Il culto della proprietà della casa...Parole di Franceschini

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Lpoz
00venerdì 23 ottobre 2009 17:46
oggi Dario Franceschini, ospite del forum de l'Unità, a colloquio con la redazione e a confronto con le domande dei lettori
14.11 - La società immobile
«Noi siamo una società immobile. Tra i ragazzi che fanno i volontari della mia campagna ci sono curriculum bellissimi, ma in questo paese immobile se non conosci qualcuno non vai da nessuna parte. In questa società bloccata il mito del posto fisso rischia di far danni. Il culto della proprietà della casa, per esempio, è un culto italiano che rappresenta un ostacolo alla mobilità sociale. Servono risorse per incentivare l'affitto, che aiuta la mobilità, non la stabilità».
DarkWalker
00venerdì 23 ottobre 2009 21:09
esempio della sinistra che si fa male da sola.
Cmq sia, la mobilità funziona se appoggiata da adeguati strumenti di ammortizzazione sociale. Fino ad ora previsti in astratto ma mai varati. Se l'Italia non riesce a trovare tali ammortizzatori è ovvio che il sistema perde il suo equilibrio generando troppa povertà/precarietà. E allora tanto vale reinserire il posto fisso.
Ovviamente confindustria è contraria: perderebbe il suo cavallo di troia per aggirare tutte le conquiste sindacali dei decenni scorsi che per lo più avevano ad oggetto il contratto di lavoro a tempo indeterminato.
=Mimmoxl=
00venerdì 23 ottobre 2009 21:45
Cmq in parte il discorso dell'affitto è giusto, nel senso che oramai l'affitto semplicemente è un istituto senza senso in quanto non si risparmia assolutamente nulla...

Nel senso che se io devo scegliere di acquistare o affitare una casa, allo stesso prezzo mensile, ovviamente preferisco acquistare la casa con un mutuo, nonostante quel che costano...
Inoltre, se faccio un tasso fisso, ho anche la certezza del prezzo mensile che andrò a pagare anche fra 30 anni, cosa che l'affitto non può darmi visto che tendenzialmente, aumenta...
Inoltre, se paghi regolarmente il mutuo, nessuno può toglierti la casa, se paghi regolarmente l'affitto, non vi è la certezza...

Poi, certo, la casa di proprietà ti comporta anche altri aggravi di costo, ma ti da delle certezze che quella in affitto non può darti...

Se l'affitto venisse reso più conveniente, invece il discorso cambierebbe xkè in questo modo l'acquisto della casa nn diventerebbe un obbligo, ma una libera scelta che ha i suoi pro (un prezzo inferiore e meno "responsabilità") e i suoi contro (possibilità di dover cambiare casa a seconda delle esigenze del proprietario di casa).

X quanto riguarda il posto fisso, franceschini ha fatto un autogol... Però è pur vero che anche in realtà con fortissima legislazione del lavoro (Svezia e Danimarca, ad esempio) il lavoro flesibile è una realtà affermata, ma fra un intervallo di lavoro ed un'altro, non si rimane a spasso, ma c'è uno stato sociale fortissimo e il lavoro flessibile, per il datore, è molto oneroso, in questo modo si assume in maniera transitoria solo le figure che realmente risultano essere transitoriamente necessarie, e non, invece usare il lavoro "a progetto" (in realtà a tempo pieno e rotatorio) per figure di lavoro stabili nel tempo...
Lux-86
00sabato 24 ottobre 2009 13:23
è completamente pazzo.
l'affitto non decolla (e non decollerà mai come scelta di vita) perchè è in ogni caso più conveniente un mutuo, al termine del quale la casa diventa una proprietà mia che posso vendere, lasciare in eredità o a mia volta affittare. Solo in città si potrebbe pensare all'affitto, ma dalle città italiane, a quanto ne so, tutti scappano.
per quanto riguarda il posto fisso condivido l'intervento di dark.
Armilio1
00sabato 24 ottobre 2009 13:32
Re:
Lux-86, 24/10/2009 13.23:

è completamente pazzo.
l'affitto non decolla (e non decollerà mai come scelta di vita) perchè è in ogni caso più conveniente un mutuo, al termine del quale la casa diventa una proprietà mia che posso vendere, lasciare in eredità o a mia volta affittare. Solo in città si potrebbe pensare all'affitto, ma dalle città italiane, a quanto ne so, tutti scappano.
per quanto riguarda il posto fisso condivido l'intervento di dark.



E' più conveniente un mutuo perchè la situazione italiana è distorta...in altri paesi è normalissimo vivere anni sotto affitto...

Lux-86
00sabato 24 ottobre 2009 14:22
Re: Re:
Armilio1, 24/10/2009 13.32:



E' più conveniente un mutuo perchè la situazione italiana è distorta...in altri paesi è normalissimo vivere anni sotto affitto...




ma alla fine cos'hai? un pezzo di carta, finisce l'affitto, ti sfrattano e ti devi trovare un'altra casa, in un altro paese etc... almeno alla fine di un mutuo hai una casa tua. certo, a meno che non vivi in una grande città come New York.

Armilio1
00sabato 24 ottobre 2009 14:31
L'affitto conviene di più per chi non può permettersi o non vuole un mutuo ultra-decennale... in Italia invece chi prende l'affitto lo fa perchè proprio obbligato, visto che ti partono una marea di soldi.
Pilbur
00sabato 24 ottobre 2009 14:50
L'abbondanza delle case di proprietà è una degli aspetti migliori della situazione italiana, mi sembra siano altri i problemi
DarkWalker
00sabato 24 ottobre 2009 21:40
ma, allora, siamo alle solite, il discorso di franceschini reggerebbe se l'italia avesse queste risorse per l'affitto, e le volesse investire in questa direzione. Le ha? No. E allora la casa di proprietà diventa al contrario uno strumenti per potersi permettere una qualche mobilità sociale, perchè almeno hai un patrimonio tuo, eventualmente per i tuoi figli etc e puoi pensare a investire anche in altro.
Onestamente non vedo perchè condannare la mentalità tipicamente italiana della casa di proprietà: fra le tante peculiarità della nostra forma mentis mi sembra una delle poche non viziose. Bisognerebbe andare a colpire laddove c'è speculazione. Inoltre penso che norme meno rigide sull'affitto ne farebbero abbassare il prezzo, ora come ora ottenre uno sfratto è una procedura lunga e costosa.
=Mimmoxl=
00domenica 25 ottobre 2009 10:19
Re:
DarkWalker, 24/10/2009 21.40:

ma, allora, siamo alle solite, il discorso di franceschini reggerebbe se l'italia avesse queste risorse per l'affitto, e le volesse investire in questa direzione. Le ha? No. E allora la casa di proprietà diventa al contrario uno strumenti per potersi permettere una qualche mobilità sociale, perchè almeno hai un patrimonio tuo, eventualmente per i tuoi figli etc e puoi pensare a investire anche in altro.
Onestamente non vedo perchè condannare la mentalità tipicamente italiana della casa di proprietà: fra le tante peculiarità della nostra forma mentis mi sembra una delle poche non viziose. Bisognerebbe andare a colpire laddove c'è speculazione. Inoltre penso che norme meno rigide sull'affitto ne farebbero abbassare il prezzo, ora come ora ottenre uno sfratto è una procedura lunga e costosa.



Ma infatti nn penso che qualcuno critichi la cultura italiana dell'acquisto della casa invece che dell'affitto! E' auspicabile che più persone possibili acquistino la propria casa di proprietà, ma sarebbe bene fare in modo che questa sia una scelta e non l'imposizione di una situazione ambientale... Il problema è proprio quello del mio intervento precendente, al momento fare un affitto è praticamente ingestibile e poco conveniente xkè i prezzi sono altissimi e quindi non c'è una vera scelta...

Se il prezzo dell'affitto fosse più basso si potrebbe decidere se si preferisce un affitto o un mutuo, "barattando" una maggiore capacità di spesa attuale con una relativa insicurezza...
Inoltre con la sempre maggiore mobilità territoriale che caratterizza il lavoro, affittare una casa può essere una soluzione anche più efficiente...

Insomma, qui nessuno condanna gli italiani per il loro "sogno" di una casa di proprietà, ma bisognerebbe fare in modo che sia una scelta delle persone e non un "quasi obbligo"...


Riccardo.cuordileone
00domenica 25 ottobre 2009 10:52
Franceschini a parzialmente ragione. La "rovina" dell'economia familiare che si sta registrando in questi ultimi anni è per lo più causata dal peso dei mutui. Quest'ultimi però non sono frutto di una moda o di una fissazione, semplicemente sono la conseguenza naturale dell'aumento sproporzionato degli affitti.

Per poter risolvere questa problematica bisognerebbe riabbassare gli affitti (lasciando così le famiglie cmq in uno stato di incertezza), oppure creare finalmente il mutuo sociale.
cointreau il possente
00domenica 25 ottobre 2009 18:58
Re:
DarkWalker, 24/10/2009 21.40:

ma, allora, siamo alle solite, il discorso di franceschini reggerebbe se l'italia avesse queste risorse per l'affitto, e le volesse investire in questa direzione. Le ha? No. E allora la casa di proprietà diventa al contrario uno strumenti per potersi permettere una qualche mobilità sociale, perchè almeno hai un patrimonio tuo, eventualmente per i tuoi figli etc e puoi pensare a investire anche in altro.




[SM=x751611]

Riccardo.cuordileone, 25/10/2009 10.52:

Franceschini a parzialmente ragione. La "rovina" dell'economia familiare che si sta registrando in questi ultimi anni è per lo più causata dal peso dei mutui. Quest'ultimi però non sono frutto di una moda o di una fissazione, semplicemente sono la conseguenza naturale dell'aumento sproporzionato degli affitti.

Per poter risolvere questa problematica bisognerebbe riabbassare gli affitti (lasciando così le famiglie cmq in uno stato di incertezza), oppure creare finalmente il mutuo sociale.



Anzichè mutuo sociale si sarebbe qualcosa di molto più semplice: detassare gli affitti lato conduttore (=chi affitta), ridurre il carico fiscale sul locatario (=chi possiede la casa) e aumentare le tasse sugli immobili sfitti.
Già oggi ci sono delle riduzioni fiscali per chi affitta, ma sono risibili. A me parrebbe giusto che chi spende in affitto, e spesso spende una percentuale tra 1/3 e 1/2 dello stipendio se non di più, non debba pure pagar le tasse sopra a soldi che in fin dei conti ha speso per sussistenza.
Inoltre, spesso metter in affitto, specie per chi ha redditi alti o medio-alti (che guarda caso sono le persone che hanno più immobili) è poco conveniente perchè la rendita proveniente dall'affitto si somma al reddito personale, e alla fine, pur affittando, rischi di avere un margine di poco maggiore al caso in cui non affitti. Con in più un sacco di rischi (se il conduttore non paga andiamo di causa civile per tot anni: per tot anni ho un bene che non mi renderà nulla e per giunta l'avvocato da pagare),ho alcune spese aggiuntive (manutenzione, registrazione dei contratti, ecc) e altre seccature in più.
a Pisa, che conosco bene perchè ci ho studiato, succede questo: 6/7 famiglie hanno insieme qualche centinaio di immobili, che in gran parte lasciano sfitti perchè in questo modo l'offerta di affitti si riduce. Il prezzo degli affitti sale e così loro prendendo gli stessi soldi affittando per dire 10 appartamenti anzichè 50. Giochino scorretto ma legale che massimizza la rendita e riduce di molto i rischi e le noie di una locazione. It's a dirty world.
Bye



-Giona-
00lunedì 26 ottobre 2009 09:00
Re:
Riccardo.cuordileone, 25/10/2009 10.52:

Franceschini ha parzialmente ragione. La "rovina" dell'economia familiare che si sta registrando in questi ultimi anni è per lo più causata dal peso dei mutui. Quest'ultimi però non sono frutto di una moda o di una fissazione, semplicemente sono la conseguenza naturale dell'aumento sproporzionato degli affitti.

Per poter risolvere questa problematica bisognerebbe riabbassare gli affitti (lasciando così le famiglie cmq in uno stato di incertezza), oppure creare finalmente il mutuo sociale.



Il cosiddetto "equo canone" è stato una fregatura perché difficilmente veniva applicato a rigor di legge; rimane il fatto che in Italia, a differenza che in altri paesi, finisca con l'essere più conveniente acquistare una casa piuttosto che prenderla in affitto.

Lux-86, 24/10/2009 13.23:

Solo in città si potrebbe pensare all'affitto, ma dalle città italiane, a quanto ne so, tutti scappano.
per quanto riguarda il posto fisso condivido l'intervento di dark.


Questo è uno dei problemi delle città italiane e di molte dell'Europa occidentale e degli USA centro-orientali: le città medie e grandi hanno oggi, nella maggioranza dei casi, meno abitanti che nel 1970 (Milano aveva 1.732.000 abitanti al censimento del 1971 mentre oggi viaggia su 1.300.000, Torino ne aveva quasi 1.200.000 e oggi ne ha ca. 900.000) perché molti si sono trasferiti nei centri dell'Hinterland. Il risultato è stato una cementificazione a tutto spiano nei dintorni e un aumento colossale del traffico, dato che la maggior parte degli uffici rimane nel centro cittadino, a molti km di distanza dall'abitazione.
Per questo quando sento parlare di "piani casa", di "nuovi piani regolatori" e di "urbanizzazioni pianificate" mi fischiano le orecchie: altri terreni sottratti all'agricoltura e al pascolo e perduti inutilmente, vista la quantità di alloggi sfitta nei centri urbani.
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