Il Principato di Antiochia:la croce e la mezza luna

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Il Cavaliere Verde
00martedì 16 settembre 2008 00:29
Kingdoms crusader campaign vh/vh
Io,Chrétien de Troyes,umile monaco al seguito del Re Bohemond il Crociato,signore di Antiochia,giunto al termine dei miei giorni,narrerò gesta sì nobili e grandi da oscurare quelle cantate nei poemi antichi.Gesta compiute da uomini pii di grande virtù ed infinito valore che,per difendere la terra ove nacque il Salvatore,si batterono per interminabili anni contro gli infedeli.E badate,o voi lettori,che quanto riportato corrisponde ai fatti così come da me stesso osservati.Che nessuno,dunque,mi accusi di eccessiva levità di mente,ma,se mi capitasse di commettere errori o di essere oscuro,siate pronti ad usare indulgenza.
Il florido Principato di Antiochia,mia amata terra,venne fondato dopo la presa della città da parte del valente e compianto re Baldovino III,durante la prima crociata,deciso a restituire alla cristianità l'intera Terra Santa.Pochi anni dopo anche la Città Santa venne conquistata dai crociati (sia lode a Dio per questo miracoloso trionfo!) e,tra i due regni,grande fu da subito l'amicizia,cementata dalla necessità di resistere ai continui assalti degli infedeli seguaci del falso profeta Maometto.
Ai giorni in cui ha inizio il mio racconto,il sultanato d'Egitto e il califfato vassallo dei Turchi,premevano con forza sui confini dei regni cristiani,ma valida era la resistenza.Bohemond,dopo anni di inattività,stanco di attendere il nemico rinchiuso tra le mura della città,radunò un possente esercito al quale si mise in testa e ne inviò un altro a strappare ai ribelli,numerosi nella regione,preziose città per consolidare il suo dominio.Consapevole delle enormi spese che avrebbe dovuto affrontare per rifornire di vettovaglie ed equipaggiamenti i suoi uomini,diede istruzioni ai suoi governatori di dar corso ad un florido commercio con i vicini confratelli.Ma i sogni di una rapida ascesa svanirono tosto come nebbia al chiarore del primo sole.Una voce,rapida come saetta,si diffuse per tutto il regno seminando panico tra la popolazione:gli infedeli,riorganizzatisi sotto le insegne di Saladino e Noraddino,sovrani infidi e crudeli,avevano dato il via ad una guerra santa,decisi a riprendere la terra che il Signore ci aveva concesso in premio per i nostri enormi sacrifici e alla cui difesa tutti ci eravamo votati con la vita.
Bohemond,già sulla via per una facile conquista,si trovò stretto,con il suo esercito,tra due possenti armate nemiche.Per nulla intenzionato a dimostrarsi pavido,seppure in inferiorità,radunò le truppe e le condusse in battaglia.
Quel giorno,il primo di tanti altri altrettanto memorabili,mi trovavo al fianco del mio re e potevo sentire come,con voce ferma e decisa,egli spronasse i soldati a combattere per far splendere la croce di Cristo in terra di pagania.Le forze in campo erano equilibrate:superiori di numero e dotati di arceri a cavallo i Turchi,con truppe regolari corazzate e mossi dalla certezza della vittoria noi.Lo scontro ebbe luogo in una vasta pianura desertica.Dopo lungo studio,i due eserciti si posizionarono l'uno di fronte all'altro ed ebbe inizio la schermaglia tra arceri.I nostri,più numerosi degli avversari,riuscirono ad avere la meglio e distrassero il nemico che non si accorse dell'aggiramento sui fianchi da parte dei nostri cavalieri,valorosi nobili di Antiochia.Il re fece allora avanzare compatta la linea dei lanceri ospitalieri e,più defilata,in modo da sfondare il fianco nemico,quella degli scudieri di Edessa.Intanto l'astuto avversario,accortosi della difficile situazione,ordinò ai Turcomanni di trafiggere quanti più cavalieri possibile.Bohemond era però pronto a tale mossa e,con incredibile acume strategico,lanciò i cavalleggeri alla carica contro i veloci cavalieri turchi che,però,si videro tagliata la fuga da un'ala della cavalleria pesante crociata che ne fece facile scempio.Contemporaneamente si diede l'avvio all'assalto frontale tra i fanti,ma anche questo durò poco:dal fianco di una collina,infatti,nel bagliore del tramonto,l'ala destra dei cavalieri di Antiochia si lanciò alla carica contro l'impaurita fanteria nemica,già fiaccata dai nostri uomini.Fu così che l'intero esercito avversario si diede alla fuga e gli stendardi dell'orifiamma si levarono alti contro il cielo assieme al "non nobis" di ringraziamento all'Onnipotente che ci aveva donato tanto gloriosa riuscita dell'impresa.
La vittoria fu identica anche il giorno successivo contro il secondo esercito nemico,e numerosi furono i prigionieri catturati.Ma Bohemond,nella sua magnanimità,offrì all'avversario la possibilità di riscattare i cattivi,proposta che venne saggiamente accettata.Troppi furono,a parere di molti,gli scampati dalla battaglia che tornarono ad infoltire le schiere musulmane,ma non è bene disprezzare una tale dimostrazione di pietà e amor di Dio,anche se nei riguardi di infedeli.
ScudoArgenteo
00martedì 16 settembre 2008 09:13
Complimenti Cavaliere hai reso benissimo la situazione politica in cui ti trovi, in più ti faccio i complimenti per la lingua hai scritto veramente in modo esemplare [SM=g27811]
Undercasted
00martedì 16 settembre 2008 09:46
Bella davvero.
Affascinante narrazion di eroi delle loro nobili gesta.
Il Cavaliere Verde
00martedì 16 settembre 2008 13:18
Ove si narra della presa di Raqqa e di altre mirabili imprese

Passammo le settimane seguenti accampati presso il ponte di Aleppo presidiandolo e attendendo rinforzi che potessero rinforzare le nostre fila sì duramente provate dai passati scontri.Gli animi dei nobili franchi che sedevano al consiglio del re erano però avvelenati dall'invidia e,covando nell'ombra il desiderio di spodestare Bohemond,lo indussero a portare avanti la guerra con i vicini Turchi.Ma il mio sire,accorto e restio a mandare al macello i suoi uomini,prima di varcare il confine,riuscì ad ottenere l'alleanza con i Bizantini,nobile stirpe di discendenti di Roma,seppur allontanatisi dall'unica vera Chiesa,già impegnati in scaramucce con i nostri avversari sul versante occidentale del Regno.
Ottenuta così la sicurezza su un fronte,attese l'arrivo di un nuovo esercito che lo potesse affiancare e pose piede in terra ostile deciso a por fine al jihad.
Ad oriente di Aleppo,ad alcune giornate di cammino in pieno deserto,si trova la cittadina di Raqqa,avamposto estremo del Sultano.Qui si radunarono,in attesa di sferrare l'assalto mortale ad Antiochia,il grosso delle truppe occidentali musulmane divise in quattro possenti armate.Bohemond,consapevole che non sarebbe scampato alcuno da un assalto diretto,decise di affrontare uno per volta i generali nemici con il supporto dei rinforzi.
La vittoria riportata sulle prime due armate fu travolgente,anche grazie ad una battaglia ingaggiata nel cuor della notte per sorprendere gli assonnati Turchi.Giunse così,in breve volgere di tempo alle porte della città,protetta dagli ultime due eserciti guidati dal principe ereditario in persona.Lo scontro fu terribile:sfruttando la posizione più elevata,l'esercito crociato,con una parte delle truppe tenne a bada il grosso dei nemici fino all'arrivo dei rinforzi,e,con un reparto di cavalleria guidata dallo stesso Bohemond,caricò sui rinforzi musulmani travolgendoli e catturando il nobile generale nemico.Con gran sorpresa degli infedeli,i cristiani catturarono la maggior parte degli avversari sgominando i temibili turcomanni subendo perdite minime.
Prendere Raqqa,difesa da un manipolo di valorosi dopo la distruzione delle armate nemiche,fu cosa di ben poco conto lasciata alla gestione dei rinforzi.
Il sire franco era intenzionato,dopo aver ottenuto tanto decisiva vittoria,a liberare il figlio del suo nemico come segno di gran rispetto,ma i conti si adirarono e lo costrinsero a giustiziare i prigionieri per non incorrere nella loro ribellione.
La notizia dell'orribile massacro giunse all'orecchio del Sultano che giurò che avrebbe scuoiato vivo il capitano dei crociati e raso al suolo la capitale del suo regno.
All'orizzonte intanto si stagliava l'indizione della terza crociata che avrebbe incendiato quella Terra tanto santa quanto martoriata.
Night Raven
00martedì 16 settembre 2008 13:37
[SM=x535711] [SM=x535711] [SM=x535712] Oh, grande padre della narrazione, continua il tuo racconto, affinchè più fedeli si radunino sotto la tua bandiera... Altrimenti le sciabole arabe e l'inquisizione graveranno sulla tua cotenna!! [SM=x535691] Scherzi a parte, davvero una bellisima cronaca..., continua cosi, mastro cronacaro... [SM=g27828]
Eraclio Imperatore Romano
00martedì 16 settembre 2008 14:13
il padre di tutte le cronache di guerra onorevole Cavaliere Verde Principe di Antiochia e Re Normanno di Sicilia, ha ripreso il suo mestiere a quanto vedo...
Kingdom lo comprero anche io appena possibile, sembra molto bello. Ma torniamo a te: grandioso inizio io ti suggerirei di allearti subito con il Regno di Gerusalemme a sud e di espanderti contro i Turchi a est. Io non quasi nulla di Kingdom, quindi non so dirti, perchè non so gli obiettivi della tua campagna ne so qualcosa sulla mappa.

PS: te la sentiresti di diventare primo Consigliere e Mega Dux(comandante supremo dell'esercito) di Bisanzio? [SM=x535719]
(Hamlet)
00martedì 16 settembre 2008 19:58
Il mestro colpisce ancora; fai quasi shifo [SM=x535719]
Bertavianus
00martedì 16 settembre 2008 20:11
Semplicemente magnifico.
alexander89.
00martedì 16 settembre 2008 20:42
beh vedo che anche tu scrivi molto [SM=x535693] [SM=x535693] ,bel racconto.io punterei direttamente sulla fortezza di mosul, aggirando i nemici.da mosul puoi sferrare attacchi su ogni parte del territorio selgiuchida [SM=g27811] e gli fai perdere il piu grande insediamento militare che hanno
Undercasted
00martedì 16 settembre 2008 22:34
Bello il racconto
Però percepisco una certa antipatia verso i monaci, (Chrétien de Troyes) [SM=x535693]
Il Cavaliere Verde
00martedì 16 settembre 2008 23:20
Re: Bello il racconto
Undercasted, 16/09/2008 22.34:

Però percepisco una certa antipatia verso i monaci, (Chrétien de Troyes) [SM=x535693]




In realtà Chretien de Troyes è l'autore della versione francese del ciclo arturiano (in pratica la versione che conosciamo tutti con la storia di Lancillotto e Ginevra,Parsifal e il Graal ecc.). [SM=x535679]
Nessuna antipatia per i monaci,anzi... [SM=g27823]
Undercasted
00martedì 16 settembre 2008 23:52
Re: Re: Bello il racconto
Il Cavaliere Verde, 16/09/2008 23.20:




In realtà Chretien de Troyes è l'autore della versione francese del ciclo arturiano (in pratica la versione che conosciamo tutti con la storia di Lancillotto e Ginevra,Parsifal e il Graal ecc.). [SM=x535679]
Nessuna antipatia per i monaci,anzi... [SM=g27823]



Non lo conoscevo.

Spero che non sia mai passato per napoli, a se no!!

Comunque non mi far aspettare troppo per leggere la narrazione della terza crociata.
Il Cavaliere Verde
00mercoledì 17 settembre 2008 00:29
Della battaglia di Mosul

Ben presto due flotte provenienti dalla lontana Europa giunsero in oriente sbarcando due dei più gloriosi condottieri di tutta la cristianità:Riccardo,che per le imprese che compì in questo angolo remoto del mondo venne detto il Cuor di Leone,e Filippo II di francia il Campione,che,appena giunto,si unì col suo seguito di fedeli ad Antiochia prendendo il comando delle truppe stanziate ad occidente.Intenzionato a conquistarsi fama imperitura,oltre che l'accesso al Paradiso tra le schiere dei soldati di Nostro Signore,mosse rapido su Adana e,dopo lungo ed estenuante assedio,riuscì a strapparlo dalle immonde mani dei briganti che la tenevano nel terrore da anni.
Altri furono i valorosi che intrapresero il devoto viaggio al fine di espiare le proprie colpe,ma solo pochi di essi vi giunsero e meno ancora riuscirono a tornare in patria.Tra essi il terribile imperatore Federico I il Barbarossa che,dopo esser stato il terrore dei comuni italiani minacciando di schiacciarli sotto il peso delle sue armate possenti come la marea,finì i suoi giorni annegato nel tentativo di attraversare un miserevole torrente,come,prima di lui,il capitano Goffredo di Buglione.Proprio vero è che la fortuna fugge via come una volubile amante e che la morte coglie allo stesso modo il potente ed il misero,rendendoli uguali!
Negli stessi giorni in cui avevan corso tali vicende,Bohemond,su consiglio dei suoi più fidati comiti,si accingeva a compiere un'impresa che lo avrebbe reso grande ai posteri di ogni tempo.Fiaccato l'impeto distruttore degli infedeli,si rese conto che di breve durata sarebbe stata la vittoria riportata se non avesse inflitto loro un colpo ancor più duro e venne nella determinazione di prender con la forza Mosul,possente cittadella turca costruita dai Sultani nel cuore del regno con blocchi di granito per rigettare indietro qualunque assalto,traboccante eserciti dai suoi cancelli pronti a falciare come fuscelli al vento le armate nemiche.
Il tempo a disposizione del mio duca era però poco:gli effettivi stanziati nella regione,come rivelato da abili informatori,erano invero molto inferiori di un tempo,ma ancora numerosi e il Sultano si sarebbe presto riorganizzato per spazzare con la sua ira i cristiani via dalle terre dell'Outremer.
Ecco che allora diede ordine all'esercito suo e a quello del fido generale Michault le Brun di procedere per tappe forzate attraverso le distese infuocate del deserto che lo dividevano dalla preda.Il viaggio fu lungo e terribli furono le sofferenze che dovemmo affrontare,ma,dopo due mesi di ininterrotta marcia,giungemmo in vista della enorme vallata che si stende tra i due grandi fiumi del Tigri e dell'Eufrate,un fertile e lussureggiante paradiso culla di antiche e dimenticate civiltà:eravamo alfine giunti in Persia.
Gli uomini,rincuorati da quella vista,percorsero quasi con gaiezza le ultime miglia che li dividevano dalla battaglia e,un mattino,attraversato un ponte,fummo alla vista di Mosul:un unico blocco di roccia impenetrabile si stagliava sfidando le nubi e molti dei più valenti soldati,veterani di sanguinose battaglie,vacillarono.Non così Bohemond in cui,anzi,si risvegliò ancor più l'ardore per il combattimento.E l'occasione si presentò inattesa:proprio in quei giorni il nobile Norandino,sovrano dei Turchi Seljuk,stava radunando sotto lo stendardo delle mezza luna un esercito di valorosi per muovere di persona contro Antiochia,ma,avvertito dalle sue spie dell'arrivo dei crociati,non volle attendere oltre e,accecato dalla furia e dalla sete di vendetta,si slanciò verso di essi.
Ebbe in tal modo inizio la battaglia di Mosul,di cui ancora conservo un ricordo misto di orrore e fierezza.
Gli eserciti si schierarono con lentezza su due colline poste l'una di fronte all'altra e sembrava che la schermaglia sarebbe dovuta durare a lungo,ma Michault commise l'imprudenza di partire alla carica dei suoi cavalieri contro gli innumerevoli infedeli e,per non veder l'intera armata darsi alla fuga,anche noi ci lanciammo all'assalto.Bohemond e i suoi cavalieri caricarono un'unità di iqta'dar incautamente avvicinatisi facendone scempio.Lo scontro fra le due fanterie fu terribile e un'ala della nostra cavalleria rimase intrappolata in una strettoia di lance nemiche e solo pochi riuscirono a districarsi da quella trappola mortale.Gli arceri,rimasti nelle retrovie,falciarono gran parte degli arcieri a cavallo turchi,ma l'aggiramento non riuscì e ci trovammo all'improvviso con l'esercito tagliato in due e la cavalleria alleata ormai in fuga.Vidi prodi cavalieri cadere accanto a me e la paura si impossessò della mia persona quando mi accorsi che Norandino e la sua invincibile guardia del corpo,cogliendo l'occasione,si lanciarono alla carica contro il nostro reparto.Anche Bohemond si accorse della manovra nemica e lanciò tutti i suoi cavalieri nello scontro mortale.La mossa del Sultano,dettata da avventatezza,risultò rovinosa e Bohemond riuscì a spiccare con un sol colpo la testa del nemico.a tale vista,le schiere turche si dettero alla fuga e,con rapida cavalcata,vennerono catturati a centinaia.
Terminata la battaglia però,il grido di gioia ci si smorzò in gola:Michault le Brun,compagno di innumerevoli scontri condotti fianco a fianco,giaceva morto sul campo assieme a tutte le sue unità di cavalleria e alla maggior parte delle truppe al suo comando:avevamo vinto a prezzo della vita di centinaia di nobili soldati il cui sangue,mescolato a quello dei musulmani,rendeva rossa la terra.Il capitano,colpito come da un pugnale da quel doloroso evento,face sterminare i prigionieri e ne lasciò i corpi in pasto agli animali a monito per i loro correligionari.
La morte di tanti valenti guerrieri non fu vana:Mosul era praticamente svuotata e,con soli due arieti,i suoi cancelli vennero divelti e i difensori dispersi.
Il cuore del sultanato era caduto e quella sera,per la prima volta,il suono delle campane ne riempì l'aria.
Il Cavaliere Verde
00venerdì 19 settembre 2008 11:57
Bagliori di guerra

Epoca buia la nostra,in cui la quarta crociata si concluse col sacco di Costantinopoli e la scomunica dei partecipanti,e in cui teneri fanciulli si imbarcano per la Terra Santa a difendere il Santo Sepolcro.
Ma altri erano i nostri pensieri in quei giorni.
Philip,degno della sua nomea di Campione,nel volgere di pochi anni riuscì a conquistare tutta l'isola di Cipro caduta in mano a briganti esuli dalla Grecia e ad insediare ivi fedeli governanti provenienti dall'Ordine Ospitaliero.
Mosul,intanto,veniva fortificata e l'esercito fornito di nuove armi e corazze.Bohemond,di fatti,spezzata la resistenza dei Seljuk,intendeva soggiogarli definitivamente ponendo l'intero loro regno sotto il vessillo dell'orifiamma.Al fine di portare a compimento tanta impresa,cementò tramite messi l'amicizia con l'Imperatore d'Oriente e il signore gerosolimitano ottenendone in cambio notizie preziose sulla reale estensione e forza del nemico.
L'attacco sarebbe giunto a distanza di pochi mesi,una volta schierati gli eserciti,il suo e quello del principe francese,travolgendo al contempo i due tronconi del regno turco che nulla avrebbero potuto contro il sacro ferro delle armi crociate.
L'entusiasmo e la voglia di compiere gesta immortali spinsero ad unirsi al mio re anche i canoni del Santo Sepolcro,la crema della fanteria cristiana,da sempre dediti alla strenua difesa del Krac de Chevaliers,e il Maresciallo degli Ospitalieri in persona col suo seguito di cavalieri-monaci.Tutto era pronto per la più grande guerra che la cristianità avesse mai affrontato.
Il Cavaliere Verde
00venerdì 19 settembre 2008 12:00
Mi scuso se negli altri capitoli sono stato troppo lungo [SM=x535688] ,ma mi sono lasciato un pò andare [SM=x535719] e volevo dare un tono più epico possibile alla campagna che,tra l'altro,sta davvero per finire (è breve,ma non cambia molto con quella lunga perchè alla fine conquisterò lo stesso numero di territori...spero...).
Spero che non vi siate troppo scoraggiati a leggerla... [SM=x535722]
Bertavianus
00venerdì 19 settembre 2008 13:31
A me sono piaciuti moltissimo; non poteva essere diversamente, visto che l'estensore è il grande Chrétien de Troyes.
La sua prosa mi ha sempre colpito come quadrello di balestra.
Il Cavaliere Verde
00venerdì 19 settembre 2008 14:05
Re:
Bertavianus, 19/09/2008 13.31:

A me sono piaciuti moltissimo; non poteva essere diversamente, visto che l'estensore è il grande Chrétien de Troyes.
La sua prosa mi ha sempre colpito come quadrello di balestra.




[SM=x535719] [SM=x535719] [SM=x535719] [SM=x535719] [SM=x535719]
Il Cavaliere Verde
00sabato 20 settembre 2008 17:36
La città dai mille minareti

Partimmo da Mosul all'alba del 23 marzo 1224 con l'esercito più imponente che mai avesse calcato quella terra di senzadio,ma sprovvisti di macchine da guerra,contando solo sulla forza delle nostre braccia guidate dal Signore.
Puntammo diritti verso Bagdad,la capitale dei Seljuk,attraversando miglia di deserto a perdita d'occhio sotto un sole implacabile.Alfine giungemmo nell'altopiano che divide quell'inferno dalla verde vallata della Mesopotamia e lì ci accampammo in attesa dell'armata a guardia della città guidata dal generale Timurbugha di Hamadan,gran visir del Sultano.
La sera che precedette la battaglia il silenzio regnava nell'accampamento,ognuno essendo intento a pregare Dio che il giorno dopo prevalesse la Sua santa armata.Quella notte non chiusi occhio,ricordo la luna che splendeva come il sole in mezzo a un mare di stelle e il chiarore dell'alba che mi sorprese come il presagio di un lieto evento.Partecipammo alla funzione e confessammo pubblicamente i nostri peccati,rimettendo la nostra anima nelle mani dell'Onnipotente,e ci schierammo sul campo di battaglia.Le schiere nemiche apparvero da dietro una collina con i vessilli al vento,meno numerose e preparate delle nostre,ma determinate a fermare la nostra avanzata.
Cominciarono le manovre di schieramento e le schermaglie contro i loro temibili arceri a cavallo,in numero impressionante quel giorno.Riuscimmo a tenere loro testa e a respingerne una disperata carica con l'ausilio della forte cavalleria di Antiochia e degli Ospitalieri.Scacciati come mosche fastidiose i loro arceri limitando le perdite,sfoltimmo i ranghi degli abili giavellottisti curdi e,al suono del corno,ci lanciammo in mischia con gran impeto.Nulla poterono alla vista di tanto furore i pavidi infedeli che fuggirono urlando assieme al loro generale (uomo davvero senza onore) braccati dalla guardia del principe e dal Gran Maresciallo.
La vittoria era nostra e marciammo senza incontrare alcuna resistenza fin dentro Bagdad.Entrati che fummo ci accolse uno spettacolo mai visto,con giardini pensili,ricchi palazzi e torri svettanti ovunque.Bohemond rimase così abbagliato a quella vista che si rifiutò di radere al suolo tanto splendore,ma saccheggiò avidamente il tesoro suscitando gran malcontento nella popolazione.
Philip,nel frattempo,era sbarcato sulle coste dell'Anatolia e,dopo aver sbaragliato una debole guarnigione,metteva sotto assedio Iconio,roccaforte turca sul versante occidentale.Conquistarla avrebbe significato infliggere un colpo mortale al nemico che però tentava il riscatto assaltando Adana...
Il Cavaliere Verde
00domenica 21 settembre 2008 19:12
Eroi e santi


Presentendo un assalto imminente,il governatore di Adana inviò un proprio generale a presidiare con un forte i passi montani di accesso alla città.La mossa si rivelò provvidenziale:al volgere dell'inverno,un'armata turca composta da un numero triplo di soldati emerse dalla nebbia del mattino e,con robusti arieti,sfondò le deboli porte della piazzaforte.Gli infedeli si riversarono all'interno con orrore dei pochi difensori,ma il valore dei difensori ebbe la meglio.I numerosi arceri falciavano senza pietà i turchi che caricavano senza rendersi conto del pericolo,e la cavalleria diede supporti ai pochi fanti rimasti.Al culmine della battaglia il comandante nemico,da stolto,tentò uno sfondamento ma venne atterrato e finito da un umile scudiero (episodio,questo,che ci insegna come il valore si nasconda anche nei più umili).I cadaveri dei nemici coprivano come un macabro tappeto l'ingresso del campo e il sangue scorreva come un torrente ribollente.Gli assalitori,di fronte a tanto sfacelo,invece di demoralizzarsi,raddoppiarono gli sforzi per sopraffarci e penetrarono all'interno.Sembrava che dovessero prevalere quando il nostro generale,da eroe,si lanciò col suo seguito e un pugno di cavalleggeri contro il mucchio furente facendo gran strage ma ricevendo mortale ferita.La sua morte non fu però vana:i cavalieri avevano infatti infranto i ranghi nemici che si dispersero nella nebbia.Un nuovo martire quel giorno si unì alla schiera dei santi.
In quegli stessi giorni il re Filippo espugnò la rocca di Iconio e la guerra volse definitivamente in nostro favore.A oriente Bohemond e i suoi capitani sottomisero tutte le città turche mettendole a ferro e fuoco e soffocando ogni ribellione nel sangue.
Ad occidente,al contrario,Filippo dovette affrontare il grosso delle forze nemiche,ancora potentissime,ma si dimostrò sempre giusto e misericordioso con i vinti,tanto da meritarsi il titolo di Santo,cosa straordinaria per un vivente!Ma,dopo lunghi anni di grandi imprese,a costo di cedere a Bisanzio le città più difficili da governare,giunse sotto le mura di Ankara,ultima postazione dei Seljuk e,dopo breve assedio,riusì a sottometterla perdendo meno uomini del previsto e piantando una croce sulla sommità della moschea,dove un tempo svettava la mezza luna.
Giunge così al termine la mia cronaca e prendo commiato dai miei lettori,fiducioso che da essa abbiano tratto diletto e insegnamento.
Eraclio Imperatore Romano
00lunedì 22 settembre 2008 14:03
molto bella, davvero te lo dico col cuore. Una cronaca congiunta crociata sarebbe l'ideale perchè Gerusalemme e Antiochia sono strettamente legati e raramente potrebbero entrare in guerra...
_Spartaco_.
00domenica 28 settembre 2008 20:13
bellissima cronaca [SM=g27811] è una delle poche che mi ha spinto a continare a leggere fino in fondo [SM=x535693][SM=x535693]
Mashiminu
00domenica 28 settembre 2008 21:00
bellissima cronaca, come al solito; però potevi conquistare tutto anche queli di Gerusalemme e tutta la mappa [SM=g27811]
siculo-calabrese
00venerdì 10 ottobre 2008 21:26
bhe cavaliere questa immagine te la dovevo per quello che hai fatto per la comunità da quanto ti sei presentato per la prima volta ad oggi. e per omaggiare questa bellissima cronaca e il suo creatore [SM=g27811]

Il Cavaliere Verde
00sabato 11 ottobre 2008 23:38
Grazie davvero,sono commosso! [SM=x535710] [SM=g27821] [SM=g27819] [SM=g27822]
Scusatemi tanto se negli ultimi tempi sono scomparso del tutto,ma lo studio per ora è davvero terrificante e non ho tempo per niente...Passo a studiare anche il sabato e la domenica quindi figuratevi se ho tempo di giocare...
Cmq spero a novembre-dicembre di avere un pò di tregua (anche se dovrei fare la tesi di specializzazione...) e di proporvi altre cronache (magari più sperimentali...)

@ Siculo:un grazie particolare a te che mi hai sostenuto dall'inizio e mi hai da subito fatto sentire uno della comunità! [SM=x535711]
Ma dato che ci siamo ti chiedo un piccolo favore.Viste le tue note abilità informatiche,potresti creare un banner speciale per me come creatore delle cronache?Sarebbe anche un modo per i nuovi di sapere a chi rivolgersi per avere qualche consiglio...Grazie!
PS.se puoi usa la stessa immagine di su,ocmq immagini originali medievali (da codice miniato per capirci...).Thanks!
siculo-calabrese
00sabato 11 ottobre 2008 23:58
ognuno ha i propri impegni nella propria vita reale. E queli hanno e devono sempre avere la precedenza [SM=g27811]

Per il banner non ti preoccupare dammi un pò di tempo (pure a me mi costringono ad essere impegnato [SM=g27828] ) e te lo farò ;D
Jean de Avallon
00martedì 28 ottobre 2008 12:21
Scusa Cavaliere, arrivo tardi ma complimenti e non ti preoccupare della lunghezza.
Per chi legge dev' essere anche una specie di libro-bigino con cui traspostarsi nel periodo.
Ottimo come sempre ciao.
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