primo tentativo di un monologo
Ho un segreto! Lo posso dire a vivavoce, lo posso urlare, ma sappiate, che non ve lo dirò mai! E’ il mio più grande tesoro. Sono così povero, che un segreto è quello che mi rimane, per questo non lo voglio dire a nessuno, perché se lo dicessi a te, tu lo diresti a quello accanto a te e quello accanto a te lo direbbe a quello che gli viene dopo e così via, finché il mio segreto non sarà altro che oggetto delle vostre stupide discussioni.
Ma il mio segreto non è così povero. Proprio no. Non è degno dei vostri sproloqui. Non è degno di nessuno di voi. Non si merita nemmeno di una pagina per essere spiegato, né di un libro intero per essere declamato. Il mio segreto si merita una stella, un pezzo di luna, una porzione di spazio tutta per se. Dopo tutte le pene che ho passato per rendermi conto che ne avevo uno anche io, il mio segreto merita di essere trattato come un principe. Ma che dico, come un re! come un Dio! Chiedo troppo, io?
Ma sapete che vi dico, siete voi, a chiedere troppo! Sì, proprio voi, voi tutti che vi interessate del mio segreto solo per potervi impicciare di quello che sono e giudicarmi con chicchessia e poter parlare di qualcosa che non sia la solita cosa. Ma il mio segreto non vi merita. Assolutamente no. E con esso morirò. Un giorno o l’altro, sarà lui ad uccidere me o io ad uccidere lui e quel giorno riderò di tutti voi, perché io sono morto proteggendolo e voi con la curiosità di sapere quale fosse il mio segreto, che mai vi avrò detto.