"Iraq, italiano ucciso subito"
Lo dicono giornalisti,diffuse foto
La Farnesina invita ancora alla cautela, ma fonti giornalistiche irachene affermano che Salvatore Santoro, il 52enne napoletano scomparso nelle scorse ore, sarebbe stato freddato in Iraq dopo aver forzato un posto di blocco istituito dai ribelli sulla strada che porta da Fallujah a Ramadi. Diffuse intanto le immagini scattate da un fotoreporter dell'Associated Press inviato sul posto e che successivamente ha avvertito l'ambasciata italiana.
In base alle informazioni raccolte dal fotografo dell'Associated Press, Santoro ha tentato di "superare con la sua auto, senza fermarsi, un checkpoint dei ribelli". Nella zona del triangolo sunnita la guerriglia allestisce di frequente posti di blocco. La vettura dell'italiano avrebbe "investito" uno dei miliziani, prosegue il resoconto del fotoreporter. "I guerriglieri hanno quindi aperto il fuoco contro l'auto, che si trovava accanto al posto di blocco al momento dell'arrivo del fotografo, e gli hanno riferito che uno di loro era stato investito" dalla vittima.
Santoro sarebbe quindi rimasto ucciso dagli spari dei ribelli, che "hanno aperto il fuoco, distrutto l'auto e lui è morto sul colpo, nell'incidente". Il fotografo dell'Ap ha visto il cadavere, e ha confermato di aver trovato vicino al corpo un documento, inizialmente scambiato per un passaporto, che sarebbe invece una lettera con la richiesta di un visto a nome di Santoro Salvador. La differente ortografia del nome resta un mistero.
Intanto i servizi segreti italiani si sono subito messi all'opera per cercare conferma mentre per il ministero degli Esteri la vicenda "ha ancora molti lati oscuri". "Sull'ipotesi dell'omicidio dell'italiano - ha detto Gianfranco Fini - è obbligatorio il condizionale". Negli anni Ottanta Santoro, originario di Pomigliano d'Arco ma da molti anni residente in Gran Bretagna e da qualche tempo in Iraq per conto forse di una una organizzazione non governativa, era incappato in alcuni problemi giudiziari e, dopo aver trascorso un periodo di detenzione, è stato scarcerato nel 1984 dopo aver cumulato sei anni di reclusione per frode, violazione delle norme sull' uso degli stupefacenti e sottrazione volontaria a un provvedimento di custodia cautelare.
Al lavoro 007 delle Simone
La Farnesina ha ovviamente attivato subito l'unità di crisi e i nostri servizi segreti sono ovviamente al lavoro. Gli 007 incaricati di indagare sulla sorte di Santoro sono gli stessi che furono sguinzagliati sulle tracce delle due Simone e che contribuirono alla loro individuazione e liberazione. Ma il mistero sulla morte dell'uomo per il momento rimane.
Santoro aveva ottenuto il visto d'ingresso in Iraq a Beirut, dove il mese scorso si era rivolto al consolato iracheno nella capitale libanese. Al momento della richiesta del visto d'ingresso in Iraq, l'italiano si sarebbe trovato già da qualche tempo in Libano, dove sarebbe giunto via Siria dopo un precedente soggiorno sempre in Iraq. Sembra che Santoro, avesse richiesto e ottenuto il rilascio del passaporto italiano nuovo nel gennaio scorso, dicendo che gli occorreva per recarsi a Beirut, dove avrebbe dovuto sposare una ragazza libanese. La polizia giordana starebbe verificando le date d' ingresso e d'uscita di Santoro in Giordania e se abbia raggiunto in aereo Baghdad con un volo prenotato ad Amman.