Il dovere di difendere la Fede a viso aperto

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Ghergon
00martedì 25 maggio 2010 12:44
Il dovere di difendere la Fede a viso aperto




Fra alcuni cattolici moderni sembra oramai invalsa la dannosa abitudine, incoraggiata alle volte anche dall'alto, di non difendere più Gesù Cristo e la Sua Santa Chiesa Cattolica quando, invece, l'occasione esigerebbe un atteggiamento del tutto contrario: il dovere di difendere la Fede a viso aperto con coraggio ed entusiasmo. Questo negativo modus operandi cela stravaganti "apologie" del tipo: " Dio non ha bisogno di essere difeso", oppure, "Dio si difende bene da solo"...etc etc, ma sono evidenti errori perchè Dio ha conferito proprio agli uomini, ai battezzati, un chiaro mandato - “…è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le genti“ (Mc 13,10)- che esige una chiarezza dialogica che non deve sottostare a prudenze troppo mondane: il cattolico, seguendo l'ordine di Dio, ha il dovere di ribadire la Fede Cattolica sempre e comunque al di là di ogni rispetto umano. Questo principio viene ...

... da sempre insegnato nel Catechismo della Chiesa Cattolica: nelle Opere di Misericordia Spirituale troviamo infatti le solide esortazioni ad "ammonire i peccatori" e ad "insegnare agli ignoranti" senza remore.

Quindi questo tacere a sproposito per non offendere magari il legato di turno di qualche falsa religione che invece pontifica pericolosamente errori a piene mani, si scontra col vero dovere del cristiano di difendere la Fede Cattolica in ogni frangente.

Vediamo cosa insegna Papa Leone XIII con l'Enciclica Sapientiae Christianae:

"Cedere all’avversario o tacere, mentre dovunque si alza tanto clamore per opprimere la verità, è proprio dell’inetto oppure di chi dubita che sia vero quello che professa.
L’uno e l’altro atteggiamento sono ignobili e ingiuriosi a Dio; l’una cosa e l’altra contrastanti con la salvezza individuale e collettiva: sono soltanto giovevoli ai nemici della fede, perché l’arrendevolezza dei buoni aumenta l’audacia dei malvagi.
Per questo è ancor più da condannare l’inerzia dei cristiani perché il più delle volte si possono confutare gli errori e le malvagie affermazioni facendolo spesso con poco sforzo; ma farlo sempre occorre un impegno molto più grande. Per ultimo, nessuno è dispensato dall’usare quella forza che è propria dei cristiani, perché con essa si spezzano spesso le macchinazioni e i piani degli avversari.
Ci sono poi dei cristiani nati per la disputa: quanto più grande è il loro coraggio, tanto più certa è la vittoria con l’aiuto di Dio.
Confidate: io ho vinto il mondo (Gv 16,33). E nessuno può opporre l’obiezione che il custode e il garante della Chiesa, Gesù Cristo, non ha bisogno certamente dell’opera degli uomini. Ma non è per mancanza di potenza, bensì per la grandezza della sua bontà che egli vuole che qualcosa si faccia pure da noi per l’opera della salvezza che egli ci ha procurato, e per ottenerne frutti sempre maggiori.

Gl’impegni più importanti di questo dovere sono di professare la dottrina cattolica a viso aperto e con costanza, e di propagarla come ciascuno può.
Infatti, come è stato affermato tante volte e con verità, niente è così dannoso per la dottrina cristiana che il non essere conosciuta.
Basta da sola a dissipare gli errori quando è appresa rettamente; se la mente con semplicità e non vincolata da falsi pregiudizi la comprende, la ragione dichiara di dovere assentire. Per vero, la virtù della fede è un grande dono della grazia e della bontà divina. Ma i mezzi con i quali si raggiunge la fede non sono generalmente altri che l’ascolto: Come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?.. La fede dipende dunque dalla predicazione, e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo (Rm 9,14-17).

Poiché dunque la fede è necessaria per la salvezza, ne consegue che si deve assolutamente predicare la parola di Cristo".

Esortiamo dunque sempre chi è nell'errore, esortiamo alla conversione, andiamo sempre fieri di Nostro Signore e del nostro essere cattolici e riabituiamoci ad insegnare e ad ammonire nella certezza che Dio Padre ce ne renderà sempre merito.
Ricordiamoci inoltre che se un nostro inopportuno silenzio dovesse condurre qualcuno alla perdizione, la responsabilità ricadrebbe anche su di noi.

Secondo il Concilio di Costantinopoli difatti:

"E’ chiaro, infatti, a tutti i fedeli che quando si tratta della fede, non solo l'empio è condannato, ma anche colui, che, potendo impedire l'empietà, trascura la correzione degli altri".

Concludo con le parole di Santa Caterina da Siena

Ahimè! Ahimè! Le membra di Cristo si corrompono perché nessuno le castiga.
Gesù ha una particolare avversione a tre vizi: l’impurità, l’avarizia e l’orgoglio che dilagano nella Chiesa di Cristo, cioè, in coloro che pensano soltanto ai piaceri, alle onorificenze, alle ricchezze.
Costoro vedono che i demoni dell’inferno rapiscono le anime… e non se ne inquietano, perché loro stessi sono dei lupi e trafficano con la grazia divina.
Sarebbe necessaria una giustizia forte per castigarli: l’esagerata compassione è a volte una grande crudeltà.

Giorgio Mastropasqua

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