Illah

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Illah
00sabato 10 febbraio 2007 22:07
La balia:


Non volevo altre boccucce appese alle mammelle, non volevo altri sederini da pulire…e altri pannetti da lavare, lavare….oh, la mia schiena! Mi bastavano i miei cinque, di figli, ai quali non un bacio avevo la forza di dare quando la sera, abbrutita dagli stenti e dalla fatica, li coprivo malamente per la notte dopo averli stesi, affamati e moccolosi , sul pagliericcio che faceva da letto a tutta la famiglia.
Ma il mio uomo è sempre stato troppo tenero, e troppo cialtrone. Si indebitò col signore, sapendo di non poter mai saldare, e si sentì in obbligo di prendere a balia quella mocciosa, la cui madre….oh, troppo avvezza alle comodità e senza conoscenza alcuna di come va il mondo, non riuscì nemmeno a finir bene ciò che aveva cominciato, e che a tutte le donne è dato per istinto di compiere: mettere al mondo un figlio…. e sopravvivere!!
Io cinque ne ho fatti, e il giorno stesso, ancora sanguinante, ero nel campo a spigolare.
Lei no, la principessa! Se n’è morta che ancora aveva il cordone attaccato alla sua creatura, e a me è toccato di svezzarla.
E’ vero…il signore mandava mensilmente dei denari, per provvedere a lei, ma io non ho mai accettato, mai! che si facessero preferenze: vivi qui con noi? E allora mangi come noi, e quei soldi, pochi in verità, son sempre serviti per tutti, e dividendoli nessuno poi ne ha tratto troppo profitto.
La piccola, invero, crebbe gentile e obbediente….mi aiutava col bucato al fiume, badava ai porci e alle anatre senza mai lamentarsi del freddo o del caldo soffocante.
A vederla non si sarebbe mai detto che fosse la figlia di un nobile….un nobile che, passando gli anni, sembrava non avesse intenzione di riprendersela.
A ripensarci adesso, povera piccola, mi fa quasi tenerezza…sempre l’ultima a servirsi di quel poco che riuscivo a mettere in tavola, spesso dividendo col cane le ossa d’avanzo, e senza mai lamentarsi. Mio marito mi picchiava qualche volta, se mi vedeva farle uno sgarbo, ma io non ho mai voluto che lei si sentisse diversa da noi…e lei non lo sapeva mica, di non essere figlia nostra.
A sei anni aveva già i calli sotto i piedi per l’andare sempre scalza. Le scarpe non le avevamo nessuno, perché doveva averle lei?
Il giorno che suo padre, all’improvviso, venne a riprendersela, lei scappò come una lepre verso il fiume, e ci volle una notte e un giorno per scovarla dal suo nascondiglio.
Quanto pianse, poverina, seduta all’arcione del destriero che se la portò via….gridava “Mamma!! Mammaaaaa!” stendendo verso di me le sue braccine…..ancora mi commuovo, e quella bestia che ho sposato rideva vedendomi frignare “Saluta quei pochi soldi su cui facevi conto, donna, e vai a badare alle pecore!”
Da quel giorno non l’ho più vista….



Il padre:



A lei detti la colpa se la mia amata Cora morì. A lei che, uscendo dalle sue viscere, gliele strappò, e con esse la vita. Il suo pianto disperato e ignaro, che gridava solo di fame e di freddo, mi fece perdere il lume degli occhi, e afferrai il pugnale. L’avrei sgozzata se la levatrice non l’avesse prontamente portata via.
Non seppi mai che fine avesse fatto, e non me ne importava niente. Solo dopo qualche tempo venni a sapere, forse per caso, che era stata affidata dal mio siniscalco ad una famiglia di villici delle mie terre. Non avevano potuto rifiutare, erano indebitati, e forse la accolsero di malavoglia, ma la accolsero…insieme ad un contributo che veniva loro versato, sempre a mia insaputa e che certo il siniscalco stornava dai conti mensili. Ma nemmeno allora la volli ammetterla nei miei pensieri….
Un giorno poi, durante una stupidissima battuta di caccia, non so come caddi malamente da cavallo, riportando una brutta ferita, brutta come nemmeno in battaglia avevo mai ricevuto. Persi molto sangue, e per poco non persi la vita. Nei lunghi giorni della mia agonia ero felice, lo confesso, vedendo avvicinarsi il momento in cui avrei rivisto la mia adorata Cora…e la vidi infatti, ma quale sdegno, quale ira sul suo bel viso!
Nel delirio mi puntò contro il dito “Mi hai uccisa due volte!” ripeteva, e a niente valevano le mie lacrime, le mie profferte d’amore eterno. “La bambina, Lawrence….la bambina…io
vivo in lei, e tu mi rifiuti!”
Quella volta non morii, e feci ricercare la levatrice che aveva salvato la piccola dalla mia furia…seppi tutto, e il siniscalco dapprima titubava, non voleva rivelarmi il suo nascondiglio…ma forse poi l’angoscia e la sincera disperazione che lesse nei miei occhi lo convinse.
Lo mandai a prenderla, e quel fagotto sporco, tutto ossa e capelli aggrovigliati come stoppa che riportò sull’arcione rinnovò per un istante l’ira, e il dolore atroce che provai quando nacque, e quando morì il mio amore.
Non l’ho mai amata, che gli Dei mi perdonino, e anche la mia Cora, se può, lo faccia….ma ho avuto cura di lei, le ho assegnato un buon istitutore e una governante che si occupasse di lei. Non le è mai mancato niente, ed è la mia erede…più di così non so e non posso! Confesso che quando sentivo i suoi passi risuonare nelle vaste sale della magione…in fretta mi portavo da tutt’altra parte, per non incontrarla, e soprattutto per non leggere nei suoi occhi il timore, e forse anche la richiesta d’una carezza, quegli occhi….Cora!!



La governante:



Ah, povera signora! Se vedesse quale splendore è diventata la sua creatura! Quando tornò era poco meno di una piccola selvaggia, anche se mi dissero che, nonostante il modo com’era vissuta, era gentile e obbediente. Invece, forse per il trauma d’essere strappata da quella che credeva la sua famiglia, si rivelò incostante e maleducata, dispettosa e a volte quasi malvagia.
Ci volle molta pazienza per cercare di domarla…rompeva per spregio tutto quel che le veniva vietato anche solo di toccare, aveva la pessima abitudine di camminare sempre scalza, e per ore poi spariva, nascondendosi nelle migliaia di nascondigli che questo palazzo offre, mettendo in agitazione una buona parte della servitù che perdeva l’intera giornata chiamandola e cercandola per mezzo mondo.
Solo se per caso incrociava suo padre pareva farsi piccola piccola, abbassava la testa e lo guardava da sotto in su con negli occhi un’espressione indecifrabile…ma succedeva raramente: fra padre e figlia pareva esserci il tacito accordo di evitarsi, per vivere, o tentare di farlo, in pace.
E’ stata dura, abbiamo lavorato sodo, io e il precettore che le venne messo al fianco, ma se la vedeste oggi! Gentile, delicata, niente della piccola selvaggia che un giorno arrivò. E tanto istruita! E bella, bella come il sole, ma non dovrei dirlo, chè il giudizio di una madre (tale io mi sento) non sempre è obiettivo….
Di quei giorni difficili solo una cosa le è rimasta, un difetto in fin dei conti risibile: l’abitudine a sparire.
Non si sa dove vada ad infilarsi, e non c’è verso di trovarla, ma visto che è sempre riapparsa tutta intera, con l’andare del tempo abbiamo smesso tutti di farci caso….



Io:

Ho vissuto fra campi e fiumi, ruscelli e stagni, porcilaie e stalle. Quella donna che io credevo esser mia madre non ha mai avuto carezze per me, ma io quelle carezze le volevo, e pensavo che per averle avrei dovuto fare tutto quel che mi ordinava. Non mi faceva fatica andare al fiume a lavare, e badare ai porci nelle faggete l’ho sempre considerato un privilegio e mai una punizione.
Quel signore che un giorno venne a prendermi mi fece tanta paura…che voleva da me? Mi portò via da quella bicocca in cui vivevo, e mi trovai in un palazzo….Mi si diceva “E’ tutto tuo….non hai fratelli….la signora era tua madre….” Ma quale signora??? Io non capivo, e non mi importava. Camminavo scalza, e una donna si arrabbiava e mi rimproverava….
Quella stessa donna cercava di insegnarmi le buone maniere, e mi faceva mangiare da sola in una sala immensa, ad un tavolo enorme al quale solo io sedevo….che sciagura!! Scappavo, e le cuoche in cucina mi avvolgevano in abbracci profumati degli aromi che usavano per le pietanze. Quante volte sono fuggita al precettore rifugiandomi fra il pentolame !!! E quando Alistair lo stalliere mi permise di montare quel pony,…..oh, solo gli dei sanno l’infinita gioia che ho provato nell’allontanarmi da quelle mura, al galoppo, qualunque tempo facesse!
Stavo fuori a giornate intere, e benché mandassero puntualmente qualcuno a cercarmi io sapevo bene come nascondermi per non essere trovata….le canne del canneto…le querce del bosco….le acque del fiume….ah, tutto per me era conosciuto e familiare, e tutto mi nascondeva, complice, quando non volevo essere trovata!
Poi quel maestro che mi misero addosso mi insegnò tante cose, ed io, all’inizio recalcitrante, alla fine mi assoggettai ai suoi insegnamenti, che aprirono agli occhi della mia mente mondi infiniti…ma lui era così aulico!!
Io invece avevo voglia di sperimentare, e trovare e cercare nel mio mondo conosciuto quel che lui traeva dai tomi che mi presentava affinché li studiassi, e allora non perdevo occasione per fuggire sul mio pony….non mi trovavano se io non decidevo di tornare!!
L’uomo che dicevano essere mio padre non mi ha mai sorriso, e per me che m’avevano strappata da una famiglia….povera, ma pur sempre famiglia, era una punizione che non capivo, ma grazie alla complicità delle maestranze al servizio di “mio padre”….ed anche mio…almeno un po’ di mondo l’ho visto!!
Si, mi nascondevo, e spiavo, e non so quale ragione perversa mi spingesse a tanto, ma anche se avrei potuto assistere alla frangitura delle olive per l’olio, o alla molatura del grano per la farina, preferivo starmene nascosta dietro un albero, o una roccia….e non farmi vedere!
Ma il figlio del mugnaio una volta mi vide….si accorse di me e capì non già chi ero ma quel che volevo fare, e che mi piaceva…nascondermi. Era così bello…e dolci le sue mani sulla mia pelle ignara….e allora iniziammo in due a nasconderci, e a prenderci….fino a che un germoglio sbocciò nel mio grembo…e lui non lo volle….
Avevo 16 anni, capivo e non accettavo, ma se qualcuno dovevo perdere ebbene..preferivo perdere un fiore che in me cresceva piuttosto che colui che l’aveva seminato…..e persi l’uno e l’altro.
Rimasi due giorni fra la vita e la morte dopo che la cuoca, che mi amava come una madre, mi fece bere l’intruglio che mi liberò dall’impiccio….e quando mi riebbi scoprii che anche il “seminatore” era andato, chissà come e chissà perché all’improvviso, in guerra al sevizio di mio padre mille miglia lontano…
Avevo 16 anni….e feci fagotto…
Me ne andai, e per quanto mi cercassero nessuno è mai riuscito a trovarmi per riportarmi indietro
Cosa cercassi non lo so, ma so che tante ne passai, e a tante io sfuggii….fino a giungere in quello che chiamano il Territorio dell’Estate….allora son qui, per adesso….e solo il tempo dirà se ci dovrò restar o se questa sarà solo l’ennesima tappa….


ASPETTO FISICO: Non molto alta, e di corporatura esile, porta spesso i lunghi capelli chiari intrecciati sulla nuca, da dove ciocche ribelli sfuggono ai fermagli ricadendole lungo il collo e sulle spalle. Occhi d'un chiaro color nocciola, luminosi e ombreggiati da folte ciglia un po' più scure dei capelli, e che sono la maggior sua bellezza in un viso altrimenti assolutamente normale, ma fatela sorridere e avrete una piacevole sorpresa! Veste spesso di verde, e le sue vesti sono semplici, seppur d'ottima fattura. Nella stagione fredda usualmente si ripara dai rigori del gelo con un ampio mantello di spessa lana pesante, marrone scuro bordato di pelliccia di coniglio. ALLINEAMENTO: caotico-buono


RICHIESTA: Skill furtività (liv.1) giustificata, spero, dal fatto che Illah ha sempre ricercato ed amato la solitudine, spingendola a rifuggire dalla sorveglianza cui poteva essere sottoposta....anche per nascondersi, e per questo difendersi, da perone o cose che non conosceva o che pensava potessero arrecarle danno....


PUNTEGGI:

KARMA: 814
SALUTE: 140
FORZA: 140
MENTE: 300





-DANTOR-
00lunedì 12 marzo 2007 16:16
Scusandomi a nome del senato per il grande ritardo accumulato le motivazioni credo siano a te conosciute ormai, veniamo alla tua richiesta.


Bg davvero ben impostato, originale la forma in cui è stato inserito, ben dettagliato, assenza di errori ortografici (// sei una scrittrice ?? ghghg ) , mi è piaciuta la storia del tuo PG e come ha cercato la sua sopravivenza, niente da dire.
Richiesta Skill Furtività :



Furtività (3 livelli)

il possessore di tale skill è in grado di muoversi silenziosamente, di svuotare tasche o di forzare serrature, di nascondersi nel caso vi sia un rifugio o nascondiglio utilizzabile nelle vicinanze.

LIVELLO1 a questo livello il possessore della skill è al principio dell’apprendimento delle tecniche furtive: è in grado di muoversi silenziosamente anche su terreni boschivi o rocciosi, riuscendo ad occultare la propria presenza qualora volesse nascondendosi dietro ripari occasionali.



La motivazione che tu porti è lievemente scarsa, ovvero come leggi dalla descrizione stessa della Skill, ha diverse funzionalità, dal saper muoversi silenziosamente, al furto vero e proprio, in vero il tuo personaggio ha sempre solo cercato di allontanarsi e di cercare riparo da cose o persone che la impaurivano.
Tuttavia ritengo sia in linea con il tuo PG la richiesta da te avanzata. Ti ricordo solo che in un prossimo step, qualora tu volessi il livello 2 di tale Skill, le motivazioni dovranno essere più ampie e motivate da giocate che ne conferiscano il chiaro apprendimento fatto.

Detto ciò :


BG + SKILL FURTIVITA’ LIV. 1 APPROVATA


Riassumendo :

Furtività Liv. 1


Fanne buon uso mi raccomando.

Buon gioco.
Illah
00martedì 13 marzo 2007 10:22
Grazie per l'apprezzamento, l'approvazione e la solerzia della risposta (non è ironico...un mese e due giorni...pensavo sicuramente peggio, visto come state messi, ehehe [SM=g27824] )
E grazie anche del consiglio riguardo ai prossimi step, di cui terrò sicuramente conto!!

[SM=g27822]
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