La paura della paura
frotte di spilli velenosi
nel premersi lo spirito
sparso nel nulla
come un respiro contro vento
già fantasma al gelo
fontane di buio
pensieri vorticosi
girandole isteriche
che rincorrono la paura
come il morso d’un cane bastardo
la sua coda
non si riesce a dire
sapersi terrore
si spiega con la vergogna del vizio
con la parole sbucciate,
pentirsi della propria stupidità
senz’il gusto d’aver commesso il peccato
la paura pura della paura
è saper d’aver perso tempo
senz’aver messo da parte la vita
Ivan nasce il 12 maggio 1981 tra le braccia del quartiere della Barona, alla periferia sud di Milano. Dopo un'infanzia un po' travagliata, frequenta la scuola media sperimentale Rinascita Livi, unica nel suo genere per la varietà delle attività proposte e per lo spessore umano dei suoi educatori.
Al Liceo Scientifico ivan dimostra una certa esuberanza tracotante e una scarsa attenzione alla disciplina. Durante il primo biennio di Liceo, svicolandosi tra i rischi di bocciatura, compone le sue prime poesie e si cimenta con alcuni abbozzi di romanzi ad oggi rimasti incompiuti. Degli ultimi tempi di scuola obbligata ricorda le notti passate sul tetto del liceo, i numerosi permessi di libera uscita che si concedeva ad insaputa dei suoi genitori, una consistente collezione di azioni sconsiderate e il piacere per il vino e gli eccessi.
Terminato il liceo si iscrive alla facoltà di Sociologia dell’Università Statale Bicocca di Milano. I primi anni di università sono per ivan un periodo di grande sperimentazione letteraria, di nuove importanti amicizie, di rinnovate prospettive politiche e sociali. Trova il modo di andare a vivere da solo, diventa volontario delle botteghe eque e solidali della cooperativa Chicomendes, partecipa ad incontri di formazione su problematiche di geopolitica e di mediazione interculturale, organizza in università un laboratorio studentesco (l’O.s.s.sO: Officina Studentesca di Sperimentazione Sociale) finalizzato ad una ricerca didattica sperimentale, gestita interamente dagli studenti. Più tardi, con il contributo di diversi amici e compagni, promuove una rete di collettivi universitari, che sotto il nome di Resistenza Universitaria, raccoglie alcune realtà dell’associazionismo studentesco milanese. Nel frattempo lavora come fattorino, come operatore telefonico, come messo comunale per il censimento, come addetto alla rilevazione sociale sul territorio di Pioltello e Abbiategrasso, come redattore per il quotidiano on line PeaceReporter, come dj per la Postumia Vibrations e la sua grande famiglia stonata.
E' in questi anni di nuovo slancio ideale che ivan matura l'idea di liberare la poesia dall'angolo silenzioso nel quale si ritrova, di precipitarla tra le strade ed i passanti, di sposarla ai più diversi stimoli artistici. Dall'aprile 2003 decide di assaltare la strada a colpi di poesia, dipingendo e affiggendo per le vie di Milano diverse tra le sue composizioni, raccogliendo presto l'interesse e l'attenzione di molti. Nell'ottobre dello stesso anno espone per la prima volta le sue poesie e, grazie ad un percorso di contaminazione con diversi artisti emergenti milanesi, decide di convergere la sua poetica verso l’arti visive e le moderne tecnologie digitali. Dal suo soggiorno, nel dicembre 2003, in diverse comunità ribelli e zapatiste del Chiapas, nasce Immensa Mexico, reading poetico visuale, nel quale poesia, racconto e immagini si intrecciano e s'accompagnano.
In questi ultimi tempi, grazie alla collaborazione con il circolo Arci Sagapò e diversi noti artisti di strada, propone eventi ed incontri in cui le diverse forme dell'arte convergono in contenuti comuni, contaminati e sperimentali. Nel giugno 2006 fonda, assieme al suo socio ed amico Jacopo Perfetti, l'Art Kitchen, associazione per la promozione artistica e culturale dedicata a realtà underground ed alternative.
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