A Pamplona centinaia di animalisti
Centinaia di animalisti in marcia contro la centenaria corsa dei tori di Pamplona, in Spagna meglio conosciuta come fiesta. Vestiti solo di cinture e corna di plastica, e per il resto in mutande, hanno intenzione di seguire per tutto il fine settimana il percorso dei sei tori che, lasciati liberi di correre per le strade del centro, affronteranno nell'utlima serata la spada del matador.
La storica corsa viene seguita da centinaia di "aficionados" dall'ubriacatura facile, in trepida attesa di gustarsi il momento dell'uccisione dei sei tori. Decine di migliaia, poi, sono i turisti che ogni hanno arrivano a Pamplona per assistere al festival, soprattutto dall'Australia e dagli Stati Uniti. La corsa, infatti, fu resa famosa nel 1920 da un racconto di Ernest Hemingway.
Ma secondo gli animalisti non è sufficiente appellarsi alla storicità della tradizione: "E' sbagliato uccidere - spiegano- e certamente ancora più sbagliato torturare". "La battaglia dei tori è uno degli ultimi festival che incitano alla pubblica crudeltà nel mondo", spiega Andrew Knight, protestante e veterinario australiano.
La battaglia degli animalisti va in scena ogni anno, ma questa volta le autorità locali non hanno permesso ai protestanti di manifestare nudi, come successo invece nel 2002. La maggior parte si è presentata allora in mutande oppure con il corpo dipinto da slogan.
E come in ogni protesta che si rispetti, è guerra sulle cifre: la polizia conta tra le 500 e le 600 persone, mentre gli animalisti affermano di essere in 700.