Quando morì Olmo, una mia grande amica, mi postò questa
io la trovo la sintesi di quello che sono stati per me i miei amori... ora una parte di loro è qui col Benni, ci credo davvero. So che chi li ha persi come me, capirà profondamente questo scritto
Honour to Lulù*
Da qualche giorno eri pensosa, un pò triste. Scusa se questa volta non ti ho capito. O meglio non ti ho voluto capire. Avrei dovuto, soprattutto ieri sera, quando ti sei appoggiata a me con il nostro rito di "cuore-cuore". Ce lo siamo inventate da subito, quando ci siamo incontrate. Tu avevi due mesi. Una palla di pelo, profumata di mele. La mia faccia affondata nelle tue pieghe. I miei occhi dentro i tuoi. Il tuo muso rotondo perfettamente diviso in due, una metà bianca e l'altra bruna, abbandonato sulla mia spalla. E il tuo cuore che batteva sul mio. Da quel momento lo abbiamo sempre fatto: io ti abbracciavo, tu abbandonavi il faccione sulla mia spalla e il torace contro il mio e ascltavamo in silenzio ii nostri cuori battere insieme... Tu tenevi gli occhi chiusi e ronfavi e grufolavi e facevi le fusa.Ci staccavamo solo quando non ce la facevi più, quando non riuscivi più a respirare e cominciavi a starnutire. Che magia! Io tornavo bambina e tu cucciolo. Sì, ieri sera avrei dovuto capire. Il tuo respiro era un pò troppo affannoso e i tuoi occhi, che non vedevano quasi più, erano aperti, persi nel vuoto e pieni di malinconia. Nè io nè te amiamo gli epitaffi, le apologie degli amori unici perduti. Io poi, lo sai, ho sempre cercato di non fartelo capire, ma ho pianto fin dal primo momento che ti ho preso in braccio. Ho pensato subito che ti avrei perduta. Ma perchè? forse quel tuo respiro faticoso, così anomalo in un qualunque cucciolo di due mesi di vita, ma non in un bulldog che nasce consapevole dell'impegno a gestire un corpo massiccio, quasi deforme, con un muso schiacciato, un torace possente, le zampe tozze. Un corpo da un lato invincibile e dall'altro fragilissimo. forse perchè non hai mai guaito, nè per la paura nè per il dolore. forse perchè ho avvertito da subito che qualcosa di ancestrale mi univa a te, addirittura che qualcosa di me fosse dentro di te e viceversa.
Forse perchè, nel primo incontro fra noi, i tuoi occhi da latte hanno inchiodato i miei con un lampo di gioia e di consapevolezza, come se mi stessi aspettando. A questo punto so che tu inarcheresti il sopracciglio scuro, quello da dura: non temere. Questa non è una lettera triste. anzi. Vuole essere un ringraziamento, una sintesi, un regalo, come siamo noi una per l'altra. Mi hai insegnato tu a non essere patetica, a riderci su, insomma. Però, ora, te lo devo proprio dire: sei stata l'aggancio quotidiano con la parte più autentica di me, un sogno reale, l'unico essere con il quale sono stata solo spontanea, un bellissimo regalo della vita, una grande consolazione, un silenzioso spirito guida che mi salvava nei momenti di smarrimento con uno sguardo che diceva "Ricordati chi sei, ricordati chi siamo".
Gli inglesi dicono che nel vostro grande torace voi bullodg custodite le anime dei cani che abbiamo amato e che ci hanno amato. E che, quando ci lasciate le passate al prossimo di voi che incontreremo. Ecco perchè, ora che sembri solo addormentata, mentre ti accarezzo sul cuore per l'ultima volta, riesco improvvisamente a non piangere, mi avvicino e ti sussurro: "Lulù, ti cercherò sempre, ti aspetto".