Così, anche
Diego Armando Maradona ci ha lasciati troppo presto, e il mondo è diventato d'improvviso più pesante.
Questo post non vuole essere un paragone tra Michael Jackson e Maradona nel senso stretto del termine, bensì vogliamo evidenziare alcuni parallelismi che hanno reso questi due personaggi molto simili tra loro.
Abbiamo usato la parola
personaggi non a caso, perché i parallelismi riguardano questo lato troppo spesso evidenziato dai media, a discapito di quello umano.
Entrambi erano i massimi esponenti nei rispettivi campi, i migliori in assoluto, quasi da essere visti come alieni con poteri superiori a quelli di un comune essere umano.
Forse per questo venivano sì ammirati, ma anche criticati al primo errore: l'invidia, si sa, è una brutta bestia.
Il mondo restava col fiato sospeso nell'ammirare le incredibili gesta di questi due titani. Erano diventati più grandi della vita stessa.
Milioni di persone urlanti, sbalordite rimasero nel vedere gli impossibili passi di danza eseguiti divinamente dal Re del Pop; sbalordite rimasero nell'ascoltare la sua musica così maniacalmente costruita; sbalordite rimasero nel vedere i suoi fantasmagorici videoclip...
E tutti battevano le mani all'eroe dai capelli ricci col cappello, i mocassini, il guanto luccicante e la fascia in segno di lutto per i bambini che muoiono.
Milioni di persone urlanti, sbalordite rimasero nel vedere gli impossibili dribbling eseguiti divinamente dal Pibe de Oro; sbalordite rimasero nel vedere gol inaspettati tirati da centrocampo o addirittura dal corner; sbalordite rimasero nell'ammirare trovate geniali quando il giocatore argentino si trovava accerchiato dai difensori, riuscendo a liberarsi con astuzia e a sparare il pallone in rete, risolvendo partite date per perse...
E tutti battevano le mani all'eroe dai capelli ricci con la maglia bianco-azzurra, le scarpe coi tacchetti e la fascia del Capitano.
Poi, qualcosa mostra alle stesse persone che, dietro a questi talenti spaziali, c'è un essere umano; e d'un tratto gli applausi fanno spazio a cori di disapprovazione.
La macchina massmediologica ingrana la marcia e fiumi di sporco inchiostro macchiano per sempre la reputazione dell'ex Re del Pop e dell'ex Pibe de Oro.
Già perché, quando l'eroe cade, sui titoli di giornale appare magicamente la scritta "ex", strappando infamemente quel titolo col sudore conquistato, annientando decenni di sacrifici e dedizione per intrattenere milioni - macché - miliardi di individui che ora voltano loro le spalle.
Già perché, “se c'è qualcosa che la gente ama di più di un eroe, è vedere l'eroe cadere”.
Così ci sentiamo in pari, abbiamo colmato l'enorme lacuna che differenziava noi da persone dal talento troppo grande per essere vero.
Un talento guadagnato con enorme sacrificio, ma che noi attribuivamo, con ignoranza disarmante, ad altro... Ad altro che non riuscivamo a decodificare perché così fa comodo, perché nessuno lo domanda, perché l'invidia ci acceca di fronte alla grandezza.
Il cantante più famoso del mondo ha ora un aspetto atroce, fa abuso di farmaci, molesta i bambini.
Il calciatore più bravo del mondo è ora ingrassato, sniffa cocaina, fa festini pazzi.
Poi, l'ex eroe muore, e d'incanto rispolveriamo il vecchio titolo che gli è sempre appartenuto, e che ora facciamo finta di non avergli mai tolto.
Michael Jackson torna ad essere il Re del Pop. Ma lui, Re, lo è sempre stato.
Maradona torna ad essere il Pibe de Oro. Quando lui, d'Oro, lo è sempre stato.
Addio, Diego Armando Maradona. Nella speranza che ora, a differenza di Michael Jackson, ti lascino davvero riposare in pace.
Post di
Marco Di Gregorio, dal Michael Jackson FanSquare.