Il viaggio del secolo: Jakuzia! ( © riproduzione riservata )

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Gianni Sperone
00giovedì 21 gennaio 2010 17:24
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Mosca Domodedovo

Viaggio addirittura difficoltoso fra Torino e Novara con visibilita' a tratti inferiore ai 20 m. Malpensa al limite minimo previsto per i decolli ma atterraggi in difficolta' cosicche', AIR Berlin e' partito con 80 minuti di ritardo, cosi' a Berlino-Tegel, innevata e soprattutto gelata su fiumi e laghi interni, son stato portato, unico che proseguiva per Mosca, con un'auto della Polizei sin sotto la scaletta dell'aereo che...aspettava solo me.

Tempo scarsamente nuvoloso dopo e faceva quasi impressione tutto il settore ad E di Berlino bianco come vedevo di solito la regione moscovita. Si sono sorvolate Varsavia e Minsk poi, l'atterraggio all'AP di Mosca Domodedovo, completamente rinnovato, sontuoso tempio del traffico 40 km a SE della capitale.

Vento da E a 20 km/h, i termometri luminosi segnavano un'ora fa tutti fra -15 e -16. Le orecchie si sentono gia' pizzicare ma il berretto sara' appannaggio di Jakutsk.

Domani pomeriggio/sera volo, gia' confermato in aeroporto, spero in un IT Point come questo a Jakutsk. Un saluto a tutti gli amici del Forum e...non solo!

Gianni S.


Il Tricolore sbarca in Jakuzia.
L'Aquila dei Ghiacci lo custodira' con fierezza.

massimo.z
00giovedì 21 gennaio 2010 17:28
......con un'auto della Polizei ......

Eccolo lì!

Manco è arrivato in Germania che già ha a che fare con la Polizia....so mica se torna eh?

Massimo
Sextum
00giovedì 21 gennaio 2010 20:52
Grande doc!

Ancora buon viaggio verso il gelo assoluto!
Gianni Sperone
00venerdì 22 gennaio 2010 09:41
Mosca Domodedovo

Ho riposato perfettamente stanotte, al settimo piano, in questo edificio moderno e persino funzionale, da cui, fra boschi di betulle e casermoni sovietici classici, si staglia la sagoma nerastra ed immensa dell'AP. di Domodedovo, appunto. Siamo a 40 km a SE di Mosca e, stamane, dopo una lauta e decorosa colazione, non avevo la benche' minima intenzione di scapicollare per un'ora o piu' fra taxi e metro in una citta' dove arriverei per l'ottava volta dal lontano 1982.

Ieri sera ho sistemato il cavo-sonda del termometro digitale con notevole pazienza per non spezzare il cavo stesso sotto l'infisso anodizzato a triplo vetro con camere d'aria. Le finestre sovietiche non odiano evidentemente i termometri cosicche', a fronte di un eccessivo 22.2...anche 23.2 all'interno, di fuori si scendeva come Franz Klammer sino ad un bel -19.1 verso le 22 di qua con cui mi sono placidamente addormentato.

Stamane, sveglia (senza sveglia) alle h. 7 mentre di fuori appena un sentore rosato da E non riusciva a stemperare la notte ormai al termine. Il termometro segnava -21.1 e, tenete contro, cavo penzolante lungo il muro esterno dell'edificio. Dopo colazione, passeggiata verso il Terminal aeroportuale ed ho ritrovato i termometri luminosi di ieri che segnavano tutti fra i -22 ed i -23. A dire il vero, il meno non si legge per motivi di spazio sul display. Forse, si terra' in conto che non potrebbe essere altrimenti. Sono uscito coperto ma non troppo, ancora niente guanti e berretto che lascero' per Jakutsk.

Non c'era vento ed, i primi tre/quattro minuti, si percepiva solo un respiro...come dire...di profumo intenso ed inebriante. Dopo dieci minuti, mentre scattavo qualche foto d'intorno (digitale in tasca, per ora ok!), era come se se una invisibile pinza, iniziasse a torcermi le orecchie. Mi sono riavviato verso l'hotel mentre ora sentivo una pioggia di sottili aghi maligni soprattutto sulla fronte, la mia passeggiata e' durata 18 minuti esatti.

Comunque, sono tutti test di prova per la piu' impegnativa Jakutsk anche se, probabilmente, il maggior peso della solitudine deriva dal viaggio di trasferimento, con la mente sempre vigile che tutto sia al proprio posto

Saluti moscoviti!


Gianni S.
Gianni Sperone
00venerdì 22 gennaio 2010 09:54
Russia 2010....

In quest'ottava speroniana campagna in terra di Russia, noto ulteriori cambiamenti rispetto al quinquennio 1996-2001 ma, ovviamente, inferiori a quelli che avevo apprezzato rispetto al 1982.

L'AP di Domodedovo, nel settembre 1992 era un'unica immensa latrina, un accampamento di disperati che partivano ed affluivano da tutte le contrade di Russia. Era difficile persino poter bere qualcosa, i viaggiatori non di rado avevano con se' cestoni con pollame vivo dentro (!!). Oggi appare come un sontuoso terminal, completamente ristrutturato e collegato direttamente a molte citta' europee...decisamente piu' ampio e funzionale dei due Sheremethevo.
I Russi son poco cambiati, sempre grandi bevitori rispetto a ben modeste porzioni di cibo...ed anche il cibo...bisogna non pretendere chissa' che. Uno stipendio medio-buono e' di 300 EUR ma, stamane, una telefonata con Torino (cell, d'accordo) di un minuto e mezzo, mi e' costata 9 EUR (!!!). Una bottiglia vodka 6 EUR, una di birra 2...un quotidiano 0.50. Difficile anche mandare SMS, c'e' il giorno-si (ieri) ed il giorno no (oggi).

Pochi, tropo pochi ancora sanno l'inglese e, certamente, bisogna essere abbastanza svegli per orientarsi e non farsi imbrogliare. I Russi mantengono inoltre la vecchia propensione a complicarsi la vita pur essendo sostanzialmente dei pigri...intendo dire che tendono magari a fare e rifare la stessa cosa (un lavoro ad es.)...del tutto inutile. Sono uno spettacolo a vederli far le pulizie, ad esempio pero', ad ora, sulla mia pelle non ho nulla di cui lamentarmi.

Finora, fra l'altro, non ho visto un solo straniero. Potrei dire, solo fra i Russi, dal primo all'ultimo...ho parlato di stranieri, nemmeno di Italiani!

Alle h. 13 italiane (cioe' fra tre ore) saro' in AP dove, alle h. 16 italiane iniziera' la cavalcata verso Jakutsk, non cosi' fredda mi pare. Il gelo intenso dovrebbe riaffacciarsi da lunedi'. Meglio cosi'

Ed ora saluto tutti voi mentre fuori, uno spendido sole non scalfisce minimamente gli zoccoli di ghiaccio, insinuati anche negli angoli piu' reconditi...


Gianni S.
massimo.z
00venerdì 22 gennaio 2010 11:17
Interessante descrizione caro Gianni: ma gli stranieri possibile che disdegnino la capitale russa?

Comunque ho ricevuto ieri correttamente i tuoi sms.....vedremo se riuscirai da Jackutz.....

Buon arrivo, oggi pomeriggio, nella capitale siberiana!

Massimo
Gianni Sperone
00venerdì 22 gennaio 2010 12:35
Mosca Domodedovo

Oggi ho pranzato benissimo in AP - Domodedovo, ristorante russo, birra ottima, carni, funghi, insalate a 13 EUR !

Poco discosto, tre italici che ho ignorato, guardavano un trancetto di pizza come fossero sulla Luna. Il primo ha preso una birra, poi si e' vergognato perche' i colleghi han preso la Pepsi e l'ha mollata li' meta'.

Devo dire che si potrebbe scrivere il trattato dei sette gradi, nel senso che c'e' gran differenza fra passeggiare a -22 come stamane e -15 come verso mezzogiorno. Oggi mi muovevo in maniera del tutto sciolta e son stato fuori un'ora!

Ok, verso Jakutsk.


Gianni S.
Gianni Sperone
00venerdì 22 gennaio 2010 13:58
Mosca Domodedovo - Verso Jakutsk

Dopo l'ottimo pranzo in AP di cui vi parlavo, sono ritornato a piedi in albergo a ritirare i bagagli che avevo lasciato in custodia, proprio mentre arrivava un gruppo di crucchi maledetti con uno dei quali quasi bisticcio perche'voleva passarmi davanti in malo modo. Dall'Hotel mi hanno invece cortesemente salutato ed augurato felice soggiorno a Jakutsk. Nei dodici anni di esercizio, pare che mai nessun straniero diretto a Jakutsk, abbia pernottato li'

Con la veloce navetta gratuita dell'hotel, ho subito espletato le operazioni di check-in, dopo essermi districato fra decine di banconi per tutte le aree dell'immenso Paese (ed internazionali). Personale cortesissimo che mi ha ricordato di avere con me un copricapo (gia' messo stamane nel bagaglio a mano).
Devo confessarvi che, appena la magica targhetta identificativa YKS, veniva apposta ai miei bagagli, sentivo le lacrime agli occhi...

Ora vi sto scrivendo in queste ultimissime ore moscovite (2.40') da un Internet Point in un bello spazio luminoso fra gallerie di negozi, gradevolissimi ristoranti e bar. A proposito, ho gustato or ora uno splendido espresso illy, fatto proprio come si deve...Nel frattempo, gli annunci di partenza ed arrivo, interessano anche le più remote località della Russia...come se dalla Malpensa, vi fossero voli per Foligno, Enna o Perugia...(!) e, già solo il sentirle nominare, infonde la sensazione di poterle abbracciare con lo sguardo...

Sembra strano questo mio amore per la Russia che, supera ormai, dal 1982, i 100 giorni di permanenza (secondi gli USA con 64 e terza la Finlandia con 42!). Forse mi piace perche', piu' che un Paese e'.....un Mondo, certo mi piace il suo clima, talora la cucina e' ricca di fascino e, all'opposto degli uomini che, per lo piu', appaiono come pachidermi un po' tonti e sgraziati, fannulloni alcolisti... le donne si muovono quasi sempre con grande scioltezza ed eleganza...indubbiamente anche la cultura recita un suo ruolo, perche' esse sanno essere belle anche quando non lo sono (ed e' alquanto inconsueto!) ma classe ed eleganza sono doti innate.
Esiste poi, un terzo sesso, le donne cioe' addette a lavori di custodia, pulizia od amministrazione. Come nella leggenda, queste son rimaste ...degli inavvicinabili mastini.

Le strutture ed i servizi in genere appaiono ancora migliorati ma, quasi esclusivamente, in giro si vede solo la giovane e media eta' (20-45). Poche tracce di bambini, nessuna di anziani...su cui gia'da tempo avrei una mia teoria. Forse eccessiva ma piuttosto realistica. La Russia di oggi, ama insomma la gente che produce...altro che Brunetta!

Certo, non bisogna arrabbiarsi se ieri riuscivo ad inviare gli SMS ed oggi no. La Russia e' cosi', come i grandi animali del passato si muove con ancestrale lentezza.
Una lentezza che, tuttavia, oggi appare piu' funzionale di una decina d'anni fa, dove c'era solo un voler apparire.

Parlando di meteo, i gradi fuori erano -16 oggi e non -15 come dicevo. A Jakutsk si conferma un sabato-domenica sui -30 con rapido calo da lunedi'. Per giovedi' 28, addirittura un trend di -51. Mi accontenterei di molto meno...

A domani (forse!)


Gianni S.


Il Tricolore sbarca in Jakuzia
L'Aquila dei Ghiacci lo custodira' con fierezza.


Sextum
00venerdì 22 gennaio 2010 14:29
Potenza della rete!
In quale altro modo avremmo potuto condividere le emozioni speroniane durante il viaggio del secolo?

Un paio di appunti.
Non ho motivo di dubitare che lo Sperone sia il primo straniero diretto in Jacuzia in transito in quell'hotel e ho paura di aver ben compreso la teoria speroniana sulla sparizione degli anziani moscoviti.

Spero solo che l'amico Putin non dia consigli al lider-maximo... a me mancano ancora un pò di anni però... [SM=g27830]

Aspettando notizie jakute....
Gianni Sperone
00venerdì 22 gennaio 2010 14:35
A voce bassa...

A voce bassa, anni fa da queste parti si diceva che se alzi costo della vita e stipendi e blocchi le pensioni...scremi!

Non e' mia la teoria, solo una deduzione postuma

Gianni
victorio
00venerdì 22 gennaio 2010 14:54
Reportage interessantissimi. Forse meritavano una sponsorizzazione per una maggiore divulgazione !

Buon proseguimento a Gianni ed auguri di gelo intenso !

Vittorio
paolo 1965
00venerdì 22 gennaio 2010 15:06
fantastico
Vorrei ringraziare Gianni , per questa cronaca così minuziosa ed affascinante del suo viaggio , non voglio perdermi nemmeno un passaggio.
Confermo anch'io l'esistenza del terzo sesso , sono terribili...
Occhio ai display lcd , sia della digitale che del cell. sotto i - 30 hanno grossissimi problemi, un mio amico è andanto in Antartide , appena ha tirato fuori il nokia , il display si è disintegrato...
Buon proseguimento.


Paolo
massimo.z
00venerdì 22 gennaio 2010 17:35
.....Potenza della rete!
In quale altro modo avremmo potuto condividere le emozioni speroniane durante il viaggio del secolo?


E potenza anche dell'indomabile Sperone, caro Danilo: chi altro avrebbe reso noto un viaggio di per sè..........del secolo, appunto!

Forse meritavano una sponsorizzazione per una maggiore divulgazione !

Non rientra nel carattere dell'aquila dei ghiacci......ricercare sponsorizzazioni: intanto trova il modo di confermare la sua antipatia verso i crucchi......e si che ieri lo ha salvato la Polizei.........

Forza Gianni, noi quassù in appennino abbiamo uno striminzito -6.3° attuale......e star fuori, per me, è già un problema!

Grazie anticipato, se riuscirai, nel tenerci aggiornati......

Massimo
Daniele S65
00sabato 23 gennaio 2010 00:08
Fantastico.........leggo tutto con grande interesse [SM=g27811]
Gianni Sperone
00sabato 23 gennaio 2010 04:31
Jakutsk, e' l'ora....

E lo sperone e' sbarcato finalmente in riva alla Lena, accolto da un decoroso e sostenibile -35.

Andiamo con ordine: mentre, ieri sera e con due ore di ritardo, il Boeing 730 della S7 rullava sulla pista di decollo di Mosca-Domodedovo, lievi fiocchi provavano a scendere con -15 ed una ragazza jakuta seduta a breve distanza da me, conversava amabilmente al cellulare sotto gli occhi indifferenti della hostess.

Il viaggio e' stato buono, aeromobile ben ristrutturato e pulito, pilota che ogni tanto lanciava qualche avviso in russo ma erano sue facezie perche' poi ci rideva su. Tutti russi e jakuti e dopo un paio d'ore (previa dignitosa cena), gia' si mormorava che, a bordo, ci doveva essere uno che veniva da lontano ma, che fossi italiano, devono aver avuto una soffiata da chi mi aveva controllato il passaporto (faccine!).

Un paio d'ore di sonno poi, l'istinto mi svegliava ad un'ora circa dall'arrivo quando cioe', il blu indaco della notte siberiana, si stemperava in un azzurro sempre meno intenso verso Oriente.

Iniziavo a scorgere, sul reticolo di laghi e fiumi gelati, il serpentone biancastro della Lena almeno 500 km prima della capitale, scorgendovi un'isola di luci che attribuii alla citta' di Lensk.

Quasi in fase di atterraggio, la ragazza jakuta non pote' piu' trattenere la curiosita' e mi chiese da dove venissi e che ci andassi a fare a Jakutsk. Seppi che ella studiava Economia e Commercio a Mosca e tornava un paio di settimane in vacanza dai genitori a Jakutsk ma, francamente, ero poco interessato ai suoi affari.

Comunque, le lasciai il mio posto accanto al finestrino e poiche' aveva una digitale quasi uguale alla mia, le chiesi se mi poteva fare un po' di foto in fase di atterraggio, cosa che riusci' abbastanza bene.

Il pilota ci informo' che in AP. si era a -35 e, debbo dire, sceso dalla scaletta insieme agli altri, fra i fumi bassi del fiato e del pulviscolo di neve sollevata dal suolo, trovai meno freddo che ieri mattina a Mosca.

Bisognava uscire dall'AP a piedi e poi rientrare per il recupero bagagli; le operazioni si sono svolte con notevole rapidita' ed, ecco, mi trovavo fuori dall'aerostazione col display luminoso fotografato, per l'appunto a -35.

Jakutsk era tutta mia, ora. Il seguito in altro post per non appesantire troppo la lettura.


Gianni S.


Il Tricolore e' sbarcato in Jacuzia.
L'aquila dei ghiacci lo custodira' con fierezza.

Gianni Sperone
00sabato 23 gennaio 2010 04:57
Jakutsk...sabato mattina

Nella fretta di descrivere la fase d'atterraggio a Jakutsk, ho tralasciato di raccontare un fenomeno curioso ma, nel contempo, logico. Nell'ultima ora di volo, ormai sul territorio jakuto e quasi seguendo l'alto corso della Lena, il cielo era stellato ma, guardando verso terra, pur non essendovi nubi, c'era come una visione un poco opacizzata delle cose.

Ho concluso che, scendendo gradatamente di quota verso l'AP. di Jakutsk, mi trovavo proprio in quella calotta d'aria gelida piu' densa, che caratterizza i mesi invernali nei bassi strati in questa regione, quasi con un sentore nebbioso, pur se la visibilita' orizzontale a terra oggi e' maggiore di cinque kilometri.

Bene, recuperati i bagagli, mi trovo con un borsone per mano ed il bagaglio a mano a tracolla. Taxi, nemmeno l'ombra e, meglio cosi' perche' non vorrei dover buttare 50 o 60 EUR per gli otto-dieci km sino all'albergo. Cosi', mi rivolgo ad un gruppo di gioviali jakuti che mi indicano una fermata d'autobus ad una cinquantina di metri.

Va detto che qua non ci sono quasi barriere o scalini, il ghiaccio e la neve polverosa han creato una coperta quasi uniforme guarnita di brina e si cammina agevolmente, piu' che sui ghaccetti delle nostre citta'. Pochi minuti d'attesa (con berretto, stavolta!) e giunge un bus piccolo, vecchio stile vecchia Russia con le tendine blu all'interno ad oscurare non so che. L'autista non capisce ovviamente una sola parola d'inglese ma il nome dell'hotel si'. Cosi', mi isso sul sedile poco alle destra del suo in modo da poter fotografare in avanti, attraverso il parabrezza (pulito). E la strada e' bella lunga: una quarantina di minuti che mi mostrano quanto sia ancora ben misera la vasta periferia di casermoni cadenti, appollaiati su bassi pilastri sollevati dal suolo per il problema del permafrost.

Casette povere, persone intabarrate piu' di me in attesa alle fermate che corrono verso il bus, camion puzzolenti e pullmini ancor piu' decrepiti di questo. La strada e' una pista gelata, piu' o meno farcita da polvere di neve marroncina, l'inquinamento e' palpabile.

Alfine, l'autista mi fa cenno che posso scendere; l'hotel dista appena 200/300 metri, dice lui. Ed avra' ragione. Mi ritrovo cosi' con le mie borse nella piazza centrale che si vede su tutti i reportages, quella con la statua di Lenin. Mi fermo un attimo, lascio le borse a terra e respiro con calma i -35, ormai divenuti -33 (cosi' misuro). Qualche foto d'attorno e la digitale regge benissimo, subito in tasca. Non sento nemmeno freddo alle mani ma, per gli ultimi 300 m a piedi, comunque, metto i guanti. I pochi passanti mi guardano incuriositi, favolosi arabeschi di ghiaccio e galaverna ovunque; il centro/centro rassomiglia un poco a quello di Rovaniemi. La similitudine, anzi, e' notevole anche con l'albergo ma il traffico e' molto piu' derelitto.

Ed, infine, arrivo nell'Hotel Tygyn Dahran che trovo pressoche' deserto. Alla reception quasi strabuzzano gli occhi ma, in un attimo, mi viene assegnata una bella camera al quarto piano, pulita e confortevole ove piazzo subito la sonda del termometro all'esterno. Nuovamente, l'infisso jakuto non mi stritola il cavetto e dunque, per la prima volta nella mia vita, fotografo un -31.6 (con 24.2 in camera!!!).

Mi informo per l'Internet, c'e' e devo solo trafficare un po' con la tastiera jakuta poi risolvo il problema ed entro sul Monte Poggio sito. Che dirvi ora...che vado a pranzo, pur ieri pomeriggio, nell'universo di Domodedovo, avendo assaggiato un po' di tutto. Ieri sera, prima della partenza (ritardata) ho cenato al tavolo con un russo di non-so-dove che si riempiva un bicchiere dopo l'altro con una bottiglia da mezzo litro di cognac. Versava, poi avvitava stretto il tappo per non cadere ion tentazione eppure con un piattino di patate arrosto ed uno spiedino di pollo l'ha finita tutta (!).


Un caro, speroniano saluto a tutti gli amici del Forum e, comunqwue, a tutti coloro che vorranno seguire questa prossima settimana.


Gianni S.
Sextum
00sabato 23 gennaio 2010 05:42
Che dire, Doc?
Ben arrivato!

Per il fuso orario e per il mio lavoro credo proprio di essere il primo forumista a leggere la prima puntata del diario jakuto.

Complimenti.

Ad uso e consumo mio e degli altri qual'è la differenza di orario?
victorio
00sabato 23 gennaio 2010 06:56
Io sono il secondo !. Bella escursione - 32 + 24. Adesso ti sembrerà ridicolo ma ieri a Torino non si è saliti oltre - 3 .

Buone passaggiate !

Vittorio
maurobrunetti
00sabato 23 gennaio 2010 08:41
Grande Gianni [SM=g27811]
Gianni Sperone
00sabato 23 gennaio 2010 08:52
Jakutsk, sabato pomeriggio...

Vedo che Danilo e' stato disattento (faccine!) sui miei precedenti posts, in quanto Jakutsk e' otto ore avanti rispetto all'Italia (+6 da Mosca).

Quieta passeggiata oggi pomeriggio per il centro di Jakutsk dopo un pranzo mediocre che mi ha gia' fatto cancellare il ristorante dell'albergo dalle mete future. Ora posso fornire solo delle prime impressioni sulla citta', ovviamente, ma alcune considerazioni son gia' da farsi.

Prima di tutto, da Torino-casa a Jakutsk-albergo, ho impiegato 46 ore (dalle 04.00 di giovedi' mattina alle 10 locali di qua (ovvero le h. 02.00 italiane). Una bella tratta dunque, a dispetto delle 11 ore effettive in volo (piu' o meno come Milano-S. Paolo o S. Francisco).

Seconda cosa, pare ovvia ma...dall'Italia la Jakuzia pare in capo al mondo poi, dopo qualche ora che sei qua, tutto o quasi assume connotati di (gelida) normalita'.

Il freddo: ovvio che si sente ma, oggi, i -32/-36 (ultima mezz'ora) non erano intollerabili con guanti a sprazzi e berretto sempre. Avevo trovato peggio i -26 di Quebec City col vento nel lontano febbraio 1990. Tutti son vestiti come da filmati precedenti, ma le pelliccione si vedono solo in centro...

Ecco, mi pare si sia cercato di dare a Jakutsk una veste che non le appartiene ancora: un centro simile a Rovaniemi ma, globalmente, qua e' ancora Russia Old Style con negozietti e gallerie di negozietti chiusi da pesanti battenti in legno, case decrepite con le grosse condutture dell'acqua esterne che, in alcuni casi, sono tappate da mostruose formazioni di ghiaccio in corrispondenza di punti di filtrazione o perdita. Non ho ancora visto un turista, uno...quindi mi sa che anche la questione dei Giapponesi e Canadesi a caccia degli orsi...sia un po' gonfiata.

Invece, molti negozi vendono diamanti e, ci mancherebbe! in Jacuzia c'e' un sesto di tutti i diamanti della Terra! La gente e' per lo piu' sorridente e ciarliera per quel po' che si vede causa freddo, i tratti somatici sono schiettamente simili a quelli mongoli ma piu' fini ed eleganti. Anche qua, gran trionfo dei 20-40enni...il resto, boh!

Insomma, non voglio spezzare subito le gambe alla capitale di uno stato grande 10 volte l'Italia ma, ad esempio Rovaniemi sa indossare molto meglio i propri (forse) 35.000 abitanti di quanto Jakutsk faccia con i propri 240.000.

Dicevo in Italia, citta' grande quanto Verona...vero, ma proprio solo per la somma uno sull'altro dei residenti. Sette od otto palazzi a vetro-specchio, sono soverchiati alla grande, non solo dai classici casermoni sovietici ma da teorie di vere e proprie stamberghe ove...non oso pensare come si possa viverci.

Probabilmente, una citta' siberiana come tante altre (e piu' piccola di tante: Omsk, Novosibirsk, Krasnojarsk, Irkutsk). La grandezza rassomiglia a Cita ed Ulan-Ude, rispettivamente ca 1500-1800 km a SSW. Qua c'e' la grande particolarita' di un freddo solitamente estremo (da 15 a 20 gradi in meno in media, rispetto alle sorelle citate prima!) per quell'anomalia barica possente quasi stazionaria in inverno e l'orografia che limita l'influenza dei mari sia verso E che verso N.

Ancora due parole sulla Lena che e' veramente maestosa coi propri 7 km di larghezza: nella lunghissima stagione fredda, ove lo spessore del ghiaccio raggiunge i 140-160 cm, essa e' normalmente transitabile dagli autoveicoli.


Un caro saluto a tutti e, brava Bibi che leggi per terza


Gianni S.
massimo.z
00sabato 23 gennaio 2010 10:38
Ricevuti correttamente gli sms Gianni: ma pensate, un messaggio che arriva da migliaia di km.........

Come è cambiato il mondo negli ultimi 20 anni!

Massimo
Calogero Santapasqua
00sabato 23 gennaio 2010 11:08
Grazie Gianni per queste preziose informazioni.
Ma prima o poi voglio anch'io fare un viaggio climatologico.
Questo tuo reportage m'ha messo molta curiosità.
Complimenti per le precise descrizioni.
Ora aspettiamo le foto....
PAOLO
Sextum
00sabato 23 gennaio 2010 11:38
Re: Jakutsk, sabato pomeriggio...
Gianni Sperone, 23/01/2010 8.52:


Vedo che Danilo e' stato disattento (faccine!) sui miei precedenti posts, in quanto Jakutsk e' otto ore avanti rispetto all'Italia (+6 da Mosca).




Chiedo venia Doc, hai ragione.
Ma è pur vero che ero al termine di una notte insonne e che almeno sulla cartella meteo posso permettermi qualche distrazione che non mi è concessa nell'attualità.

Ma veniamo a Jakutsk dove ormai sarà sera.... con qualche domanda:

come si sta comportando la digitale?

l'internet point da cui scrivi è dentro l'hotel? E' gratuito?

La tastiera ha i caratteri latini o usano il cirillico?

ciao





Gianni Sperone
00sabato 23 gennaio 2010 13:05
Jakutsk, sabato sera...

La sera, come ampiamente previsto, e' andata lievemente mitigandosi cosicche', uscito per provare un nuovo locale, il display luminoso sulla Lenina Ulitca era risalito dai -36 delle h. 16 ai -33 delle h. 20.

Per rispondere subito a Danilo, posso dire che la digitale ha retto bene all'impatto, scattando solo oggi (fuori) un'ottantina di foto. Dieci minuti di panico li ho vissuti, quando l'ho affidata ad un ragazzotto del luogo affinchè mi immortalasse sotto la sagoma di Lenin. Questo, girato e rigirato l'apparecchio fra le mani per cercare la miglior inquadratura, finiva per poi allargare le braccia sconsolato...

L'otturatore si era infatti bloccato per la troppo prolungata esposizione e ciò servirà di lezione per tutto il soggiorno: a Jakutsk, fotografare, (probabilmente) richiede gli stessi tempi dello...sparare...(!): estrarre, mirare, scattare, riporre. Non lo dimenticherò, pensavo fra me e me mentre, un poco spaurito entravo in un negozio di fotocamere, immaginando chissà quali disastri...

La commessa interpellata, leggeva sicuramente l'angoscia dipinta sul mio volto, e con fare disponibile davvero, dopo avermi chiesto (in russo!) la natura del problema, sfilava e rimetteva la batteria con una certa destrezza ed, in due minuti la mia creatura era nuovamente vitale. Il suo sorriso era, ora, quasi di rassicurazione verso questo straniero così pasticcione da non capire come, a Jakutsk, l'inverno sia...inverno per davvero, con tutte le conseguenze che il gelo comporta...; il sottoscritto, da quel momento, raddooppiava le precauzioni d'uso tanto che, non vi sarebbero più stati problemi sino al ritorno in Italia. Vero che disponevo di una seconda fotocamera da usarsi in emergenza ma la qualita' delle immagini che "provai", era nettamente inferiore.

In questo hotel, bello e funzionale, ma pressoche' deserto...dunque un po' troppo anonimo, mi lasciano la chiave della stanza denominata pomposamente @#Business Center@ con tre postazioni di PC, tanto ci sono solo io che li uso. Gratis.

La tastiera ha la doppia funzione latina e cirillica, ma i nostri caratteri vanno reimpostati ogni volta che accedo...se in camera ho la bellezza di 26 gradi...qua saranno almeno 28 o piu'.

Parliamo un attimo di protezioni dei locali dal gelo. I soffitti non superano mai i 230/240 cm nelle stanze d'albergo (forse, ancora meno nelle abitazioni private e, viceversa, altezze analoghe alle nostre negli esercizi pubblici/ Gli edifici pubblici o strutture recettive (alberghi, enti/uffici, grandi magazzini) presentano costantemente una quadruplice teoria di pesanti porte che adducono all'esterno. Usciti ad esempio dalla hall, si spinge una massiccia porta anodizzata e ci si ritrova in un'area ben riscaldata (che so...ancora almeno 15°C), poi si passa nel secondo compartimento, tiepido (di poco oltre lo zero) ed infine nel terzo, che e' solo chiuso ma non riscaldato affatto, tale dunque da consentire il primo impatto con condizioni poco dissimili da quelle esterne.

Anche bar e negozi usano questo metodo, aggiustandosi con caricature di verande e manufatti prefabbricati...comunque, sempre tre comparti fra il fuori ed il dentro.

Stasera ho provato un ristorante locale, apparentemente di standard medio, dove...il menu' era scritto (ovviamente) solo in russo e nessuno sapeva alcun'altra lingua...manco una parola d'inglese od altro. Comunque sono andato sulla pagina degli antipasti ed ho rimediato una sostanziosa e fresca insalata mista di peperoni, pomodori, cetrioli, uova sode etc. Dopo, son finito sui beluga (cioe' il pesce) e mi son fatto consigliare dalla cameriera. E' arrivato un trancio di storione gratinato al forno con formaggi vari fusi, pomodori etc...davvero valido. Una bella birra russa ha accompagnato il tutto. Volete proprio farmi i conti in tasca...ebbene, una buona cena si aggira sui 1000 rubli, ca 24 EUR.

Fra l'altro, c'era una tavolata di allegri Jakuti che festeggiavano un qualche cosa con vini bianchi e rossi/ Erano tre coppie, con gli uomini meno pachidermici dei soliti Russi standard e le tre damigelle, sulla cinquantina, piuttosto terribili... ancorche' poco vestite... Uscito da li' per cercarmi un espresso son finito in un cosiddetto American Restaurant che poi e' una sorta di Mc Donald's dove...ahime'...il piu' grande avra' avuto 20 anni.

Piu' che mangiare, pero', tutti ci davan dentro con Corona e Tuborg...tradendo le ottime birre della Grande Madre Russia. Ho faticato per avere lo zucchero nel caffe' ma, alla fine, sono uscito soddisfatto per i 500 m che mi separavano dall'hotel...ed eccomi qua...in pasto ai lettori meteorofili di mezzo NW...(!)

La sera a Jakutsk mi pare offra come alternativa, quella di andare in stanza a riposare; ovunque, silenzio, solo spezzato dallo stridere delle calzature dei passanti sulla neve durissima ed incrostata ulteriormente di brina.

La descrizione appare lunga perche' un luogo cosi' estremo ed irripetibile, va esplorato con mezzo TAC (almeno) ma la citta, di per se', mi conferma le prime impressioni di oggi. Povera, ancora molto Old Russia con diffuse condizioni abitative da paura. Altro che il gemellaggio con l'Alaska ed i cacciatori di orsi...!

Un'ultima nota sulla gente di qua: che essi siano di etnia Russa o Jakuta, li vedo piu' salutisti e morigerati nel bere (abbastanza!), meno pance gonfie di birra e, su parecchi menu', l'indicazione delle calorie per ogni piatto. Oggi (ehm), sarei prossimo alle 3000...secondo quei conti li' (!)

A domani...se questo coso funzionera',... naturalmente. Per vivere bene in Russia, bisogna pensarla cosi' !


Gianni S.
Daniele S65
00sabato 23 gennaio 2010 14:24
Un libro, sembra di leggere un libro..........la stessa emozione e curiosita'......... [SM=g27836]

Che avventura...... [SM=g27811]
angelo.c
00sabato 23 gennaio 2010 14:32
Complimenti per le dettagliate descrizioni e,dimmi.....

Come si svolge la vita sociale (all'aperto) in un paese dove regnano i -38°?

Naturalmente,penso che non esistano ambulanti di nessun genere,come non dovrebbero esistere mercati rionali o,strutture di vendita all'aperto.

Che impressione hai avuto del parco auto circolante....vengono adottati accorgimenti particolari per guidare in quelle condizioni?

Flora e fauna del luogo?

Grande Gianni.....

Dovresti studiare un modo per farti pagare i diritti d'autore. [SM=g27828]

Non si può svelare al grande pubblico tutte queste emozioni e sensazioni "a gratis"...... [SM=g27823]

Naturalmente,il forum MontePoggio rimarrebbe il sito con l'esclusiva.

Angelo.
massimo.z
00sabato 23 gennaio 2010 16:49
......Naturalmente,penso che non esistano ambulanti di nessun genere,come non dovrebbero esistere mercati rionali o,strutture di vendita all'aperto.

Ah beh.....certamente ti vorrei vedere a Jakutsk con il tuo negozio di ortofrutta.....caro mio, sei abituato alle fiorentine poco vestite........il leader maximo potrebbe anche mandarti tra le braccia di Putin!

Massimo
giesse59
00sabato 23 gennaio 2010 18:25
Beh, non potevo non "rientrare" per godermi il racconto di questo straordinario e gelido viaggio.

Complimenti, Gianni, intanto per aver intrapreso un viaggio del genere, ma anche (e forse soprattutto) per le ampie e interessanti narrazioni [SM=g27811]
maurobrunetti
00sabato 23 gennaio 2010 19:49
Se ti dovesse capitare, io sono un collezionista di tappi corona di birre.... [SM=g27823]
massimo.z
00sabato 23 gennaio 2010 20:40
Preso spunto dall'annotazione di Angelo ed ancor prima di Vittorio, abbiamo deciso con Danilo di immettere la dicitura che potrete leggere alla primo messaggio di questo post.......e sul titolo....

Poi sarà Gianni a decidere.....

Massimo
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