Io pecora nera.
Io che non devo piangere.
Io che non sarò mai prima.
Io che devo essere il clown, sempre e comunque.
Io, quella forte, che non deve chiedere niente a nessuno.
Io troppo indipendente.
Io troppo impulsiva.
Io ubriaca di colori e in caccia di sguardi.
Io che le cose non le mando a dire.
Io che mi si legge negli occhi a distanza di chilometri.
Io che non so mentire.
Io che amo senza contare.
Io che pago ogni attimo di felicità per qualcuno che gioca a scacchi col mio destino.
Io che non mi piego, ma ho la schiena rotta e pure le ginocchia.
Io bellissima e drammatica.
Io sulla linea labile fra normalità e altre follie.
Io fraterna, materna, amante, puttana, ma traditrice mai.
Io che creo personaggi, e la parte più difficile è sempre me stessa.
Io che amo la solitudine, e nonostante tutto la gente.
Io che non smetto di resistere.
Io che combatto.
Io stanca, io assonnata, io sognatrice disincantata,
ballerina a piedi nudi, cantastorie e roulette di sorrisi.
Io occhi grandi e vuoti immensi e demoni che ci danzano dentro.
Note al margine: se queste mie parole su di me avessero un volto sarebbe questo.