È sempre più bufera sul progetto di edificazione della parte nord della Spianà. Proprio mentre si riuniva la commissione consiliare per riesaminare la proposta di delibera del consigliere dell'Udc Alberto Benetti (alla presenza dell'assessore all'Urbanistica Roberto Uboldi, inizialmente favorevole), a protestare ora sono gli abitanti di Borgo Milano e di San Massimo che definiscono il progetto «mostruoso» per le sue dimensioni. A illustrarne i contenuti è stato il capogruppo della Margherita in Consiglio comunale, Carla Padovani, durante un'affollata assemblea pubblica all'istituto San Zeno, cui hanno partecipato alcuni consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione.
Il progetto prevede la costruzione di sette maxi-unità immobiliari, di altezza variabile fra i 32 e i 46 metri, in pratica sette torri simili a quelle del Saval, quattro delle quali con 15 piani. Tutte assieme conterranno fino a circa 750 appartamenti, 150 dei quali da destinare alle forze dell'ordine, un centinaio in edilizia convenzionata da cedere a utenti di prima casa (Ater), più circa 350 a libero mercato. Il resto andrebbe discrezione della Valdadige costruzioni e della Sarmar, le due imprese che hanno presentato il progetto. Ma i residenti intervenuti all'assemblea non ci stanno nel modo più assoluto, giacché la nuova edificazione finirebbe per attirare fino a 2.500 nuovi abitanti nella zona a sud dell'istituto dei Salesiani fino a via San Marco, con un prevedibile aggravio di traffico sulla già critica circolazione di corso Milano e di via San Marco.
Nel prendere le difese dei residenti, il consigliere Carla Padovani ha comunque ammesso le perplessità all'interno dell'amministrazione comunale riguardo al progetto. «In realtà l'intervento non passerà» ha assicurato il consigliere della Sinistra europea Mauro Peroni nel respingere le accuse di «doppiogiochismo» della giunta Zanotto, dal momento che tra Borgo Roma e la fiera sorgerà accanto al Polo finanziario un complesso residenziale grande quasi il doppio rispetto a ciò che si vorrebbe fare qui.'
Ma a preoccupare i residenti ci sarebbe anche l'ambiguità rappresentata dalla 'zona bianca' che il futuro Piano di assetto del territorio prevede per quest'area della città. Si tratta in pratica di aree nelle quali è comunque prevista la possibilità i edificare e di installare servizi senza particolari vincoli ma a discrezione delle amministrazioni. Su questo aspetto si è innestata la perplessità di molti dei residenti intervenuti, per i quali l'eventuale voto contrario dell'attuale giunta non escluderebbe in futuro il pericolo di veder sorgere ciò che si teme, dal momento che, nuovo Pat alla mano, le future amministrazioni potrebbero pronunciarsi diversamente.
In difesa della propria proposta è infine intervenuto il consigliere Alberto Benetti, che ha fra l'altro precisato che l'area della Spianà non verrebbe interessata dalle eventuali costruzioni, giacché la zona a nord di via San Marco non è interessata al progetto di parco elaborato quasi trent'anni fa dall'architetto Arrigo Rudi (presente all'incontro). «Il progetto, beninteso, non l'ho presentato io», ha sottolineato Benetti. «Mi sono limitato a porlo all'attenzione della giunta la possibilità di creare qui una nuova edificazione in presenza di un finanziamento statale di 13 milioni di euro più altri per l'edilizia convenzionata. La giunta, vorrei ricordarlo, non ha mai espresso parere contrario a questa proposta, che ha incontrato, anzi, il parere favorevole dell'assessore Uboldi, almeno inizialmente, e pure di alcuni consiglieri di maggioranza. Perché non mi è stato risposto subito di no? La mia proposta non era poi calata esclusivamente su Borgo Milano; di fronte alle perplessità si poteva benissimo optare per un'altra zona della città».
Si aspetta ora il parere della commissione consiliare e poi verrà convocato un Consiglio straordinario su questo tema. Ma c'è da scommettere che fino ad allora il clima sulla Spianà resterà incandescente.
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