Il cordoglio del Pontefice per la morte del cardinale Poggi

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S_Daniele
00martedì 4 maggio 2010 21:28
Una vita nel servizio diplomatico della Santa Sede

Il cordoglio del Pontefice per la morte del cardinale Poggi


Nella mattina di martedì 4 maggio è morto a Roma il cardinale Luigi Poggi, già nunzio apostolico e archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa. Appresa la notizia il Papa si è raccolto in preghiera. Quindi ha inviato il seguente telegramma di cordoglio a Giovanni e Tina Poggi, fratelli del compianto porporato.

Nell'apprendere la triste notizia della scomparsa del loro caro fratello cardinale Luigi Poggi illustre figlio della diocesi di Piacenza desidero esprimere la mia viva partecipazione al lutto che colpisce i familiari e quanti conobbero e stimarono il compianto porporato per tanti anni solerte collaboratore della Santa Sede in particolare come nunzio apostolico in vari Paesi e come archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa rendendo ovunque una apprezzata testimonianza di fervoroso zelo sacerdotale e di fedeltà al Vangelo. Mentre elevo fervide preghiere di suffragio perché il Signore auspice la Vergine Maria lo accolga nel gaudio e nella pace eterna invio di cuore ai congiunti e a quanti condividono il dolore per la sua dipartita una speciale confortatrice benedizione apostolica.

BENEDICTUS PP.XVI

Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha inviato analogo telegramma di cordoglio.


(©L'Osservatore Romano - 5 maggio 2010)
S_Daniele
00martedì 4 maggio 2010 21:29
È stato nunzio apostolico, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa e protodiacono

La morte del cardinale Luigi Poggi


Il cardinale Luigi Poggi, già nunzio apostolico, archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa, è morto questa mattina, martedì 4 maggio. Nato a Piacenza il 25 novembre 1917, era stato ordinato sacerdote il 28 luglio 1940. Eletto il 3 aprile 1965 alla Chiesa titolare di Forontoniana, con il titolo personale di arcivescovo, era stato nominato delegato apostolico per l'Africa Centrale. Aveva ricevuto l'ordinazione episcopale il 9 maggio 1965. Nel concistoro del 26 novembre 1994 Giovanni Paolo II lo aveva creato e pubblicato cardinale diacono di Santa Maria in Domnica. Il 24 febbraio 2005 era passato all'ordine dei cardinali presbiteri con il titolo di San Lorenzo in Lucina, prendendo possesso il 24 febbraio 2005.

Piacentino doc - "sono nato in via Sant'Antonino numero 21" - il cardinale Luigi Poggi è stato un testimone diretto della ostpolitik vaticana nei Paesi del blocco comunista.
Compiuti gli studi ecclesiastici nel collegio Alberoni, è stato ordinato sacerdote all'inizio della guerra, nel luglio 1940. Dopo essere stato per qualche mese vice parroco nella parrocchia di San Francesco a Piacenza, è stato inviato a Roma e, nel luglio 1944, ha conseguito la laurea in utroque iure al Pontificio Ateneo Sant'Apollinare. A Roma ha svolto il ministero festivo nella parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio e poi, per altri due anni, nella chiesetta di Valcannuta, presso il Pontificio Collegio Brasiliano. Nel biennio 1944-1946 ha seguito i corsi di formazione diplomatica alla Pontificia Accademia Ecclesiastica. In quegli anni ha svolto il ministero nella parrocchia di San Salvatore in Lauro e, più tardi, nel Collegium Tarsicii eretto nella chiesa di Santa Lucia di via Monte Brianzo.
Nel 1945 ha iniziato la sua collaborazione in Vaticano. Dal 1947 al 1950 si è occupato dell'assistenza spirituale dei detenuti del carcere di Regina Coeli. "Erano gli anni
bui sul finire della seconda guerra mondiale - ha ricordato in un'intervista a "L'Osservatore Romano" pubblicata il 31 luglio 2008 -. Il Papa mi chiamò nel 1945 a lavorare nella sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. Tuttavia il battesimo sul campo lo ebbi nel 1963". Nella primavera di quell'anno gli venne affidata una missione presso il Governo della Repubblica tunisina. Così a Tunisi si occupò dei negoziati in vista di un accordo per un modus vivendi tra la Santa Sede e il Governo circa la situazione giuridica della Chiesa cattolica nel Paese africano. Il modus vivendi venne firmato un anno dopo, nella primavera del 1964.
Monsignor Poggi ha poi avuto modo di collaborare da vicino con diversi Pontefici. Particolarmente vivo gli è rimasto il ricordo di Montini, "quando negli anni Sessanta ero nella prima sezione della Segreteria di Stato con il cardinale Tardini, ed egli era nell'altra. All'intelligenza univa una delicatezza eccezionale. Ho potuto sperimentarla negli anni successivi:  è stato lui che nel 1965 mi ha nominato arcivescovo e delegato apostolico per l'Africa Centrale, nel 1969 nunzio apostolico in Perù e poi, nel 1973, nunzio apostolico con incarichi speciali".
È stato dunque Paolo VI a nominarlo, il 3 aprile 1965, arcivescovo titolare di Forontoniana e delegato apostolico per l'Africa Centrale (Cameroun, Ciad, Congo-Brazzaville, Gabon e Repubblica Centroafricana) con sede a Yaoundé. Il 9 maggio ha ricevuto l'ordinazione episcopale dal cardinale Amleto Giovanni Cicognani.
"La prima cosa a cui ho lavorato - ha ricordato nell'intervista al nostro giornale - è stata l'istituzione di una sede diplomatica. Era una casa molto bella a Yaoundé. Mi aiutarono molti amici, alcuni dei quali vennero poi a trovarmi, complimentandosi per la scelta. Era in un luogo centrale, ma soprattutto era ben collegata con il resto della città. Una volta stabilita la sede, ho cominciato a confrontarmi con una serie di grandi difficoltà, che non mi hanno abbandonato mai per tutto il periodo del mio lavoro in quei Paesi". Negli anni seguenti vennero stabilite relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Cameroun, il Gabon e la Repubblica Centroafricana.
Nel maggio 1969 l'arcivescovo Poggi è stato nominato nunzio apostolico in Perù dove è rimasto fino all'agosto 1973 quando è stato richiamato a Roma con la qualifica di nunzio apostolico con incarichi speciali e con la missione di avere contatti con i Governi di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria per migliorare la situazione della Chiesa cattolica in quei Paesi dell'Europa centrale e orientale governati dai regimi comunisti. Di quel periodo ricordava la figura del cardinale Agostino Casaroli, "un uomo molto intelligente e molto abile nelle trattative. Era un piacere lavorare con lui, perché si imparava veramente tanto. Era stimatissimo. È stato mio superiore per molti anni. Sapeva risolvere anche le questioni più delicate. Con fine intuito riusciva ad arrivare all'obiettivo individuato. Non era la persona del tutto o niente".
Parlando della sua missione ebbe a confermare, sempre a "L'Osservatore Romano", come non fossero "un segreto" i suoi ripetuti viaggi in Polonia. "Avevo ottimi rapporti, a livello personale, con il cardinale Stefan Wyszynski. Per andare in Polonia, in quel periodo, ho dovuto affrontare molte difficoltà, le stesse del resto che ho dovuto affrontare e superare per recarmi nei Paesi comunisti. Mi ricordo che una volta sono partito dall'Austria diretto proprio in Polonia. Alla frontiera cecoslovacca mi hanno fermato perquisendo tutto, a eccezione della valigetta diplomatica". Ovviamente in quei viaggi polacchi aveva avuto modo di conoscere personalmente anche il cardinale Wojtyla. "Ricordo che un giorno Giovanni Paolo II mi disse che doveva un po' anche a me la sua elezione, perché avevo parlato bene di lui. E io gli risposi che il mio voto non l'aveva avuto, ma soltanto perché a quel tempo ero ancora arcivescovo!". Nel luglio 1974 sono stati istituzionalizzati i rapporti tra la Santa Sede e il Governo polacco e monsignor Poggi è stato nominato da Paolo VI capo della delegazione della Santa Sede per i contatti permanenti di lavoro con il Governo della Polonia.
Il 19 aprile 1986 è stato nominato nunzio apostolico in Italia. Per decisione del Papa, da quella data contrariamente a ciò che avveniva fino ad allora, anche la nunziatura apostolica in Italia è stata incaricata - come lo sono le altre rappresentanze pontificie - di studiare le pratiche relative ai processi informativi sui possibili candidati alla dignità episcopale e le proposte relative alle provviste vescovili in Italia. Analogamente, anche lo svolgimento delle pratiche concernenti le proposte per l'eventuale erezione, unione o modificazione dei confini delle diocesi italiane è diventato di pertinenza della nunziatura apostolica a Roma. Così è toccato a monsignor Poggi gestire la delicata fase di riordinamento delle diocesi italiane nel settembre 1986.
Il 17 settembre 1988, come nunzio in Italia, ha conferito l'ordinazione episcopale a suo fratello Carlo, più giovane di sei anni, vescovo di Fidenza, morto nel 1997. Il 9 aprile 1992 Giovanni Paolo II lo ha nominato pro-bibliotecario e pro-archivista di Santa Romana Chiesa. Nel concistoro del novembre 1994 Papa Wojtyla lo ha creato e pubblicato cardinale, ringraziandolo per il servizio alla Santa Sede. Dopo il concistoro, è divenuto cardinale archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Ha rinunciato all'incarico il 7 marzo 1998. Schivo e impeccabile nel sobrio stile diplomatico, è stato cardinale protodiacono dal 26 febbraio 2002 al 24 febbraio 2005.


(©L'Osservatore Romano - 5 maggio 2010)
S_Daniele
00domenica 9 maggio 2010 11:16



L’omelia del Papa per le esequie del cardinale Luigi Poggi


Il coraggio di chi sa fidarsi di Dio

Il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, ha celebrato venerdì pomeriggio 7 maggio, all’altare della Cattedra della basilica Vaticana, le esequie del cardinale Luigi Poggi, morto martedì mattina 4 maggio. Il porporato piacentino, appartenente all’ordine dei cardinali presbiteri con il titolo di San Lorenzo in Lucina, era stato nunzio apostolico, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Al termine della messa, Benedetto XVI è giunto in basilica e ha tenuto l’omelia. Ha poi presieduto il rito dell’Ultima commendatio e della Valedictio. Il cardinale Poggi è stato tumulato nella basilica di Sant’Antonino in Piacenza. Con il cardinale decano hanno concelebrato 27 porporati, tra i quali il segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Alla messa hanno partecipato i cardinali José T. Sánchez e Ignace Moussa i Daoud, prelati della Curia Romana, il fratello, la sorella e alcuni familiari del defunto. Con il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, guidato dall’ambasciatore dell’Honduras Alejandro Emilio Valladares Lanza, erano gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati; i monsignori Peter Brian Wells, assessore, Ettore Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, e Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo. Il Papa è giunto in basilica accompagnato dall’arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, dal vescovo Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura della Casa Pontificia; dai monsignori Georg Gänswein, suo segretario particolare, e Alfred Xuereb, della segreteria particolare. Pubblichiamo l’omelia del Pontefice.

Venerati Fratelli,
illustri Signori e Signore,
cari fratelli e sorelle!


Vi siete radunati attorno all’altare del Signore per accompagnare con la celebrazione del Sacrificio eucaristico, in cui si attualizza il Mistero pasquale, l’ultimo viaggio del caro Cardinale Luigi Poggi, che il Signore ha chiamato a sé. Nel rivolgere a ciascuno di voi il mio cordiale saluto, ringrazio in particolare il  Cardinale  Sodano  che,  quale Decano del Collegio Cardinalizio, ha presieduto la Santa Messa esequiale.
Il Vangelo che è stato proclamato in questa celebrazione ci aiuta a vivere più intensamente il triste momento del distacco dalla vita terrena del nostro compianto Fratello. Il dolore per la perdita della sua persona viene mitigato dalla speranza nella risurrezione, fondata sulla parola stessa di Gesù:  “Questa infatti è la volontà del Padre mio:  che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6, 40). Dinanzi al mistero della morte, per l’uomo che non ha fede tutto sembrerebbe andare irrimediabilmente perduto. È la parola di Cristo, allora, a rischiarare il cammino della vita e a conferire valore ad ogni suo momento.

Gesù Cristo è il Signore della vita, ed è venuto per risuscitare nell’ultimo giorno tutto quello che il Padre gli ha affidato (cfr. Gv 6, 39). Questo è anche il messaggio che Pietro annuncia con grande forza nel giorno di Pentecoste (cfr. At 2, 14.22b-28). Egli mostra che Gesù non poteva essere trattenuto dalla morte. Dio lo ha sciolto dalle sue angosce, perché non era possibile che essa lo tenesse in suo potere. Sulla croce Cristo ha riportato la vittoria, che si doveva manifestare con un superamento della morte, cioè con la sua risurrezione.

In questo orizzonte di fede il nostro compianto Fratello ha condotto tutta la propria esistenza, consacrata a Dio e al servizio dei fratelli, divenendo così testimone di quella fede coraggiosa che sa fidarsi di Dio. Possiamo dire che l’intera missione sacerdotale del Cardinale Luigi Poggi è stata dedicata al diretto servizio della Santa Sede. Nato a Piacenza il 25 novembre 1917, dopo gli studi ecclesiastici al Collegio “Alberoni” e l’ordinazione sacerdotale, ricevuta il 28 luglio 1940, proseguì gli studi a Roma, conseguendo la laurea “in utroque iure” e svolgendo il ministero sacerdotale in alcune parrocchie romane.

Entrato nella Pontificia Accademia Ecclesiastica, iniziò nel 1945 il suo lavoro presso l’allora Prima Sezione della Segreteria di Stato:  anni difficili, nel corso dei quali egli non si risparmiò nel servire la Chiesa. Dopo un primo incarico, nella primavera del 1963, presso il Governo della Repubblica Tunisina per arrivare ad un “modus vivendi” tra la Santa Sede e il Governo di quel Paese circa la situazione giuridica della Chiesa Cattolica in Tunisia, nell’aprile 1965 venne nominato Delegato Apostolico per l’Africa Centrale, con dignità di Arcivescovo e giurisdizione sul Cameroun, Ciad, Congo-Brazzaville, Gabon e Repubblica Centroafricana. Nel maggio 1969 fu promosso Nunzio Apostolico in Perú, dove rimase sino all’agosto 1973, quando venne richiamato a Roma con la qualifica di Nunzio Apostolico con incarichi speciali, specificamente per avere contatti con i Governi di Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria, al fine di migliorare la situazione della Chiesa cattolica in quei Paesi.


Nel luglio 1974 furono istituzionalizzati i rapporti tra la Santa Sede ed il Governo polacco e Monsignor Poggi venne nominato Capo della Delegazione della Santa Sede per i contatti permanenti di lavoro con il Governo della Polonia. In quel periodo fece numerosi viaggi in Polonia, incontrando molte personalità sia politiche che ecclesiastiche, diventando, alla scuola del suo superiore, il Card. Agostino Casaroli, un protagonista della ostpolitik vaticana nei Paesi del blocco comunista. Il 19 aprile 1986 è nominato Nunzio Apostolico in Italia; proprio da allora anche questa Nunziatura è stata incaricata di studiare le pratiche relative alle provviste vescovili nel Paese. E, sempre in quel periodo, fu lui, in qualità di Rappresentante Pontificio, a gestire una delicata fase di riordinamento delle Diocesi italiane. Creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 26 novembre 1994, venne nominato dal Venerabile Giovanni Paolo ii Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, conservando tale incarico fino al marzo 1998.
Cari fratelli, sono state proclamate poc’anzi le parole dell’Apostolo Paolo:  “Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui” (Rm 6, 8).

Questa pagina della Lettera ai Romani costituisce uno dei testi fondamentali del Lezionario liturgico. Essa, infatti, ci viene proposta ogni anno nel corso della Veglia pasquale. Pensiamo a queste illuminanti parole di san Paolo, mentre rendiamo al caro Cardinale Luigi Poggi l’ultimo commosso saluto. Quante volte egli stesso le avrà lette, meditate e commentate! Ciò che l’Apostolo scrive a proposito della mistica unione del battezzato con Cristo morto e risorto, egli ora lo sta vivendo nella realtà ultraterrena, svincolato dai condizionamenti imposti alla natura umana dal peccato. “Infatti – come afferma san Paolo in quel medesimo passo – chi è morto, è liberato dal peccato” (Rm 6, 7). L’unione sacramentale, ma reale, con il Mistero pasquale di Cristo apre al battezzato la prospettiva di partecipare alla sua stessa gloria. E questo ha una conseguenza già per la vita di quaggiù, perché, se in virtù del battesimo noi già partecipiamo alla risurrezione di Cristo, allora già adesso “possiamo camminare in una vita nuova” (Rm 6, 4). Ecco perché la pia morte di un fratello in Cristo, tanto più se segnato dal carattere sacerdotale, è sempre motivo di intimo e riconoscente stupore per il disegno della divina paternità, che ci libera dal potere delle tenebre e ci trasferisce nel regno del suo Figlio diletto (cfr. Col 1, 13).


Mentre invochiamo per questo nostro Fratello la materna intercessione della Beata Vergine Maria, Regina degli Apostoli e Madre della Chiesa, ne affidiamo l’anima eletta al Padre della vita, perché lo introduca nel posto preparato per i suoi amici, fedeli servitori del Vangelo e della Chiesa.


(©L’Osservatore Romano – 9 maggio 2010)

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