Olanda: esplode la bolla immobiliare
La crisi endemica dell’euro irrompe anche in Olanda (Fonte: rinascita.eu - di Andrea Perrone - 05/04/2013)
L’Olanda è sempre stata una delle nazioni europee che amano definirsi “virtuose” per i loro conti in regola e per una politica economica austera seguita a menadito in compagnia di Germania e Paesi dell’Europa settentrionale. Ma qualcosa sta cambiando e non certo in meglio, anzi. Da alcuni mesi, in linea con quanto sta accadendo negli altri Stati membri dell’Eurozona anche nei Paesi Bassi ha iniziato a dilagare la crisi e con questa i debiti, la disoccupazione e la bassa crescita. Problemi enormi sopraggiunti a causa di una grossa bolla immobiliare, favorita anche dalle politiche fiscali degli ultimi governi olandesi. L’economia del Paese è sempre stata considerata sicura dai mercati finanziari e dalle agenzie private di rating. L’Olanda è infatti tra i pochi Paesi europei ad aver mantenuto in questi anni la cosiddetta tripla A, simbolo di sicurezza assegnata ai propri titoli di Stato. Nell’ultimo anno però si sono sovrapposte una pesante crisi economica e una altrettanto grave crisi politica, risolta con la formazione di un nuovo governo di coalizione alla fine del 2012. Il tutto può essere fatto risalire in qualche modo agli Novanta del secolo scorso, quando le banche olandesi hanno concesso prestiti a piene mani senza timori per eventuali conseguenze. Tanto che qualora ci si rivolgesse a un istituto di credito per aprire un mutuo, questo era spesso disposto a dare più danaro di quanto richiesto, persino per finanziare lavori o ristrutturazioni. Inoltre, gli interessi del mutuo potevano essere interamente dedotti dalla dichiarazione fiscale. E così in molti senza preoccuparsi per gli interessi del mutuo ottenuto compravano una casa nel tentativo di guadagnarci nell’arco di qualche anno, rivendendola poi a un prezzo più alto. Nel frattempo, parte dei soldi prestati dalla banca venivano investiti in qualcosa d’altro, ad esempio in azioni o in fondi obbligazionari. Il meccanismo ha avuto dei risultati proficui per molto tempo e fin quando il mercato immobiliare è continuato a crescere, il tutto per chi aveva un mutuo e poteva rivendere la casa a un prezzo più alto. Ma ad un certo punto la situazione è degenerata e ha avuto fine a causa di una bolla immobiliare, e questo venne provocato dal valore degli immobili che era cresciuto troppo in un lasso di tempo molto breve, fino a raggiungere livelli insostenibili in termini di costi delle abitazioni. E così nel giro di qualche anno la bolla è scoppiata. Attualmente l’Olanda si trova in piena crisi immobiliare e il valore delle case è crollato rapidamente e i piani di investimento di molti olandesi, basati sull’aumento dei prezzi e sull’eventuale rivendita dell’immobile, sono quindi crollati insieme a lui. Si è venuta così a creare una crisi immobiliare di gravità eguale a quella che ha sconquassato l’economia spagnola e statunitense a causa dei mutui cosiddetti subprime. Anche in Olanda le banche hanno dato finanziamenti, per anni e anni, senza soppesare realmente i rischi di possibili mancati pagamenti da parte dei debitori e senza che questi impegnassero, come garanzia, i loro patrimoni posseduti.
Per sei anni, e con esattezza dal 1996 al 2001, i prezzi delle abitazioni hanno avuto un notevole incremento, favoriti anche dal sistema adottato dal governo attraverso la cosiddetta deducibilità fiscale, che rappresenta un caso piuttosto raro nell’Unione europea. Un dato questo particolarmente preoccupante e da cui si ricava che il valore totale dei mutui immobiliari in Olanda è passato in pochi anni dal 50 per cento del Pil a più del 110%, il livello più alto mai registrato finora in Europa.
Fino a due anni fa, il livello dei mutui in Olanda era di 670 miliardi di euro, più del doppio rispetto a quello dei depositi privati, che erano di circa 332 miliardi. Per questa ragione, tra l’altro, nell’ultimo anno cinque banche olandesi di particolare prestigio hanno subito una serie di declassamenti della valutazione da parte delle agenzie di rating. Più volte, negli ultimi dieci anni, la Banca centrale olandese ha avvertito dei rischi del sistema di credito e immobiliare, cercando di diminuire così il grande entusiasmo degli investitori. La realtà presente particolarmente grave a causa della bolla immobiliare frutto anche delle politiche sbagliate dei governi olandesi è stata presa in considerazione soltanto negli ultimi mesi, in particolare dal nuovo esecutivo, che ha approvato in fretta e furia dei provvedimenti per ridurre il meccanismo di deducibilità fiscale a partire soltanto però dal gennaio scorso. Il problema principale riguarda soprattutto le banche che, con 650 miliardi di euro di debiti complessivi di mutui ipotecari, raggiungono il livello più alto dell’Eurozona. Il mancato pagamento dei debiti da parte dei cittadini, che non hanno possibilità economiche e neanche quella di vendere gli immobili se non a prezzi praticamente stracciati per colpa dell’attuale svalutazione immobiliare, crea enormi problemi sulla liquidità a disposizione delle banche che non concedono più danaro in prestito alle imprese e nemmeno danno liquidi per le spese correnti, creando quindi danni irreparabili a quella che viene definita economia reale. A causa di tutto questo, la crisi si è accentuata, portando a un rapido aumento la disoccupazione, che è salita addirittura fino al 7,7 per cento, secondo i dati ufficiali resi noti dall’esecutivo e dagli istituti preposti. Allo stesso tempo i consumi sono diminuiti e la crescita si è fermata. Tutto questo nonostante i circa 46 miliardi di euro di misure di austerità decise dal governo di coalizione, quest’anno il livello del deficit rispetto al Prodotto interno lordo sfonderà il tetto del 3 per cento del Patto di stabilità deciso dall’Unione europea, che da quanto si apprende dovrebbe aggirarsi attorno al 3,6 per cento.
Il ministro delle Finanze del Partito laburista olandese (PvdA) e presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem (nella foto), ha annunciato proprio di recente ancora nuovi tagli e come al solito al welfare: in quello che riguarda il comparto dei servizi pubblici e nella sanità per una somma pari 4,3 miliardi di euro. Il tutto però entrerà in vigore soltanto a partire dal 2014. Lo stesso Dijsselbloem nell’ultimo periodo non sa più quali pesci pigliare, in poche parole non è in grado di affrontare la crisi e spiegarne le conseguenze, nonché le dure misure da adottare per salvare – forse – il Paese dal tracollo. E così sta facendo di tutto per illustrare che non si possono fare ulteriori tagli alla spesa pubblica – seppur mentendo – proprio per non prendere misure che vengono da lui definite irragionevoli e sicuramente antipopolari. Misure che favoriscono la nascita e la crescita dei movimenti e dei partiti euroscettici.
Secondo alcuni economisti e analisti di vaglia, il Pil dell’Olanda diminuirà quest’anno dello 0,5 per cento. Mentre già nel mese di febbraio, 755 aziende hanno dichiarato fallimento, Un numero così elevato di aziende in crisi era stato raggiunto soltanto nel 1981. A queste funeste notizie si aggiungono un numero particolarmente elevato di licenziamenti in corso in tutto il settore bancario, che si trova proprio nel bel mezzo di una crisi dagli esiti imprevedibili, ma dall’affezione endemica oramai in tutta l’Eurozona e non soltanto nei Paesi dell’Europa meridionale. Altra notizia importante e da non tralasciare assolutamente è quella che dal 1° febbraio dell’anno in corso, la SNS Reaal, quarta banca olandese per dimensioni, è stata nazionalizzata dal governo in carica proprio per evitarne il fallimento, ormai assolutamente inevitabile. Una situazione quella olandese veramente grave e inaspettata nonostante alcune notizie già pervenute nei mesi scorsi, che evidenziano come la zona euro sia in piena crisi, lenta ma inesorabile. La moneta unica sta per saltare e con lei anche gli Stati cosiddetti “virtuosi”, che tanto si vantavano di esserlo.