macrino
lunedì 4 aprile 2022 15:32
(RHD)

Accoglimi nella tua ombra, salice,
qui dove il cielo s’insinua sottile
tra i rami a riversare un calice
di tiepida luce. In serpeggianti file

i germani scivolano tranquilli
sulla golena, mentre il vento fresco
pare che i frusci delle stiance immilli.
Lassù le nubi istoriano un rabesco.

Da lungi vengono grida di bimbi:
si rincorrono allegri sulle sponde.
Le vanesse aleggiano fra i corimbi,
glauche libellule sfiorano le onde.

Nella radura i raggi sono rugiade,
i riverberi screziano il fogliame
e per un istante la quiete invade
il cuore, alleviandone il gravame.

Tra i giunchi il fiume in rosei sbuffi,
l’orizzonte s’imbeve di infinito…
L’acqua rabbrividisce per i tuffi
degli svassi… Un palpito… finito.

Così, triste e solo, a te confido
il mio sconforto, i miei segreti.
Tu sai che non sogno, non sorrido,
perse le speranze e i giorni lieti.

A te soltanto confesso che aborro
la vita che la dolce madre mi diede,
come a un amico a te ricorro,
con ardente speranza, con fede.

Assorbimi nel tuo silenzio:
che io diventi nulla assoluto,
che io non beva più l’assenzio,
muoia ora chi non ha mai vissuto.

Mai più
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