Itinerari: Rifugio Orimento

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sergio.T
00venerdì 11 luglio 2008 11:03


La Baita di Orimento è situata presso l'omonima sella tra il Monte Orimento (m. 1391) e il Pizzo della Croce (m. 1491).
E' raggiungibile sia in auto che a piedi con diversi sentieri che partono da Erbonne, dal Pian delle Noci e dalla Capanna Bruno.

Lasciamo la statale 340 Regina verso la fine di Argegno per deviare a sinistra ed imboccare la provinciale 13 della Valle d'Intelvi con la quale superiamo Dizzasco, Castiglione e S. Fedele.
Prendiamo poi, sulla sinistra, la provinciale 15 (Erbonne) con la quale arriviamo a Casasco.
All'inizio de paese, prendendo una strada sulla destra (Via Terragni - cartello Orimento), continuiamo fino ad un bivio dove, andando diritto raggiungiamo la Capanna Bruno (m. 1179) mentre girando a destra raggiungiamo dapprima il rifugio Cristè (m. 1150) e poi la Bocchetta di Orimento.
Se invece a Casasco proseguiamo diritto, superate le strette vie del paese, raggiungiamo dapprima l'Alpe di Cerano (m. 960) e poi Erbonne dove la strada termina (m. 948).
Per raggiungere il Pian delle Noci invece, a S. Fedele dobbiamo proseguire per un altro chilometro. Arrivati e Pellio prendiamo sulla sinistra la provinciale 13 diramazione Pian delle Noci, con la quale dopo aver attraversato in salita tutto il paese, troviamo sulla sinistra i segnavia che indicano l'inizio del sentiero n. 6 (m. 892).

Primo itinerario: da Erbonne
Lasciamo l'auto all'inizio del piccolo abitato e prendiamo la stradina a sinistra con la quale, superato un lavatoio, arriviamo alla chiesa.
A sinistra è possibile scendere verso il cimitero e poi, con un ponte in legno che segna il confine italo-elvetico, superare il torrente e continuare verso Scudellate.
Dobbiamo invece andare diritto con una stradina contornata da due bassi muretti a secco.
Poco dopo troviamo una palina segnavia (sarebbe stato molto più utile sistemarla accanto alla chiesa) che indica il percorso n. 4 (Cascina Genzago a ore 1 e Bocchetta di Orimento a ore 1.10).
Scendiamo verso il greto del torrente Breggia (m. 930), che troviamo in secca, e lo attraversiamo accanto a tre muraglioni sopra i quali dovrebbe scorrere l'acqua.
Troviamo un bivio e andiamo a destra. Poco dopo dobbiamo superare nuovamente il corso d'acqua per riportarci sul lato destro.
Continuiamo quasi in piano e troviamo altri segnavia che indicano la Cascina Genzago a 0.35, la Bocchetta d'Orimento a 0.45 e S. Fedele a 2.25.

Iniziamo a salire tra prati e qualche albero e poi ci addentriamo in una faggeta.
Continuiamo con il sentiero che alterna tratti più o meno ripidi lungo il versante occidentale del Pizzo della Croce.
Superiamo un tratto con maggior pendenza durante il quale ignoriamo un sentiero a sinistra e continuiamo poi in lieve salita.
Troviamo una pietra sulla quale è dipinta una freccia rossa che indica la direzione dalla quale proveniamo.
Torniamo poi a salire ripidamente e raggiungiamo una vecchia baita abbandonata che precede la Cascina Genzago ormai diroccata (m. 1210).

Aggirato l'edificio, saliamo verso una rete metallica e la seguiamo in lieve salita.
Per prati, seguendo poi una recinzione con del filo spinato, arriviamo alle prime case di Orimento.
Un segnavia indica a sinistra: Pesciò Basso a 0.20 e l'Alpe Squadrina a 0.50.
Continuiamo invece diritto tra le case e arriviamo alla meta.

Tempo impiegato: ore 1 - Dislivello: m. 327

Secondo itinerario: dalla Capanna Bruno per il Pizzo della Croce
Lasciamo l'auto nel parcheggio della Capanna Bruno al termine della carrozzabile asfaltata.
I segnavia indicano a sinistra lungo la Via dei Monti Lariani 1 (VML1): Mulattiera per Mater, Monte Crocione e Orimento; Orimento a ore 1.30, Pizzo della Croce a ore 1.30, Monte Generoso a ore 3, Cascina Carolza a ore 0.40, Bolla di Ermogna a ore 1.20, Alpe di Cerano a ore 1.50.
A destra invece viene indicato Orimento a ore 0.45 lungo il fianco occidentale del monte.

Ci incamminiamo a sinistra sui prati, in leggera pendenza, verso due tralicci dell'energia elettrica.
Dopo averli raggiunti il percorso diviene evidente e continua con una bella mulattiera.
Ad un bivio andiamo a sinistra ed entriamo in un boschetto.
Alternando tratti in piano ad altri in leggera salita percorriamo un lungo traverso verso sud lungo le pendici orientali del Pizzo della Croce.
Davanti a noi si staglia il Sasso Gordona (m. 1410) a alla sua destra notiamo la costruzione squadrata del rifugio Prabello.
Terminato il boschetto continuiamo per prati a mezza costa in lieve salita.
Dopo una curva a sinistra possiamo ammirare una parte del lago di Como con il promontorio di Bellagio e una lunga catena di monti che termina con le cime delle Grigne e del S. Primo.
Attraversato un altro boschetto, sempre in leggera salita, raggiungiamo una croce (m. 1340).

Deviamo a destra prendendo uno dei sentieri che salgono lungo la prativa dorsale meridionale del Pizzo della Croce. Quello centrale sale lungo la panoramica cresta. Lungo il cammino potremo ammirare tutte le cime che ci circondano ed in particolare a sinistra, oltre la Val Breggia, le cime del Monte Generoso (m. 1701).
Percorso tutto il crinale arriviamo in vetta (m. 1491) dove troviamo una croce in ferro ed un cippo dedicato al V° Alpini BTG Valle Intelvi 1915-1940.
Bellissimo il panorama a 360 gradi sul Generoso, il Disgrazia, il Legnone, le Grigne, il Bisbino, il Galbiga e il Sasso Gordona.
Dopo una doverosa sosta per scattare qualche foto, riprendiamo il cammino e iniziamo a scendere l'opposto versante in direzione della stazione a monte di un impianto di risalita.
Raggiunto l'edificio (m. 1480) ne aggiriamo la recinzione sul lato sinistro e poi continuiamo a scendere lungo la prativa cresta nord ovest del Pizzo della Croce.
Percorso un breve tratto in piano riprendiamo a salire guadagnando una diecina di metri, poi continuiamo la discesa verso le già visibili case di Orimento.
Ancora un tratto in piano e poi in discesa arriviamo alla meta.

Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. +312 -216

Terzo itinerario: dalla Capanna Bruno aggirando sulla destra (nordest) il Pizzo della Croce
Lasciata l'auto nel parcheggio della Capanna Bruno, tra i vari segnavia (vedi itinerario precedente) osserviamo che verso destra viene indicata Orimento a ore 0.45.
Notiamo che lungo il fianco occidentale del Pizzo sono ben visibili due sentieri che scorrono paralleli e optiamo per quello più a monte.
Seguendo tracce di sentiero o semplicemente risalendo il prato, ci incamminiamo verso un traliccio dell'alta tensione.
Dopo averlo raggiunto, proseguiamo in leggera salita verso destra con una stradina.
Arrivati ad un tornante, anziché girare a sinistra, abbandoniamo la stradina per proseguire diritto con un sentiero.
In alto a sinistra è ben visibile l'edificio della stazione a monte di un impianto di risalita; in basso a destra una pozza d'acqua e una fattoria.
Presso un ansa della montagna (m. 1265) giriamo a destra e iniziamo un traverso quasi in piano.

Raggiunto un boschetto di pini, lo attraversiamo in lieve discesa.
Usciamo poi allo scoperto per attraversare una pista da sci e subito rientriamo nel bosco.
Più avanti i pini lasciamo il posto a faggi e betulle.
Continuiamo in lieve discesa e poi in piano ed usciamo dal bosco per attraversare un prato (m. 1240).
Oltre il prato raggiungiamo un altro bosco con faggi e betulle.
Dopo pochi passi in piano, riprendiamo a scendere e superiamo i ruderi di due baite ormai completamente distrutte (m. 1195).
Raggiungiamo poi una casa recintata, chiamata Il Roccolo (m. 1165) e infine una piccola radura dove troviamo un quadrivio (m. 1155).
Prendiamo la stradina a sinistra e ricominciamo a salire.

Superiamo un trivio, prendendo in percorso in mezzo (m. 1180) e, più avanti, ignoriamo un sentierino che sale a sinistra verso un cassottello.
Continuiamo alternando tratti con poca pendenza ad altri leggermente più ripidi. Di tanto in tanto vediamo una striscia di colore rosso sui sassi del sentiero.
Superiamo un breve strappo più ripido e continuiamo con minor pendenza passando accanto ad un segnavia a bandierina che indica il sentiero n. 1.
Raggiungiamo un pilone dell'alta tensione e passiamo sotto i fili.
Siamo ormai arrivati ad Orimento. Lasciamo a sinistra le prime due case e arriviamo alla meta.

Tempo impiegato: ore 0.45 - Dislivello: m. 206 - 110

Quarto itinerario: dal Piano delle Noci (segnavia n. 6)
Il percorso si svolge lungo carrarecce sterrate e sentieri non sempre ben visibili.

Lasciamo l'auto nel parcheggio al bordo della strada.
Superato un cancelletto di legno, entriamo nei prati e ci incamminiamo tenendoci sulla sinistra.
Su vaghe tracce di sentiero, procediamo in leggera salita fino a trovare un cancello di legno, superato il quale raggiungiamo una cascina.
Sul cancello c'è un segnavia che indica Lanzo nella direzione dalla quale proveniamo mentre sulla cascina un cartello informa che siamo all'Alpe Lissiga (m. 950).
Continuiamo in piano su una stradina con una recinzione di filo spinato sulla destra e, dopo un centinaio di metri, raggiungiamo una sterrata.
Una palina segnavia indica i seguenti percorsi:
- a sinistra il sentiero 5c (Pellio Superiore a ore 0.40) e 6a (Piano delle Noci a ore 0.10 e Lanzo a ore 0.40)
- a destra il sentiero 5c (Trincee Linea Cadorna a ore 1.20, Alpe Gotta a ore 2.20 e Monte Generoso a ore 4)
- in obliquo verso sinistra (cioè andando a sinistra e subito dopo a destra) il sentiero 6 (Alpe Nuovo a ore 0.50, Orimento a ore 1.50 e Monte Generoso a ore 3.20)

Prendiamo quest'ultima direzione e superiamo un cancello bianco e rosso.
Al successivo bivio andiamo ancora a destra (segnavia 6a: Alpe Nuovo a ore 0.50, Orimento a ore 1.50, Monte Generoso a ore 3.20).
Continuiamo in lieve salita seguendo una recinzione con del filo spinato poi, dopo aver percorso un breve tratto con maggior pendenza, entriamo in una pineta.
Sempre seguendo la recinzione raggiungiamo un altro bivio. I segnavia indicano a destra: Alpe Nuovo a ore 0.30, Orimento a ore 1.30, Monte Generoso a ore 3 mentre a sinistra viene indicata Pellio a 1 ora.

Troviamo poi un sentiero sulla sinistra con il quale è possibile fare un giro più alto passando per il Monte Prada e tornare poi a inserirsi sulla stradina nei pressi di una pozza d'acqua in località Cristè (vedi la variante descritta nella scheda del rifugio Cristè).

Continuiamo con la stradina in piano fino al termine della recinzione, poi iniziamo a salire ed entriamo nel bosco.
Ignorato un sentiero sulla sinistra, aggiriamo una valletta e raggiungiamo un bivio.
A sinistra viene indicato: Alpe Nuovo a ore 0.10, Alpe Grande a ore 0.30 e Orimento a ore 1. A destra invece: Roccolone a ore 1 e Orimento a ore 1.30. Andiamo a sinistra.
Dopo un tratto, nel quale la stradina è incassata nel terreno, usciamo dal bosco e ci troviamo in una vasta conca prativa.
Raggiungiamo un'altra palina segnavia che indica davanti a noi: Alpe Grande a ore 0.30 e S. Fedele a ore 1.10 mentre sulla destra: Roccolone a ore 0.30, Orimento a ore 1 e Monte Generoso a ore 2.30
In fondo a destra vediamo una cascina accanto alla quale c'è una nevera all'ombra di faggi secolari.

Continuiamo diritto verso una fitta pineta. Non dobbiamo raggiungerla ma cominciare a salire la collina sulla sinistra seguendo tracce di sentiero.
Continuando il percorso diviene più evidente e si trasforma in una stradina con la quale ci avviciniamo alla pineta che successivamente attraversiamo in leggera salita.
Il bosco termina in località Cristè nei pressi di una pozza d'acqua (m. 1117).

Vediamo vari segnavia; quelli che ci riguardano indicano a destra la prosecuzione del cammino lungo la Via dei Monti Lariani n. 1 (VML1: Orimento a ore 0.40 e Monte Generoso a ore 2.20).
Continuiamo in piano e poi in leggera salita. A sinistra, più in basso, c'è la strada asfaltata che corre parallela.
Il nostro sentiero la sfiora presso un tornante e prosegue in cresta lungo il Filone del Monte Cristè passando dietro al rifugio Cristè (segnavia: Orimento a ore 0.30 e Monte Generoso a ore 2.10).
Continuando in leggera salita superiamo un tratto recintato con un cassottello e alcuni alberi ai quali sono state appese delle gabbiette.
In ripida salita raggiungiamo un altro tornante della strada asfaltata poco dopo aver superato una palina segnavia che indica la VML1 (Cristè, Alpe Grande e S. Fedele) nelle direzione dalla quale proveniamo.
Davanti a noi ci sono due case bianche, una per lato.
A questo punto continuando lungo l'asfalto in quindici minuti arriviamo alla meta.

Tempo impiegato: ore 2.00 - Dislivello: m. 383
sergio.T
00venerdì 11 luglio 2008 11:22
Baite e rifugi rimangono i posti migliori: io non riesco ad immaginarne di altri.
Bisognerebbe andare vivere in una baita: su qualche alpe, in mezzo ai boschi, lontana km dal paese piu' vicino. Sarebbe la condizione ideale.
Il Rifugio Orimento e' un po' troppo conosciuto. Di facile arrivo e' diventato la meta preferita di molti milanesi.
Ecco! i milanesi! seppur milanese di nascita e di vissuto, riconosco che le nostre invasioni barbariche, ultimamente, esagerano in ogni senso: montagne, laghi, fiumi, rifugi sono presi d'assalto in ogni week.
Un po' come quando aprono i cancelli e la mandria esce...
sergio.T
00venerdì 11 luglio 2008 11:54
I sani
strano come in citta' siano un po' tutti stralunati, malaticci, e soprattutto stressatissimi.
Molto strano? direi di no, normale piuttosto.
Conciati come i cittadini, soprattutto milanesi, c'e' ne' una marea in giro e quando li vedi li riconosci subito.
Questi milanesi e la loro vita mondana/ serale: ah! e sti' locali di bella vita! e ste' riunioncelle in case di livello alto , loro e le loro piccole cerchie. ( i milanesi borghesi sono molto chiusi).
La stragrande maggioranza dei milanesi , poi, sono borghesi solo di facciata: vivono un mondo tutto loro dove di solito, tolte le rare eccezioni, spendono il loro buon stipendio ( anche alto) in stronzate di tutti i generi. Passano di giorno in via montenapoleone per i saldi, o nella zona centrale; poi alla sera vanno sui Navigli, in Corso Como, in Garibaldi nelle vecchie trattorie ( 100 euro a testa), oppure si scaraventano nei locali all'ultima moda ( ex veline, ex giocatori, ecc.ecc) e qui si pavoneggiano un po', a mo' di tacchini.
Tu entri , magari in camicia fuori e jeans, un po' disordinato con un pandino o un toyotino fuori e loro ti guardano: ti guardano e pensano e questo cos'e' qui a fare? qui c'e' la milano della vita benestante e rilassata.
Allora:
benestante? benestante un cazzo perche' 8/10 di loro vivono sui debiti.
Rilassata? ah ah ah! che barzelletta e' mai questa? talmente rilassati da affidarsi a 15/20 gocce di calmanti quotidiani.
Il giorno dopo questa fantastica serata tutta corsa, tutta locali, tutta cene in "posti in", tutta passeggiando per montenapoleone, questi stessi "comodi" milanesi si trovano proiettati in un caos senza fine correndo qui' e li' al lavoro: chi in tangenziale, chi in metro', chi in autostrada.
Morale? 10/12 ore al giorno di corsa tra lavoro e andata e ritorno.
Alle 21 una volta a casa stressatissimi si preparano sempre correndo, e alle 23/24 - bam!- sono ancora nei locali della sera prima a pavoneggiarsi.
Ah! ma loro sono benestanti! loro sono calmissimi! loro fanno la bella vita!

Evviva Orimento: cosi' grida chi e' ancora un po' sano.
sergio.T
00venerdì 11 luglio 2008 12:16
Orimento - come nome - ha qualcosa di " orientamento": fa rima e non per caso.
Bisogna sapere ancora orientarsi in questa vita puttanaia: se si perde la bussola si rischia, infatti, un naufragio generale.
Il milanese e' l'esempio di una cattiva rotta: perso e straperso in un mondo di facciata; alla deriva con i suoi " status sociali/esistenziali"; ridotto a un naufrago tra cemento e inquinamento ha pensato bene di inventarsi ( stato allucinatorio) isole felici. E che isole felici!
Talmente felici che poi al Venerdi' sera meta' di questi isolani ( come quelli di Strindberg!) se ne scappano via come fulmini.

Orientarsi dunque : rimane questo a chi si vuole salvare da questa apocalisse cittadina.
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