Il Papa invita a LEGGERE LA BIBBIA.....

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Caterina63
00venerdì 5 agosto 2011 19:35
[SM=g1740733] Amici, ricordando a tutti la serie di video che stiamo postando per dispiegare la Pietà Popolare e la Devozione, qui nel terzo video dedicato alle LITANIE ,
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vi offriamo una breve pausa per inserire nel contesto la bellissima Udienza del santo Padre Benedetto XVI, di Mercoledì scorso, dedicata all'invito urgente a LEGGERE LA BIBBIA.... e a leggere i Vangeli "di seguito"...
Questi suggerimenti del Papa sono davvero preziosi, oltre che urgenti, non sprechiamo questa occasione, impariamo a conoscere davvero la Bibbia ed offriamola al Prossimo perchè, come ci rammenta Gesù: non di solo pane vive l'uomo, ma di OGNI PAROLA CHE ESCE DALLA BOCCA DI DIO....

Grazie Santo Padre!!
Movimento Domenicano del Rosario
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L’UDIENZA GENERALE, 03.08.2011

Alle ore 10.30 di oggi, nella Piazza della Libertà antistante il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa - nell’ambito del ciclo di catechesi sulla preghiera - ha invitato i fedeli a leggere, in questi mesi estivi, un libro della Bibbia. Quindi ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di pellegrini presenti.
L’Udienza si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.




CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Sono molto lieto di vedervi qui in piazza in Castel Gandolfo e di riprendere le udienze interrotte nel mese di luglio.
Io vorrei continuare con il tema che abbiamo iniziato, cioè una "scuola di preghiera", e anche oggi, in un modo un po’ diverso, senza allontanarmi dal tema, accennare ad alcuni aspetti di carattere spirituale e concreto, che mi sembrano utili non solo per chi vive - in una parte del mondo - il periodo delle ferie estive, come noi, ma anche per tutti coloro che sono impegnati nel lavoro quotidiano.

Quando abbiamo un momento di pausa nelle nostre attività, in modo speciale durante le vacanze, spesso prendiamo in mano un libro, che desideriamo leggere. E’ proprio questo il primo aspetto, su cui oggi vorrei soffermarmi. Ognuno di noi ha bisogno di tempi e spazi di raccoglimento, di meditazione, di calma… Grazie a Dio che è così! Infatti, questa esigenza ci dice che non siamo fatti solo per lavorare, ma anche per pensare, riflettere, oppure semplicemente per seguire con la mente e con il cuore un racconto, una storia in cui immedesimarci, in un certo senso "perderci" per poi ritrovarci arricchiti.

Naturalmente molti di questi libri di lettura, che prendiamo in mano nelle vacanze, sono per lo più di evasione, e questo è normale. Tuttavia, varie persone, particolarmente se possono avere spazi di pausa e di relax più prolungati, si dedicano a leggere qualcosa di più impegnativo. Vorrei allora fare una proposta: perché non scoprire alcuni libri della Bibbia, che normalmente non sono conosciuti? O di cui forse abbiamo ascoltato qualche brano durante la Liturgia, ma che non abbiamo mai letto per intero? In effetti, molti cristiani non leggono mai la Bibbia, e hanno di essa una conoscenza molto limitata e superficiale.

La Bibbia – come dice il nome – è una raccolta di libri, una piccola "biblioteca", nata nel corso di un millennio. Alcuni di questi "libretti" che la compongono rimangono quasi sconosciuti alla maggior parte delle persone, anche buoni cristiani.

Alcuni sono molto brevi, come il Libro di Tobia, un racconto che contiene un senso molto alto della famiglia e del matrimonio; o il Libro di Ester, in cui la Regina ebrea, con la fede e la preghiera, salva il suo popolo dallo sterminio; o, ancora più breve, il Libro di Rut, una straniera che conosce Dio e sperimenta la sua provvidenza. Questi piccoli libri si possono leggere per intero in un’ora.

Più impegnativi, e autentici capolavori, sono il Libro di Giobbe, che affronta il grande problema del dolore innocente; il Qoèlet, che colpisce per la sconcertante modernità con cui mette in discussione il senso della vita e del mondo; il Cantico dei Cantici, stupendo poema simbolico dell’amore umano. Come vedete, questi sono tutti libri dell’Antico Testamento.

E il Nuovo? Certo, il Nuovo Testamento è più conosciuto, e i generi letterari sono meno diversificati. Però, la bellezza di leggere un Vangelo tutto di seguito è da scoprire, come pure raccomando gli Atti degli Apostoli, o una delle Lettere.

In conclusione, cari amici, oggi vorrei suggerire di tenere a portata di mano, durante il periodo estivo o nei momenti di pausa, la santa Bibbia, per gustarla in modo nuovo, leggendo di seguito alcuni suoi Libri, quelli meno conosciuti e anche quelli più noti, come i Vangeli, ma in una lettura continuata.

Così facendo i momenti di distensione possono diventare, oltre che arricchimento culturale, anche nutrimento dello spirito, capace di alimentare la conoscenza di Dio e il dialogo con Lui, la preghiera. E questa sembra essere una bella occupazione per le ferie: prendere un libro della Bibbia, così avere un po' di distensione e, nello stesso tempo, entrare nel grande spazio della Parola di Dio e approfondire il nostro contatto con l'Eterno, proprio come scopo del tempo libero che il Signore ci dà.

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Caterina63
00venerdì 29 giugno 2012 19:25
[SM=g1740733] Vi offriamo l'opportunità di meditare un passo dal libro del santo Padre Benedetto XVI, "Gesù di Nazareth", il secondo volume, nel quale egli affronta, con brevi parole ma pensieri profondi, il quadro di Maria ai piedi della Croce, e l'affidamento della Madre al discepolo. Un grazie alla Libreria Editrice Vaticana, per aver avuto la lodevole iniziativa di offrire ai fedeli la versione del testo in forma audio e che consigliamo a tutti di ricevere ed ascoltare, quasi usandolo come "Esercizi spirituali".

www.gloria.tv/?media=305750


Movimento Domenicano del Rosario
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Caterina63
00mercoledì 12 giugno 2013 13:40
[SM=g1740717] [SM=g1740720] Il Segno della Croce
dal libro ABC di
Joseph Ratzinger - Benedetto XVI
edito dalla Libreria Editrice Vaticana

Cari Amici, la prima parte del video riporta una catechesi dell'allora cardinale Ratzinger sul segno della Croce, al termine di questa, vi offriamo in video ed audio originale un Angelus di Benedetto XVI nel quale riesprime gli stessi concetti su questo Segno distintivo ed identificativo del nostro più profondo cristianesimo e dell'essere veramente Cristiani.

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il testo:

Il gesto fondamentale della preghiera cristiana è e rimane il segno della croce.
Si tratta di una professione di fede in Cristo Crocifisso espressa corporalmente, in conformità con le parole programmatiche di San Paolo: "Noi predichiamo Cristo Crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio" (1Cor.1,23 ss).

Ed ancora: "Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questo crocifisso" (1Cor.2,2).

Segnarsi con il segno della croce è un assenso visibile e pubblico a Colui che ha sofferto per noi, a Colui che nel corpo ha reso visibile l'amore di Dio fino all'estremo, al Dio che governa non attraverso l'annichilimento, ma con l'umiltà della sofferenza e dell'amore, che è più forte di qualsiasi potere terreno ed è più sapiente di qualsiasi intelligenza calcolatrice degli uomini.

Il segno della croce è una professione di fede: io credo in chi ha sofferto per me ed è Risorto; in chi ha trasformato il segno della vergogna in un segno di speranza e dell'amore di Dio, a noi contemporaneo. La professione di fede è una professione di speranza.

Io credo in Colui che nella sua debolezza è onnipotente; in Colui che proprio nella sua apparente assenza e nell'apparente impotenza mi può salvare e mi salverà. Mentre ci facciamo il segno di croce ci mettiamo sotto la protezione della Croce, poniamo per così dire uno scudo davanti a noi, uno scudo che ci protegge dalle difficoltà delle nostre giornate e ci dona il coraggio per andare avanti.

Lo accogliamo come un segnavia di cui seguiamo l'indicazione: "Chi vuole essere mio discepolo rinneghi se stesso, prenda la propria croce su di sé e mi segua" (Mc.8,34).
La Croce ci mostra la strada della vita, la sequela di Cristo.

Noi leghiamo il segno della croce alla professione di fede nel Dio trinitario: Padre, Figlio e Spirito Santo. Così esso diventa un ricordo del Battesimo, che si chiarisce in particolare quando, per fare il segno della croce, usiamo l'acqua benedetta.

La croce è un segno della Passione, ed è contemporaneamente un segno della Risurrezione; è per così dire il bastone salvifico che Dio ci porge, il ponte attraversando il quale superiamo l'abisso della morte e tutte le minacce del male e infine possiamo approdare a Lui.

Viene reso presente nel Battesimo, nel quale noi diventiamo contemporanei della Croce e della Risurrezione di Cristo (Rom.6,1-14). Ogni volta che facciamo il segno della croce accogliamo nuovamente il nostro Battesimo; Cristo ci attira per così dire a Sé dalla Croce (Gv.12,32) e così facendo alla comunione con il Dio vivo.
Perchè il Battesimo è il segno della croce che in un certo senso lo ricapitola e lo rievoca, è soprattutto un avvenimento di Dio: lo Spirito Santo ci conduce a Cristo e Cristo apre la porta al Padre.

Dio non è più il "Dio ignoto"; Egli ha un nome. Noi possiamo chiamarlo e Lui chiama noi. Così possiamo dire che nel segno di croce, con l'invocazione trinitaria, è ricapitolata l'intera essenza del Cristianesimo, è rappresentato il cristianesimo che distingue.

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... (dall'Angelus dell'11.9.2005)
L’Eucaristia è dunque il memoriale dell’intero mistero pasquale: passione, morte, discesa agli inferi, risurrezione e ascensione al cielo, e la Croce è la manifestazione toccante dell’atto d’amore infinito con il quale il Figlio di Dio ha salvato l’uomo e il mondo dal peccato e dalla morte.

Per questo il segno della Croce è il gesto fondamentale della preghiera del cristiano. Segnare se stessi con il segno della Croce è pronunciare un sì visibile e pubblico a Colui che è morto per noi e che è risorto, al Dio che nell’umiltà e debolezza del suo amore è l’Onnipotente, più forte di tutta la potenza e l’intelligenza del mondo.

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Ascoltiamo ora alcuni passi dall'Angelus del 30 maggio 2010 di Benedetto XVI nel quale ha parlato del segno della croce.

L'odierna domenica della Santissima Trinità, in un certo senso, ricapitola la rivelazione di Dio avvenuta nei misteri pasquali: morte e risurrezione di Cristo, sua ascensione alla destra del Padre ed effusione dello Spirito Santo. La mente e il linguaggio umani sono inadeguati a spiegare la relazione esistente tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e tuttavia i Padri della Chiesa hanno cercato di illustrare il mistero di Dio Uno e Trino vivendolo nella propria esistenza con profonda fede.

La Trinità divina, infatti, prende dimora in noi nel giorno del Battesimo: "Io ti battezzo - dice il ministro - nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo". Il nome di Dio, nel quale siamo stati battezzati, noi lo ricordiamo ogni volta che tracciamo su noi stessi il segno della croce.

Nel segno della croce e nel nome del Dio vivente è, perciò, contenuto l'annuncio che genera la fede e ispira la preghiera.



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