Il mondo di Cézanne nei colori e nelle forme della sua Provenza

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vanni-merlin
00martedì 15 agosto 2006 17:12
Il mondo di Cézanne nei colori e nelle forme della sua Provenza


di Annalisa Serpilli

Un pittore conosciuto e celebrato in tutto il mondo, 85 dipinti provenienti dai musei più prestigiosi, 30 acquerelli finissimi e rari, 4500 mq suddivisi in 12 sale espositive.
Basterebbero questi ingredienti ad attrarre anche i più sofisticati amanti dell’arte. Se poi protagonista di questo grande evento è Paul Cézanne, allora forse siamo di fronte a una delle piu importanti esposizioni monografiche degli ultimi anni. Cézanne in Provence è il titolo della mostra ora e fino al 17 settembre al museo di Granet a Aix en Provence.
I colori della sua terra e del mare che tanto lo hanno ispirato, il piccolo museo che da giovane gli ha fatto scoprire l’arte, lo hanno riportato a casa. A cento anni dalla morte del Maestro d’Aix, la Provenza ha deciso di celebrarlo allestendo questa esposizione.
Allora fra le sale del Granet è possibile ammirare attraverso gli occhi di Cezanne, il piccolo porto, l’Estaque, le città di Bellevue e Gardanne, Il castello nero, dove ha dipinto la celebre tela Le Bagnanti, e l’Atelier des Lauves, dove si rifugia da Parigi nei momenti di lavoro e solitudine.
Cézanne è un artista complesso. A metà tra Impressionismo e Postimpressionismo, la sua ricerca pittorica getta le basi per la rivoluzione dell’arte attuata poi dal Cubismo di Braque e Picasso. A differenza di Monet, Degas e Pizarro, il colore per Cézanne è solo un punto di partenza. Ma la sua analisi lo porta oltre. Lo conduce nella materia, e nell’essenza della forma per arrivare alla sintesi delle cose. Negli ultimi dipinti di Cézanne il colore è sempre più denso, le forme sempre più geometriche. La sua tavolozza è complessa, contiene colori simili in varie gradazioni non per cercare l’attimo, “l’impressione” del momento, ma per trovare l’essenza della natura. Qualcuno scherzando diceva che iniziando i paesaggi in primavera e finendoli in inverno, il pittore era più volte costretto a cambiare colori. “Dipingere la natura, secondo il cubo, il cilindro, la sfera” spiegava Cézanne riferendosi al suo metodo piccorico. E da questa semplice frase si intuiscono le conseguenze per il futuro Cubismo.
Cézanne ha chiesto così alla Provenza di fornirgli la materia quasi carnale di cui aveva bisogno per esprimere il suo mondo interiore ed è proprio alla sua Provenza che questa mostra è dedicata.
L’esposizione si apre con un’evocazione della casa padronale di Jas de Bouffan di cui il giovane pittore copre le pareti del salotto principale con enormi pannelli. Nella tenuta, Cézanne dipinge i suoi primi paesaggi all’aperto: filari di castagni, lavatoi, strade tortuose e alcuni ritratti di amici o familiari, tra cui nel 1866, Le Père de l’artiste lisant l’Evénement (Ritratto di Louis-Auguste Cézanne).
Nella 3ª e 4ª sala protagonisti sono gli acquerelli che per Cézanne sono lo strumento per raffigurare il motivo essenziale di un tema, spingendosi fino all’astrazione e sfruttando il bianco del foglio come un’improvvisa apparizione di luce.
Poi l’Estaque, il porticciolo del golfo di Marsiglia. "È come una carta da gioco: tetti rossi sul mare blu" scrive l’artista a Pissarro nel 1876. In questi luoghi Cézanne nasce e si forma come il pittore della Provenza. I colori, i giochi di luce fra le acque terse del porto, e il sole caldo della Francia Mediterranea, sono i protagonisti delle prime tele.
Nella 6ª e la 7ª si assiste alla rappresentazione di Bellevue e Gardanne. Fra il 1885 e il 1887, il pittore si cimenta con nuovi temi. Ad attrarre la sua a attenzione sono gli ampi panorami, i paesaggi aperti in fondo ai quali si staglia la montagna Sainte-Victoire. Qui nasce lo studio verso la struttura, la complessa geometria del paese sviluppando una problematica che Braque, Picasso o Derain riprenderanno dopo di lui.
Con Les Grands Pins (I Grandi Pini) di San-Pietroburgo e di San Paolo del Brasile, presentati come un dittico, il pittore raffigura la natura nella sua trasparenza e nella sua opacità. In un’opera l’albero proietta i suoi rami al di fuori della tela; in un’altra, l’artista si rifugia nello spazio limitato del dipinto.
Poi la sala dei ritratti. I Joueurs de cartes (Giocatori di carte) concentrati sul loro gioco, i Paysans (Contadini ) raffigurati tra realtà e invenzione e la moglie del pittore, ritratta nella tela Madame Cézanne dans la serre (Madame Cézanne nella serra).
Fra i ritratti e le piccole tele, l’occhio si posa su Le Château-Noir, la tenuta di Jas de Bouffan. L’artista ha amato molto questo luogo selvaggio e la bizzarra casa dai richiami gotici da dove si sprigiona un’impressione tragica.
La penultima sala contiene opere create nel celebre Atelier des Lauves che il pittore fece costruire nel 1902 per lenire il dispiacere causato dalla vendita della de Bouffan.
"Ho un grande atelier in campagna dove lavoro e dove mi trovo meglio che in città. Ho fatto dei progressi. Mi chiedo come mai così tardi e così faticosamente" (lettera a Vollard, 9 gennaio 1903). In questo luogo, confortato dalla sola presenza del Jardinier Vallier (Giardiniere Vallier), Cézanne può lavorare ai grandi formati conosciuti con il nome di "Grandes Baigneuses" (Grandi Bagnanti). Queste rappresentazioni idilliache tra l’uomo e la natura appartengono ad una lunga tradizione di immagini arcadiche. A partire da queste opere di fantasia, Cézanne mette a punto un vocabolario, gesti, atteggiamenti e tendenze che conserva fino alla fine della sua vita d’artista. Les Grandes Baigneuses (Le Grandi Bagnanti) sono le opere provenzali più importanti mai realizzate dal pittore per i ricordi, le emozioni e i desideri che queste tele trasmettono: fusione armoniosa di un desiderio erotico incarnato nelle figure umane fantastiche.
La mostra si chiude con una serie di rappresentazioni della Montagna Sainte-Victoire, dipinte negli ultimi anni di vita dell’artista. Se a partire dal 1870, la Sainte-Victoire è regolarmente presente nelle opere di Cézanne, è soltanto dopo l’insediamento nell’atelier des Lauves che il motivo "invade" i suoi quadri tanto da diventare il soggetto esclusivo, il tema emblematico dell’insieme della sua opera. Cézanne e la Sainte-Victoire sono così intimamente legati che a volte si ha l’impressione che la montagna sia davvero esistita soltanto grazie alla volontà del pittore di rappresentarla e farne la sua firma stilistica.

Aix en Provence
Museo Granet
Fino al 18 settembre
www.cezanne-2006.com




da: www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&codid=20.0.1947322856&artType=Articolo&DocType=Libero...

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