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Circolare trasmessa ai prefetti. Allo studio l'ipotesi di tagli che colpirebbero in prima istanza le imprese, l'agricoltura e l'energia
Prodi lancia il piano anti-siccità
Blocco dei consumi non essenziali
di FRANCESCO MIMMO
ROMA - La siccità diventa vera e propria emergenza. Tanto che il governo ha deciso di intervenire con un piano anticrisi. Intanto con una circolare ad enti locali e ministeri per invitarli a predisporre un piano di prevenzione e monitoraggio delle risorse. Ma se non dovesse bastare, arriverà un blocco dei consumi "non essenziali" di acqua. Un taglio che colpirebbe in prima istanza imprese, agricoltura ed energia per non penalizzare i cittadini e minimizzare eventuali conseguenze igienico-sanitarie per la popolazione.
L'inverno mite e secco ha creato un rischio altissimo di un'estate di siccità. Lo conferma un rapporto della Protezione civile diffuso ieri: le precipitazioni in autunno e inverno sono state tra il 20 e il 40% inferiori alla media. Nel Nordest e Centro si arriva a un 50-60%. Come se non bastasse la neve ha ricoperto appena un terzo del territorio coperto un anno fa.
Una situazione che ha reso necessario un piano di misure da predisporre in fretta. Il premier Romano Prodi ha così inviato una circolare a ministri, presidenti di regioni e prefetti con "indicazioni operative". Il presidente del consiglio invita tutti, nel pubblico e nel privato, a risparmiare risorse troppo spesso gestite in modo "irrazionale, inadeguato e conflittuale". Poi Prodi descrive un "sensibile e generalizzato deficit idrico in quasi tutti i principali bacini idrografici".
La circolare punta dunque a predisporre una serie di interventi preventivi per organizzare le risorse a disposizione. E chiarisce anche quali saranno i primi interventi in caso di crisi. Servono misure "volte, da un lato, a rafforzare i sistemi di previsione e monitoraggio e, dall'altro, a garantire gli indispensabili interventi di prevenzione, contrasto e mitigazione sia delle crisi che dei conseguenti disagi ed effetti dannosi per le popolazioni coinvolte". Per farlo servono uno "stretto raccordo e la più stretta e proficua collaborazione tra le amministrazioni competenti".
Il premier raccomanda dunque uno scambio di informazioni più accurato da far confluire alla Protezione Civile, chiamata a predisporre gli interventi in caso di necessità. Uno dei primi potrebbe essere il varo di una cabina di regia, come avvenne nel 2003, e si sta pensando anche a campagne di sensibilizzazione. Ma se non si riuscisse ad arginare l'emergenza, Prodi non esclude che si arrivi alla "riduzione o alla interdizione delle erogazioni per consumi idrici destinati a usi e servizi non essenziali". La priorità è "minimizzare disagi e conseguenze igienico-sanitarie per la popolazione" e, in seconda istanza, "contenere gli eventuali danni per i comparti di uso agricolo, industriale ed energetico".
Gli agricoltori hanno offerto la propria disponibilità al "piano di risparmio" di Prodi. "Siamo pronti a collaborare nelle azioni di prevenzione, contrasto e mitigazione necessarie", si legge in una nota Coldiretti che però invita anche a non dimenticare che l'acqua serve a tenere in vita il "made in Italy alimentare". Federutility (la federazione delle 550 aziende dei settori idrico ed energetico) ha chiesto che sia Palazzo Chigi a gestire l'emergenza con una cabina di regia unica.
(7 marzo 2007)
Mi domando come si possa definire "non essenziale" l'uso dell'acqua per irrigare le colture. Non essenziale, per me, è chi fa la doccia due volte al giorno! Senza contare che molta acqua viene ultilizzata anche per la produzione di energia elettrica. Se si svuotano gli invasi montani, la produzione diminuisce e il rischio di black-out aumenta.