Il cammino di Santiago

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
blueshot
00martedì 7 settembre 2004 16:46
CLICCA QUI! E VEDI LA MAPPA

Ieri
Molte erano le mete dei pellegrinaggi cristiani durante il Medioevo, ma tre di esse prevalevano sulle altre: Gerusalemme, Roma e Santiago de Compostela. L’importanza di Santiago, fondata in Galizia nel IX secolo, necessita di una spiegazione. Santiago è l’espressione spagnola per indicare San Giacomo, uno dei dodici Apostoli. Decapitato nel 44 d.C., fu il primo degli Apostoli a subire il martirio. Secondo la leggenda, il suo cadavere fu posto in una nave che, senza timone e senza vele, lo portò miracolosamente in Spagna dove venne sepolto.
Alcuni studiosi ritengono che il nome di Compostela derivi dal latino campus stellae, piana della stella. La leggenda racconta che, attorno all'anno 814, ad un eremita, chiamato Pelayo, gli angeli rivelarono il luogo della sepoltura del Santo. Sul luogo indicato dalla visione apparvero al vescovo Teodomiro luci che, simili a luminosissime stelle, si riunirono a formare un unica grande stella. Da questo derivò il nome "Compostela", cioè campus stellae.
Nel 713 i Mori conquistarono la Spagna e la scoperta dei resti del Santo diede la spinta ideologica e psicologica necessaria alla Reconquista, la campagna militare contro i Mussulmani. Mano a mano che il suo culto cresceva, l’Apostolo Giacomo fu visto non soltanto come il Santo protettore della Spagna, ma anche come il difensore della cristianità contro la minaccia degli infedeli.
Sulla tomba di San Giacomo, dopo la sua scoperta fu eretta una cappella; una chiesa vera e propria fu iniziata nell’868, ma distrutta dai Mori nel 997. Le reliquie del Santo rimasero intatte e nel 1078 si iniziò a costruire una nuova cattedrale.
A partire dagli inizi del secolo IX il pellegrinaggio andò assumendo progressivamente significato universale. Da allora iniziarono a giungere pellegrini a Santiago, da quasi tutte le nazioni allora conosciute e di tutte le classi sociali: semplici popolani, santi e re. Il pellegrinaggio assunse una tale importanza che uomini e donne si radunano da tutta Europa intorno al santuario in numero tale che le strade furono affollate da tanta gente come il cielo di stelle. La denominazione popolare spagnola della Via Lattea è El Camino de Santiago, La strada per Santiago.
Si rese così necessario costruire, o ricostruire, chiese nei maggiori luoghi di sosta e predisporre sistemazioni per la notte, nonché attrezzature e servizi per le pratiche religiose; c’erano alberghi circa ogni 30 km (distanza giornaliera percorribile da un uomo a piedi).
Quattro erano le strade principali per Santiago e partivano da Parigi, Vézelay, Le Puy e Arles. Su ciascuna di queste strade si ergeva una chiesa che superava tutte le altre in dimensioni e splendore. Anche se diverse tra loro, queste "chiese dei pellegrini" erano tutte strutturate in modo simile alla cattedrale di Santiago, grandi e spaziose, per ospitare le folle di pellegrini.
Il Codex Calixtinus attribuito a Papa Callisti II del secolo XII è una straordinaria sintesi medievale di questo complesso insieme tematico che oggi conosciamo e ammiriamo e in cui riflessione e ricerca avanzano, attraverso la varietà e ricchezza dei suoi contenuti e dimensioni. Infatti il Cammino di Santiago è una rete di itinerari con una dimensione storica e geografica reali, conosciute, studiate e ancora oggetto di ricerca.

"Cori di pellegrini, raggruppati secondo il Paese di provenienza, intonano cantici acconmapagnati da cetre, timpani, viole, arpe e clarinetti.
Alcuni piangonoi prorpi peccati, altri leggono salmi, altri ancora distribuiscono elemosine agli infermi.
Nella basilica non si sa cosa sia la notte e le sue porte sono sempre aperte.
Vi passano i peveri e i felici, cavalieri e viandanti, ciechi e stropi, nobili e magnati, prelati e abati.
C'è chi va scalzo, chi si è caricato di ferro e piombo necessari alla costruzione della basilica, chi con una croca in mano o distribuendo i propri averi ai poveri, e c'è anche chi porta i ceppi e le catene da cui fu liberato per l'intercessione dell'Apostolo.
Tutti portano in seno la fiamma della fede e una fervente preghiera sulle labbra"

dal Codex Calixtinus, attribuito a papa Callisto II


Oggi
Oggi il cammino è meta di pelleghrini da tutto il mondo ed il percorso ha avuto un grande impulso dal 2000, anno del giubileo cristiano.

FONTE http://edu.supereva.it/camminosantiago/



***LA GROTTA DEI POETI***





[Modificato da blueshot 07/09/2004 16.52]

[Modificato da blueshot 07/09/2004 17.31]

[Modificato da blueshot 07/09/2004 17.32]

blueshot
00martedì 7 settembre 2004 16:56
La magia del Cammino di Santiago - 9/10 OTTOBRE SARZANA
Il crescente interesse manifestato da chi si è recato negli ultimi anni a Santiago de Compostela ci ha suggerito l’idea di promuovere un incontro fra persone che si sono incontrate e conosciute intorno a questo sito.

Non siamo un'associazione, non abbiamo deleghe, non rappresentiamo nessuno se non noi stessi: siamo persone, diverse per età, origine e cultura, che si sono scoperte accomunate da un’esperienza straordinaria.

Ciascuno di noi, percorrendo le strade che vanno dai Pirenei alla Galizia, da Roncisvalle a Santiago e ancora oltre, sino a Finisterre, al confine col mare-oceano, ha capito che il Cammino ha una sua storia, ben definita e non manipolabile, ne ha percepito lo straordinario valore per il mondo cristiano ma anche l’incredibile attrazione che suscita in persone diverse per esperienza e provenienza. Nel quotidiano scambio coi pellegrini incontrati, le diversità diventano ricchezza e formano parte viva e integrante di quel fascino – o, se si vuole, di quella “magia” - cui ciascuno dà un nome diverso ma che è impossibile non percepire.

Scopo del nostro incontro è quindi offrire un’occasione per

- scambiare esperienze ed impressioni fra chi ha già intrapreso il Cammino

- consentire a coloro che intendono partire di venire a contatto con chi è già stato a Santiago

- proporre riflessioni sul senso del pellegrinare oggi, e più in generale, del camminare

- ospitare interventi che evidenzino i diversi approcci al Cammino

- verificare lo stato e la fattibilità delle iniziative volte a valorizzare i percorsi storici italiani (Via Francigena, Via di Gerusalemme, Cammino di San Francesco, ecc.)

Alcuni dei temi elencati richiederebbero un approfondimento che certamente non sarà possibile in questa occasione. Ciò nonostante abbiamo deciso di rischiare. Abbiamo pensato a lungo ad un titolo: alla fine ne è stato scelto uno, sperando che sia appropriato e che riesca a sintetizzare i tanti temi dell’incontro.

Perché magia? Che cos’è magia? Magia è ciò che non ho saputo spiegare, ciò che non mi era accaduto prima, ciò che non mi è accaduto altrove. Il conforto inatteso. L’amico, lo sconosciuto, la coincidenza. La fonte, il pane, l’albero. La nube che ha coperto il sole. Tutto ciò che non mi aspettavo di trovare e che ho trovato, proprio allora e proprio lì. La gioia, il pianto. La forza che non sapevo di avere. La guarigione improvvisa. L’altro da me. Il sentirmi parte di un tutto. Lo scoprirmi anche io amico, sconosciuto, coincidenza, fratello. Quanti e quali nomi abbiamo dato a questa cosa?

Lungo questa traccia ciascuno, anche alla luce delle motivazioni che l’hanno spinto a partire, potrà offrire una testimonianza dei momenti che hanno reso il suo Cammino un’esperienza speciale. I punti che affronteremo nelle due giornate ruoteranno attorno a questi temi, cercando però di seguire, se possibile, due percorsi differenti.

L’argomento proposto per la prima giornata è “La magia del Cammino nell’esperienza individuale”; daremo quindi la prevalenza alle testimonianze personali, alle esperienze di cammino. Il tema della domenica è “La magia del Cammino tra pace, spiritualità e cittadinanza”; precederanno il dibattito alcune brevi relazioni che proporranno specifici approcci ed interpretazioni dell’idea di pellegrinaggio.

E’ nostra intenzione far sì che ognuno possa esprimersi con la massima semplicità. Vi preghiamo tuttavia, ove possibile, di segnalare in anticipo l’intenzione di effettuare un intervento, anche se breve, per consentirci di organizzare al meglio i tempi del dibattito; ferma restando naturalmente la piena libertà di partecipare alla discussione in qualsiasi momento.

* * *

L’incontro si terrà il 9-10 ottobre 2004 presso una sala della Cittadella Medicea , gentilmente concessa dal Comune di Sarzana. Il programma è così definito (salvo variazioni dell'ultima ora):

Sabato 9 ottobre - “La magia del Cammino nell’esperienza individuale”

- ore 15.30 ritrovo presso la Cittadella Medicea (Centro Storico)

- ore 16.00 apertura dell’incontro e introduzione di Luciano Callegari

- inizio dibattito

- ore 19.00 conclusione

- cena comune in trattoria (indispensabile prenotare)

Domenica 10 ottobre - “La magia del Cammino tra pace, spiritualità e cittadinanza”

- ore 9.00 ritrovo presso la Cittadella Medicea

- saluto dell’Assessore alla Cultura del Comune di Sarzana e del responsabile del gruppo “Terre Alte” del C.A.I. di Sarzana

- ore 10.00 inizio del dibattito preceduto dalle seguenti riflessioni

Davide Gandini – L’esperienza di un pellegrino cristiano

Angela Seracchioli - Il pellegrinaggio nelle culture e religioni del mondo

Eriberto Melloni - Passi di Pace, per la Pace

Mariacarla Castagna – Un passo e un altro ancora

- ore 13.00 conclusione del dibattito e pausa pranzo

- dalle 15.00 pomeriggio dedicato ai contatti e visita guidata alla Cittadella Medicea

Non siamo in grado di gestire direttamente i servizi di pernottamento, per cui ciascuno dovrà provvedervi personalmente utilizzando gli indirizzi e le piantine allegate.

La cena del sabato sarà collettiva presso la trattoria "La Scaletta": è indispensabile la prenotazione tramite mail.

Per il pranzo della domenica saranno raccolte le prenotazioni presso la segreteria.

Luciano è disponibile ad aiutare a risolvere eventuali esigenze particolari.

----------------------------

Per la riuscita dell'incontro e per adeguare i locali al numero dei partecipanti è essenziale che chi intende partecipare comunichi la propria adesione (specificando se intende partecipare alla cena comune del sabato) per e-mail all'indirizzo:
info@pellegrinando.it

o telefonicamente ai seguenti numeri:

335.7197489 (Luciano)

339.6483647 (Mariacarla)

347.8706098 (Lucia)

055.317541 / 329.2706115 (Eriberto)


blueshot
00martedì 7 settembre 2004 17:03
Paolo Coelho - Sogno e leggenda di uno scrittore mistico e inquieto
Il primo libro di Paulo Coelho uscì quando lo scrittore compiva quarant'anni: "El peregrino de Compostela", (Diario di un mago).
Tra torture interiori, esperienze estreme come il carcere, la droga e il manicomio, amori falliti, e fatali crisi di auto-distruzione, Coelho aveva desiderato ardentemente fin da bambino di essere uno scrittore, ma le circostanze avverse della vita, e la sua indole di genio ribelle, gli avevano riservato un successo tardivo. E ciò viene espresso con grande incisività in una frase di uno dei suoi libri più famosi, "L'alchimista": «Realizzare la propria Leggenda Personale è il solo dovere degli uomini. Tutto è una cosa sola. E quando tu desideri qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio». Ed è ben vero, se consideriamo che Coelho è attualmente uno degli scrittori più famosi della nostra tormentata epoca, uno dei più tradotti, un ammaliatore di milioni di lettori che hanno trovato nei suoi scritti la risposta spirituale e l'afflato mistico che rispondano alle inquietudini dell'uomo moderno, attanagliato a volte da una dimensione esistenziale snaturata e violenta. Coelho è nato a Rio de Janeiro, il 24 agosto 1947, da una famiglia rigida e tradizionalista, appartenente alla borghesia puritana di vecchia data della città. Frequenta la scuola dei gesuiti, sottoposto a una ferrea disciplina che però lo allontana decisamente dal cattolicesimo. Accanito lettore, esaltato declamatore, amante del teatro classico, viene scoraggiato e punito per tale impeto creativo e passionale dalla famiglia e dalla scuola. Questa continua repressione delle sue energie più solari e geniali, esplode in una rabbia incontrollata.
I genitori lo rinchiudono allora in manicomio, nella Casa de Salud del Doctor Erias, a Rio. A questo ricovero forzato ne segue un secondo, nel quale subisce elettroshock e cure farmacologiche devastanti. Dopo un mese riesce a fuggire dall'ospedale e come un clochard dorme per strada e suona la chitarra per procurarsi da mangiare. Stremato dagli stenti, torna a casa, comincia a lavorare in teatro, ma i genitori di nuovo lo rinchiudono in manicomio, da cui fugge. Rientrato in casa, in un terribile attacco d'ira, distrugge tutti gli oggetti che gli capitano sotto mano. Subito dopo, come scriverà poi in "Veronica decide di morire", comprende i due aspetti sperimentati nella sua "pazzia": la violenta imposizione esterna della famiglia, che non accetta la sua diversità, e quella sua interna, che cerca nella follia di sottrarsi alle responsabilità concrete e logistiche della vita quotidiana.
Questo libro uscirà solo nel 1998, e narra la catarsi dell'amore tra Veronica, ossessionata dal suicidio, e Eduard, un giovane pittore schizofrenico. Il libro è ambientato a Lubiana, in un manicomio di regime, nel quale i diversi vengono rinchiusi perché tolgono forza alla dittatura costituita. Ma è proprio il miracolo dell'amore che salverà i protagonisti e li consacrerà in una leggenda quasi ieratica.
L'enorme successo del libro fu una sorpresa incredibile per Paulo, che ricevette centinaia di lettere di ringraziamento da lettori che avevano trovato in questo romanzo la speranza di uscire dal buio delle loro torture interiori e psicologiche. In Brasile, dopo l'uscita di "Veronica decide di morire" si discusse una legge in parlamento che diede un freno agli internamenti forzati. Ma torniamo agli anni '60 '70, quando la rivoluzione giovanile e il movimento hippy crearono una "controcultura" che contestava i valori patriarcali, capitalistici e obsoleti dell'epoca. L'eco che si propagò in America Latina e soprattutto in Brasile fu poderoso: proprio in quegli anni i regimi dittatoriali stavano rafforzando il loro sciagurato potere.
In Brasile, vessato da una feroce dittatura militare, nacque una generazione di artisti ribelli, anticonformisti, che attaccavano il regime con una creatività letteraria, pittorica, teatrale e cinematografica davvero prodigiosa. Tra questi intellettuali alternativi c'era naturalmente il nostro Paulo Coelho. La ricerca sessantottina non escluse le droghe e la vita border-line, ma ricercò anche, in un corale inno all'anima della natura, tutte le voci nascoste dell'esoterismo e del misticismo. È in questo periodo che Paulo trova la libertà: si unisce a una "comune" hippy e si guadagna da vivere facendo teatro.
Il suo spirito si espande, la sua mente ritrova indipendenza, e Coelho studia le dottrine orientali e l'alchimia esoterica, passione che lo accompagna per tutta la vita. Dopo un viaggio negli Stati Uniti, fonda la rivista underground "2001", che lo porta a conoscere colui che l'avrebbe salvato dalla povertà e dalla precarietà delle sue misere condizioni, il musicista Raul Seixas. Paulo Coelho scrive i testi delle sue canzoni, mistici e provocatori, ed è il successo: con i diritti d'autore guadagna moltissimo. La famiglia si riconcilia con lui, anche se l'amarezza dello scrittore è constatare che solo la fama e il denaro hanno convinto i genitori del suo valore. Forse per questa triste consapevolezza, Paulo ha un periodo di regressione e disagio: perde la rotta e si affilia alla società segreta "Sociedad Alternativa", che pratica stregoneria e magia nera. Ne fugge poi terribilmente spaventato. Ma la sua depressione aumenta: cerca nelle droghe e negli allucinogeni quel mondo interiore pieno di bellezza e pace che non riesce a trovare nella realtà. Stremato e tradito nel corpo e nell'anima, riesce poi a liberarsene con molta fatica, ma questa esperienza gli servirà negli anni della maturità a impegnarsi in una lotta contro l'abuso delle droghe, monito per le nuove generazioni.
Coelho conosce il carcere duro. La prima volta viene arrestato per una serie di vignette caricaturali che mettevano in ridicolo la dittatura e il potere costituito, la seconda volta per un errore di persona: viene scambiato per un rapinatore, ma resta in carcere finché questi non viene acciuffato. Il terzo arresto avviene per alcune incaute dichiarazioni pubbliche contro la dittatura brasiliana. Il quarto e più terribile è quello che più ha segnato lo scrittore: viene fermato mentre guida l'auto da un gruppo di militari, sequestrato e portato in una località segreta dove viene bastonato e torturato. Il potere lo teme. Lo scrittore hippy, mistico e un pò sognatore, sta diventando un simbolo pericoloso, perché la sua consapevolezza, la sua lucidità e il suo coraggio iniziano a diventare mitici e leggendari. Dopo questa crudele esperienza, Paulo inizia i suoi viaggi in Europa, e qui, in una folgorazione, si riavvicina al concetto di compassione cristiana, e decide di intraprendere quel fatidico pellegrinaggio a Santiago, alla ricerca della sua identità spirituale autentica.
Nell'86 compie il Cammino di Santiago, e apprende le tre verità che lo illumineranno: è necessario avere un ideale e portarlo avanti con coraggio inaudito; bisogna liberarsi dai falsi bisogni come di scomode e pesanti zavorre; si deve apprendere la vita dalla gente semplice e dalla sua voce genuina. Il cammino spirituale non sta nella ricerca intellettuale di pochi prescelti, ma nella storia comune di ogni uomo, nella semplicità che sgorga da un cuore pulito e misericordioso.
E come già si disse all'inizio, da tale viaggio nacque il suo primo romanzo, "El peregrino de Compostela". In esso si narra di questo percorso, che dalla città francese di Saint-Jean-Pied-de-Port giunge presso i Pirenei, alla cattedrale di Santiago di Compostela, nella quale si trova la tomba dell'apostolo Giacomo. Nel libro, suo compagno di viaggio è il misterioso Petrus, maestro iniziatico. Pubblicato dapprima da una piccola casa editrice, il libro non fu nemmeno notato, e così il secondo, nel 1988, "L'alchimista". Ma Coelho non si diede per vinto.
E non perché gli mancasse denaro, ma perché, come in seguito dichiarò, riteneva suo dovere farne dono all'umanità. Contattò un'importante casa editrice, e avvenne il miracolo: in poche settimane il libro vendette più di 500.000 copie, e ancor oggi è il libro più venduto dell'idioma lusitano, entrando così nel Guinness dei Primati. I grandi editori americani se lo contesero e Hollywood comprò i diritti per portare sullo schermo la straordinaria vicenda. Questo successo si propagò in Europa con vendite spettacolari, e critiche più che incoraggianti. In tutto il mondo si vendettero 43 milioni di copie in centocinquanta paesi, tradotte in cinquantasei lingue. È l'editore Bompiani che pubblica nel 1995 "L'Alchimista", e il libro balza subito al primo posto nella classifica dei libri più venduti. Coelho scrive poi "Monte cinque", nel quale si narra l'odissea del giovane profeta Elia, che deve abbandonare Israele e battersi contro tutte le superstizioni e i culti falsi per poter incontrare infine il suo dio. Il successo si ripete, e nel 1997, Paulo pubblica "Il manuale del guerriero della luce", una sorta di saggio filosofico che incoraggia ogni uomo a combattere per trovare nel proprio "inner" quella fonte inesauribile di forza e speranza che ridia un senso alla vita, e quella passione ardita e guerriera che risollevi dal vuoto e dalla disperazione. Alcune sue opere vengono rappresentate nei teatri: tra esse ricordiamo "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto", e "Il diavolo e la Signorina Pryn". Coelho scrive racconti, rilascia interviste in tutto il mondo, appare in numerosi documentari televisivi, e il suo messaggio di pace, amore e spiritualità si diffonde incantando e ammaliando, ma anche educando le coscienze e risvegliando la dignità di ogni essere umano. Grande attenzione Paulo rivolge alla dimensione femminile. Ogni vero uomo, dice lo scrittore, deve avere dentro di sé una componente femminile, perché è questa che lo illumina con l'intuizione, la compassione e la saggezza ancestrale. Il libro "Brida" è l'espressione di tale convinzione. Pubblicato nel 1990, narra la storia dell'irlandese Brida, e il suo passare come neofita attraverso l'insegnamento di vari maestri spirituali, fino alla scoperta che solo l'amore le insegnerà la saggezza delicata della verità. E ancora, l'opera già citata "Sulla sponda del fiume Piedra mi son seduta e ho pianto", narra la storia di due amanti che si ritrovano dopo undici anni e che, tra tensioni e rancori, ritrovano la dolcezza dell'esistere, riscoprendo il volto femminile di dio. Nel 2003 esce "Undici minuti", il diario di Maria, una donna brasiliana delusa dalla vita, che si prostituisce per comprarsi una fazenda. Ma l'amore la costringerà a rivedere tutta la sua esistenza e a farla rinascere in una catarsi miracolosa, perché, come dice Coelho, «bisogna conoscere bene l'amor profano per approdare a quello sacro». Paulo Coelho è stato però molto irrequieto anche nella sua personale vita amorosa: ha avuto quattro mogli. La prima, Vera, aveva dodici anni più di lui, era jugoslava, e condivise con lui il periodo dei "figli dei fiori", che non contribuì alla stabilità del rapporto. Separatosi da Vera, sposa la donna con cui sarà sequestrato e torturato, la donna da lui definita "senza nome", dalla quale divorzierà a causa di questa sventurata circostanza. La terza moglie, Cecilia MacDowell, era una collega da cui si separò dopo alcuni mesi.
Paulo Coelho si è risposato nel 1981 con la sua attuale compagna, la brasiliana Christina Oiticica, che lui definisce "la mia migliore amica". È lei ad occuparsi dell'Istituto Paulo Coelho, che offre occasione di riscatto agli emarginati e ai diseredati brasiliani, e a tutti coloro che soffrono la fame, che non possono istruirsi, che hanno subito violenze psicologiche e fisiche. Con lei lo scrittore ha viaggiato in tutto il mondo, cercando di entrare in contatto spirituale con l'anima e le tradizioni dei suoi lettori, cercando di interpretare un grande mosaico di nazionalità.
E sebbene Coelho ami ripetere che lo scrittore è sempre solo con se stesso, e che debba passare attraverso il travaglio a volte cupo e difficile della creazione, si è sempre offerto con enorme disponibilità all'incontro e ai quesiti dei suoi lettori, in una compartecipazione davvero straordinaria. È riuscito, (come nel 1999 a Buenos Aires, per la presentazione del suo libro "Veronica decide di morire"), a radunare folle incredibili, a regalare infinite emozioni col suo linguaggio semplice diretto, a firmare libri per dieci ore di fila, senza mai stancarsi, e sempre conservando l'innata modestia. E Paulo stesso, nei suoi itinerari, trovando persino un beduino che nel deserto del Sahara leggeva "L'alchimista", disse commosso: «La mia anima era arrivata prima di me, i miei libri erano presenti. Mai, nemmeno per un istante, mi sono sentito uno straniero, e questo fatto mi ha colmato di gioia, perché ho capito che su questa terra esiste una possibilità di dialogo con qualsiasi essere umano». Questa sua accessibilità, questo suo non rinchiudersi in una gabbia d'oro, questo suo mostrare la propria vulnerabilità, fanno di lui un esempio non solo letterario, ma anche profondamente umano per tutti noi. Coelho si adopera anche affinché i suoi libri vengano venduti a prezzi accessibili nei paesi del terzo mondo, perché il prezzo non sia un impedimento.
In una intervista del 2001, Coelho disse: «...Sono una persona impegnata in una ricerca spirituale nella quale trova posto anche la magia, ma non quella descritta nelle caricature di terza categoria.
La magia è il cammino delle persone comuni: è la capacità di sviluppare i nostri doni e le nostre qualità, di saper reagire seguendo la nostra inclinazione, e per fare ciò è indifferente che sia io, un tassista, o chiunque altro. E' la ricerca che tutti dobbiamo affrontare. Come gran parte delle persone, anch'io avevo l'idea sbagliata che la conoscenza fosse solo per pochi eletti. Adesso però, dico che non è così: la conoscenza è per tutti, ed è questo che io chiamo magia.
E i segni della vita, noi dobbiamo ascoltarli, perché sono l'alfabeto di dio».
E ancora: «...Non dimenticare mai per cosa vivi. Il senso della vita è quello che tu hai dato alla tua esistenza. Di solito la gente si chiede perché vive quando si trova a dover affrontare una tragedia.
Nel momento in cui una persona stabilisce quale è il senso della propria vita, ecco che la sua esistenza cambia. Ci si è posti una domanda alla quale bisogna assolutamente rispondere, e a cui si risponde non con le parole, ma con i fatti». Ed è proprio nell'opera "Il diavolo e la Signorina Pryn", che si riflette la continua e inquietante dialettica tra senso e nonsenso, tra dubbio e certezza, tra bene e male. In questo libro i protagonisti devono affrontare il lato oscuro di se stessi e compiere la scelta di accettarlo e trasmutarlo in consapevolezza luminosa. Come il Pascoli, Paulo ha sempre creduto al fanciullo nascosto dentro di noi, e gli dà voce, e lo recupera esplorando l'universo magico dell'anima umana. Crede nei simboli e nei segni che la vita offre quotidianamente, sceglie uno stile semplice e quasi infantile, parole chiare e limpide, ma dai significati profondi e metaforici. Scrive insomma per il popolo intero, e mantiene la modestia e l'umiltà di un apprendista.
È questo il suo fascino pieno di luce e candida bellezza. È questo che fa vibrare e innamorare. E la sua storia personale, inizialmente così tragica e violenta, colma di cadute, di avversità e di irrequieta passionalità, è forse per tutti noi, lettori o scrittori, un lampo tra le tenebre, una fiaccola nell'ombra, una speranza che anche i nostri sogni, piccoli o grandi che siano, si avverino.
Bisogna essere fanciulli, bisogna essere guerrieri, bisogna essere pellegrini, bisogna essere femminili, bisogna essere pazienti e luminosi per comprendere il significato dei nostri giorni.
Il grande scrittore è un mago, un alchimista delle parole che devono riscoprire il divino che c'è in ognuno di noi.
«L'impossibile è una parola ingannevole. Ci lasciamo scoraggiare non perché le cose sono impossibili, ma perché le pensiamo così.
Niente è impossibile. La bellezza è la purezza dell'animo.
E la serenità non è la mancanza di movimento, ma la concentrazione assoluta. Il tempo è sempre il momento presente». Paulo Coelho)

Alessandra Crabbia
FONTE http://www.club.it/autori/grandi/paolo.coelho/indice-i.html
blueshot
00martedì 7 settembre 2004 17:12
Informazioni utili
Tutte le informazioni per chi volesse intraprendere il Cammino di Santiago.


Prima di partire bisogna chiedere la Carta del pellegrino nel paese d’origine, una specie di lasciapassare che giorno dopo giorno si deve riempire con i timbri delle località in cui ci si ferma a dormire. Il libretto è inviato gratuitamente dal Centro studi composteliani (via Verzaro, 49 Perugia, tel.075/5736381), oppure è acquistabile alla Colleggiata di Roncisvalle. Alla fine, arrivati a destinazione all’Ufficio del pellegrino di Santiago, si mette l’ultimo timbro guadagnando la “Compostela”, l’attestato del Camino, rilasciato a chi ha percorso almeno 100 chilometri a piedi o a cavallo, oppure 200 pedalando in bicicletta. Tuttavia, se non si riesce a ottenere la Carta, la si può sostituire con un diario di rotta con le firme e timbri di ogni tappa del Cammino.

Il periodo migliore per intraprendere il Cammino va da maggio a metà ottobre, anche se la più alta densità di pellegrini si registra tra luglio e agosto, con il culmine attorno al 25 luglio, festa di San Giacomo.

Cosa portare: uno zaino non troppo pesante (10-15 chili). Più è leggero meno faticoso è il cammino Non dimenticare il sacco a pelo, coltellino multiuso, borraccia, kit da pronto soccorso.

Dormire e mangiare: si dorme negli ostelli del Cammino, dove si ottengono i timbri, ma in ogni caso ai pellegrini non viene mai negato vitto e alloggio. Durante il percorso è facile trovare numerosi locali che offrono il “menù del pellegrino” a pochi euro. Tutto il percorso è costellato di segnali e indicazioni per guidare il pellegrino.

I “cammini” di Santiago: oltre al Cammino Reale Francese, il più battuto, ci sono altri percorsi che si possono fare per arrivare a Santiago: il Cammino dell’Aragona (valico di Somport), l’itinerario della costa, il Cammino d’Oriente (che coincide con l’antica Ruta de la Plata, via di comunicazione romana che da Siviglia si spingeva fino ad Astorga e al Mar Cantabrico), proveniente dal sud della penisola e dalla Castiglia, il Cammino inglese e quello portoghese.

Gli oggetti distintivi: la conchiglia con la classica forma a ventaglio, simbolo di San Giacomo (nella foto), il bastone (antico “bordone”), uno degli “strumenti di lavoro” del pellegrino, il cappello (“petaso”) tipico corpicapo del viandante con attaccata una conchiglia, identificava già in passato il partecipante come viaggiatore spirituale, la Compostela, l’attestato rilasciato al pellegrino come conclusione del Cammino.

Per maggiori informazioni e approfondimenti su Internet:
Sito ufficiale: www.caminosantiago.com
Sito dedicato al Giacobeo 2004, anche in italiano: www.xacobeo.es


a cura di Cecilia Martino

FONTE http://www.turismo.it/articoli/2004/06/11/534529.php



***LA GROTTA DEI POETI***





[Modificato da blueshot 07/09/2004 17.15]

blueshot
00martedì 7 settembre 2004 17:21
CONSIGLI UTILI
fonte http://capaneo.interfree.it/attrezzatura.htm

CONSIGLI UTILI:

Caricare lo zaino il meno possibile. Non dovrebbe superare, a pieno carico, gli 11 kg. Meglio se rimane sotto i 10 kg

Se userete calzature nuove, indossatele almeno un mesetto prima della partenza, per evitare sorprese

I bastoni sono fondamentali: servono per scaricare parte del peso corporeo (aumentato dallo zaino) a terra, e non gravare quindi su muscoli, articolazioni e piante dei piedi

Non risparmiate sui calzini: un paio di calze di bassa qualità vi farà crescere le vesciche al terzo giorno!

Idem per il giacchetto: quando piove e si deve camminare per 8 ore sotto l'acqua, non vi pentirete di aver speso una fortuna!

La doccia va fatta sempre con le ciabattine, la pulizia a volte lascia a desiderare

Le scarpe da ginnastica sono utilissime per rilassare il piede nella meseta, sempre asciutta, piana e dura

Le camicie asciugano prima delle T-shirts

I panni Vileda© sono migliori delle salviette, asciugano meglio e prima, e si possono lavare di tanto in tanto. Pesano nettamente di meno e non occupano spazio alcuno. Due sono più che sufficienti

Le spille da balia serviranno per tutto, dal tendere i calzini allo zaino per farli asciugare meglio all'usarli come mollette

Le medicine che servono per davvero sono poche: quasi ogni giorno si può trovare una farmacia o un emporio che abbia i medicamenti basici. Quindi meglio pensare a curare muscoli e piedi, per tutto il resto si va in farmacia

I tappini sono fondamentali per poter dormire in stanzoni di 20 letti, dove il 20% dei pellegrini russa in maniera vergognosa

--------------------------------


ATTREZZATURA CONSIGLIATA:

Zaino da 45-60 litri (sono più che sufficienti) con armatura interna
Sacco a pelo in piumino d'oca, piccolo e leggero ma allo stesso tempo adatto anche al freddo
Scarpe da trekking in Cordura© o pelle, ma d'obbligo il Gore-Tex© e la suola in Vibram©.
Cappello da acqua e da sole
Bastone telescopico da trekking in alluminio (meglio due che uno)
Calzini (3 paia) Thorlo© da trekking o comunque calze di ottimo materiale
Giacchetto antiacqua in Gore-Tex©, Patagonia© o materiali realmente impermeabili ma traspiranti
Ciabattine leggere da doccia
Scarpe da ginnastica leggere (per la meseta)
2 T-shirts, 1 camicia di cotone, 1 canottiera, 1 pile con zip, 3 paia di mutande
Pantaloni lunghi di cotone con cerniera a metà coscia (diventano calzoni corti)
Panni Vileda© gialli da cucina per asciugarsi
Cuscino gonfiabile e federa
Borraccia termica (almeno un litro)
Filo per tendere e spilloni da balia
Tappini per le orecchie
Medicine (Betadine©, cerottini e Compeed©, bende e fasce elastiche, ago e filo, creme rilassanti ed anti-sudorazione per i piedi, Voltaren© in pasticche e crema, Aspirina© e Aulin©.
Guida Everest (solo in Inglese, Francese o Spagnolo) o El Pais Aguilar (in Spagnolo): sono le migliori


Consigli generali:

Non forzate mai, soprattutto i primi giorni, non prendete il pellegrinaggio come una sfida sportiva od una competizione

Non andate più veloci delle proprie possibilità, cercando di stare al passo di altri che vanno più forte

Decidete le tappe di giorno in giorno, in base alle condizioni fisiche e meteorologiche

Camminate molto anche da soli, aiuta molto, a volte

Fermatevi quando siete stanchi, mangiate se avete fame: non si fanno diete durante il Camino

Nessuno pretenderà niente da voi, ma in ogni caso sappiate dire NO

Imparate qualche parola di spagnolo, basico, tanto per non sentirsi esclusi del tutto dal contesto. La conoscenza dell'inglese aiuta molto, ma anche quella del francese, dato l'alto numero di pellegrini dalla Francia

Siate educati, rispettosi, umili e puliti: non sporcate con rifiuti vari, usate i servizi igienici pensando che altre persone dovranno usarle dopo di noi

Evitate qualsiasi forma di cafonaggine o maleducazione: tutti i pellegrini che ho incontrato erano persone veramente educate e tolleranti

Usate slip e non boxer (dopo 8 ore di camminata vi renderete conto perché)

Evitate luglio e agosto: troppo caldo, troppi pellegrini

Partite da soli, gli amici li farete strada facendo: non vi legate troppo a qualche persona o gruppo che potrebbe limitarvi


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:08.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com