Il romanzo di Egle Rizzo si distacca piuttosto nettamente da questo filone di classe ‘nordica’, rivelando il chiaro intento di recuperare nuovamente le nostre radici, la classicità intesa nel senso più puro e “italico” del termine.
Il genere “fantasy” ha affascinato e rapito intere generazioni grazie alle suggestive atmosfere e simbologie evocate da personaggi ed ambientazioni di stampo tipicamente anglosassone.
Cornovaglia, Bretagna, Irlanda, Galles, sono nomi che certamente chiunque ami questo genere letterario ha conosciuto e seguito con estrema passione, nomi che rievocano quel particolare sapore epico-mitologico tessuto attorno a leggende e personaggi di matrice celtica, e che si riconducono per lo più ai vari cicli arturiani e tolkeniani.
Il romanzo di Egle Rizzo si distacca piuttosto nettamente da questo filone di classe ‘nordica’, rivelando il chiaro intento di recuperare nuovamente le nostre radici, la classicità intesa nel senso più puro e “italico” del termine.
Un primo merito dell’autrice è dunque quello di accompagnare il lettore all’interno di un mondo progettato secondo canoni inconsueti, abbandonando l’abituale matrice fantasy dell’epopea, per seguire una diversa concezione dove l’influenza dei grandi scrittori italiani del passato diventa caratteristica di fondo dell’opera, interessando perfino l’etimologia delle parole greche, nonché numerose citazioni latine.
Secondo grande merito va riconosciuto alla capacità di gestire con disinvoltura una vicenda costruita secondo un duplice punto di vista; la scrittrice infatti, non senza evidenti e brillanti pennellate di autoironia, si ritrova immersa nelle vicende stesse da lei narrate, giocando in tal modo attraverso un vasto ventaglio di angolazioni narrative; impossibile da questo punto di vita non ipotizzare un parallelismo con alcuni nomi quali “Alice nel paese delle meraviglie”, oppure “La Storia Infinita di Michael Ende” .
La Rizzo ci invita così a riflettere su quale sia il ruolo ricoperto da un artista: scoprire un opera d’arte o crearla ?
In definitiva, siamo di fronte ad un’opera di talento, assolutamente unica sotto molti di punti di vista.
Sicuramente sono da tenere d’occhio le future produzioni di questa promettente scrittrice.
TRAMA
Un mago malvagio si diverte a giocare con i varchi dimensionali, porte che si aprono all’improvviso nel limbo tra fantasia e realtà. La giovane scrittrice Aelin precipita dentro uno di essi e si ritrova tra i protagonisti del romanzo che sta scrivendo. Darà man forte a numerosi personaggi fantastici in un dialogo inedito tra se stessa e le creature partorite dalla sua immaginazione. Fra draghi, faide che dividono regni confinanti e un cerchio di spade che potrebbe essere la chiave di tutto si dipana una storia fantasy molto avvincente che coinvolge il lettore dall’inizio alla fine.
Fonte Supereva.com