Il flusso della vita

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cell in the hell
00martedì 11 luglio 2006 21:02
“Quando uno muore torna ad essere parte del mondo” (Final Fantasy 7)

Capitolo 1: L’amore

Quale sentimento è più forte dell’amore? Esiste qualcosa che possa spingere una persona ad essere dipendente da un’altra in un modo così gioioso? Solo l’amore può regalare queste percezioni, trasformare una vita piatta in qualcosa di indimenticabile. Non tutti sono in grado di amare, credono di farlo, ma quello non è amore. Ai giorni nostri, si ama per istinto o per abitudine, errore fatale, poiché questo non è un sentimento, è solo qualcosa che si deve fare, senza alcuna spiegazione comprensibile.

John Kratos amò Sara, questo era il volere degli Dei per il suo eletto. La mano fatata di Afrodite aveva conferito a Kratos la possibilità di scoprire un nuovo modo di vivere. La sua vita non era mai stata in funzione di sé, lui viveva per la sua missione, era questa a dargli un senso. Tuttavia, i sentimenti che provava per Sara cambiarono il suo DNA, la missione diventava un dovere e proteggere Sara otteneva un grado di priorità maggiore, il suo primo scopo di vita.

“ti proteggerò, Sara, con me sei al sicuro”
“non devi avere paura, ci sono io al tuo fianco”
“sei la mia ragione di vita, io sono il tuo protettore”
“sai una cosa? Sono sicuro che gli Dei ti proteggono poiché tu sei la mia metà”

Sara non credeva alla missione degli Dei, John l’avrebbe, l’avrebbe… (uccisa), ma non poteva toccarla, lei era così bella, così simpatica, così triste. Quel suo sguardo perso nel vuoto era una barriera per John, non poteva capire tutto di lei, era strano vederle cambiare l’umore così frequentemente. Tutto era causato dalla paura che potesse accaderle qualcosa di spiacevole, ma Kratos non temeva, poiché era sicuro di sé, troppo sicuro di sé. Proprio come nelle tragedie greche!

Capitolo 2: Il dramma

Il paragone fra la vita e l’elastico forse è un po’ troppo restrittivo per far capire quanto la vita sia importante. Se l’elastico viene tirato e si spezza, se ne prende un altro, com’è vero che ad ogni morte corrisponde una nuova vita. Nella dimensione del tempo, le nostre vite sono totalmente insignificanti, poiché duriamo così poco da non lasciare nulla per il futuro, o almeno noi crediamo questo. I figli sono l’unico modo per restare nella storia, imponendo quella parte di sé che ci può tenere uniti al mondo per sempre. Nascere, vivere, morire, le tre tappe dell’esistenza, questo non vale solo per l’uomo, ma per tutte le creature. L’elastico viene prodotto, se non lo si usa può restare fermo per sempre, ma dopo tanti anni è debole, basta poco per distruggerlo. Perché la vita non può essere infinita, perché per vivere nell’eternità bisogna passare attraverso la morte?

John vide la fine di Sara con i propri occhi. Fu un momento tragico, la vendetta di Kazama si stava compiendo e la disperazione era solo all’inizio. John fu vicino a lei nel momento del trapasso, quando “l’elastico” che teneva in vita Sara si stava spezzando. Tuttavia, questo processo aveva innescato in John una sorta di disperazione che non aveva più provato da quando perse i suoi genitori, da quel giorno in cui dovette cominciare una nuova vita nel nome degli Dei. Non voleva innamorarsi, ancora meno avrebbe voluto disperarsi.

Forse, John non avrebbe voluto sapere altro, voleva solo togliersi il peso di aver perso la persona che amava, ma c’era ancora qualcosa pronto a distuarbare la mente già malata del lottatore. Le risate di Kasha erano forti nella sua mente, la trasfigurazione della madre (le parole di Kazama: “madre, io e te uniti per sempre”) che gli rideva nella mente poiché l’aveva rifiutata per il volere degli Dei. Eppure quando il dottore si avvicinò a lui, in poche parole devastò il suo stato d’animo.

“mi dispiace signor Kratos, la signorina Slaughter era incinta, non so se lei ne fosse al corrente”

Non era un amore qualunque, il futuro di John avrebbe potuto essere più limpido. Crescere un figlio, portare un nuovo eletto nella Vera religione, però non solo questo. Lui voleva essere felice, desiderava vivere il ruolo di padre. John chiuse gli occhi e la sua mente lo immaginò felice insieme a Sara e c’era un giovane ragazzo che correva per abbracciarlo. Sì, era padre, ora era veramente felice, ma quell’immagine sparì, John tornò alla realtà e capì che non sarebbe più potuto accadere.

“ho perso mio figlio, ho perso mio figlio, ho perso mio figlio”

Perché doveva avvenire questo? Perché a lui che era un devoto servo degli Dei? John Kratos, un uomo distrutto da un dramma superiore alla sua comprensione. John tolse ogni maschera che ricopriva il suo carattere, finendo per essere distrutto dalla vendetta di Kazama.

Capitolo 3: La perdizione

Cosa accompagna la mente delle persone malate? Qualcuno di voi se l’è mai chiesto? Il disagio di vedere e sentire cose che nessun altro può minimamente immaginare, l’apertura di nuovi orizzonti (inesistenti) ed una voce interna pronta a far capire che nulla è reale, ogni cosa è frutto della propria immaginazione. Quella voce si risveglia solo quando il proprio ego è schiacciato, pronto ad essere soffocato.

“Gli Dei non mi hanno assistito”
“che la missione si fotta!”
“non posso servire qualcuno se non ho servito la persona che amavo”

Cattivi pensieri percorrevano la flebile mente del lottatore greco, una sempre più crescente rabbia ora era rivolta agli Dei, unici punti di sfogo in una situazione così drammatica.

Kratos: “perché mi avete illuso di poter amare? Afrodite, la tua invidia è stata così forte da chiedere questo favore ad Ade?”
Afrodite: “tu stai bestemmiando, John, sei fuori di te, non senti cosa stai dicendo?”
Kratos: “inutile che cerchi di giustificarti. Io mi sono distratto dalla missione per amare ed ora non sono più in grado di portarla avanti, tutto per colpa tua, il mio è…è… (odio!), sono infuriato”
Afrodite: “cerca di ritrovare la ragione, ricordi quello che ti avevo detto? Goditi il momento perché non durerà per sempre. Hai avuto la possibilità di amare, qualcosa che non farai più in futuro”
Kratos: “quindi era già tutto scritto, perché non sei stata chiara con me, dicendomi che mi sarei innamorato per un solo mese?”
Afrodite: “non avresti dato il meglio di te, eri veramente una grande persona in quel periodo, un vero uomo, devoto e felice”
Kratos: “certo, riesco a capire la situazione, ma perché la notizia del figlio, è questa che non riesco a capire”

Una falla nel sistema, qualcosa che non poteva essere spiegato

Afrodite: “mi dispiace, è successo perché è successo”
Athena: “la missione, John, mio servo, torna a noi”
Kratos: “non ho finito di parlare con Afrodite, voglio sapere da lei perché ho perso un figlio”

Non c’era una spiegazione logica o assurda, gli Dei non potevano rispondere a Kratos

Athena: “John, si nasce e si muore, poi c’è l’eternità. Il flusso della vita, è solo parte del flusso della vita, apri la mente e lo capirai da te”

John smise di parlare con gli Dei, forse non l’avrebbe più fatto, era troppo arrabbiato, era perso in se stesso. Sara era morta, il figlio che lei portava in grembo non sarebbe mai nato. Suo fratello era in vacanza in Grecia, gli aveva mandato un messaggio di condoglianze, ma non gli bastava. Era solo! Solo in attesa di un segno che gli permettesse di comprendere il segreto della vita.

Capitolo 4: La comprensione

I filosofi continuano a studiare la vita, cercando di capire cosa ci sia dietro a questa tappa che ognuno vive. Dopo un lungo studio, sono arrivati alla conclusione che per capire la vita terrena bisogna anche analizzare anche quella eterna. Ognuno la pensa nel modo che crede. Al di là, spiritismo, reincarnazione, nulla assoluto, quattro possibili interpretazioni che non possono essere smentite o accettate dall’umanità intera. Forse, la chiave per afferrare il segreto è di non puntare ad una sola delle soluzioni, bensì accettarle tutte come possibili, restare distaccati da un’unica corrente di pensiero.

Arrivò la sera, accompagnata da un freddo vento piuttosto inusuale a luglio. Da lì, la pioggia, prima a ritmo debole, poi incessante. La stessa pioggia che percorreva anche la mente del lottatore. Idee che piombavano nella sua testa per poi fuggire via. Eppure, la pioggia, quella vera, stava lasciando un messaggio a Kratos, un messaggio da parte degli Dei. John aprì una mano, guardò il palmo che pochi giorni prima Sara gli aveva accarezzato. Pensieri che sembravano distanti milioni di anni, eppure che lui era felice di percepire. Le gocce iniziarono a ricoprire la sua mano, la sensazione di acqua fredda gli ricordava una carezza di Sara. Fu così che egli capì il segreto della vita!

Quando si muore, ci si unisce al pianeta, si diventa parte del flusso della vita. Si dà energia ad ogni cosa, si sprigiona una forza capace di mandare avanti la natura stessa delle cose. L’essere umano vive per sempre, unendosi alla Terra. La morte è solo la soglia che conduce l’uomo al più importante obiettivo che esista, aiutare il pianeta e permettere la vita di nuovi individui. Morire per dare la vita ad altri, cosa c’è di più nobile della morte che fa sforciare una nuova esistenza?

Sara era lì, la sua famiglia era lì. Fra immagini velate del suo passato, John si inginocchiò e pianse di felicità, ringraziando gli Dei per avergli permesso di capire ogni cosa. Poteva tornare alla sua missione, vendicarsi di quello che aveva fatto Bryan Kazama.

E ricominciare a vivere, di nuovo!

cell in the hell
00martedì 11 luglio 2006 21:09
ovviamente non invento teorie. Quella che trovate nello spot è la teoria utilizzata in Final Fantasy 7, però tutto il lavoro è mio. Da FF ho solo preso l'idea che dopo la morte ci si unisca al pianeta.
IL TAGLIAGOLE CANADESE
00martedì 11 luglio 2006 21:56
Bravo Massimo, questo spot contribuisce a far crescere la mia ammirazione verso questo splendido personaggio :Sm1:
wordlife85
00martedì 11 luglio 2006 22:20
Kratos è un fenomeno, l'handler di Kratos è un fenomeno.

Non può che venire, al solito, un capolavoro
HHHThegame
00mercoledì 12 luglio 2006 02:15
spot profondo, da capire... pecca solo nel finale, come tutti i precedenti di Kratos a mio parere.

Comunque ottimo. :Sm1:
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