Intervista a Luca Romagnoli

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luc@s87
00mercoledì 27 giugno 2007 17:17

La sua è una carriera politica fatta di scelte decise e nette. Volendo partire dal nucleo della sua identità politica, le pongo due domande (apparentemente ovvie).

Perché Destra e non Sinistra?

Perché in natura esistono solo comunità organiche e l’uomo più dell’animale ha spirito e sistema valoriale, quindi gli uomini organizzano la loro comunità secondo natura e secondo etica. Tutto ciò é estraneo alla cultura e agli auspici politici della Sinistra.

Perché radicale e non liberaldemocratico?

Perché si deve essere moderati e mediatori nel metodo, non forzosamente nel merito, tanto più quando si auspica una società regolata come sopra detto, per natura ed etica. Inoltre perché il coraggio di fare l’equilibrato ed essere privo di forti passioni, perché il coraggio di fare scelte semplici, insomma perché “il coraggio di non avere coraggio”, mi é sempre mancato.

2 - Qual è l’evento che ricorda con più piacere della sua vita politica?

Credo ve ne siano diversi per fortuna, anche se purtroppo compensati da quelli assai meno piacevoli. Forse, il breve comizio in Milano, a Piazza San Babila, in occasione della campagna elettorale per le politiche 2006, rappresenta una soddisfazione particolare: quella del militante.

3 - Quello meno felice (ma più significativo)?

Scoprire che “camerati” che avevo per una vita considerato indiscutibili esempi di stile, onestà e coerenza e guida, tali non erano.

4 - Da fondatore di un Partito radicale, e dunque “esclusivo”, a eurodeputato. Sembra che l’Italia abbia sostenuto positivamente la scelta controtendenza di Fiamma Tricolore. Avrebbe mai scommesso su questo risultato?

Beh no; la campagna elettorale delle europee 2004 avvenne in condizioni semidisperate, senza soldi, alla guida di un partito economicamente sull’orlo della bancarotta, costretti a contendere con nuovi soggetti (”AS”) più dotati economicamente e “vecchi soggetti” misteriosamente ammessi…, inoltre con candidati, proprio nel collegio del Mezzogiorno ove fui eletto, “non di Partito” che, ovviamente, hanno condotto una campagna elettorale agguerrita e… Comunque, presi i voti “strettissimi” dei militanti e di qualche amico, per un soffio fui eletto. Soprattutto, per un soffio la Fiamma si assicurò la possibilità economica (e credo anche politica) di sopravvivere. No, non avrei scommesso, ma nella vita non ho mai fatto scelte per scommessa o per convenienza, altrimenti non avrei militato nella e per la Fiamma.

5 - Destra radicale non significa destra violenta. Attraverso l’esperienza di Luca Romagnoli chiediamo un commento (ed un sostegno) su questa asserzione.

Come tutti coloro che si sono contrapposti alle “vulgate dominanti”, alle mode, alle fedi imposte, subiamo e abbiamo subito l’ostracismo e spesso la violenza verbale, e non solo, degli avversari. Abbiamo sviluppato fin da piccoli il necessario senso dell’autodifesa, la violenza gratuita e la prepotenza appartengono all’antifascismo becero e militante, anche se “il nostro territorio” siamo pronti a difenderlo con le unghie e con i denti.

6 - La storia di Fiamma Tricolore nasce dalla famosa (purtroppo) svolta di Fiuggi. L’inchiostro è sceso a litri per commentare quello che finora Gianfranco Fini ha modificato nella destra italiana. Un solo interrogativo: in quel anno il Paese aveva davvero bisogno di un simile stravolgimento? Cambiava la destra parlamentare o cambiavano gli italiani?

Cambiava solo la prima, inseguendo non opportuni aggiornamenti, ma subendo il ricatto di poteri, anche e sopratutto extrapolitico, che non potevano accettare un MSI -con le sue radici e i suoi programmi, soprattutto ancora con l’auspicio di realizzare lo Stato Nazionale del Lavoro-, giunto finalmente ad un “congruo peso elettorale” e quindi ad incidere nelle istituzioni come mai prima.

7 - Rauti/Romagnoli (non me ne voglia, è solo curiosità) Fiamma Tricolore doveva vedervi avversari?

Non sarebbe mai dovuto avvenire e non sarebbe, probabilmente, mai avvenuto se io non avessi preteso di fare il mio dovere ed essere onesto con me stesso e sopratutto con la comunità politica che mi aveva eletto Segretario Nazionale. Quando si assumono responsabilità nei confronti di qualcuno i rapporti personali passano in secondo piano; quando in nome di rapporti personali/politici con uno o più individui si danneggia la comunità che si rappresenta, si deve fare una scelta. Appunto quella che ho fatto io. Rauti avrebbe dovuto e potuto sistemare alcune e gravi sue “disattenzioni amministrative” nei confronti del Partito, invece tentò di “obnubilarle” e poi contrastare le mie iniziative in proposito così come quelle necessarie a restituire finalmente al Partito trasparenza, iniziativa e presenza.

8 - L’orgoglio nazionale torna solo nei mondiali. Un’Italia che non convince o gli italiani sono un popolo senza ricordi?

La maggioranza degli italiani oggi vive troppo dell’effimero, del disimpegno, della contingenza, sentendosi parte di un sogno artificiale che celebra riti, privati quanto collettivo, appaganti perché semplici, ludici, di “intrattenimento”, come si dice oggi. Vuoi mettere la fatica di guardare una partita in Tv e poi esultare per il successo con quella di arare la propria terra, aspettarne i frutti e vederne, ancor prima di realizzare profitti, cambiare i colori con le stagioni?

9 - IDENTITA’, TRADIZIONE, SOVRANITA’ / 09/Gennaio 2007 nasce il Partito unico della Destra radicale Europea. Sarà il nuovo partito da presentare alle nuove elezioni Europee?

Al momento non mi sembra ve ne sia la possibilità; tra l’altro, mentre io sono favorevole e anzi più volte ho sostenuto la necessità di formare un unico Partito di riferimento Europeo, nessuno dei colleghi e dei rispettivi Partiti, evidentemente un po’ troppo “schiavi del loro euroscetticismo” ha, fin qui, positivamente convenuto.

10 - L’alleanza con Azione Sociale nel partito europeo porterà una nuova formazione per la destra radicale in Italia? Magari con l’apporto di Storace?

Potrebbe: se qualcuno la finisse di temporeggiare, se qualcuno trovasse un po’ di coraggio, se qualcuno fosse capace di indipendenza, se tutti -o quasi-, fossero capaci di dialogo e ragionevolezza.

11 - Chi e cosa rappresenta oggi Fiamma Tricolore?

Continuità ideale e progetto per il Terzo Millennio, come sopra accennato. Rappresenta la “Fiamma degli italiani” nella consapevolezza della superiorità dell’etica rispetto alla morale individuale, nella certezza della meritocrazia e nella difesa dell’identità in una visione valoriale tradizionale, e al contempo modernissima, dei rapporti sociali e delle prospettive di sviluppo della nostra Comunità di popolo.

12 - Su un’intervista dichiara che nessuno indossa più la Camicia nera: per scelta politica?

No veramente io ho dichiarato che non é indispensabile la camicia nera per fare politica oggi, ma lo spirito attivo, propositivo, volontaristico, ardito e direi veramente futurista della camicia nera si, questo spirito é essenziale!

13 - La Camicia nera è un simbolo, e si può dire con orgoglio che il Ventennio nel bene e nel male è stato una rivoluzione nella storia Italiana e non si può rinnegare: secondo lei come simbolo è ancora valido?

Confermo quanto sopra risposto: é il simbolo che si fa azione, fare azioni simboliche o peggio nostalgiche é passatista e, a mio modesto parere, non é utile all’esterno. Un individuo, un popolo, che tenta di rinnegare la propria storia rinnega le radici e non avrà buoni frutti nel futuro.

14 - Cosa ha significato il ventennio e Mussolini per la sua cultura politica?

Il più riuscito esempio di modernizzazione e rinascita nazionale, il più importante momento emblematico della velocissima ed efficientissima costruzione di uno Stato, il più importante tentativo di costruzione/ricostruzione di una Comunità di popolo avvenuto dopo la caduta dell’Impero romano.

15 - Parliamo di musica alternativa, come ha vissuto gli anni 70 musicalmente parlando?

Ho cominciato canticchiando le note di Budapest (proprio ad essere sincero già da ragazzino ho apprezzato la canzone nazionalpopolare del Ventennio; conservo ancora i vinili con le canzoni dell’Africa Orientale italiana e quelle che vanno dagli anni del consenso alla Repubblica Sociale). Poi, un po’ grazie alla romana Radio Alternativa, un po’ grazie alla distribuzione militante in Sezione, ho conosciuto ed imparato le ballate prodotte dai meno noti nostri cantautori e gruppi (Roberto Scocco, Andreina T., ZPM, Janus) a quelli via via “più blasonati”, da Fabrizio Marzi, a Michele Di Fiò, dal primo Massimino (solo voce e chitarra) agli Amici del Vento e alla Compagnia dell’Anello. Poi, solo poi, arrivarono influenze musicali di altre tradizioni (esempio la musica celtica), ad integrare le nostre prime canzoni di lotta. La Sinistra, i giovani comunisti in particolare, avevano i loro cantautori, pagati e diffusi da radio e televisione, omaggiati e acclamati in concerti di massa ben pagati. Noi, al solito, nelle ristrettezze di uno spontaneismo, pochissimo o nulla supportati anche dal vecchio Partito (MSI), i nostri militanti/cantautori, che al massimo rimediavano le spese sostenute. Beh i compagni sentivano Guccini, Finardi, Banco del Mutuo Soccorso, PFM etc. su tutte le radio, e li foraggiavano ampiamente comprandone i vinili in tutti i negozi, noi rimediavamo qualche cassetta (rarissimi i vinili, forse i primi gli Janus e Marzi) nelle nostre sezioni, alle manifestazioni o presso librerie “amiche”, come la storica libreria romana Libreria Europa. Però loro cantavano “…volando come vola il tacchino” (Guccini, via Paolo Fabbri 43) noi volavamo cantando “…torneremo Europa lo promettiamo a te” e militavamo “…per difendere un onore calpestato, perché chi tradì in settembre non sarà mai perdonato” (Amici del Vento, Europa e Ritorno).

16 - Quali sono le tue preferenze?
Per tecnica musicale gli Janus, per passione Massimino, per i testi Compagnia dell’Anello (un po’ dopo, appena svoltato il decennio degli ‘ottanta, é bene però ricordare anche i testi di Mancinelli, Intolleranza e poi 270bis).

17 - Che differenza c’è tra musica alternativa e musica speculativa?
Boh, non lo so.

18 - E’ possibile secondo lei poter ricreare il movimento degli anni 70, sia politico che musicale?
Molto difficile, soprattutto politicamente, perché siamo stati una generazione dell’impegno e della militanza, a Destra come a Sinistra, atmosfera che oggi non c’é più, sostituita dal “clima del disimpegno”.

19 - Ad oggi non c’è per i militanti un vero punto di riferimento, ma tanti diversi movimenti. Perché?
Intanto i riferimenti non sono poi così numerosi, se parliamo in termini di presenza elettorale e parlamentare; comunque credo che la delusione di chi ha la mia età e di avere perso un riferimento unitario partitico. Anche in passato c’erano Movimenti politici diversi “a destra”, ma un solo “grande” Partito esplicitamente “continuista” al quale fare riferimento; quando il MSI é diventato AN si é rotta la continuità, si é rinnegato un progetto e “a destra di quella rottura” si é rimasti inizialmente in pochissimi “in piedi tra le macerie”. Tra le macerie, nel tempo, anche per errori di “quelli che erano rimasti in piedi” e chissà, forse per interessi alieni alle origini, sono sorti anche altri soggetti che rivendicano lo spazio politico a destra di AN.
Mah! Si fa presto a rivendicare…

20 - E’ possibile avere una vera identità politica per la destra radicale?
Mi sembra che l’identità ci sia e ben chiara, almeno per quanto riguarda la Fiamma; purtroppo molti potenziali simpatizzanti ed elettori non hanno l’opportunità di conoscere, di essere minimamente informati (mercé la nostra sistematica esclusione, soprattutto, dal sistema d’informazione radiotelevisivo), dei nostri progetti e programmi, del sistema valoriale che rappresentiamo.

21 - Dopo Fiuggi, che cosa distingue Fiamma tricolore, Azione Sociale, Forza Nuova, Alleanza Nazionale, cosa è stato cosa sarà?
La Fiamma rappresenta la continuità ideale e politica, ovviamente attualizzata, e sopratutto esplicitata (cfr. art. 1 dello Statuto e programma del Partito) del MSI, quindi della RSI quindi del movimento fascista; pertanto anche rientrare nello schematismo del “destra o sinistra” e di per sé un’imprecisione ma, ai fini della partecipazione al contesto.

22 - Luca Romagnoli, il vero Luca… una frase che la identifica!

Italia, Repubblica Socializzazione.

23 - Secondo lei chi è che può dare alla causa il proprio apporto per le prossime elezioni politiche nelle liste elettorali? (Elettori a parte)
Qualche collega che sono anni che continua a lamentarsi di dove sta e continua a dire che é “sempre camerata”. Beh, se così é, allora salti nella mia trincea, o si definisca più semplicemente e correttamente “ex”.

24 - Quando ad una sua domanda o affermazione scomoda l’interlocutore le dice che sta facendo demagogia, lei cosa risponde?
Non mi sembra mi sia accaduto, comunque cerco di essere sempre pratico, propositivo e franco, nonché disposto a condividere spunti e idee degli altri, se mi appaiono utili agli interessi della comunità di popolo e ai fondamenti della mia appartenenza ideologica e politica. Certo in qualche caso può accadere anche di cavalcare i sentimenti e le aspettative di chi “si vuole raggiungere”; in politica é lecito finché non si cade nella contraddizione, nell’equivoco o, peggio, nella menzogna deliberata.

25 - La “casalinga di Voghera” potrebbe aspirare unicamente all’incarico per il Ministero della Famiglia o anche ad altro?
A moltissimo altro se sa fare anche altro e non solo la casalinga.

26 - Un impiegato statale oggi arriva a fine carriera con uno stipendio di Euro 1.100. Sono stati promessi 110 Euro LORDI di aumento, ma sono piovute critiche, poiché per luogo comune l’impiegato statale è un nullafacente assenteista. Potremmo considerare però come Impiegati dello Stato anche chi siede in Parlamento. Che ne pensa di una proposta del genere: una real tv su come può vivere un onorevole e la sua famiglia (moglie disoccupata ed un figlio da crescere) vari mesi con Euro 1.100 di stipendio in una città come Roma? Secondo lei ci sarà da ridere o piangere? Che ascolto avrebbe il programma?
Sulla questione “stipendi dei politici” (bello specchietto di polemica e assai piccola, in termini di bilancio, rispetto ai “costi della politica”) mi sembra che si faccia un po’ di confusione (popolare) e demagogia (mezzi di informazione). Intanto, si dovrebbe stabilire un regime di incompatibilità: ad esempio io sono docente universitario, vincitore di concorso pubblico e quindi come servitore dello Stato, giustamente impossibilitato a cumulare stipendi e funzione di parlamentare e di docente. Ai liberi professionisti, agli imprenditori etc. questo é assurdamente consentito. Se questi ultimi, al contempo continuano a svolgere le loro attività (magari a scapito dell’attività parlamentare o più in generale politica per la quale ricevono “indennità“) e ne ricavano un reddito perché ricevono dallo Stato anche l’indennità parlamentare? Aggiungo che chi come me é funzionario pubblico, vede un ovvio forzato arresto di carriera che nessuno considera. Ritengo che prima di tutto andrebbero premiate presenza e lavoro in plenaria e in commissioni ed equamente penalizzati gli assenteisti. Assurdi invece i privilegi post-mandato e vergognosi gli sprechi (ad esempio i servizi di scorta) e la scarsa trasparenza nella gestione dei cosiddetti “portaborse”, fatto tutto italiano (al momento sono esente da tali privilegi, perché il regime del parlamentare europeo cui faccio riferimento, in questo, é assolutamente diverso da quello nazionale).

27 - In Italia da quando è stata istituita la Repubblica c’è stato mai un momento in cui tutto andava bene sul serio?

Quando ha vinto il primo scudetto la Lazio!

28 - Chi vince in politica? Cosa bisogna dire o fare?
Dovrebbe vincere chi nulla promette se non impegno e serietà e, messo alla prova, riesce a dimostrare di aver lavorato con specchiata onestà al servizio della comunità, non solo di quella che lo ha “strictu sensu” eletto.
27th Giugno 2007
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