In un'estate di Ottobre

in un'estate di Ottobre
poesie d'inchiostro blu
e sudore, asciugate sui fianchi
che legittima noia

non ho voglia di finire
nel verso scemato, appena fuori
dovere ambito in cani e persone
vento d'altro umore
pianto di bambino che assolve
l'abbaiare, il chiodo nel muro
ficcato a stento e tremore se cede
il frugare del badile intorno
profumo che è pane di notte
steso al buio, e se piove
ad appannare

quanta circostanza
di ringhiere umide
piegate in stanchezza
non mi concedo al tempo
degli affacciati
mentre perdono i capelli
e si mangiano la castagna

ho mani a riposare
quasi fossero giunte
se mi congedo dallo scrivere
per un po'

inutile. mi sai sempre togliere il respiro con la purezza della tua poesia. altrimenti detto: poesia in purezza

ma vado ad approfondire un po' sotto un mio testo: "la tua mano"

Buongiorno Fabella, grazie! Si, mi sembra di aver letto qualcosa, poco fa, l'odore del pane che rimane sulle mani....

ggiacinto, 21/10/2015 19:43:

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quanta circostanza
di ringhiere umide
piegate in stanchezza
non mi concedo al tempo
degli affacciati
mentre perdono i capelli
e si mangiano la castagna

ho mani a riposare
quasi fossero giunte
se mi congedo dallo scrivere
per un po'

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quoto qui, in quanto parte che mi ha preso di più, ma tutta, davvero tutta mi è piaciuta, mi ci specchio o comunque riesco a capire lo stato d'animo, quasi a sentirsi fuoritempo, fuoriluogo...

Bella!

Esattamente, fuori luogo e fuori tempo. Grazie Francesca.