Il cuore dei giocattoli

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sibilla522
00mercoledì 4 giugno 2008 06:04
Il cuore dei giocattoli

Anche i giocattoli hanno un cuore. Basta saperlo cercare e lasciar perdere le mode o le star della pubblicità. Sono i giocattoli di legno, di seconda mano così come quelli equi e solidali che alimentano la catena della solidarietà e dei diritti di chi li produce.

“I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie” sosteneva il filosofo francese Montaigne. Il gioco è una palestra dove ci si misura e si impara a diventare grandi. Di giocattoli se ne trovano per tutti i gusti e per tutti i desideri. Spesso nell’acquisto veniamo guidati dalla pubblicità che omologa gusti e sogni, invece dovremmo cercare i giocattoli che hanno un cuore. Comprando giocattoli facciamo girare l’economia, cerchiamo almeno di far girare quella giusta ponendoci qualche domanda.
Scegliere il giocattolo giusto è per gli adulti un preciso dovere oltre che un piacere per fare felice un bambino. E poiché i giocattoli hanno una funzione educativa, prima di acquistare un giocattolo dovremmo chiederci: come è stato prodotto? Con quali materiali? Sono stati rispettati i diritti dei lavoratori che lo hanno assemblato? E ancora, da quali mani è stato prodotto?Rispondere a queste domande non è una impresa facile, perché bisogna cercare delle alternative alle star dei giocattoli, come i mostri e le fatine dei cartoni animati.
Da qualche parte si deve pur cominciare e quando maneggiamo un giocattolo dovremmo conoscerne la storia, le condizioni di lavoro di chi lo ha prodotto, ma dovremmo anche chiederci se tra le mani dei nostri bambini finiscono “aberrazioni energetiche”, cioè prodotti che hanno richiesto troppa energia in rapporto alla loro stessa vita. Poi ci sono i materiali: i giocattoli di plastica per esempio sono fabbricati utilizzando petrolio, risorsa non rinnovabile, si degradano in fretta e in caso di rottura non sono riparabili contrariamente a quelli in legno. Una alternativa al legno può essere il mais, cioè giocattoli completamente biodegradabili costruiti con materiali derivanti dal granoturco miscelato a tinte naturali. Il più diffuso è l’happymais, una sorta di lego naturale in grado di scatenare la fantasia dei bambini e di tranquillizzare le mamme spaventate dai giocattoli allergici o tossici. Questi giocattoli sono prodotti nel Bangladeh da un produttore del commercio equo e solidale e distribuiti da Ecotoys. Ma non è tutto, la vendita degli eco-giocattoli alimenta la catena di solidarietà perché ecotoys sostiene Soleterre un’associazione umanitaria che lavora per garantire i diritti inviolabili degli individui, erogando servizi sanitari ed educativi.
A questo punto una domanda sorge spontanea: i giocattoli equi e solidali, sono anche sicuri? Lo abbiamo chiesto all’ing. Natale Consonni, presidente dell’Istituto Italiano per la Sicurezza dei Giocattoli (IISG). “Tutti i giocattoli, per essere commercializzati nella Comunità Europea, devono soddisfare i requisiti normativi –federconsumatori– e quindi non devono rappresentare alcun rischio, ossia elettrico, meccanico, chimico e di infiammabilità. La sicurezza dei prodotti è un dovere primario che aziende, produttori e importatori devono avere nei confronti dei consumatori. Se poi i consumatori sono i bambini, fornire garanzia di sicurezza significa rispondere ad un principio etico”. Chi verifica che i giocattoli siano conformi alla normativa? “Il produttore, e se non dispone di un laboratorio si rivolge agli istituti di certificazione”. In questo modo i prodotti, solidali e non, ottengono il bollino CE. “Ci sono poi i produttori coscienziosi e scrupolosi che non si accontentano della semplice CE e per questo richiedono una certificazione aggiuntiva.” precisa Consonni “sono produttori - ma anche importatori – che richiedono una analisi dei rischi. Un modo per garantire ulteriormente che quel prodotto nelle mani di un bambino non sarà pericoloso”. Chi si accolla queste spese? “L’imprenditore ovviamente. Ed è visto come un costo solo nel caso in cui si consideri un costo la sicurezza!” commenta il presidente di IISG. “Questi costi saranno ripagati dalla politica lungimirante e dalla fedeltà che i consumatori riporranno su quei prodotti sicuri, quelli con il marchio “giocattoli sicuri”. Un orsetto che abbraccia un salvagente è il logo per riconoscerlo lo si trova non solo sui giocattoli ma in tutto il mondo bambino: dai parchi gioco alla puericultura. “Il nostro marchio” conclude Natale Consonni “è nato nel 1978 cioè dieci anni prima della direttiva comunitaria per la necessità di qualificare lo sforzo di produttori scrupolosi. Una iniziativa lungimirante”.
Un decalogo per l’acquisto ideale non esiste, però l’IISG ne ha elaborato uno “Dalla parte di bambini” (scaricabile gratuitamente in rete - giocattolisicuri). Poche pagine, tredici, dense di suggerimenti e consigli disinteressati per gli acquisti.

E comunque visto che i giocattoli hanno una funzione educativa, sarebbe buona regola riciclarli, cioè regalare giocattoli di seconda mano, farli passare di mano in mano. I migliori sono i regali duraturi quelli che permettono l’apprendimento del rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente. Da preferire sempre un giocattolo alimentato ad energia solare rispetto a quello con le batterie, oppure un giocattolo solido ma che si può aggiustare, un kit per il bricolage, ma anche una lente di ingrandimento o tutto ciò che induce alla scoperta. Un tempo si regalavano elastici per costruire fionde: una forma di bricolage politicamente scorretta fortunatamente superata. Speriamo non superata dalle vernici tossiche e dallo sfruttamento del lavoro minorile.


Elisabetta Paglia
www.buonpernoi.it/ViewDoc.asp?ArticleID=7979


sibilla522
00mercoledì 4 giugno 2008 06:05
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