Il lupo nelle favole

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Nebaska
00mercoledì 16 maggio 2007 14:54

Nelle favole il lupo viene rappresentato quasi sempre quale mangiatore di uomini e spirito cattivo. Le favole dei fratelli Grimm hanno tramandato quest'immagine del lupo per generazioni, ad esempio con le storie di "Cappuccetto rosso" o "Il lupo e le sette caprette".

Quale alternativa, la terza storia mostra il lupo qual è in realtà: un animale selvatico né buono né cattivo, affascinante, ma temuto dagli allevatori quale predatore di pecore.



Cappuccetto rosso

C'era una volta una bella bambina cui tutti volevano bene, ma più di tutti gliene voleva la sua nonna, per questo le faceva ogni genere di regali.

Una volta le regalò un cappuccio di velluto rosso e poiché le stava così bene che la bambina non voleva più indossare nient'altro, essa venne chiamata Cappuccetto rosso.

Un giorno la mamma le disse: "Vieni Cappuccetto rosso, ti ho preparato una fetta di torta e una bottiglia di vino, portali alla nonna che è debole e malata, le faranno bene. Parti prima che faccia troppo caldo e lungo la strada cammina con attenzione e non abbandonare il sentiero, altrimenti potresti cadere e rompere la bottiglia e non avresti più niente da portare alla nonna; e quando arrivi da lei non dimenticare di dirle buongiorno e non curiosare prima in ogni angolo."

"Farò tutto come si deve", promise Cappuccetto rosso alla mamma. La nonna però abitava in mezzo al bosco, a mezzora di cammino dal paese, e quando Cappuccetto rosso arrivò nella foresta, incontrò il lupo. La bambina non sapeva che era un animale molto cattivo e non ne ebbe paura.

"Buongiorno, Cappuccetto rosso", disse lui. "Buongiorno signor Lupo" "Dove vai così di buon mattino, Cappuccetto rosso?" "Dalla nonna." "Cosa nascondi sotto il grembiule?" "Vino e una torta che abbiamo cotto ieri al forno; la nonna è debole e malata e avrà piacere di gustarne un pezzetto." "Cappuccetto rosso, dove abita la tua nonna?" "La sua casa si trova un buon quarto d'ora più avanti, nel bosco, sotto le tre grandi querce. Più in basso si trovano le siepi con i noccioli, le conoscerai sicuramente", disse Cappuccetto rosso.

Il lupo pensò tra sé e sé: "La tenera bambina è un boccone prelibato, che sarà ancora migliore della vecchia: devi fare il furbo se vuoi acchiapparle entrambi." Allora camminò per un tratto accanto a Cappuccetto rosso e poi disse: "Cappuccetto rosso, guarda quanti bei fiori ci sono, perché non ti guardi attorno? Non senti come cinguettano dolcemente gli uccellini? Cammini come se stessi andando a scuola, eppure camminare nel bosco è così divertente."

Cappuccetto rosso aprì gli occhi e quando vide come i raggi del sole danzavano tra i rami degli alberi e tutto era pieno di fiori meravigliosi, pensò: "Porterò alla nonna un mazzo di fiori freschi, le farà sicuramente piacere; è ancora così presto che sicuramente arriverò in tempo". Lasciò il sentiero e raccogliendo i fiori si inoltrò nel bosco; ma quando ne aveva colto uno ne vedeva un altro più lontano che le sembrava ancora più bello e così si spinse sempre più profondamente all'interno della foresta.

Il lupo invece corse direttamente alla casa della nonna e bussò alla porta. "Chi è?" "Cappuccetto rosso, ti porto del vino e una fetta di torta, aprimi." "Entra pure", disse la nonna, "sono troppo debole e non posso alzarmi." Il lupo abbassò la maniglia, la porta si spalancò ed egli andò dritto al letto della nonna: e senza dire una parola l'ingoiò. Poi indossò i suoi vestiti e la sua cuffietta e si mise nel suo letto.

Cappuccetto rosso si ricordò della nonna solo quando ebbe colto talmente tanti fiori da non riuscire più a portarli. Velocemente si mise in cammino verso la casa della vecchietta. Arrivata sul posto si meravigliò che la porta fosse aperta e appena entrò tutto le sembrò talmente strano che pensò: "Oh, mio Dio, che paura mi fa oggi qui dentro, eppure d'abitudine sto così volentieri dalla nonna!"

Disse "Buongiorno", ma non ricevette nessuna risposta. Allora si avvicinò al letto e tirò indietro le tendine: la nonna giaceva nel letto, aveva calato la cuffietta fin sopra il viso e le pareva proprio strana. "Ehi, nonna, che orecchie grandi che hai!" "E' per sentirti meglio." "Ehi, nonna, che occhi grandi che hai!" "E' per vederti meglio." "Ehi, nonna, che mani grandi che hai!" "È per stringerti meglio." "Ma, nonna, che orribile bocca grande che hai!" "È per mangiarti meglio."

Appena il lupo ebbe detto queste parole, balzò fuori dal letto e divorò la povera Cappuccetto rosso.


Poi si mise di nuovo a letto, si addormentò e cominciò a russare rumorosamente. Proprio in quel momento il cacciatore passava vicino alla casa e pensò: "Come russa la vecchia signora, sarà meglio andare a vedere se ha bisogno di qualcosa."

Entrò in casa e, appena arrivò presso il letto, vide il lupo lì sdraiato. "Finalmente ti trovo, vecchia carogna" disse "ti ho cercato a lungo." Prese la mira, ma poi gli venne in mente che il lupo poteva aver mangiato la nonna e che forse era ancora viva; non sparò ma prese un paio di forbici e cominciò a tagliare la pancia del lupo addormentato. Fatti un paio di tagli vide apparire il cappuccio rosso e dopo pochi altri tagli la bambina saltò fuori esclamando: "Che paura che ho avuto, era così scuro nella pancia del lupo!" Subito dopo uscì anche la vecchia nonna ancora viva, anche se respirava a fatica.

Cappuccetto rosso raccolse svelta svelta molte grandi pietre con le quali riempirono la pancia del lupo; appena si svegliò, l'animale volle scappare ma i sassi erano così pesanti che si accasciò al suolo e morì. Allora tutti e tre cominciarono a ballare dalla gioia: il cacciatore scuoiò il lupo e si portò a casa la pelliccia, la nonna mangiò la torta e bevve il vino che aveva portato Cappuccetto rosso e guarì. Cappuccetto rosso, da parte sua, pensò: "Non andrò mai più da sola nel bosco abbandonando il sentiero, quando la mamma me lo proibisce."
lupo anziano
00mercoledì 16 maggio 2007 16:17
...
Brava! Questo è un post che mi sta a cuore...
E' proprio per colpa di sti cantastorie e della chiesa che i lupi sono stati sterminati,e non esiste connubio più pericoloso qunado a dei cantastorie di falsità, si unisce la nostra "amata" chiesa... (sia chiaro che è sarcastico la parola"amata")...
Ma chi si credevano di essere sti preti, questi cosiddetti uomini di Dio, che si erigevano fautori della verità,al servizio dello stesso Dio che ha creato quei lupi che loro sterminavano e reputavano figli del diavolo?
Ho sempre detestato la chiesa ed il suo passato e la odio ancora oggi...
Io son fiero di essere lupo...perchè so cosa vuol dire guardarne uno negli occhi...
Alla faccia dei falsi preti e suore...
Quanto ai fratelli Grimm non mi stupisce questo, lo sapevo già, di fatti già da bambino provavo pena per i lupi che venivano uccisi e sterminati, che erano sempre i malvagi, quando di malvagio se andiamo a vedere c'era solo di cappuccetto rosso che non aveva nient'altro di meglio da fare che andare a seccare gli animali nel bosco...ed il lupo ha solo seguito la sua natura...tutto qui...
e poi se devo essere sincero ha fatto bene a papparsela, perchè quella bambina e l'esatta rappresentazione (nascosta) degli umani che invadono la natura e vincono sempre anche col torto, e poi l'errore è stato di lei che non si è fatta gli affari propri...aveva solo da starsene a casa a giocare a birille...
e poi hano rappresentato il lupo come un animale depravato e sanguinario, assetato di sofferenza, e qui non va bene!
perchè oltre a dare una esatta falsa immagine del lupo che invece per gli indiani era poratore e condivisore di verità, hano alimentato l'odio nei confronti di questo essere stupendo...
Quindi io dico " Evvaiva il lupo che si è pappato cappuccetto rosso, quella ragazzina bisbetica e impicciona"
Poteva anche papparsi il caccaitore, cosa che non accade perchè i falsi buoni vincono sempre, e di fatti prorpio il cacciatore,portatore di morte e distruzione la fà franca e vince sui giusti...
beh ora sriverò io una favola in cui il lupo fa davvero il cattivo e vince visto che lo si vuole vedere sempre così!
Così imparano!


Akyaky
00mercoledì 16 maggio 2007 23:16
Eccovi quella che è sempre stata la mia favola preferita. Di Esopo. (eh sì, leggevo Esopo e non cappuccetto rosso, mi sa che è per questo che son cresciuta distorta...)
[SM=x1169385] Il lupo e il cane [SM=x1169385]
"Un lupo tutto striminzito dalla fame incontra un cane ben panciuto.
Si salutano e si fermano:
- Donde vieni così lucido e bello? E che hai mangiato per farti così grasso?
Io che sono tanto più forte di te, muoio di fame.
E il cane:
- Se vuoi ce ne è anche per te. Basta che tu presti lo stesso mio servizio al padrone.
- E che servizio?
- Custodirgli la porta di casa e tener lontani i ladri di notte.
- Uh! Ma io sono prontissimo! Adesso sopporto nevi e piogge nel bosco, trascinando una vita maledetta. Mi dev'essere molto più facile vivere sotto un tetto e riempirmi lo stomaco in pace.
- Allora vieni con me.
E vanno. lungo la via il lupo vede una spellatura al collo del cane.
- Che roba è quella, amico mio?
- Oh... è niente.
- Ma se vuoi dirmelo...
- Qualche volta, per la mia natura impetuosa, mi tengono legato perchè stia quieto durante il giorno e vigili la notte.
Ma al crepuscolo vado in giro dove mi piace; mi si porta il pane senza che io debba chiederlo, il padrone mi da ossi della sua tavola, la servitù mi getta qualche boccone: gli avanzi di ogniuno sono miei. Così, senza fatica, mi riempio la pancia.
- Ma se si ha voglia di uscire, è permesso?

- Proprio interamente no.
A questo punto il lupo rifletté un solo istante e disse:
- Addio, caro: goditi pure le tue gioie: io non baratto la mia libertà con un regno.


Anche Esopo tratta molto male i lupi. Ma con questa sola favola, si prendono ogni rivincita!
Akela il solitario
00mercoledì 16 maggio 2007 23:31
C'è un altra favola di Esopo dove il lupo appare meno crudele e diabolico, mz forse perché non è affamato. Comunque vi è un gesto di clemenza ad opera di un lupo. [SM=x1169385]

l lupo sazio e la pecora (Esopo)
Quello era davvero un gran giorno per un lupo rinomato in tutto il contado per la sua insaziabile fame. Infatti, senza neppure alzare un dito egli era riuscito a procurarsi ottime prede trovate casualmente a terra perché colpite da qualche cacciatore e si era preparato un pranzo degno di Re! Il lupo, dopo avere abbondantemente mangiato, si inoltrò nella foresta per fare due passi. Fu così che incontrò una mansueta pecorella la quale, terrorizzata dal temibile animale notoriamente suo nemico, non riuscì neppure a muoversi, paralizzata dallo spavento. Il lupo, più per istinto che per altre ragioni, afferrò la preda tenendola stretta, stretta. Ma solo dopo averla catturata si rese conto di essere talmente sazio da non avere più alcun appetito. Occorreva trovare una valida giustificazione per poter liberare quella pecora senza fare brutta figura.
" Ho deciso" Disse quindi il lupo "di lasciarti andare a condizione che tu sappia espormi tre desideri con intelligenza.
La pecorella sconcertata, dopo aver pensato un istante rispose: "Bè, anzitutto avrei voluto non averti mai incontrato. Seconda cosa, se proprio ciò doveva avvenire, avrei voluto trovarti cieco. Ma visto che nessuno di questi due desideri è stato esaudito, adesso vorrei che tu e tutta la tua razza siate maledetti e facciate una brutta fine perché mi avete reso la vita impossibile e avete mangiato centinaia di mie compagne che non vi avevano fatto alcun male!"
Inaspettatamente il lupo, invece di adirarsi come prevedibile, dichiarò:
"Apprezzo la tua sincerità. Hai avuto molto coraggio a dirmi ciò che realmente pensavi per questo ti lascerò libera!" Così dicendo liberò la pecorella e, con un cenno di saluto, la invitò ad allontanarsi.
lupo anziano
00giovedì 17 maggio 2007 12:06
Lupi saggi...
E di nuovo qui il lupo è rappresentato come cattivo...
ma io dico, ma è mai possibile che quando un qualsiasi animale caccia, come ad esempio l'orso che mangia pesci, o il leone che mangia le antilopi nessuno dice nulla (perchè ovviamente è cosa normale che gli animali caccino), e quando lo fa il lupo invece si deve sempre dire qualcosa di negativo?
Se andiamo a vedere il leone è l'animale più prepotente in natura, il lupo no e rispetta la femmina, mentre il leone no...
ed è più severo coi cuccioli...
Ma perchè il lupo è sempre descritto come malvagio?
Cos' ha fatto di male? Questa è colpa della chiesa e di cantastorie da quattro soldi di cacio...ecco che cosa!!!
Se poi andiamo a vedere per gli indiano è simbolo sacro, ed anche per gli inuit, i sami ed i siberiani..
Lo stesso Francesco d'Assisi difendeva il lupo, poichè gli parlò (bellissimo)....
C'è una cosa che voglio riportare qui,dal mio fantastico libro sul lupo:
Ad un vecchio Inuit fu chiesto, chi ne sapesse di più sulle montagne tra un Naskapi ed un lupo...Ed il vecchio rispose sorridendo: "Allo stesso modo...Ne sanno allo stesso modo!"
E con questo ho detto tutto...
ma possibile che noi europei eravamo così degradanti? Uffa..sempre figuracce ci tocca fare davanti agli altri...


[SM=x1169385]
Akela il solitario
00giovedì 17 maggio 2007 13:23
Mah, la figura del lupo cattivo si sarà diffusa nel continente europeo proprio perché era l'unico predatore che effettivamente risultava essere pericoloso per gli allevamenti e per l'uomo. L'uomo ignorante e irrispettoso verso la natura quale l'uomo europeo(soprattutto lui) gli attribuiva figura maligna ed egoista! Come sempre è facile biasimare gli altri, giudicando le loro azioni senza meditare sui motivi, e altrettanto facile non guardare gli aspetti positivi. Sarà forse per questo che molti favolisti hanno adottato tale figura per impersonare il male. Son convinto che se il leone fosse stato delle nostre zone avrebbe assunto un ruolo simile nelle favole [SM=x1169382] ...
Nebaska
00giovedì 17 maggio 2007 20:26
[SM=x1169390] Lupo Anziano detto fatto [SM=x1169390] Volevi una spiegazione degna??? ti accontento subito riportando uno articolo firmato da un nome illustre della psichiatria italiana, il professor Alberto Caputo, per una volta in veste di scrittore. Buona lettura!


Il Lupo e i suoi simboli

Il lupo incarna la doppia veste di bestia selvaggia portatrice di morte e distruzione, e al tempo stesso iniziatore e portatore di conoscenza
Animale iperboreo, rappresenta la luce primordiale originale e lo si ritrova infatti al centro di tutte le antiche tradizioni nordiche: è l’animale che vede la notte e i suoi occhi al buio sono luminosissimi.
Ma il lupo è anche uno degli animali totemici più importanti delle antiche civiltà nomadi; un archetipo che incarna motivi sessuali ancestrali, ancor più paurosi della sua stessa animalità
Nelle regioni siberiani esso rappresenta la fecondità. (Marte, il fallo). Per i Mongoli, ad esempio, è l’antenato del conquistatore Gengis Khan: il lupo celeste è il compagno della cerva bianca, che rappresenta la terra da cui nascono eroi e capi di alto lignaggio.
La forza e l'ardore in combattimento fanno del lupo un'allegoria guerriera per molti popoli: "Io sono il lupo solitario, mi aggiro in paesi diversi" recita un canto di guerra degli indiani d'America. Il lupo bianco, Fenrir fu associato, nei paesi scandinavi arcaici, al dio della vittoria Tyr, ed alla di lui runa Taiwaz.

UN FEROCE PREDATORE
Nella nostra cultura il lupo è noto soprattutto per la sua ferocia e la voracità aggressiva. Assurge a simbolo di malvagità in quanto pericolo reale connesso al mondo agreste della pastorizia, nelle zone montane e nelle pianure ove aggrediva le greggi sterminandole. Il terrore che incute questo splendido animale è però atavico e universale: può essere associato al buio della caverna, all'abisso delle sue fauci fameliche, alle fitte pericolose foreste. Nella nostra tradizione culturale ci sono tanti "detti popolari" che lo vedono protagonista, sempre nella sua veste spaventosa ("tempo da lupi", "fame da lupi"), oppure ne sottolineano l'aspetto pericoloso ("In bocca al lupo!"), o per la sua istintuale aggressività ("Il lupo perde il pelo ma non il vizio") e molti altri ancora che sembrano metterne in luce la selvatichezza e l'indomabilità quali caratteristiche solo negative. Ma come tutti i simboli, anche il lupo ha una natura ambivalente: la sua gola è la caverna, l'inferno, la notte, l'antro pericoloso il cui passaggio, tuttavia, è necessario poichè porta alla liberazione. Quanto alla sua similarità con il cane che, anche geneticamente è suo antenato, il lupo è anch'esso psicopompo e sorveglia l'entrata del regno dei defunti. Nei musei di Perugia e Volterra sono conservati dei vasi funerari etruschi raffiguranti il lupo che si affaccia dalla caverna in comunicazione con l'altro mondo. Le sue stesse fauci sono simbolo di quell'antro da cui non si fa ritorno… Spirito minaccioso, dunque, ma dotato di grande fascinazione per la potenza che, nel bene e nel male, suscita nella coscienza: come la luce esce dall'ombra, il lupo esce dalla tana e dal bosco. Nella mitologia greca, come incarnazione di Marte, rappresentava il lato distruttore, mentre gli era attribuito un ruolo solare quando era simbolo di Apollo. Il bosco sacro che circondava il suo tempio era chiamato lukaion o regno del lupo; Aristotele vi teneva le sue lezioni: ecco l'origine della parola liceo. Il lupo è dunque tramite e portatore di una conoscenza che viene dalle tenebre e dal regno delle ombre, per questo è pericoloso: evoca un'idea di forza a stento contenuta, è forse simbolo dell'esperienza archetipica con il numen, che, per definizione, è fuori dal tempo e non è assimilabile ad alcuna altra esperienza precedente. Ed è così profondamente radicato all'inconscio da costituire il ruolo di iniziatore, riscontrabile anche nelle aree dell'Europa del Nord che hanno sviluppato dei miti in proposito. In molte civiltà appare come genitore e fondatore e, in quanto tale, è associato all'idea di fecondità. Una delle leggende a noi più vicine è quella di Romolo e Remo, i gemelli fondatori della città che diverrà il cuore stesso di tutta la Cristianità. Anche i Turchi affermavano di essere stati allevati da lupe - la mitica ASENA, la lupa grigia - e Aristotele racconta che la lupa Leto partorì i gemelli Apollo e Artemide.
Altre leggende particolari, anch'esse molto antiche, sono quelle che riguardano la licantropia, ovvero la metamorfosi, nelle notti di plenilunio, degli esseri umani in lupi.
Nella Grecia antica, esisteva una città, Licopodi, nella quale erano condotti i licantropi e ivi rinserrati, nella convinzione che potessero recare danno alla comunità. Anche nella Bibbia c'è un esempio famoso: "la follia del lupo" prese anche il re Nabucodonosor. Difatti, per “licantropia” s’intende, a tutt’oggi, una forma di pazzia spesso furiosa, per cui il malato diventa preda di un desiderio irrefrenabile di urlare, di mordere, di rifugiarsi in luoghi solitari, secondo il comportamento naturale del lupo. L'esistenza di tali mostri ha ossessionato l'umanità per tutto il Medio Evo, e si cominciò a dubitare di essi solo nel XVIII secolo. Peraltro nei paesi germanici sorse una vastissima letteratura sui cosiddetti “lupi mannari” e, nelle popolazioni latine, quella dell’uomo “versipelle”, un personaggio demoniaco provvisto sottopelle di pelo di lupo, pelo che poteva fargli assumere l’aspetto di un enorme animale. Per le società cristiane il lupo è la raffigurazione del male, poiché esso è il più grande cacciatore e nemico dell’agnello, che rappresenta la bontà e la sottomissione. Esso venne scelto come simbolo da molti popoli barbarici, che durante le loro invasioni, si identificarono con questo predatore, seminando morte e distruzione in suo nome. In Spagna è la cavalcatura dello stregone, mentre le streghe, per recarsi al Sabba, portavano dei lacci di pelle di lupo. Sempre nella tradizione popolare medioevale, al lupo appartiene la voracità, l'ingordigia, mentre la lupa diviene il simbolo della lussuria e della passionalità sfrenata. La parola romana lupanaro, o bordello, proviene appunto dalle lupe, le prostitute.
In ultima analisi, il lupo svolge, in Europa, lo stesso ruolo del giaguaro in Sud America: è la gola mostruosa (il buio) che inghiotte il sole (la coscienza), dinamica che, tuttavia può essere ribaltata se pensiamo al viaggio iniziatico che prevede l'inderogabile necessità per l'uomo di attraversare, per la sua stessa salvezza, il mondo degli inferi, per riportare la luce nella comunità umana.

LUPI E FIABE
l lupo è rimasto nell’immaginario infantile come figura che incute timore. Ai bambini, ancor oggi è paventata la figura dell’animale come una sorta di spauracchio, figura presente nella letteratura favolistica che lo presenta come elemento negativo da evitare e, possibilmente da uccidere e da esorcizzare.
Il lupo è uno degli indiscussi protagonisti delle fiabe. Sempre con connotazioni negative: un orco del mondo animale. Una strega maschio. Un costante incubo che investe della sua negatività anche il bosco, tramutandolo in un ambiente pauroso, minaccioso, nero.
Non a caso con il lupo (spesso attraverso la rilettura e l'interpretazione di "Cappuccetto Rosso") si sono cimentati Freud, Jung, Fromm, Bettelheim, Verena Kast, Marie-Louise Von Franz, Hertz.
"Nell'essere umano il lupo personifica un desiderio indifferenziato di divorare tutto e tutti, di avere tutto, spesso a causa di un'infanzia infelice. Queste persone sviluppano un lupo affamato dentro di sé. Sono totalmente soggetti alla coazione. Il lupo provoca in loro un'insoddisfazione costante, ringhiante. Essi vorrebbero letteralmente divorare il mondo intero" . (Marie-Louise Von Franz).
"E' il 'principio avido'. Ciò che lo caratterizza sono la fame e il desiderio di lotta. E' aggressivo, bellicoso. Cappuccetto Rosso incontra l'aspetto aggressivo, attivo e distruttivo sotto le sembianze d'un lupo, dunque ancora in forma di animale, di istinto e pulsione" . (Verena Kast )
"Dal principio alla fine di Cappuccetto Rosso non si fa il minimo accenno a un padre. Ciò suggerisce che il padre è presente, ma in forma nascosta. Il padre è in effetti presente in Cappuccetto Rosso in due forme opposte: come lupo, che incarna i pericoli di violenti sentimenti edipici, e come cacciatore nella sua funzione protettiva e salvatrice". (B. Bettelheim)
"Il maschio è rappresentato come un animale crudele e astuto e l'atto sessuale è descritto come un atto di cannibalismo in cui il maschio divora la femmina". (Erich Fromm).


(Autore: Alberto Caputo)





Akyaky
00martedì 22 maggio 2007 00:26
Re: Lupi saggi...

Scritto da: lupo anziano 17/05/2007 12.06

C'è una cosa che voglio riportare qui,dal mio fantastico libro sul lupo:
Ad un vecchio Inuit fu chiesto, chi ne sapesse di più sulle montagne tra un Naskapi ed un lupo...Ed il vecchio rispose sorridendo: "Allo stesso modo...Ne sanno allo stesso modo!"


[SM=x1169385]


Quale, quale? di che libro sul lupo parli??? scusami, ma io i libri me li mangerei tutti, sui lupi poi!!!!

In compenso posso dirti che non ho finito di leggerlo ma nel nuovo libro di Masson ("L'abbraccio dell'Imperatore"), che parla della paternità degli animali c'è un intero capitolo, molto bello, sul lupo padre e su quanto sia splendido come padre. Poi c'è un confronto col cane, che ha "perso" l'istinto di paternità per acquisirlo versi i "nostri" cuccioli... quelli che lui vede come i cuccioli del "suo" branco, anche se di umani... e poi c'è una nota curiosa. E' vero, molte civiltà disprezzano il lupo. Ma quasi sempre c'è il mito del bambino-lupo, del bimbo che cresce allattato dai lupi, ne parla anche Nebraska. Perchè? l'autore se lo spiega in questo modo... dice che molto probabilmente pur considerando il lupo il principale predatore delle loro pecore, anche gli antichi delle nostre parti dovevano inconsciamente rendersi conto che il "nostro" nucleo familiare è simile al loro...
Però devo ancora finirlo... [SM=x1169390]
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