Re: Re:
Era solo per puntualizzare ... :Sm18:
Cmq mi pare che siano due cose diverse ... cioè sono certamente molto molto simili (a parte che il gabibbo è un po' + rifinito ...) ma a me sembra che parlare del gabibbo sia per sviare dal discorso.
Cmq anche Mediaset non sembra molto contenta di questo continuo attacco alla Endemol ... leggete questa intervista di Ricci a "La repubblica"
Parla l'autore di "Striscia" che ha scatenato una campagna
per denunciare le irregolarità del programma di Bonolis
Ricci: "Vogliono farci smettere
Anche Mediaset preme..."
di CONCITA DE GREGORIO
Antonio Ricci
ROMA - Ricci, è sotto inchiesta per diffamazione.
"Ho avuto 150 processi nella carriera. Almeno 15 volte mi ha querelato la Rai".
Questa volta ha promesso di querelarla anche la Endemol. Producono la nuova edizione del Grande Fratello Mediaset. Problemi in azienda?
"Grossi, sì. Mi ha giusto telefonato Piersilvio".
Cosa voleva?
"Tentano di farci smettere, ci sono interessi creiamo problemi".
Ha detto proprio così?
"No. Ha detto "ma che succede?, guarda che abbiamo molte cose in ballo"".
Mediaset ha appena comprato il format di "Affari tuoi" per Telecinco, per esempio.
"Sarà anche per questo che vogliono mettere tutto a nanna".
E quindi? Nanna?
"No, no. Ho altro materiale, lo mando distillato".
Cioè: Berlusconi junior chiama e lei lo ignora.
"Valuteremo insieme come proseguire".
È pur sempre il suo datore di lavoro.
"Il mio editore. Io non sono un dipendente Mediaset, sono un autore a contratto".
È il suo editore. Paga le parcelle degli avvocati?
"Quelle degli avvocati Rai invece le pagano gli abbonati".
...e il suo stipendio.
"In un certo senso. Se vogliono chiuderci ci chiudono. Ma noi siamo un prodotto che funziona. Vendiamo, come i libri di D'Alema che pubblica la Mondadori. Anche qualcosina di più".
Rendete parecchio, in termini di pubblicità.
"Anche troppo. Mediaset vorrebbe che facessimo 7 milioni e 200, di ascolti. Ne facciamo 8 e mezzo e tutti quelli in più sono inutili. Per loro sarebbe meglio che gli investitori 'spalmassero' la pubblicità anche altrove".
Chiaro. E quanto costate? Lei quanto guadagna?
"Non ho idea, guadagno. Come un allenatore di calcio, diciamo. Anche io ho la mia squadra".
Come Ancelotti?
"Può essere. Facciamo meno di Nanni Moretti, e come Michele Serra".
Lo sa per certo?
"No, ma lo dico lo stesso".
È così che si prendono le querele.
"Sono pratico. Lei adesso mi chiederà se non mi sento la foglia di fico di Berlusconi".
E lei risponderà di no.
"Infatti. Mi sento solo fico. Abbiamo denunciato i tarocchi della Rai e continueremo a farlo. Abbiamo denunciato anche quelli di Mediaset: vuole l'elenco?".
Non importa. La chiama mai Berlusconi padre per lamentarsi?
"No, non mi chiama perché pensa che registri le telefonate. Però quando mi incontra mi porta dietro le tende per lamentarsi".
Esempi.
"Al matrimonio di Gori mi tenne mezz'ora a parlarmi della puntata su Cuccia. Capisce, era l'epoca della quotazione in borsa? Una volta che era qui per far visita a Fede mi incontrò e si lagnò del fuori onda in cui Biondi gli dava del cretino".
Però poi Berlusconi dice sempre che lui è un editore liberale difatti c'è "Striscia" che gli fa satira contro.
"È così. Gli abbiamo mandato in onda il pezzo in cui cantava e le immagini del discorso all'Onu con la sala vuota".
Glielo lascia fare.
"Ormai la nostra è una macchina in corsa. Dopo 16 anni gli costerebbe di più cancellarci di quanto non gli costi sopportarci".
Cosa che non si può dire per i programmi di satira della Rai, e nemmeno per certi di informazione.
"Il Gabibbo ha detto che l'editto bulgaro era una porcata. La censura a Biagi è gravissima".
E le altre? Tutte le altre fino a "Raiot" e Deaglio? Porcate?
"Togliere la libertà di espressione nel servizio pubblico è devastante".
Rende meno credibile la libertà nel servizio privato, tra l'altro. Come mai lei è libero e gli altri no?
"Appunto, è un errore anche politico".
In questa posizione di privilegiato della libertà di satira non si sente mai il giullare del re?
"Mai. Mi sento come il libro di D'Alema, gliel'ho detto. Noi abbiamo mandato in onda Grillo?".
Un'azione da black blok autorizzati.
"Non ho niente di cui vergognarmi. Il sistema è questo, consociativo. Magari ci fossero foglie di fico in tutte le aziende".
Invece alla Rai nemmeno una fogliolina. Le stroncano sul nascere. Il padre del suo editore, in questo caso.
"Ma no, alla Rai sono i funzionari che censurano. Per compiacere i loro referenti politici naturalmente. C'è una forma di condizionamento collettivo".
Che a Mediaset invece non esiste.
"Di altro genere. Economico, non politico. Guardi che Berlusconi pubblica anche il Manifesto di Marx".
È un testo classico, bisogna riconoscerlo.
"Intendo: non ha pregiudizi. Come imprenditore gli conviene pubblicare anche quel che personalmente non gli piace, se ha un mercato".
D'altra parte ha detto che la carta stampata nel suo insieme raggiunge meno pubblico dell'ultima delle sue tv.
"Anche questo è un fatto".
Si darebbe un Tapiro per la sua convinzione di essere libero?
"Libero non sono io come non lo è lei. La libertà non te la concede nessuno, è una lotta tutti i giorni".
Contro Piersilvio che telefona.
"Anche. Abbiamo fatto condannare Mediaset per pubblicità occulta. Gasparri ha detto che le critiche peggiori le ha avute da Striscia".
Parliamo per paradossi. Poniamo che, per assurdo, lei sapesse che Confalonieri fa insider trading su azioni Mediaset.
"Per assurdo".
Sì. Se avesse quel fuori onda si sentirebbe di trasmetterlo?
"Magari gli manderei un tapiro".
La licenzierebbero.
"Non sono un dipendente".
Chiuderebbero la trasmissione.
"Non sono sicuro. Comunque farei molto casino".
Una conferenza stampa come Sabina Guzzanti?
"Anche. Non all'Ambra Jovinelli, però".
(17 gennaio 2004)
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