Il pesce fra 40 anni? Sparirà (dalla tavola)

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Breznev
00venerdì 3 novembre 2006 18:42
Dal 2048 non potremo più mangiare pesce perché tutte le specie che finiscono nei nostri piatti saranno collassate, così ridotte ai minimi termini da non riuscire più a pescarle. Dovremo dire addio a ricci di mare, vongole, tonni, a una lunga serie di mitili che adornano i menù, maanche amerluzzo, nasello, spigola, branzino, orata, pesce spada: l’elenco è sterminato e include pure altri pesci come gli squali. La drammatica prospettiva di mezzo secolo si materializzerà se continueremo a trattare i mari del pianeta come stiamo facendo da almeno cinque decenni.
Dal 1950 al 2003 abbiamo perduto il 65 per cento delle specie pescate all’inizio del periodo considerato. Di quelle presenti oggi il 29 per cento è «collassato », vale a dire che è rimasto meno del dieci per cento. Il triste bilancio di aggressione alle acque è uscito da una poderosa indagine durata 4 anni che ha coinvolto migliaia di scienziati nei cinque continenti il cui lavoro è stato sintetizzato e pubblicato sulla rivista americana Science da 14 ricercatori appartenenti a università e centri americani ed europei. «Purtroppo stiamo assistendo a una accelerata riduzione della capacità di sostentamento e riproduzione della quasi totalità delle specie marine—nota Fiorenza Micheli della Hopkins Marine Station della Stanford University—e le cause sono ormai ben identificate ».
Eccole: eccesso di pesca, distruzione degli habitat lungo le coste, inquinamento con scarichi che avvelenano gli animali. Purtroppo non c’è quasi zona del pianeta sfuggita alla distruzione: il male riguarda tanto i mari californiani quanto le profondità dell’Atlantico e del Pacifico. «Intorno alla Penisola italiana le condizioni sono tra le peggiori: Adriatico, Ionio, ambienti di scoglio del Tirreno ma anche il Sud del Mediterraneo offrono dati raccapriccianti».
La pesca a strascico è uno degli interventi più dannosi perché la metà di quanto viene raccolto non serve e viene eliminato. L’annientamento di molte specie, inoltre, provoca squilibri ecologici su vaste regioni favorendo le fioriture delle alghe o la crescita abnorme, ad esempio, delle meduse. «Ma siamo ancora in tempo a intervenire » spiega la scienziata, fiorentina d’origine e californiana d’adozione da quasi vent’anni. «Lo dimostrano — precisa — gli esperimenti condotti in 48 aree protette della Terra dove nel giro di qualche anno non solo la situazione locale si è invertita masi è osservato pure il ripristino delle aree circostanti».
I rimedi sono noti quanto le cause. Prima di tutto si chiede il taglio del pescato con l’eliminazione delle reti o la scelta di pesci che abbiano ritmi di riproduzione più veloce passando, ad esempio, dalle spigole ai calamari o damolluschi come la litofaga ai pettini molto diffusi in Atlantico e altrove. Inoltre bisogna avviare iniziative di protezione dei fondali lungo le rive e soprattutto impedire l’immissione di sostanze chimiche e inquinanti. «È necessario, infine, estendere— suggerisce Fiorenza Micheli —le aree protette le quali favoriscono l’economia locale con un aumento del turismo».

(Corriere.it)


Granduca di Milano
00sabato 4 novembre 2006 08:47
Questi catatrofismi li sento da decenni, che ci sia da darsi una regolata è giusto, ma stai tranquillo il pesce e altro non speriranno sul nostro desco famigliare a meno che gli stati vampireschi non ci riducano in bolletta con le gabelle medioevali ricorrenti in ogni tipo di governo.
Piuttosto gli esperti negli anni '70 non avevano detto che nel 2010 il petrolio si sarebbe esaurito, mà. [SM=x751616] [SM=x751616] [SM=x751616]
Soga
00sabato 4 novembre 2006 15:58

Scritto da: Granduca di Milano 04/11/2006 8.47
Questi catatrofismi li sento da decenni, che ci sia da darsi una regolata è giusto, ma stai tranquillo il pesce e altro non speriranno sul nostro desco famigliare a meno che gli stati vampireschi non ci riducano in bolletta con le gabelle medioevali ricorrenti in ogni tipo di governo.



Regolata? Stiamo disintegrando il pianeta. Siamo troppi e mangioni, forse è improbabile che il pesce sparirà in quarant’anni (anche perché la società si evolve), ma di certo dobbiamo darci ben più di una “regolata”.


Scritto da: Granduca di Milano 04/11/2006 8.47
Piuttosto gli esperti negli anni '70 non avevano detto che nel 2010 il petrolio si sarebbe esaurito, mà. [SM=x751616] [SM=x751616] [SM=x751616]



Non avevano previsto le moderne tecnologie che permettono di estrarre petrolio più in profondità.
Personalmente, non vedo l’ora che il petrolio finisca: così ci daremo realmente una mossa verso il rinnovabile e non ci saranno più ricatti che ci legheranno al mondo arabo.
Granduca di Milano
00domenica 5 novembre 2006 09:06
L'unica energia rinnovabile che possa sostituire il petrolio è il nucleare, ma i baldi ecologisti finanziati dalle sette sorelle petrolifere hanno rallentato se non bloccato come in Italia ricerche e sviluppo in questo senso.
il solare, l'eolico e altre cose non coprirebbero che una parte infinitesimale e di nicchia delle necessità.
Tanto per dire in montagna ho installato i pannelli solari, ma servono per casi isolati non certo per paesi e città. [SM=x751616] [SM=x751616] [SM=x751616]
legionarius marcus
00domenica 5 novembre 2006 20:40
Re:

Scritto da: Granduca di Milano 05/11/2006 9.06
L'unica energia rinnovabile che possa sostituire il petrolio è il nucleare, ma i baldi ecologisti finanziati dalle sette sorelle petrolifere hanno rallentato se non bloccato come in Italia ricerche e sviluppo in questo senso.
il solare, l'eolico e altre cose non coprirebbero che una parte infinitesimale e di nicchia delle necessità.
Tanto per dire in montagna ho installato i pannelli solari, ma servono per casi isolati non certo per paesi e città. [SM=x751616] [SM=x751616] [SM=x751616]


ma se sul tetto di ogni palazzo e se al posto, non dico di tutti ma di una buona parte, dei vetri dei grattacieli ci fossero pannelli solari cosa accadrebbe [SM=x751538] ?

certo è vero questo è solo un lontano(ma non troppo [SM=x751601] ) futuro, poichè fin tanto che il prezzo dei pannelli solari, come di tutte le altre forme di produzione di energie rinnovabili non diminuirà, saremo dipendenti dai paesi arabi

poi c'è il problema della resa, che per i pannelli si aggira attorno al 20/25 % ancora troppo basso, si può solo aspettare incentivando le industrie a ricercare nuove tecnologie per aumentare la resa [SM=x751526]
Hareios
00lunedì 6 novembre 2006 16:48
Si sarebbero potuti già fari grossi passi avanti verso l'energia pulita, ma chi potrebbe (e dovrebbe a parer mio) non ha nessunissima intenzione di "andare contro i suoi interessi".
Lord Pazzo III
00martedì 4 settembre 2007 17:24
soga ha ragione fra 20 il pesce sarà un lusso, sarà come dire ai tempi d'oggi "caviale" tutto perchè siamo ingordi. è pazzesco gli animali mangiano per vivere e noi viviamo per mangiare
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