Il privato è politico?

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ReaderNotViewer
00martedì 27 ottobre 2009 15:14
Questa frase "il privato è politico" ai miei tempi voleva dire una cosa ben precisa (per farla breve, serviva a sottolineare come la politica non potesse trascurare le istanze private, cioè personali, sessuali e familiari dell'individuo), oggi i fatti di cronaca le attribuiscono un significato del tutto diverso.

Senza voler entrare nel merito del caso Marrazzo (importante esponente politico sorpreso in compagnia di un transessuale, per questa ragione vittima di ricatto e infine dimissionario dalla sua carica), si discute molto se la vita privata debba avere rilevanza pubblica.

Personalmente, ritengo che, se dagli uomini politici non si deve pretendere la santità, si possa tuttavia esigere la coerenza. Non si può andare in giro a sostenere pubblicamente i "valori cristiani tradizionali" e poi calpestarli nella propria esistenza quotidiana con allegra e sfacciata improntitudine. Non si può propugnare la redistribuzione del reddito tramite il prelievo fiscale, e poi gestire finanziarie in sospetto di strozzinaggio. Non si può tuonare contro l'inquinamento ed andare in giro per diporto con un SUV che inquina più di un TIR. (per fare due esempi del tutto diversi, ma che illustrano il concetto).

Inoltre, questione collegata ma leggermente diversa, ritenere che la legge non si debba immischiare nella vita sessuale dei cittadini - almeno finché la medesima non viola i diritti di altri o la tutela di minori, ovvio - non significa gradire l'adulterio o la promiscuità.

Io non credo che degli adulti consenzienti che indulgano in un'orgia facciano qualcosa di penalmente rilevante. Questo non significa che io approvi incondizionatamente il loro comportamento. Se tra questi adulti ci fossero notoriamente il mio meccanico e il mio assicuratore, potrei ritenerlo irrilevante. Se si trattasse del corpo docenti del liceo che frequenta mia figlia, viceversa, non so se lo riterrei compatibile con il lavoro che sono chiamati a svolgere. In ogni caso, non gradirei troppo frequentarli socialmente. Non partecipo a orge e non desidero che si pensi che io lo faccia. Chiamatemi pure bizzarra. Intendo dire che "non essere colpevole" per me non equivale a "comportarsi in modo irreprensibile". Io distinguo tra dimensione penale e dimensione etica. Da un rappresentante politico, almeno in teoria, potrei esigere qualcosa di più che il non essersi reso responsabile di reati. Lo potrei volere intelligente. Preparato. Che sappia mettere due parole in croce. Che non faccia errori di ortografia. Che abbia una vita privata tale che io non mi vergogni a stringergli la mano. (Io, non tutto il mondo, secondo la mia idea di vita privata non vergognosa, che comprende ad esempio l'omosessualità dichiarata ma non il pubblico adulterio). Tutte cose su cui posso transigere, se proprio devo (tranne che sull'ortografia...), perché il mondo non è perfetto e io sono realista. Ma fino a un certo punto!

E voi, che cosa ne pensate?

Jack8321
00martedì 27 ottobre 2009 15:29
Che hai ragione.
Evil Lady Nanto
00martedì 27 ottobre 2009 16:38
Domanda mia: perché in questo paese si bada se un politico va coi trans (scelta liberissima) e non se uno va per i ca**acci suoi con la macchina blu?
Reiko_Artemis
00martedì 27 ottobre 2009 17:57
Rispondo con una frase di Sallustio, per bocca di Cesare:- In maxuma fortuna, minuma licentia est. (Non è un errore: maxuma e minuma sono arcaismi).

Uno non può governare un Paese, esporsi in questo modo, e poi pretendere di condurre una vita come un normale privato cittadino.
Scusate, se io vado a prostituti, ci sarà gente che storcerà il naso nel mio paese perché lì sono conosciuta, di certo non lo scrivono sul giornale perché tutti si chiederanno: ma chi è questa? Chissenefrega!
Allo stesso modo un vip ed un politico specialmente, non può pretendere di fare i suoi porci comodi e poi negare tutto, dire che lo perseguitano o cose simili, pretendere che nessuno lo riprenda o se ne parli.
Certo, può reagire con nonchalance e "sm3rdare" tutti, se fa una cosa non "deprecabile":
- Sì, mi avete trovato a letto con un uomo, ho avuto esperienze omosessuali. E allora? è una cosa naturale!- può essere la risposta, ovviamente data NON da uno che fino al giorno prima tuonava contro i gay e si diceva dalla parte della Chiesa. Uno che risponde così guadagna anche voti, probabilmente.
Siamo tutti passabili di critica... c'è chi si tiene dentro eventuali beghe, nell'intimità della propria camera, c'è chi li mostra al mondo con fierezza o con naturalezza.
Senza fare nomi, sì, mi può interessare se un politico frequenta una minorenne o comunque una ragazza giovanissima, m'interessa per l'immagine che da' di sé, delle donne.

Ognuno, nel proprio piccolo, si deve sforzare di essere coerente. Un critico negativo di libri o fanfiction, specie se acido, non può permettersi di fare errori grammaticali o sintattici nei suoi scritti, è come buttarsi nella vasca dei piranha.
Una prof di latino non può non saper scrivere, leggere e tradurre il latino.
Allo stesso modo un politico deve dimostrarsi coerente con quello che dice, evitare di rendersi ridicolo, e pararsi il culo mille e mille volte prima di fare un qualcosa di umano, ma passabile di critica, pensare cento volte prima di parlare.
Perché ti criticheranno sempre, che tu faccia cose oneste o disoneste... ma non è meglio prendersi il sicuro scegliendo le prime e la coerenza?
§ promethea §
00martedì 27 ottobre 2009 19:54
La mia posizione a riguardo è ben espressa in questo articolo:
www.wolfstep.cc/2010/piovono-assiomi/
suinogiallo
00mercoledì 28 ottobre 2009 10:49
Personalmente ritengo che il privato, fin quando rimane nei limiti della legge, è privato.
Un politico vuole cornificare la moglie? Cosa ce ne frega a noi? Vuole andare a letto con una spogliarellista? Sempre non ce ne deve fregare nulla!
Va per trans? E' vietato dalle legge? No! Bene, cosa ce ne deve fregare?
E questo vale per tutti i cittadini. Siamo o non siamo uguali?
Oppure la costituzione vale a mezzo servizio? Se siamo tutti uguali lo siamo sempre.
Cosa fa dietro le mura domestiche (o in qualunque altro posto) una persona a me non deve importare.
Certo, mi fa sorridere sentire parlare di morale uno che magari va a prostitute (che poi, morale. Quale morale? Quella religiosa o quale altra morale? Chi decide se una cosa è morale o amorale? Andare con un trans è morale o amorale? Andare per prostitute è morale o amorale?) ma, ecco, mi fa sorridere. E basta. E' come il medico che fa educazione sanitaria dicendo che non si deve fumare e poi si spara un pacchetto e mezzo al giorno. Per "contratto" deve dire di non fumare, ma poi lui sarà ben libero di fare ciò che vuole.

Hasta Luego
Reiko_Artemis
00mercoledì 28 ottobre 2009 18:15
Beh, nel caso fossi stata fraintesa (ma non credo, dato che non mi sono sentita dare addosso da nessuno manco per sbaglio) sono d'accordo in parte (gran parte) con Suino.
Io non mi sognerei di dire che un politico è un cattivo politico perché è adultero (pensiamo al caso Clinton^^), dico solo che ha poco da lamentarsi se viene criticato da chi trova l'adulterio un abominio, se si fa beccare.
Del resto un adultero normale cittadino viene criticato dal vicino di casa moralista, perché il politico no? Specie se fino al giorno prima parlava tanto di Famiglia Sacra e no ai Pacs. è l'incoerenza che mi da' fastidio, non l'adulterio in sé per sé (considerato che sono la prima fedifraga xD).
Eirien
00giovedì 29 ottobre 2009 19:42
Io trovo che se la legge stabilisce che tutti i cittadini siano uguali, tali debbano rimanere, anche nelle scelte meno condivise dalla nostra idea personale della morale comune.
Personalmente, troverei (trovo?) agghiacciante che Berlusconi porti a passeggio le sue squinzie nelle auto blu e sugli aerei riservati ai parlamentari, spacciando al contempo le sue orge per riunioni di partito, perché, parlando molto prosaicamente, sarebbero (sono?) i miei quattrini a venire sperperati.
Assai meno mi interessa giudicare la vita sessuale di di un ultrasettantenne ancora nel pieno della crisi della mezza età.
Marrazzo, d'altro canto, non credo abbia fatto male a nessuno (sempre che abbia usato abbastanza vaselina), a parte la propria famiglia, alla quale va tutta la mia solidarietà, se non altro perché, con la sua bravata, si è mediaticamente trasformato nel "Bill Clinton de noantri". Certo, Clinton pare si sia fatto solo una sciacquetta, e non una pista di coca lunga dagli Appennini alle Ande, per la quale non mi risulta che il nostro buon Governatore sia ancora stato perseguito. Questo sì che mi fa ridere, in un paese in cui l'amore mercenario non è illegale, ma la droga sì.
Leggendo il post originario di Reader, tra l'altro, mi sorgeva il dubbio che a volte forse identifichiamo un po' troppo quanto i politici debbano alla cosa pubblica e quanto al proprio elettorato. Al politico eletto democraticamente, lo Stato chiede che rispetti la legge e promuova altre leggi in accordo con i valori sanciti dalla Costituzione. Marrazzo può anche spendere miliardi in donnine allegre, purché non siano pubblici e il medico di Suino può fumare finché gli pare, purché non incroci la mia strada in macchina dopo una mezza dozzina di canne. Allo stesso politico, invece, l'elettore chiede che nella sua condotta questi rispecchi le idee o i valori o le richieste in base ai quali l'ha votato. Penso sia per questo che, se l'italiano medio ha votato il politico Nonmisotenerelemutandeaddosso perché l'ha visto come portavoce dei propri valori o delle proprie idee di stampo 'inserireideaacaso', poi non sappia contenere la delusione per una vita privata non esattamente linda e pinta. Se un politico non rispetta le promesse fatte al suo elettorato, questo è libero di non votarlo più. Ma devo dire che mi preoccupa parecchio vivere in una democrazia (!?) in cui elemento rilevante del voto è la condotta 'morale' del politico piuttosto che la mancanza di rispetto per le istituzioni che rappresenta.
ReaderNotViewer
00giovedì 29 ottobre 2009 21:22
In realtà, Eirien, tu non vivi in una democrazia in cui il politico (in media) rispetta le istituzioni e nemmeno in una in cui il politico (sempre in media) si comporta coerentemente alle convinzioni che professa, ma vivi in Italia. Magari in un mondo ideale si potrebbe addirittura avere un politico che faccia l'una cosa e l'altra, non è che l'ipotesi mi sembri ributtante.

Personalmente, ritengo che quello del politico non sia un lavoro qualsiasi. Tutti i lavori hanno una parte di responsabilità verso la collettività, alcune attività ne incorporano di più. Io sono relativista in modo grossolano perciò tendo a pensare che ognuno sia tenuto a rispettare l'etica che si fa da sé. A maggior ragione se di questa etica fa un mestiere e ci mangia a pranzo e a cena, proprio come il politico che è stato eletto per trasformare in leggi e regolamenti e proposte e via dicendo i convincimenti etici che condivide col suo elettorato.

Della droga nel caso Marrazzo non ero al corrente, sono sorpresa che in questo caso non gli sia stato contestato alcunché, a meno che ci fosse un discorso di minima quantità (non conosco la legge sulle droghe... so che questa faccenda della modica quantità è andata e venuta, a un certo punto ho perso il conto, dato che la cosa francamente mi interessava poco)

Ah, la teoria di Berlusconi sulle escort e sulle autoblu è che tanto lui la auto blu le userebbe né più né meno, quindi tanto vale riempire i posti che resterebbero vuoti e viaggiare a pieno carico. Più o meno. Nonostante la razionalità economica del discorso, fatico a condividere.
suinogiallo
00giovedì 29 ottobre 2009 21:32
Almeno a quanto riportano le fonti di stampa, per quanto riguarda il discorso della droga nel caso Marrazzo, sembra che sia stata portata li dagli artefici del ricatto per "alzare" un po' la posta e che l'ex governatore del Lazio non c'entri, quindi, nulla.

Hasta Luego
GanHOPE326
00venerdì 30 ottobre 2009 10:27
Dico solo una cosa: guardiamo il caso Letterman, negli USA. Situazione simile, ma il giornalista (attenzione: pur sempre un giornalista, non un politico) se l'è cavata con grande dignità e ne ha forse addirittura guadagnato in popolarità - secondo il metodo che giustamente suggeriva Reiko_artemis.

Alla fin fine, in teoria, a me non frega niente se Marrazzo va a trans. Ma ci sono due problemi collaterali:
1) Marrazzo, pare, è andato a trans con l'auto blu. Questo è peculato.
2) Marrazzo è andato a trans pagando 5000 € a botta; c'è andato pur avendo moglie e figli; scoperto, ha cercato di coprire e infine crolla e scappa in un monastero a meditare (?!?). A parte il sarcastico commentino che potrebbe venire naturale a proposito del fatto che se voleva meditare poteva farlo prima per calmare i bollenti spiriti, il punto è che, se anche nulla di tutto questo costituisce un reato, mi da' un'impressione personale e caratteriale sull'uomo che agisce così. Che impressione? Di un uomo bugiardo (tradisce la moglie), poco orgoglioso (la tradisce con prostitute. Non importa che siano trans, tradisce pagando, perchè cerca solo una dose un tantino patetica di sesso, non perchè si è davvero innamorato di un'altra donna, o uomo), sostanzialmente debole e un tantino codardo, restio ad assumersi le proprie responsabilità.
E io posso ritenere che un uomo del genere abbia le qualità necessarie per svolgere compiti di governo? Risposta: no.

Nè più nè meno di come sono assolutamente convinto che un settantenne rincoglionito che si sdilinquisce davanti a una ragazzina che lo chiama "papi" sia altrettanto privo delle stesse indispensabili qualità.
Shian Tieus
00venerdì 30 ottobre 2009 21:14
Re:
suinogiallo, 28/10/2009 10.49:

Personalmente ritengo che il privato, fin quando rimane nei limiti della legge, è privato.
Un politico vuole cornificare la moglie? Cosa ce ne frega a noi? Vuole andare a letto con una spogliarellista? Sempre non ce ne deve fregare nulla!
Va per trans? E' vietato dalle legge? No! Bene, cosa ce ne deve fregare?
E questo vale per tutti i cittadini. Siamo o non siamo uguali?
Oppure la costituzione vale a mezzo servizio? Se siamo tutti uguali lo siamo sempre.
Cosa fa dietro le mura domestiche (o in qualunque altro posto) una persona a me non deve importare.
Certo, mi fa sorridere sentire parlare di morale uno che magari va a prostitute (che poi, morale. Quale morale? Quella religiosa o quale altra morale? Chi decide se una cosa è morale o amorale? Andare con un trans è morale o amorale? Andare per prostitute è morale o amorale?) ma, ecco, mi fa sorridere. E basta. E' come il medico che fa educazione sanitaria dicendo che non si deve fumare e poi si spara un pacchetto e mezzo al giorno. Per "contratto" deve dire di non fumare, ma poi lui sarà ben libero di fare ciò che vuole.

Hasta Luego




Calma, calma.

C'è una grossa differenza tra un politico ed un medico.

Se, ad esempio, un medico fuma, son cavoli suoi... ma per un politico la questione è diversa.

Piccolo esempio: un politico si riempie la bocca di parole contro la mafia. Poi, però, in privato, frequenta un noto boss locale.
La cosa ha rilevanza penale? Assolutamente no. Sono assolutamente fattacci suoi. Tuttavia io ritengo che una società democratica possa PRETENDERE di sapere certe cose, così come possa PRETENDERE che tale politico si dimetta, per palese contrasto con la linea politica promulgata.

Infatti, mentre la medicina è una ("fumare fa male"), la politica si basa proprio sul concetto di opinione e pluralità.

Come hai detto tu, la morale non è una sola, dunque, in quanto politico, DEVO attenermi alla morale che pubblicizzo, altrimenti scattano le dimissioni.

Se mi riempio la bocca di parole contro la prostituzione e poi mi faccio venire le zoccole a casa da metà reame, sono semplicemente privo di giustificazioni.
Perlomeno in un paese civile.

Il privato resta privato fino a che non interseca con le linee politiche del governo. O anche solo con la pubblica opinione.

Una persona che abbia accettato di fare il politico (spedendo peraltro a casa degli elettori una propria biografia nel lontano '94) NON può pretendere alcun tipo di privacy al di fuori del proprio cesso.

P.S.
Di privacy non si parla nella costituzione. Si parla di molte cose, ma non di privacy, grazie a Dio. Non credo se ne parli neppure nella dichiarazione dei diritti dell'uomo.
La privacy è sventolata solo ed esclusivamente da chi ha qualcosa da nascondere.
Se non ho niente da nascondere, è inutile che io pretenda privacy.
Trevor-CH
00domenica 1 novembre 2009 16:35
Se un politico vuole che venga rispettata la sua sfera privata, è un suo diritto; ma deve anche ricordarsi che deve farlo lui per primo. In fondo è vero, io eleggo il politico per le sue idee, non per quello che fa nella sua vita privata.
Questo porta però a dire che se, ad esempio, un politico che difende la sacralità della famiglia tradisce la moglie con tre donne per volta, per me quello deve prendere la sua ipocrisia e ritirarsi dalla politica. O quantomeno chiedere scusa a chi lo ha votato, perché li ha imbrogliati tutti.

Se non ho niente da nascondere, è inutile che io pretenda privacy.


Shian, attento: di frasi simili ne ho sentite parecchie, spesso in contesti dittatoriali ("non vi preoccupate: se non violate la legge non avete niente da temere, anche se imponiamo il coprifuoco e piazziamo mitragliatrici nelle piazze") o simili. I fatti hanno dimostrato che, pur fidandosi, da temere ne avevano.
E poi è vero, chi non ha niente da nascondere non ha bisogno di chiedere privacy. Allora com'è che qui praticamente nessuno ha il proprio nome e cognome nel nickname?
Kaos Rising
00domenica 1 novembre 2009 17:19
Premettendo che quoto in toto Shian, volevo solo fare un appunto a Trevor. Niente di grave, solo una precisazione.


Shian, attento: di frasi simili ne ho sentite parecchie, spesso in contesti dittatoriali ("non vi preoccupate: se non violate la legge non avete niente da temere, anche se imponiamo il coprifuoco e piazziamo mitragliatrici nelle piazze") o simili. I fatti hanno dimostrato che, pur fidandosi, da temere ne avevano.
E poi è vero, chi non ha niente da nascondere non ha bisogno di chiedere privacy. Allora com'è che qui praticamente nessuno ha il proprio nome e cognome nel nickname?



Perché un conto è non aver niente da nascondere, un conto è sbandierare le proprie generalità in pubblica piazza urlando "su, troncatemelo nell'ano nella maniera che più preferite".
Secondo me confondi il buon senso di non sbandierare i propri dati personali con un diritto alla privacy un po' farlocco, di quelli avocati quando si ha qualcosa da nascondere. Per me sono due cose parecchio differenti ma boh, forse sono solo io che ho un concetto diverso.
ST: Tempest calling - Domine.


Makichan
00domenica 1 novembre 2009 18:18
Ma non confondiamoci troppo.
Non concordo con chi dice che chi non ha niente da nascondere non ha bisogno della privacy: essa è RISERVATEZZA, e se tu vicino di casa metti il naso nei miei affari, ad esempio mi frughi nella posta, sei perseguibile. Anche se nella mia casella postale trovi solo "mani di fata" e "Uncinetto Wars: tutto sul decimo campionato mondiale di lotta con l'uncinetto", o "cronache dalla chiesa di San Paolo fuori le mura".
Ho il diritto di non essere spiato in casa mia dal vicino di casa, ho il diritto alla protezione dei miei dati sensibili (è reato diffonderli a buffo).
Privacy è anche questo, quindi facciamo attenzione a quel che diciamo.

Poi il discorso è troppo lungo e complesso, quindi emigro. Fondamentalmente la penso come Eirien.

EDIT: sempre su "se non hai niente da nascondere non hai bisogno di privacy". Ho anche il diritto a non farti sapere se sono malato o in salute, a non dirti la mia religione o anche solo se ne ho una, ho il diritto alla riservatezza sulle mie idee politiche. Ho il diritto a non farti sapere se sono in un sindacato, e quale esso possa essere. E pure con chi trombo (nei limiti della legalità) sono affari miei.
Anche questa è "privacy", quindi DAVVERO, facciamo attenzione a come parliamo...
Non viviamo in una dittatura con le porte spalancate e Pinco Pallo che ti può entrare in casa PERCHE' SI'.

ARIEDIT: che poi dire "Se non ho niente da nascondere, è inutile che io pretenda privacy", per me, è come giustificare uno stato di polizia, per non parlare del fatto che non ci sia più una sfera personale che va difesa.
A me non interessa che i miei costumi sessuali vengano messi in piazza, lo trovo scorretto. Forse a chi ha detto questa cosa non fa effetto che si dica sulla pubblica piazza se ha scopato alla pecorina, con quante spinte e che marca di preservativi, MA A ME SI'.
Non perché siano cose da nascondere, ma perché fondamentalmente sono AFFARI MIEI e tu, se non ne fai parte/non te lo dico io perché me lo hai chiesto e sei il mio migliore amico (o cmq una persona FIDATA che fa parte della mia INTIMITA'), non hai il diritto di saperlo. E se me lo chiedi ti guardo col sopracciglio alzato e ti chiedo di allontanarti, perché sei un porco maniaco.
E che nessuno venga a dirmi che io non sono una figura pubblica, dato che neanche in quel caso ritengo corretto che si sappia se usa o meno il preservativo con i partner consenzienti, se usa quelli al gusto di papaya, se usa dildi di trenta centimetri, o se ha una papera-vibratore vestita da pirata o un vibratore a forma di bruco.
Se non influisce sulla sua politica, non dobbiamo metterci becco.
Trevor-CH
00lunedì 2 novembre 2009 12:48

Perché un conto è non aver niente da nascondere, un conto è sbandierare le proprie generalità in pubblica piazza urlando "su, troncatemelo nell'ano nella maniera che più preferite".
Secondo me confondi il buon senso di non sbandierare i propri dati personali con un diritto alla privacy un po' farlocco, di quelli avocati quando si ha qualcosa da nascondere. Per me sono due cose parecchio differenti ma boh, forse sono solo io che ho un concetto diverso.


No, non confondo, anzi. Chi ha combinato qualcosa il diritto alla privacy se lo è giocato da solo, di base. Un pluriomicida non potrà certo invocarla, giusto per fare un esempio estremo.
Ma questo non significa che chiunque invochi la privacy ha combinato qualcosa, né che se non ho combinato niente è giusto mettere in piazza tutti i fatti miei.
Può essere, così come hai detto tu ma con altre parole, il semplice tentativo di evitare "attenzioni non desiderate".
suinogiallo
00lunedì 2 novembre 2009 13:01

P.S.
Di privacy non si parla nella costituzione. Si parla di molte cose, ma non di privacy, grazie a Dio. Non credo se ne parli neppure nella dichiarazione dei diritti dell'uomo.
La privacy è sventolata solo ed esclusivamente da chi ha qualcosa da nascondere.
Se non ho niente da nascondere, è inutile che io pretenda privacy.



Il mio riferimento alla costituzione era legato al fatto che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e dato che la privacy è tutelata da una legge significa che tutti i cittadini hanno diritto alla privacy. Anche chi riveste un incarico pubblico (altrimenti la consulta avrebbe fatto una emerita ... a giudicare anticostituzionale il lodo Alfano dicendo che poneva dei cittadini su un piano diverso rispetto alla legge).
Non capisco poi il discorso "se non ho niente da nascondere". Cosa vuol dire?
Siccome non hai nulla da nascondere della legge sulla privacy non te ne può fregar di meno? E poi, allora, riprendendo Trevor, perché non ti iscrivi con nome, cognome e codice fiscale? Qualcosa da nascondere (giustamente) lo hai anche tu.

Hasta Luego
Kaos Rising
00lunedì 2 novembre 2009 13:21
Dalla mezza sfuriata di Maki mi rendo conto come io sia quel tipo di persona che non si fa eccessivi problemi a fornire informazioni anche personali. Non che ogni volta mi venga chiesto qualcosa di intimo risponda istantaneamente, ma comunque mi sento un po' meno sulla difensiva rispetto a tanti di voi che hanno risposto qui.
E va bene. Al solito ho fatto l'uscita da quello che non capisce niente degli altri.
Makichan
00lunedì 2 novembre 2009 13:47
Re:
Kaos Rising, 02/11/2009 13.21:

Dalla mezza sfuriata di Maki mi rendo conto come io sia quel tipo di persona che non si fa eccessivi problemi a fornire informazioni anche personali. Non che ogni volta mi venga chiesto qualcosa di intimo risponda istantaneamente, ma comunque mi sento un po' meno sulla difensiva rispetto a tanti di voi che hanno risposto qui.
E va bene. Al solito ho fatto l'uscita da quello che non capisce niente degli altri.




Sfuriata? XD
Ero pure pacifica come un agnellino XD
E poi non mi pare fosse tua l'uscita...
O sì? O________________O
Il discorso è che, fare affermazioni come "ha bisogno della privacy solo una persona che ha qualcosa da nascondere" è pericoloso.
MOOOOOOOOOOOLTO pericoloso.
Perché è quello che viene detto - come precedentemente affermato da altri nel topic - che dicono anche i dittatori e le forze di polizia in uno stato non libero.

C'è da distinguere fra spazio personale e spazio pubblico. Se io compio determinate azioni non illegali nel mio spazio personale/privato, a te non deve interessare. Perché, come suolsi dire, sono affari miei. E questa E' privacy, checchè se ne dica.


EDIT: Che poi in alcuni casi fai male a rivelare pensiero politico, sindacale e religioso e tendenza sessuale, in quanto sono questioni che portano dritte dritte a ripercussioni anche nel campo del lavoro.
Shian Tieus
00lunedì 2 novembre 2009 14:12
Ok. Mi sono espresso male. Mea Culpa.

Quello che intendo dire è che il diritto alla privacy è sbandierato in Italia prevalentemente da persone che hanno qualcosa da nascondere.
È chiaro che ognuno ha diritto a una certa sfera di riservatezza.

È tutta un'altra cosa, invece, pretendere che si glissi sul comportamento privato di un uomo politico.

Ovviamente, a tutto c'è un limite. E in Italia tal limite è stato passato da tempo, ma in senso opposto, ossia in una ossessiva e morbosa tutela della privacy che sfocia nella tutela degli interessi personali.

Ad esempio (ragionamento iperbolico, sia chiaro), se un politico suggerisce la pena di morte per gli spacciatori e poi lo becco a farsi di eroina, è ovvio che si tratta di un fatto politico e non privato.
Ha violato una legge da lui stesso promulgata? No, perchè in questo caso è un cliente e non uno spacciatore. Ma siamo sicuri che rientri nella privacy?

È una manifesta incoerenza sulla linea politica promulgata. In un qualunque paese civile è considerata politica, non vita privata.

Allo stesso modo, se il nostro amato (?) presidente del consiglio va a mignotte, quando il giorno prima ha detto "multe severe a clienti e lucciole per combattere la prostituzione", ha infilato la cosa nel pacchetto sicurezza e via dicendo, il fatto è politico, non di certo privato.

E, come ho detto prima, l'esempio del medico non regge, perchè la scienza è obiettiva (un medico NON puù dire "fumare fa bene") mentre la politica è soggettiva (un politico PUÒ, ipoteticamente, dire "la prostituzione non deve essere reato")

P.S.



I miei dati personali sono reperibili tranquillamente sul mio blog o sul mio account di facebook, che riporta anche il mio nickname
Makichan
00lunedì 2 novembre 2009 14:16
Shian, ho tolto i dati personali.
Mi sono permessa perché, a prescindere, è preferibile non metterli sulla pubblica piazza.
suinogiallo
00lunedì 2 novembre 2009 14:21
Re:
Makichan, 02/11/2009 14.16:

Shian, ho tolto i dati personali.
Mi sono permessa perché, a prescindere, è preferibile non metterli sulla pubblica piazza.




Concordo con Maki e il suo operato.
Se vuoi mettere la tua identità a disposizione del mondo intero libero di farlo, ma non qui.

Hasta Luego
§ promethea §
00lunedì 2 novembre 2009 14:48
Un politico che va a mignotte esercita un diritto, piaccia o meno.
Uno che si fa di eroina commette un reato.
Sono due cose MOLTO diverse.
In Italia, anche se si cerca di non dirlo, c'è ancora il diritto di fare sesso consensuale quando si vuole, con chi si vuole, come si vuole. E questo diritto ce l'ho io, ce l'hanno i politici, ce l'hanno i belli, ce l'hanno i brutti, ce l'hanno i figoni, ce l'hanno i puzzoni (se trovano XD).
Altrimenti io PRETENDO di sapere se gli insegnanti dei miei figli tradiscono il marito. Non scherziamo, da loro dipende la virtù intellettuale di tutta la prossima generazione, se la maestra di mio figlio è una scambista ho il DIRITTO di saperlo, no? Vuole la privacy? Embè, vuol dire che ha qualcosa da nascondere.
E voglio sapere se il medico a cui affido la mia saluta è un trans. Non sono fatti miei? Eccerto che lo sono, ma sapete quanti ormoni prendono, e io devo mettermi nelle sue mani? No, no, me lo deve dire e non pretendere che mi faccia i fatti miei.
E voglio sapere se i miei colleghi sono persone di moralità irreprensibile (qualsiasi cosa questo voglia dire). Se il mio collega tradisce la moglie, chi mi dice che sia un partner professionale affidabile? A casa sua mente, perchè sul lavoro non dovrebbe? E se mi fa fare brutta figura col capo? Se mi fa licenziare perchè dice balle?
Occhio a scendere sta china, perchè non c'è ritorno.
Shian Tieus
00lunedì 2 novembre 2009 20:28
Re:
§ promethea §, 02/11/2009 14.48:

Un politico che va a mignotte esercita un diritto, piaccia o meno.
Uno che si fa di eroina commette un reato.
Sono due cose MOLTO diverse.
In Italia, anche se si cerca di non dirlo, c'è ancora il diritto di fare sesso consensuale quando si vuole, con chi si vuole, come si vuole. E questo diritto ce l'ho io, ce l'hanno i politici, ce l'hanno i belli, ce l'hanno i brutti, ce l'hanno i figoni, ce l'hanno i puzzoni (se trovano XD).
Altrimenti io PRETENDO di sapere se gli insegnanti dei miei figli tradiscono il marito. Non scherziamo, da loro dipende la virtù intellettuale di tutta la prossima generazione, se la maestra di mio figlio è una scambista ho il DIRITTO di saperlo, no? Vuole la privacy? Embè, vuol dire che ha qualcosa da nascondere.
E voglio sapere se il medico a cui affido la mia saluta è un trans. Non sono fatti miei? Eccerto che lo sono, ma sapete quanti ormoni prendono, e io devo mettermi nelle sue mani? No, no, me lo deve dire e non pretendere che mi faccia i fatti miei.
E voglio sapere se i miei colleghi sono persone di moralità irreprensibile (qualsiasi cosa questo voglia dire). Se il mio collega tradisce la moglie, chi mi dice che sia un partner professionale affidabile? A casa sua mente, perchè sul lavoro non dovrebbe? E se mi fa fare brutta figura col capo? Se mi fa licenziare perchè dice balle?
Occhio a scendere sta china, perchè non c'è ritorno.



Innanzitutto, farsi di droga non è reato.
è reato la detenzione, il possesso, lo spaccio, ma non il consumo.
Una contraddizione? Si, ma intanto se mi beccano con l'eroina GIÀ nel sangue non commetto reato. A meno che, ovvio, io non stia guidando... ma anche lì me la cavo con il ritiro della patente, non con una condanna penale.

Il punto è che il medico/l'insegnante /il collega NON fanno le leggi, ma si inseriscono in un contesto oggettivo (il lavoro) con regole ben determinate.
Una persona che invece porta avanti una linea politica, non la può tradire, perchè la linea politica non è oggettiva, ma soggettiva.

Se promulgo il "pacchetto sicurezza" in cui si prevedono multe salatissime a clienti e lucciole, poi non posso andare a puttane. Perchè? Perchè significa che la mia linea politica e la mia linea morale non coincidono.
In pratica, sono un politico inaffidabile.

Torno all'esempio di prima, e vi prego di rispondere, perchè finora nessuno lo ha fatto:

Metti caso che sono, ad esempio, il Presidente della Regione Campania. (ogni riferimento è puramente casuale, sto solo facendo esempi).
In numerose conferenze stampa garantisco che la lotta alla mafia è strenua, ecc ecc... affermo di aver aumentato la vigilanza e di aver richiesto il regime di 41bis anche per i criminali minori legati alla Camorra.
La domenica mattina, però, vado in carcere a portare le arance al mio amico Don Raffaè (spero cogliate la citazione), e nel pomeriggio vado a giocare a Golf con Tizio Sempronio, noto camorrista agli arresti domiciliari / sotto sorveglianza, nella sua tenuta a Casal di Principe.

La cosa ha qualche rilevanza penale? NO, sto solo andando a trovare degli amici.

Tuttavia, ritengo che i cittadini abbiano il DIRITTO di saperlo e di chiedere le mie dimissioni.

O sbaglio? Perchè la questione è assolutamente identica.
Vale per i camorristi e non per le prostitute?
Reiko_Artemis
00lunedì 2 novembre 2009 20:42
Io credo che il punto sulla droga, Shian, non è il reato in sé per sé.
Pensate che si ipotizza che le cause della crisi siano imputabili al fatto che spesso, coloro che sono ai vertici del potere e fanno le scelte economiche e politiche, si fanno di cocaina. Hanno troppa fiducia in loro stessi, non sono lucidi.
Dunque immagino che farsi di cocaina sia peggio che andare a lucciole.
Però!
C'è un però.
Immaginiamo che io sia una persona che non legalizzerebbe mai la prostituzione, che non vuole vedere lucciole per strada ma neanche nelle case chiuse. Immaginiamo che io sia una tipa molto tradizionalista, conservatrice, e magari bigotta (non bisogna essere per forza bigotti per essere contro la prostituzione, è una cosa che aggiungo io per rafforzare). Che faccio? Voto il politico che ha una linea dura riguardo le lucciole, i transessuali...
Ma che succede?
Poi trovano quel politico andare a lucciole!
Io la trovo una presa in giro per gli elettori.
Se io votassi un politico che mi promette il matrimonio gay e lo trovassi a insultare un omosessuale, lo butterei fuori a calci. Immagino che un conservatore trovando il politico a lucciole provi la stessa cosa.
Non è che lo metterei in prigione, però pretenderei che si dimettesse, o qualcosa del genere. Mi sentirei raggirata e anche un po' stupida.
Per il resto se il politico si è sempre detto un liberale, che sia adultero non deve importare a nessuno...
Geenween
00lunedì 2 novembre 2009 20:49
Non posso fare a meno di concordare con Shian su questo punto.

Mantenendo lo scenario prostituzione: io parlo con tizio, dichiarandomi contro la prostituzione. Tizio mi da' ragione, dice che è una vergogna, che dovrebbero essere messi in galera i clienti etc. etc. Poi la sera esce, e va a donnine allegre tutta la notte.

Ora, se tizio è il mio vicino, non 'me ne po' fregà de meno' anche se magari non condivido questo genere di condotta e mi posso sentire presa per i fondelli per l'ipocrisia dimostratami.

Ma se tizio è il sindaco/ministro/presidente del consiglio/carica-che-volete?

Ad un politico io affido di portare avanti le mie convinzioni e le mie idee. Se lui si riempie la bocca di lotta al crimine, alla corruzione, alla prostituzione, a *inserite-voi-quel-che-vi-pare* e poi va a prostitute, giusto per mantenere l'esempio, non mi sta rappresentando. Anzi, mi da proprio l'idea di un tizio che si è dichiarato d'accordo con me solo per essere eletto e potersi fare i fatti suoi con i soldi delle mie tasse, per metterla proprio sul becero terra-terra.

Oltretutto, prendendo l'ultimo esempio di Shian, io come posso essere sicura che un politico che si dichiara contrario alla mafia la combatta veramente, se 'Don Raffaè' è il suo migliore amico? Siamo sicuri che in realtà non la favorisca sfruttando la sua posizione?

Un politico deve rendere conto delle sue azioni e della sua vita finchè questo è in relazione alla sua condotta politica. Da un politico che si dichiara favorevole alle case chiuse o al divorzio, sono scema io se mi metto a fargli le pulci su quelle cose, perchè è chiaro che è coerente con la sua linea di pensiero. Se lo voto sperando che abolisca il divorzio, sono io quelle cretina, mica lui quello in malafede.
suinogiallo
00lunedì 2 novembre 2009 21:05

Innanzitutto, farsi di droga non è reato.



Secondo la Giovanardi-Fini sembrerebbe di si. Sanzioni amministrative, non carcere, quali ritiro della patente, del passaporto e via dicendo.
Non è previsto il carcere ma "Chiunque illecitamente importa, esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque detiene sostanze stupefacenti o psicotrope" commette comunque una azione punibile. Il fatto che poi la consumi o meno è ininfluente.


Metti caso che sono, ad esempio, il Presidente della Regione Campania. (ogni riferimento è puramente casuale, sto solo facendo esempi).
In numerose conferenze stampa garantisco che la lotta alla mafia è strenua, ecc ecc... affermo di aver aumentato la vigilanza e di aver richiesto il regime di 41bis anche per i criminali minori legati alla Camorra.
La domenica mattina, però, vado in carcere a portare le arance al mio amico Don Raffaè (spero cogliate la citazione), e nel pomeriggio vado a giocare a Golf con Tizio Sempronio, noto camorrista agli arresti domiciliari / sotto sorveglianza, nella sua tenuta a Casal di Principe.



Commette un reato andando a trovarlo o andando a giocarci a golf?
Non credo. E fintanto non si provi che sta commettendo un reato non vedo cosa dovrebbe importare.
Sai cosa si diceva una volta, la saggezza popolare, fai ciò che il prete dice e non fare ciò che il prete fa.
Questa persona promette di debellare la mafia e mette in atto dei provvedimenti per farlo? Che me ne frega se poi va a cena dal Don.
Se invece non lo fa, se invece mette i bastoni tra le ruote a chi lo deve fare, la cosa cambia. Ma qui stiamo parlando di cose passibili di punizione non di altro.
Mi darebbe fastidio, e molto, se una persona che ho votato poi non tiene fede a ciò che ha promesso in campagna elettorale ma, è il tiene fede la discriminante non il fatto che poi vada a donnine allegre o si incontri con persone poco chiare.


Un politico deve rendere conto delle sue azioni e della sua vita finchè questo è in relazione alla sua condotta politica.



Deve rendere conto, secondo me, delle sue azioni e non della sua vita perché sono le sue azioni a decidere della sua "vita politica" non la sua vita privata che è, giustamente, privata e tale deve rimanere.

Edit:

Il punto è che il medico/l'insegnante /il collega NON fanno le leggi, ma si inseriscono in un contesto oggettivo (il lavoro) con regole ben determinate.



Non faranno le leggi ma l'insegnante decide dell'educazione dei nostri figli, il collega se commette uno sbaglio rischia di decidere del nostro futuro, il medico fa una diagnosi, mette in atto una terapia, ci infila le mani nella pancia. Non mi sembrano cose cosi tanto da poco.
Ma tutte queste persone devono essere giudicate per quello che fanno nel loro ambito professionale. Se l'insegnante è un bravo insegnante a me non frega nulla che poi vada a donnine allegre. Se il collega lavora bene e ci si puà fidare non me ne frega niente se è gay, se il medico ha una casistica di tutto rispetto, può anche tradire sua moglie/suo marito con chi gli pare. In sala operatoria ci entra lui, non ci entra l'amante.
E tutte queste figure fanno lavori che influiscono molto di più sulla nostra vita di quanto può influire un politico che, normalmente, poi ci mette solo la faccia dato che le leggi e le varie decisioni vengono normalmente prese collegialmente e stilate da esperti.

Hasta Luego
Reiko_Artemis
00lunedì 2 novembre 2009 21:59
Suino, per quanto riguarda la storia del medico e dell'insegnante ti do ragione ma solo in parte.
Insomma, un dottore ed un insegnante devono essere lucidi quando lavorano, quindi non devono essere tossici, alcolisti, perché mettono in pericolo terzi.
Però se l'insegnante di un mio ipotetico figlio va a lucciole non credo sia affar mio, punto e basta, anche perché dubito che si metterebbe a dire a bambini di sei anni quello che ha fatto l'altro ieri con una prostituta (e la denuncia scatterebbe, certo, ma anche se avesse parlato di quello che fa la notte con la legittima sposa xD). Un dottore, purché non abbia fatto tanto "esercizio" la notte e sia lucido nella sala operatoria o quando vuole visitarmi, può fare quello che vuole.
Però se il politico che fino a ieri mi parla di repulisti si mette ad andare a lucciole io pretenderei le dimissioni. E lo dico nuovamente: in termini di coerenza. Uno che vuole legalizzare la marjia di certo non fa scalpore se viene visto fumare spinelli ad Amsterdam.



Commette un reato andando a trovarlo o andando a giocarci a golf?
Non credo. E fintanto non si provi che sta commettendo un reato non vedo cosa dovrebbe importare.
Sai cosa si diceva una volta, la saggezza popolare, fai ciò che il prete dice e non fare ciò che il prete fa.
Questa persona promette di debellare la mafia e mette in atto dei provvedimenti per farlo? Che me ne frega se poi va a cena dal Don.
Se invece non lo fa, se invece mette i bastoni tra le ruote a chi lo deve fare, la cosa cambia. Ma qui stiamo parlando di cose passibili di punizione non di altro.
Mi darebbe fastidio, e molto, se una persona che ho votato poi non tiene fede a ciò che ha promesso in campagna elettorale ma, è il tiene fede la discriminante non il fatto che poi vada a donnine allegre o si incontri con persone poco chiare.



Non è questione di reato oppure no.
A me interessa se uno che si dichiara contro la mafia va a braccetto col don, perché non si può essere sicuri. Metti che finge di mettere fine alla mafia passandogli soldi per non mostrarsi mai più con chiarezza, corrompendo eventuali testimoni delle malefatte. Sì, questo è un crimine, ma chi può provarlo? Non verrà mai scoperto se qualcuno non parla mettendo a rischio la propria vita. Come puoi essere sicuro che il politico, così amico del mafioso, non sia d'accordo? Se io faccio amicizia con un assassino e domani viene rinvenuto il cadavere di uno che mi stava sulle balle (e magari mi sono lasciata andare a frasi tipo "ah, io assoldo un sicario!"), non possono tutti pensare che io sono il mandante?
A te non interessa se va a donnine. Neanche a me, sai? Proprio no^^ però se mi metto nei panni di qualcuno che l'ha votato per la rettitudine morale, capisco che si senta preso per il culo. Poi, ognuno fa quello che vuole, non è che lo metto in carcere, però perde elettori perché sperpera i soldi che gli passano, grazie alla sua elezione coi voti che gli hanno dato loro.
E poi che ti costa essere coerente, scusa? (è un tu generico).
Se vai da anni a prostitute, perché non adottare una linea morbida riguardo ad esse?
Shian Tieus
00lunedì 2 novembre 2009 22:15
Re:

Secondo la Giovanardi-Fini sembrerebbe di si. Sanzioni amministrative, non carcere, quali ritiro della patente, del passaporto e via dicendo.
Non è previsto il carcere ma "Chiunque illecitamente importa, esporta, acquista, riceve a qualsiasi titolo o comunque detiene sostanze stupefacenti o psicotrope" commette comunque una azione punibile. Il fatto che poi la consumi o meno è ininfluente.



Quindi dai ragione a me, o sbaglio?

Ancora. Il consumo di droga non è reato.
Tanto è vero che nelle comunità di recupero viene somministrata ai pazienti in crisi di astinenza.
A Milano ci sono centri pagati dal comune che distribuiscono droga ai tossicodipendenti.
Ora chiamo il 112 e li faccio arrestare tutti.

Ad esempio, ci fu un servizio delle Iene ormai anni fa, che mostrò come molti parlamentari facessero uso di droga. Su nessuno di essi partirono indagini, perchè il mero consumo non è reato.

Ripeto quello che hai detto tu: è reato la detenzione, il trasporto, lo spaccio e quant'altro. Non il consumo. Non facciamo confusione, prego. Se mi beccano con "tracce di sangue nel mio sistema cocaino" non mi possono fare nulla, a meno che io non porti altre dosi con me.



Commette un reato andando a trovarlo o andando a giocarci a golf?
Non credo. E fintanto non si provi che sta commettendo un reato non vedo cosa dovrebbe importare.
Sai cosa si diceva una volta, la saggezza popolare, fai ciò che il prete dice e non fare ciò che il prete fa.
Questa persona promette di debellare la mafia e mette in atto dei provvedimenti per farlo? Che me ne frega se poi va a cena dal Don.
Se invece non lo fa, se invece mette i bastoni tra le ruote a chi lo deve fare, la cosa cambia. Ma qui stiamo parlando di cose passibili di punizione non di altro.



Oh mio Dio.
Spero tu stia scherzando.

Cioè... se becchi il governatore a pranzo dal boss, non divulghi la notizia? Questa è follia pura!
Se le gare di appalto regionali vanno tutte alle aziende del boss è reato? No.
Se la metà della sua famiglia è assunta dallo stato con incarichi governativi è reato? No.
E pensi che l'opinione pubblica non debba sapere queste cose solo perchè non sono reato?

Bon. Allora Gomorra son tutte cazzate. Tanto vale togliere la scorta a Saviano e farlo ammazzare.
Anzi, denunciamolo proprio per violazione della privacy!

Questa a casa mia si chiama omertà.
"Mii... io gnente sapevo... solo amici di amici erano!"
ReaderNotViewer
00lunedì 2 novembre 2009 22:34

Se vai da anni a prostitute, perché non adottare una linea morbida riguardo ad esse?



Ecco. Io me lo chiedo SEMPRE. Perché diavolo sono sempre i più bigotti e moralisti che si fanno beccare in macchina con la minorenne e/o sul viale col trans (parlo in generale, non mi riferisco a fatti particolari)? Come giustamente dice Reiko Artemis, nessuno va a fare la morale al politico che ha nel suo programma elettorale la liberalizzazione delle droghe, se viene fotografato ad Amsterdam con lo spinello in mano.

E qui veniamo al motivo per cui mi fanno uscire dai gangheri i colleghi di partito dei politici bacchettoni sorpresi in attività che il loro parroco non approverebbe, quando danno degli ipocriti agli oppositori "liberal" (nel senso americano del termine) perché questi ultimi stigmatizzano un comportamento che loro per primi considerano lecito o scusabile. Ma non è questo il punto, perbacco. A parte che non si deve confondere la libertà col libertinaggio (per me, chi va a puttane si rende oggettivamente complice di una situazione spesso molto vicina alla schiavitù, ed è questo che trovo più riprorevole), il politico non può fare tutto quello che gli pare come qualsiasi privato cittadino. O meglio, lo può fare benissimo. Ma deve affrontare le conseguenze, ovvero le critiche (talvolta strumentali) degli oppositori, le domande maliziose dei giornalisti e la delusione dei suoi elettori, che lo hanno votato perché credevano di condividere con lui un sistema di valori, non perché volevano garantirgli un lauto stipendio e una buona pensione a spese della collettività.

La privacy è un conto, la responsabilità politica è un'altra cosa. E' giusto che la privacy tuteli gli uomini politici nella loro sfera privata, ma solo se il loro comportamento non ha rilevanza politica, nei confronti della collettività ma ANCHE nei confronti dei loro elettori.
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