risposto a tutte le domande e a detto di non sapere niente del giovane Robert e della sua scomparsa,ma il tenente non è convinto.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:24
C’è qualcosa di strano,sente qualcosa di strano,questione di fiuto,di quelle cose che sivedono nei film gialli,soprattutto quelli sui serial killer. Allora il tenente Kozenczak fa un controllo sui precedenti di John Wayne e scopre che è stato dentro per aver abusato sessualmente di un adolescente. E’ abbastanza per ottenre dai giudici un mandato di perquisizione per la casa di John Wayne. Non gli trova molto. Una serie di cassette pornografiche,libri di contenuto gay,un po di fumo,una scacciacani,un paio di manette e un coltello. Ci sono magliette di taglia più piccola,ma che significa? C’è un pene di gomma di diciotto centimetri,ma che significa? A parte la droga non c’è niente che configuri un reato serio.
Lo arrestano,ma non hanno in mano niente contro il bravo John Wayne,che si fa fotografare in bianco e nero dalla Polizia,con il cartello col numerino sul petto e il suo sorriso smagliante ,alla sergente Garcia.Però qualcosa di strano c’è. Il tenente Kozenczak se ne accorge quando torna a casa di John Wayne la seconda volta. C’è quell’odore orribile,così forte,che viene dal giardino.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:26
Wayne capisce che le cose si stanno mettendo male e comincia ad ammettere qualcosa.
Si,ha ucciso un ragazzo,ma si è trattato di legittima difesa.Lui voleva ricattarlo,poi lo ha aggredito e allora lui ha reagito e lo ha ucciso.Lo ha sepolto sotto il garage. E infatti è li che la polizia trova i resti di un corpo. Ma c’è sempre quell’odore,così forte.Troppo forte.Il dottor Robert Stein, coroner della contea di Cook,dove si trova la casa di John Wayne,dirige i lavori in giardino come se si trattasse di scavi archeologici. Salta fuori un corpo,poi un altro,poi un altro ancora. I vicini di casa che erano andati alla polizia a testimoniare che John Wayne era un bravo ragazzo e che mai e poi mai,ma assolutamente,come si fa solo a pensarlo,assistono attoniti ai lavori che si prolungano per tutta la notte e i giorni successivi. Scavano per due mesi.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:31
Di corpi ne saltano fuori ventisette. Poi altri due nell’argine del fiume che passa vicino alla casa,e un altro ancora nel cemento delle fondamenta,ancora due nel fiume e un altro sotto il pavimento della tavernetta.
Siamo a trentatré. Intanto John Wayne,seduto nella stanza degli interrogatori della stazione di polizia,proprio come nei film,ha cominciato a confessare. Il primo lo ha ucciso nel 1972,in gennaio.
Il secondo esattamente due anni dopo,nel gennaio 1974. Poi non si è più fermato. Li ammanettava,gli infilava un calzino o una maglietta in bocca,perché non urlassero,e li violentava. Alla fine gli uccideva,o soffocavano durante la violenza e allora andava a seppellirli in giardino,uno vicino all’altro,per risparmiare spazio. Da un certo punto in poi aveva cominciato a farlo con più frequenza,e a volte succedeva che ne uccidesse più di uno al giorno. Il sogno americano,per John Wayne e per gli adolescenti che aveva ucciso era diventato un incubo.Il processo si apre nel febbraio del 1980. Il vero argomento su cui le cinque donne e i sette uomini che compongono la giuria devono riflettere non è se John Wayne sia o no colpevole,le prove sono troppe,ma se sia o no pazzo.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 07:33
E’ su questo che riscontrano il procuratore distrettuale Bob Egan,che sostiene l’accusa,e l’avvocato Robert Motta,che difende John Wayne.
Sta tutto lì,se mandarlo a morte o in un manicomio criminale. Anche qui,al processo,ci sono colpi di scena degni di una sceneggiatura di Holliwood. La difesa presenta un teste a sorpresa,uno dei ragazzi che erano stati violentati da John Wayne prima che cominciasse a uccidere. Jeffrey Ringall testimonia che John Wayne lo aveva assalito con tanta violenza da fargli pensare che fosse in preda ad una furia incontenibile,totalmente incapace di controllarsi. Che fosse pazzo. Poi arrivano la madre e la sorella di John Wayne che racconta di come il padre fosse autoritario e dispotico.
Frustava il piccolo John Wayne con una cinghia di pelle e qualche volta aveva anche abusato di lui.

Arrivano i vicini,che lo descrivono come un uomo meraviglioso,sempre pronto ad aiutare tutti,sempre sorridente,uno su cui poter contare per qualunque cosa. Insomma , “ The perfect neighbor”,il perfetto vicino di casa.

Almeno prima di scoprire che era un pericoloso serial killer.

miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 08:07
Arrivano gli psichiatri,naturalmente,che parlano di incapacità di intendere e di volere,e di distinguere la gravità delle azioni commesse. Per l’accusa,invece John Wayne sapeva benissimo quello che faceva quando violentava e soffocava tutti quei giovani adolescenti. John Wayne segue tutto il dibattito senza battere ciglio.
Ascolta tutte le deposizioni dei testimoni e dei periti,sono più di un centinaio,anche quella di Ringall,che vomita e si mette a piangere in aula,senza tradire la minima emozione. Poi la giuria si ritira e dopo un paio di ore esce col verdetto. Gli avvocati difensori dicono sempre che in casi come questi più la giuria tarda a emettere il verdetto e meglio è. Un paio di ore sono niente. L’avvocato Motta lo capisce appena viene richiamato in aula,come andrà a finire.

COLPEVOLE.
IN GRADO DI INTENDERE E DI VOLERE.
CONDANNA A MORTE.
miguelsonsempermi
00lunedì 24 maggio 2010 08:08
Qui finisce la storia di John Wayne Gacy,uno dei più feroci e incredibili serial killer di tutti tempi. In un film lo vedremmo sparire in dissolvenza con un sorriso da sergente Garcia,magari con la sua maschera da Clown sotto i lineamenti,come il Norman Bates di Psycho con la mummia della madre morta. Steso sul lettino del braccio della morte del carcere della contea di Cook,a Chicago,in attesa dell’iniezione letale che lo uccide il 10 maggio 1994,dopo aver tappezzato la cella di ritratti di clown che adesso,sul mercato,valgono un sacco di soldi. Nella realtà restano tutti gli interrogativi che una vicenda come questa pone e continua a porre,tutti gli spunti di riflessione. Ma come è possibile? Come è possibile che il perfetto vicino di casa,quel bravo ragazzo di John Wayne,il protagonista del Sogno Americano,com’è possibile che Pogo il Clown abbia potuto violentare,uccidere e seppellire trentatré ragazzi così,praticamente sotto gli occhi di tutti?


Fine
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