Il caimano - la critica

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vanni-merlin
00domenica 30 aprile 2006 13:54
Il caimano





Autore: Maurizio Turrioni - Testata: Famiglia Cristiana

(...) Al centro non ci sono soltanto i disastri della politica, ma anche quelli di una società senza più valori. La verità è che non sposterà un voto. Il Caimano, (...), lungi dallo stritolare tra le sue fauci lo spettatore, è invece una creatura delicata e malinconica. È vero, sullo sfondo c’è la figura di Berlusconi. D’altronde, come sarebbe possibile raccontare una storia contemporanea senza tratteggiare la figura del Cavaliere, uno che (come dice Giuliano Ferrara, al quale il film è piaciuto) ha cambiato l’Italia ed è il re della nostra epoca? Curioso, casomai, che nessun cineasta l’avesse fatto finora. Quasi che il cinema, nei suoi 111 anni di vita, non si fosse equamente diviso tra puro intrattenimento e scomodo impegno civile. (...) pur saldo nei suoi valori progressisti, Nanni non è più lo splendido quarantenne di Caro diario, ma un cinquantenne ammaccato dalla vita e un po’ disilluso. (...) il film è la riflessione amara di chi invita a un esame di coscienza. Perché se oggi esiste un fenomeno Berlusconi, il problema è anche vedere che cosa noi siamo diventati. (...)

Autore: Mariarosa Mancuso - Testata: Il Foglio


(...) “Il Caimano” di Nanni Moretti è irrimediabilmente noioso (...).


Autore: Lietta Tornabuoni - Testata: La Stampa

(...) «Il caimano» di Nanni Moretti è un bel film, divertente, ardito, politicamente di parte e molto intelligente. (...) Placido è bravissimo nel ruolo significativo dell’attore che a poco a poco si lascia sedurre dal personaggio. Il caimano è impersonato da un sosia, da Placido, da se stesso, da Nanni Moretti: l’interprete più efficace e bravo è l’ultimo. Silvio Orlando è magnifico ma tutti gli attori sono eccellenti, come eccellente è l’intrecciarsi di film, filmati e citazioni tv, di fiction e realtà.


Autore: Luca Telese - Testata: il Giornale

(...) Il Caimano è un film «oggettivamente berlusconiano». Lo è a prescindere dalle intenzioni di chi l'ha girato, ma lo è di fatto, col rischio di costruire una apologia involontaria del Cavaliere, devastante per i suoi critici. (...) Per la prima volta mancano le grandi sentenze morettiane, solo gag brillanti: de Il Caimano si ricorderanno i finti B-movie di Orlando (Maciste contro Freud, Mocassini assassini, il finto «splatter maoista» Cateratte), ma anche lo sconcerto di Orlando per una coppia lesbo-gay. Se c'è una sinistra, in questo film, è una sinistra che si sente antimoderna in tutto tranne che nell'antiberlusconismo. Ama i suoi figli, ma vede andare in pezzi la sua famiglia (Margherita Buy lascia Orlando), vede il deserto intorno a sé, e si trova inchiodata ad un unico dilemma, «Cavaliere sì-cavaliere no». Sbaglia Berlusconi a non vederlo: se lo facesse si divertirebbe. E forse guadagnerebbe punti nei sondaggi.


Autore: Tullio Kezich - Testata: Il corriere della sera

(...) Sembra quasi che dopo anni all'opposizione l'autore di Il caimano voglia rendere omaggio a un personaggio che, piaccia o no, sta ormai nella storia. La curiosità maggiore riguarda il giudizio complessivo: siamo di fronte a un'opera riuscita? Direi che sulle prime scene c'è di che restare perplessi: tutto quel parlare di cinema, quel muoversi fra finti film e vere persone dell'ambiente, quel ritrovare registi in prestito (Virzì, Sorrentino, Montaldo, Mazzacurati, Garrone e altri) o attori di nome che si concedono in gustose apparizioni fanno pensare a una faccenda riguardante un mondo di pochi. Vien quasi da dire «fatti loro», ma si è già emotivamente immersi nel naufragio del matrimonio fra Orlando e la brava Margherita Buy, preoccupati di come la prenderanno i bambini. Qui si affaccia il Moretti intimista di La stanza del figlio e il discorso va oltre l'affresco caricaturale. (...) Apparentemente legato a un cinema di commedia gergale, Moretti sconfina volentieri nella metafora grandiosa o minimalista (...). Qui il nostro abbraccia in un solo sguardo la crisi del cinema, la crisi dei sentimenti e la crisi dell'Italia (...)


Autore: Alberto Crespi - Testata: l'Unità

(...) L'impatto del film, che Moretti ha fortissimamente voluto nelle sale prima del voto, non deve però cancellare tutto ciò che il film stesso contiene. E, ad esempio, un film sul cinema: a tratti assai buffo (...) e più spesso dolente, perché ci racconta un cinema italiano che ha perso la memoria, dove i critici straparlano. I divi sono vanesi e i vecchi maestri come Giuliano Montaldo non riescono più a lavorare. (...). Attraverso il cinema, Moretti riflette sulla deriva morale, culturale e politica di questa Italia. Il Caimano ci dice chi siamo, da dove veniamo e, purtroppo, dove andiamo. Sparando che il finale vero, il 9 aprile, sia diverso da quello del film.


Autore: Natalia Aspesi - Testata: la Repubblica

(...) È certamente il film più maturo di Moretti, che con la collaborazione di attori mai così bravi anche nelle apparizioni brevi, prosegue nel suo cammino autobiografico con più serenità e distacco, con più ragione e sentimento. Racconta della difficoltà, dell'impossibilità di dire storie in un paese che ha introiettato l'autocensura. Racconta la fine forse irragionevole e difficile da accettare, di un buon matrimonio, e il rapporto lieve, affettuoso, profondo semplice, tra padre e figli; e alla fine racconta del paese in cui viviamo, invaso da un'anomalia che lo divide e condiziona, che condiziona tutti noi, quindi anche Nanni Moretti: ed è impossibile per un autore fare un film ignorando l'attuale contesto, anche se parla d'altro, anche se lo colloca nel Medioevo. (...) quando Moretti diventa Berlusconi, l'autore ci comunica il disagio di una premonizione. Tutto è possibile, in un paese che viene additato come luogo di possibili violenze dal dipartimento di stato americano e dove c'è chi non può accettare, rischiare, di perdere le elezioni.


Autore: Roberto Silvestri - Testata: Il Manifesto

Non sposterà un voto, Il Caimano, 112' di puro Moretti. Divertimento conturbante assicurato. (...) questo film grintoso e ottimista smaschera l'ascesa, il trionfo politico, la tecnica e la gestione del potere, la corruzione diffusa, la caduta giudiziaria e perfino lo stile imperiale della tomba (già eretta nella sua villa) di Silvio Berlusconi. Di questo parla, ma non solo, perché il cinema morettiano è sempre sorprendente e a più strati, come una Sacher, Il Caimano, l'ultima tragi-commedia di Nanni Moretti. (...) Il Caimano è una bellissima fiaba nera, di quelle che piacciono ai bambini tra i 7 e i 9 anni, per addormentarsi sereni. Il cattivo, infatti, è magnifico. E nonostante il nome e cognome è un cattivo collettivo e flessibile. L'happy end è costruito con arte, come dovrebbero fare tutti i film aristotelicamente corretti.


Autore: Pietrangelo Buttafuoco - Testata: Il Foglio

Non ho fatto altro che sbadigliare. Che spreco, un soggetto come Berlusconi ridotto a una commedia di costume riuscita male. Doveva finire in mani migliori.


Autore: Lanfranco Pace - Testata: Il Foglio

Il film corre su più strati, troppi, non ne risolve nessuno. Meno antiberlusconiano di quanto ti aspetteresti. Debole nelle corde classiche sulla famiglia. Speravo in una specie di "Presa di potere da parte di Luigi XIV". Mi spiace, sono un fan di Nanni...


Autore: Giuliano Ferrara - Testata: Il Foglio

Un Moretti delizioso, grottesco, autoironico. In fondo Moretti sposa la tesi del Foglio, ovvero che Berlusconi ha già vinto, qualunque sia l’esito delle elezioni. È la storia di un uomo soggiogato dalla sua immaginazione artistica, dall’eroe negativo, dal cattivo, come un grande cartoon alla Citizen Kane


Autore: Marcello Sorgi - Testata: La Stampa

Ci aspettavamo un film contro Berlusconi, ma troviamo un film sulla sinistra che alla fine dice che il popolo è con Berlusconi


Autore: Gianluigi Rondi - Testata: Il Tempo

Narrativamente mal costruito. Parte bene con questa idea del produttore squattrinato e della regista esordiente, poi c’è una deriva verso situazioni poco convincenti, e non faccio un discorso sul contenuto ideologico. Purtroppo la polemica politica ha impedito a Moretti di controllare la qualità. Film scricchiolante


Autore: Mariuccia Ciotta - Testata: Il Manifesto


L'editoriale da scrivere per il 9 aprile adesso ha un titolo, Il Caimano. Il film di Nanni Moretti trasforma il lessico politico, lo sbrana e e ne sprigiona materialità e visioni. Chi si aspetta un pamphlet anti-berlusconiano resterà deluso, chi una comica finale sul Cavaliere anche, perché il film è un antidoto potente al modo di «mettere in scena» l'Italia. È cinema che scarta l'incantamento-Silvio, il premier che «si ama odiare», e lo sberleffo trash di chi ne fa una macchietta. È un cinema «che ha mondo» come dovrebbe avere la politica, e un tempo scandito dall'enormità delle piccole cose (...)




da: www.capital.it/trovacinema/scheda_critica.jsp?idConten...


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