Il priorato di Santa Maria della Cava: seminario di studi a Geraci Siculo(FPP)

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00martedì 8 settembre 2009 09:20

Il priorato di Santa Maria della Cava: seminario di studi a Geraci Siculo(FPP)

A Geraci Siculo, presso il salone San Luigi, si è tenuto il seminario sull’antico priorato di Santa Maria della Cava, all’interno dell’omonimo bosco tra Geraci e Castelbuono. L’architetto Giuseppe Antista ha relazionato sul complesso architettonico. “La chiesa, a aula unica con abside sporgente”, ha dichiarato Giuseppe Antista, “risale ai primi decenni della conquista normanna (fine dell’XI secolo), presenta analogie con alcune fabbriche dell’ordine di San Basilio presenti nel Valdemone (Santa Maria a Mili San Pietro e Sant’Alfio a San Fratello) e certamente va collegata agli altri cenobi basiliani esistenti nelle Madonie (San Cosma di Gonado a Castelbuono e Santa Maria di Pedale a Collesano)”. “L’antica fondazione della Cava”, ha continuato l’architetto Antista, “divenne poi priorato benedettino per opera del conte di Geraci e Collesano Francesco II Ventimiglia, a cui si devono anche altre numerose fondazioni monastiche nel territorio della contea”. Il dottor Giovanni Travagliato si è occupato delle testimonianze pittoriche. In particolare ha parlato degli affreschi che decorano le absidi (la Vergine affiancata dagli apostoli in quella centrale e altre figure di santi in quelle laterali) e della tela dell’Annunziata, custodita in chiesa madre dal 1837, ma proveniente dal priorato. “Il quadro di notevoli dimensioni”, ha dichiarato Giovanni Travaglio, “colpisce per la pregiata fattura e l’equilibrio dell’impostazione iconografica e mostra una straordinaria somiglianza con l'Annunciazione del Vasari conservata al museo del Louvre a Parigi”. “La tela della Cava giunta dalla Toscana a Geraci tramite i Ventimiglia”, ha continuato il dottor Travaglio, “risale alla seconda metà del Cinquecento e recentemente è stata attribuita al pittore Jacopo da Empoli” Il dottor Rosario Termotto, attraverso nuove ricerche d’archivio, ha tracciato la gestione del feudo annesso al priorato nei secoli XVII e XVIII. “In quella fase temporale”, ha dichiarato Rosario Termotto, “la Cava era alle pertinenza della citata abbazia di Santa Maria del Parto e tra le colture praticate nel suo territorio spiccava il frassino da manna”.
- 8 settembre 2009 -                                                                           Francesco Paolo Pinello

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