In forma con la dieta dei contadini medievali

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lamagaindovina
00mercoledì 2 gennaio 2008 17:50
In forma con il regime medievale
Più sano della dieta mediterranea

Dopo gli stravizi delle feste è ora di rimettersi in forma. Se è vero che il periodo festivo termina il 6 gennaio con il carico di dolciumi portati dalla Befana, è anche vero che, prima di mettersi seriamente a regime, occorre una fase di “preparazione” sia pratica che mentale. I pranzi in famiglia e i cenoni festivi hanno lasciato in eredità anche due o tre chili che vanno smaltiti al più presto: chi ha ancora qualche giorno di vacanza da godere può approfittarne per cacciare la pigrizia e dedicarsi a un po’ di sport in più; ad esempio sciare o camminare nella neve con le ciaspole fa bruciare tra le trecento e le quattrocento calorie all’ora, ma anche dedicarsi a lunghe passeggiate a passo sostenuto, specialmente se il clima è un po’ freddo, è un ottimo esercizio brucia-grassi.

E’ però necessario anche mangiare meno. Oltre alle consuete strategie dimagranti, che consistono nell’eliminare zuccheri, alcolici, grassi in eccesso e limitare i quantitativi di carboidrati, i nutrizionisti suggeriscono di rivalutare il regime alimentare seguito dai contadini medievali, che prevedeva una dieta a base di verdure, povera di grassi e annaffiata da birra leggera. Secondo gli esperti, si tratta di una dieta più salutare dei consueti menù di oggi, troppo ricchi di grassi, zuccheri e cibi elaborati, ma anche della tanto decantata dieta mediterranea.


Come spiega il medico britannico Roger Henderson, i contadini medievali dovevano sopravvivere a pestilenze e carestie, ma senza saperlo seguivano uno stile di vita sano e decisamente migliore rispetto ai loro discendenti moderni. Il medico, esaminando i dati disponibili su alimentazione e stile di vita nel Medioevo britannico, è giunto alla conclusione che nei cosiddetti “secoli bui” non tutto era così male. Oltre a seguire un regime alimentare più spartano, in dodici ore di duro lavoro e sudore nei campi si bruciavano quotidianamente molte più calorie di quelle assunte con il cibo. E, sempre secondo il medico britannico, la dieta medievale era anche superiore alla tanto decantata “mediterranea” degli antichi Romani. Quest'ultima, pur ricca di pesce, frutta, grano integrale, olio d'oliva e vino rosso, non era alla portata di tutti: i ricchi spesso eccedevano a tavola, mentre i poveri non sempre riuscivano a seguire un menù variato.

Se qualcuno volesse provare in prima persona lo stesso stile di alimentazione, ecco il “menù tipo” del contadino di quel tempo. Ogni giorno si mangiavano in genere due pezzi di pane con carne o pesce, molta verdura e in media tre pinte di birra, almeno in Gran Bretagna. Un menù povero di zuccheri raffinati, che abbinato a una dura giornata di lavoro nei campi, faceva in modo che gli uomini del Medioevo fossero molto meno a rischio di cardiopatie e diabete rispetto a quelli moderni, assicura Henderson.

Se invece alle asprezze della vita dei tempi che furono si preferisce una più tradizionale dieta ipocalorica, l’importante è prendersi il tempo necessario e non sperare di perdere una o due taglie nel giro di due settimane. Sì alle rinunce di dolciumi e alcolici, ai cibi grassi e alle fritture, via libera alla verdura e a quantità ragionevoli di frutta, sì anche alla riduzione di carboidrati: l’importante è non saltare i pasti e non rinunciare alla prima colazione, per non ritrovarsi troppo affamati quando ci si mette a tavola la volta successiva. E soprattutto serve ricordare che, per perdere peso e riuscire a conservare la forma riconquistata, serve soprattutto cambiare lo stile di vita.

(TGCOM)

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