Il Concorso "Figli di foresta" organizzato da Vir-us e Versinvena premia i primi 3 classificati

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Francesca Coppola
00martedì 10 gennaio 2012 13:35
E' davvero con grande piacere che Vi comunico i risultati del Concorso "Figli di foresta":



1° classificata: “Figli della Terra” di Mirella Crapanzano
motivazione della giuria: Il testo è parte di una comunione con la terra che non si sviluppa solo a parole, ma entra in un corpo che ne soffre o ne gode, riuscendo in ogni caso sempre a trasmettere questa condivisione al lettore, attraverso un ritmo a tratti avvolgente.

2°classificata: “Siamo natura” di Chiara Catanese
motivazione della giuria: L’autore sfugge alle costrizioni materiali, psicologiche e ideologiche della voce del poeta, così com’è tradizionalmente concepita, che porterebbero a immaginare la propria voce sempre come “portavoce” di qualcun altro – della Natura, in questo caso – ed è per questo prezioso scarto che, in conclusione di un testo ben giocato su immagini e suoni, la chiusa stupisce, e nel senso positivo del loro.

3° classificata: “Alla fine delle piogge, nell’odore” di Fiorella D’Errico
motivazione della giuria: Una grande energia verbale che procede per sintagmi ben scanditi, eppure armoniosamente collegati tra di loro, a mostrare come “l’esser vivi” sia “questione di fortuna”, se anche davanti al sorgere di una “foresta primigenia” l’attitudine comune, al quale il poeta non si sottrae, pur soffrendone, è quella di aspettare “fermi come prima”. Un monito.

Francesca Coppola
00venerdì 13 gennaio 2012 13:46
Figli della Terra, Mirella Crapanzano


allungarsi. è il corpo radice
che sfiora l’alto, che ha fine
dentro pozze profonde
occhi d’acqua intimo calarsi
del seme quando scortica
la terra, ci matura al mare.
natura esplosa dentro bocche
di leone, abitata da creature selva
iniziata all’erba, ai fiordalisi
rivelata a chi del tempo
valica i confini, senza differenza
di noi, le vite
arrivate fino a sera. di quelle appena.
parlare con il canto
senza parole, fitto di suoni
attraversati dalla marea, l’appassire
del fiore, le dita
che scrivono pioggia
allagano la gola
serrano margini
ai fogli dell’infanzia
un rumore compiaciuto alla bellezza
il vento che sfiora campanule
che solleva la polvere sopra ogni cosa
per non dimenticare, forse
che siamo tutti figli della stessa terra



Francesca Coppola
00venerdì 13 gennaio 2012 13:47
Siamo Natura, Chiara Catanese


Ritornerò,
resterà qualcosa,
nella natura;
la pace verde
quando si distende
per i pendii
un soffio di luce,
il mormorio dei ruscelli
sarà la mia parola.
E l’onda e il magma
al centro della terra,
con sillabe di quercia
grideranno al cielo
“Natura”,
la loro voce sarà la mia,
come lo è sempre stata,
e poi la vostra,
come già ora,
e non lo sapete.


Francesca Coppola
00venerdì 13 gennaio 2012 13:48
Alla fine delle piogge, l'odore -Fiorella D'Errico-



Alla fine delle piogge, nell’odore
sembra sorta una foresta primigenia:
l’uragano il tifone la frana
che passino il confine verso il sole,
oltre muri silenzi e case, le nostre
poche cose.
Non ancora è stanca la natura
non è stanca, lei – aspettiamo
noi milioni noi fango noi occhi
spiando compressi dietro i vetri
le mosse da un blocco di cartone
a reggere il convulso delle mani

aspettiamo, fermi come prima
lungo il mare la pineta devastata
la potabile acqua inacidita, il fiore
il seme le radici, l’esser vivi
questione di fortuna


Poco a poco la morte dai tramonti
si fa largo con i corpi sotto il fiume

in un sonno ostinato, senza fine
si rivelano i volti dalle bocche
come schiere di pesche ormai mature.


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