ITALIANI, SVEGLIAMOCI

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Gian1976
00lunedì 11 luglio 2005 16:18
Nella nostra gloriosa tradizione, per la quale ciascuno di noi pensa rigorosamente ai fatti suoi, noi italiani troviamo comodo guardare dall'altra parte, quando ci si suggerisce che l'11 Settembre sia stato un autoattentato. Per lo stesso motivo noi italiani facciamo finta di niente, quando l'Italia va in guerra per motivi altamente ingiusti, violando inoltre in maniera plateale la Costituzione. Sempre perchè la cosa non ci tocca da vicino, noi italiani continuiamo a far finta di credere che AlQueda sia davvero un'organizzazione islamica, anche se non sapremmo nemmeno dire per quale scopo combatta.

E adesso che Pisanu invoca leggi speciali, e Calderoli chiede addirittura lo stato di guerra, avvisando che "chi negherà il proprio appoggio negherà l'evidenza, creando i presupposti perché il prossimo bersaglio sia l'Italia," cosa faremo, noi italiani? Continueremo a far finta di niente? Quando nostra madre, nostra sorella, oppure nostro figlio resteranno spappolati dentro un autobus - "probabilmente a Roma o Milano", come qualcuno dei nostri politici ha sfacciatamente suggerito - cosa faremo? Ci porremo finalmente qualche domanda, rischiando magari anche di capire che "siamo tutti nella stessa barca" non è solo un refrain da canzonetta di Sanremo?

A quel punto, feriti a morte dal dolore che finalmente ci ha raggiunto, che finalmente abbiamo conosciuto da vicino, cosa faremo? Ce la prenderemo ciecamente col primo marocchino che troviamo per strada, o ci chiederemo davvero cosa c'è dietro, e a chi giova, tutto questo orrore meticolosamente programmato?

Davvero non riusciamo a vederla, la coincidenza fra le bombe di Londra e il G8 "fallito"? Davvero non riusciamo a vederla, l'assurdità di una organizzazione che fa tutto questo ma si dimentica regolarmente di dirci cosa vuole, e perchè mai lo farebbe, lasciando addirittura agli stessi politici che colpisce il compito di spiergacelo?

Perchè forse allora lo "stato di terrore" ce lo meritiamo davvero, a questo punto.

"Tutti coloro che sono disposti a rinunciare ad una parte della propria libertà - disse Benjamin Franklin - in cambio di un pò di sicurezza in più, non meritano nè la libertà nè la sicurezza".

Italiani, svegliamoci. Il campanello che ha appena suonato rischia di essere quello dell'ultimo giro.

Massimo Mazzucco - www.luogocomune.net

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Attentati a Londra: alcune impressioni

Chi ci guadagna? Chi otterrà dei vantaggi?

Sono molte le fonti alternative che stanno diffondendo la possibilità che questi attacchi possano giocare a favore di Blair e di Bush. Ad esempio, i media non dovranno più occuparsi delle loro bugie che hanno portato le loro nazioni in Iraq. Non dovranno più interessarsi di Karl Rove e Valerie Plame.

D'altronde come non sottolineare che questi attacchi sono avvenuti pochi giorni dopo che la Gran Bretagna aveva annunciato il suo piano di ritiro dall'Iraq.
Cui bono? si domanda Anthony Wide nell'articolo Stupidity Versus Logic in the Latest “Terror” Attack.

"Cavolo!" scrive Wide "Quelli di al Qaeda devono essere i più stupidi terroristi dell'intero pianeta. Il loro scopo dovrebbe essere quello di scuotere la volontà delle potenze occidentali che hanno invaso l'Iraq, e spingerle ad andarsene, no? C'è qualcuno per favore che mi può spiegare la logica delle bombe di Londra? Nessuno lo può fare in modo serio, ed è ora di applicare la logica a questi eventi. Per favore non mi dite la sciocchezza che siccome queste persone sono "assassini" non si può applicare la logica. Non si può diventare l'organizzazione terroristica numero uno al mondo senza avere alcuna logica, no? Ci siamo bevuti che queste persone fossero abbastanza intelligenti da circonvenire i nostri miliardari servizi segreti e le nostre difese aeree utilizzando alcuni taglierini, mentre rifiutiamo l'idea che possano attuare azioni conseguenti a meccanismi studiati di causa-effetto. Io lo dubito moltissimo. Proprio in questa settimana, è stato detto che l'Inghilterra aveva abbozzato piani per ritirare le sue truppe, una vittoria per al Qaeda, giusto? Quindi come possiamo credere che la risposta orchestrata a questi piani di ritiro possa essere quella di far esplodere autobus in Inghilterra. Ora, provate ad indovinare quale sarà la risposta più probabile a tale evento: 1) Ritiro più veloce delle truppe" 2) Incremento del sostegno dell'opinione pubblica a mantenere le truppe in Iraq?"

E allora quanto è conveniente che questi attentati avvengano proprio in tempo per tenere le truppe in Iraq. E se così fosse sembra proprio che i veri beneficiari di queste azioni siano i falchi guerrafondai, che sperano con le bombe di porre fine all'inesorabile erosione nella pubblica opinione verso l'appoggio alla guerra. Ed è anche certo che sia Blair che Bush hanno bisogno di diversivi per distogliere l'attenzione dagli attacchi su di loro portati da chi li accusa di aver mentito.

Le istantanee accuse agli islamici

Passano pochi minuti dagli attacchi e, in assenza di qualsiasi rivendicazione, i principali media puntano il dito su Al Qaeda. Non dimentichiamo comunque che Al Qaeda non è sempre quello che ci viene detto, come nel caso della cellula Mossad-Qaeda palestinese. A volte poi, come è accaduto in precedenti attacchi contro inglesi e americani, tutte le prove sembravano indicare una direzione che poi si rivelava completamente falsa, basti pensare all'affare Lavon.

Poi arriva una rivendicazione islamica (falsa naturalmente): Un gruppo islamico rivendica gli attentati.
Ma il traduttore della MSNBC TV, Jacob Keryakes, nota che la dichiarazione di responsabilità contiene un errore in uno dei versetti del Corano citati, suggerendo così che possa trattarsi di un falso. "Questo è un errore che Al Qeada non farebbe mai" conclude Keryakes.

Gli israeliani

Arriva anche la notizia che l'Ambasciata israeliana era già a conoscenza degli attacchi, tant'è che il ministro delle finanze, Binyamin Netanyahu, rimane nella sua stanza d'albergo e non si reca all'hotel, vicino al luogo della prima esplosione, dove avrebbe dovuto partecipare ad un summit economico.
Per chi non riesce a credere a quanto detto sopra, gli basti sapere che nello stesso momento sul sito Ireland Online esce la notizia che, secondo Israele, "Scotland Yard era allertata per un possibile attacco". Detto in altre parole, la polizia inglese, secondo quanto dichiarato da un funzionario israeliano, avrebbe detto all'ambasciata israeliana a Londra, pochi minuti prima delle esplosioni, di aver ricevuto un avvertimento di possibili azioni terroristiche nella città.
La situazione diventa difficile. E allora il funzionario israeliano si precipita a negare le sue precedenti affermazioni.

E che neghi è ovvio. Se Scotland Yard non ha avvertito, è probabile che un suo funzionario lo dica. E così avviene. Il capo della polizia di Londra, Sir Ian Blair, afferma di non essere stato allertato per qualche impellente minaccia e aggiunge di non poter commentare le notizie israeliane secondo cui la loro ambasciata a Londra aveva ricevuto una telefonata dalla polizia pochi minuti prima della prima esplosione, telefonata che avvertiva del pericolo.

Ritrattare, dire di essersi confusi, è sempre possibile. Ma orma è tardi. Anche il sito www.canada.com riporta la notizia della polizia che avverte gli israeliani degli imminenti attacchi.

Deve intervenire il ministro degli esteri israeliano, Silvan Shalom, che afferma che Israele venne avvertita non prima della sesta esplosione in città. Va bene, gli crediamo, ma prima ci spieghi com'è che Netinyahu sapeva di non dover recarsi proprio nei pressi del luogo dove è esploso il primo degli ordigni. La cosa puzza di Odigo, la compagnia israeliana i cui dipendenti vennero avvertiti di non recarsi al lavoro al WTC l'11 settembre 2001.

La notizia viene ripresa ed analizzata nel bell'articolo di PrisonPlanet: Explosions In London - Who Stands To Gain? Israel Warned, Cover-up In Progress.

Che Netinyahu non si sia di proposito recato all'hotel vicino all'esplosione lo dice anche yahoo.news: Netanyahu ha cambiato i suoi programmi in quanto preavvertito di un possibile attacco e scoop.co.nz: "Sono stati avvertiti gli israeliani precedentemente al primo attentato?"

Cerchiamo di ragionare. Dunque la notizia che la polizia britannica avverte gli israeliani della possibilità degli attentati ha in pratica una sola fonte: quella israeliana. In quella giornata, in quelle ore, la delegazione israeliana doveva recarsi proprio nei pressi della prima esplosione. Ma come pensare che Scotland Yard si precipiti ad avvertire gli israeliani e trascuri completamente i civili inglesi? E allora possiamo mettere in ballo un'altra spiegazione: non è che Israele abbia cercato di spiegare il fatto che Netinyahu non si sia convenientemente recato al summit, accusando in pratica gli inglesi di essere loro a conoscenza degli attentati. D'altronde come indizi non abbiamo altro che le parole che un funzionario israeliano si sarebbe inavvertitamente lasciato scappare di bocca (poi ritrattate).

In alternativa non resta altro che rispondere alle domande che si pone l'IndiaDaily nell'articolo "Britain failed to protect London even after Israel warned Britain of coming Al-Queda terror – inefficiency or conspiracy?". Se l'ambasciatore israeliano era stato avvertito minuti prima dello scoppio del primo ordigno, e Netanyahu si era guardato bene dall'uscire dal proprio albergo, perché un simile trattamento non è stato riservato alla popolazione londinese? Perché se i servizi conoscevano l'eventualità di un imminente attacco terroristico non sono state prese adeguate contromisure. Si è trattato dunque di inefficienza o di cospirazione?

E Tony Blair: cosa sa realmente?

Strano per un primo Ministro accusare ipse facto gli islamici, senza pensarci due volte. Strano, molto strano. Sì, perché è strano che una persona che conosce i Downing Street Memos faccia simili affermazioni: queste memorie dimostrano che non fu il "terrorismo" a spingere gli inglesi in Guerra in Iraq, ma un piano a lungo preparato da Bush che è stato pari pari venduto ai britannici.

E su quali esperti si basa Blair per attribuire la responsabilità agli islamici? Date un'occhiata a questo articolo di news.yahoo.com: Boaz Ganor, direttore generale dell'Istituto israeliano di politica internazionale sull'antiterrorismo e Mordechai Kedar, un esperto di antiterrorismo della rete televisiva israeliana. Suona male, non è vero?

E Galloway?

Come dimenticare poi il recente intervento di Galloway, quando ha affermato che una massiccia opposizione popolare avrebbe fermato qualsiasi attacco contro l'Iran, a meno che il complesso industriale-militare non metta in programma un attacco terroristico del quale far ricadere le colpe sull'Iran? Non ci resta che attendere. Se qualche rivendicazione porta all'Iran, allora Galloway aveva ragione. Altrimenti questo è ciò che potrebbe ancora avvenire.

Tratto da articoli e commenti su whatreallyhappened.com

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Londra. In simultanea: veri attentati ed esercitazione antiterrorismo

di Paul Joseph Watson & Alex Jones/Prison Planet | July 9 2005

Un’agenzia di consulenza con contatti con il governo e la polizia stava effettuando un’esercitazione per una compagnia, il cui nome non è ancora stato reso noto, che prevedeva la simulazione di un attentato nella metropolitana di Londra, esattamente nello stesso tempo e nello stesso luogo in cui si sono verificate le reali esplosioni la mattina del 7 luglio.

La sera del 7 luglio, Radio 5 della BBC trasmette un'intervista a Peter Power (nella foto), amministratore delegato della Visor Consultants, che si pubblicizza come una compagnia di consulenza per la “gestione di crisi”.

Peter Power è stato un dirigente di Scotland Yard ed ha lavorato nella squadra anti-terrorismo.

Power ha affermato nell’intervista che esattamente nello stesso tempo in cui si sono verificate le esplosioni a Londra la sua compagnia stava effettuando un’esercitazione che simulava lo scoppio di ordigni nella metropolitana di Londra, esattamente negli stessi luoghi, esattamente allo stesso orario, di quanto è accaduto nella realtà.

Questa che segue è una trascrizione dell’intervista.

POWER: Alle nove e mezzo di questa mattina stavamo svolgendo per una compagnia qui a Londra una esercitazione che si basava sull’ipotesi dello scoppio simultaneo di più ordigni esattamente alle stesse stazioni ferroviarie dove questa mattina è accaduto quanto sappiamo, così ancora ho i brividi per l’accaduto.

INTERVISTATORE: Mi faccia capire meglio, voi stavate effettuando una simulazione per vedere come avreste affrontato questo tipo di emergenza ed invece questa si è realmente verificata mentre voi stavate effettuando l’esercitazione?

POWER: Precisamente, e circa alle 9 e 30 di questa mattina, avevamo progettato ciò per una compagnia della quale per ovvie ragioni non rivelo il nome, per altro ci stanno ascoltando e sanno di cosa parlo. Avevamo una stanza piena di esperti di crisi che si incontravano per la prima volta e così in meno di 5 minuti ci rendemmo conto che quanto accaduto era reale e attivammo le corrette procedure per gestire la crisi passando da modalità di intervento lenta a quella rapida e così via.

Il fatto che l’esercitazione avvenisse negli stessi luoghi e nello stesso tempo degli attentati è lontana anni luce dall’essere una coincidenza. Power ha affermato che l’esercitazione prevedeva lo scoppio simultaneo di ordigni. Inizialmente si era pensato che le esplosioni si fossero verificate nel giro di un’ora, ma già oggi la BBC ha affermato che furono simultanee.

Perché queste affermazioni siano importanti non necessariamente dobbiamo considerare Power e la Visor Consultants “dentro le esplosioni” o qualcosa di simile. Il governo inglese o una sua propaggine, una compagnia privata, potrebbero avere commissionato alla Visor quest’esercitazione per vari scopi.

L’esercitazione soddisfa a vari scopi. Ad esempio potrebbe aver funzionato come copertura ad un piccolo gruppo di terroristi governativi che hanno potuto attuare il loro obbiettivo senza che il più ampio settore dei servizi di sicurezza potesse rendersi conto di ciò che stavano attuando, e, soprattutto, se fossero stati catturati durante l’attentato o dopo sulla base di qualche prova, essi avrebbero potuto giustificarsi asserendo che stavano prendendo parte ad un’esercitazione.

Questo è esattamente quello che è accaduto la mattina dell’11 settembre 2001. La CIA stava effettuando esercitazioni che prevedevano lo schianto nel WTC e nel Pentagono di aerei dirottati alle 8 e 30 di quella mattina.

E’ chiaro che almeno cinque, se non sei, esercitazioni furono effettuate nei giorni precedenti e la mattina dell’11 settembre. Ecco perché i monitor dei radar del NORAD hanno mostrato fino a 22 aerei dirottati nello stesso tempo. Al Norad venne comunicato che si trattava di una parte dell’esercitazione e che le normali procedure di intervento erano dunque da procrastinare.

Il gran numero di segnali che apparivano sugli schermi del Norad (che segnalavano in realtà sia gli aerei “dirottati per esercitazione” sia quelli “realmente dirottati”) spiegano le confusionarie dichiarazioni della stampa ore dopo l’attacco quando si parlava di otto aerei dirottati.

La classe dirigente anglo-americana che controlla il complesso militare-industriale occidentale è stata pescata centinaia di volte nell’esecuzione di azioni terroristiche nel mondo per ottenere i propri vantaggi corporativi, accusando i propri nemici.

Il governo americano è stato smascherato nell’atto di programmare attentati o per averli eseguiti. Membri dell’FSB di Vladimir Putin furono pescati mentre collocavano ordigni in un appartamento russo costruito nel 1999 dalla polizia di Mosca.

Questa non è speculazione. Kermit Roosevelt ammise alla radio NPR che nel 1953 la CIA e i servizi britannici portarono a termine un’ondata di attentati con bombe e omicidi mirati in Iran. Egli poi si vantò di come riuscirono a far ricadere la colpa degli attentati sul presidente iraniano, Mossadegh. Capito? Queste persone si vantano di quello che fanno quarant’anni dopo.

Gli attentati di Londra hanno la stessa firma di quelli di Madrid dell’11 marzo. Ed entrambi sono quasi indistinguibili da quello di Bologna nel 1980 che uccise più di 80 persone.

L’attentato di Bologna era parte di un’operazione della CIA dal nome in codice Gladio, nella quale il governo statunitense avrebbe finanziato terroristi di destra per eseguire l’attentato del quale poi accusare forze europee di sinistra. Tutto questo venne alla luce quando due degli accusati degli attentati di Bologna entrarono nell’aula del tribunale, e furono costretti ad ammettere che erano neofascisti al soldo della CIA. Ai documenti dell’operazione Gladio è stato tolto il segreto.

Il livello di allerta terroristica era stato abbassato a Londra prima dell’attentato. Questo ha dato agli organizzatori una copertura extra per pianificare ed eseguire l’attacco senza dover evadere un assillante servizio di sicurezza.

Il governo britannico è stato smascherato in numerosi esempi di attentati a Londra dei quali era stata accusata l’IRA. Avevano persino uno dei loro agenti M15infiltrato nella squadra Omagh. Qui un archivio di prove.

Questa agenda diverrà più chiara quando in autunno Blair punterà il dito contro i già prescelti e designati capri espiatori. Per il momento si è accontentato di apparire come il capo coraggioso che ritorna immediatamente a Londra per prendere il controllo del caos.

Sondaggi della BBC che avevano mostrato come più dell’80% si opponevano al documento d’identità ora si rovesceranno esattamente nella direzione opposta. Aumenterà l’appoggio all’Unione Europea e l’incremento nei processi di globalizzazione. Chi ha da guadagnarci? Chi ha il movente?

Da Putin che fa esplodere i propri appartamenti a Israele che è dietro Hamas, appare in modo consistentemente chiara la prova che il terrorismo su vasta scala è sempre sponsorizzato dallo stato.

L’attentato al treno di Madrid è un altro esempio. E’ stato provato che gli attentatori erano informatori della polizia con stretti legami ai servizi segreti spagnoli. Essi avevano accesso alle aree di maggior sicurezza del sistema ferroviario di Madrid. Il governo spagnolo cercò inizialmente di accusare il gruppo basco dell’ETA nella speranza che la gente sostenesse il governo e la sua rielezione. Quando l’ETA negò qualsiasi coinvolgimento e il popolo cominciò a pensare ad un coinvolgimento del governo, questi dovette accusare Al-Qaeda e uccidere alcuni capri espiatori affermando che si erano fatti esplodere durante un raid.

Le esercitazioni alla metropolitana di Londra sono state usate come copertura per mettere in atto l’attacco. Questo è il più grande indizio che punta direttamente ai livelli più segreti della classe dirigente britannica che appaiono dietro gli attentati.

Fonte: www.prisonplanet.com (tradotto per comedonchisciotte.org)
Gian1976
00mercoledì 13 luglio 2005 10:26
Il gioco del terrore, di Tom Bosco
martedì 12 luglio 2005

Credo proprio che di fronte alla tragedia di Londra e al modo in cui media e governi la stanno dando in pasto all’opinione pubblica, appaia ormai evidente al di là di ogni ragionevole dubbio che questo ennesimo attentato terroristico abbia la stessa matrice e segua lo stesso filo conduttore della catena di eventi che hanno trovato il proprio culmine l’11 settembre 2001, con tutte le conseguenze che questo comporta. È davvero sconcertante il fatto che tutti, indistintamente, si siano uniti al coro dei mantra che indicavano la fantomatica al-Qaeda quale mandante, organizzatore ed esecutore della catena di attentati, associandoli automaticamente a quelli avvenuti a Madrid e soprattutto a New York e Washington, e sollecitavano un impegno comune di tutte le nazioni “civili” nella lotta al terrorismo internazionale. Pure, anche stavolta non mancano curiose “anomalie” che meriterebbero ben altra attenzione da parte dei media: mi riferisco in particolare alla notizia lanciata inizialmente da Londra dall’agenzia di stampa Adnkronos, che recitava:

“Scotland Yard aveva allertato questa mattina l'ambasciata israeliana a Londra sulla minaccia di possibili attacchi terroristici nella capitale. È quanto riferiscono fonti ufficiali israeliane. Secondo quanto aggiunto nel sito "Debka File", la sede diplomatica dello stato ebraico è stata chiusa subito dopo le esplosioni, così come altre ambasciate.”

Da Gerusalemme poco dopo la locale agenzia lanciava il seguente comunicato:

“Il governo israeliano non era stato avvertito di possibili attacchi a Londra, ha annunciato il ministro degli Esteri israeliano Silva Shalom. La dichiarazione arriva dopo l'allerta lanciata questa mattina da Scotland Yard all'ambasciata israeliana che aveva portato alla chiusura della sede diplomatica dello stato ebraico.”

Questa vicenda viene magnificamente approfondita nell’articolo “Attentati a Londra: alcune impressioni” al quale vi rimando; il punto è che, lo si voglia o meno, anche in occasione degli attentati dell’11 settembre 2001 emergevano strani collegamenti con lo stato di Israele. Se ne parlò il meno possibile, nondimeno allora furono arrestati ed espulsi circa 120 cittadini israeliani coinvolti in azioni di spionaggio, alcuni dei quali vivevano praticamente in prossimità delle abitazioni dei presunti dirottatori arabi dal taglierino facile…

Sia quel che sia, ormai contro la versione ufficiale degli eventi dell’11 settembre si è accumulata una quantità di prove talmente schiacciante che è assolutamente impossibile che media e governi non ne siano almeno parzialmente a conoscenza. Se tutti, indistintamente, continuano a sposarla malgrado sia assolutamente indifendibile, questo significa soltanto una cosa: che in qualche misura vanno ritenuti corresponsabili di quelle atrocità, delle quali si stanno servendo politicamente per manipolare l’opinione pubblica con la compiacenza degli organi di informazione. Alla luce delle voci relative a speciali reparti di polizia e leggi antiterrorismo attualmente all’esame del nostro governo, evidentemente determinato a scimmiottare il Patrioct Act statunitense sulla scia degli eventi britannici (qualcuno invoca addirittura lo “stato di guerra”…), le considerazioni di cui sopra valgono anche per il nostro paese.

Un altro strano parallelismo tra i fatti dell’11 settembre e quelli londinesi è che anche in questo caso proprio quel giorno (guardacaso il 7/7 dell’anno 2005, 2+0+0+5=7; 7-7-7: i numerologi e gli esperti in simbolismo si stanno già sbizzarrendo…), negli stessi orari e località coinvolte dagli attentati, erano in corso nella rete della metropolitana di Londra delle esercitazioni condotte dalla Visor Consultants, un’agenzia di consulenza collegata al governo e alla polizia, e che vedevano coinvolte un migliaio di persone. Il fatto è stato divulgato ai microfoni di Radio 5 della BBC da Peter Power, ex ufficiale di Scotland Yard che operava anche nell’antiterrorismo e attualmente direttore di detta agenzia, che fornisce consulenze relative alla ‘gestione delle crisi’.

Comunque sia, tanto per cambiare la tragica sceneggiata è stata attribuita alla solita al-Qaeda e al solito Al Zarqawi: peccato che un documentario dal titolo “The Terror Myth”, prodotto dalla BBC, abbia dimostrato come tale organizzazione non esista nemmeno (il nome significa letteralmente “database”, e proprio di questo si trattava: di un database in possesso della CIA, contenente migliaia di nomi di mujahideen assoldati e addestrati da quest’ultima per combattere l’invasione sovietica in Afghanistan…). Giusto questa settimana poi, il giornalista Dahr Jamail ha scritto del suo viaggio alla città di Zarqa, dove si era recato sulle tracce del mitico Al Zarqawi. La sua famiglia ritiene che sia morto anni fa, e non esistono sue foto recenti. Fatto sta che il suo nome salta fuori in concomitanza di ogni grosso attentato, mentre le sue basi operative si trovano sempre laddove le forze armate statunitensi organizzano attacchi in grande stile, come a Fallujah o Samarra.

E che dire poi di tutte queste più o meno credibili rivendicazioni su Internet?
La CNN ha collegato gli attentati di Londra ad un sito “terrorista islamico” chiamato alneda.com. Un intraprendente navigatore ha effettuato un’attenta ricerca, ed ecco cosa ha scoperto del sito alneda.com:

Servizio di Registrazione fornito da: DIRECTI
Contatto: +91.2256797500
Sito web: www.directi.com
Nome Dominio: ALNEDA.COM
Depositario:
SFP, Inc
Jon David (jondavid@4jon.com)
Po 312 Berlin, Maryland 21811
USA
Tel. +011.4107237089

Jon David, un nome tipicamente islamico, probabilmente appartenuto a qualche profeta o martire, e dislocato in quella fornace del terrorismo che è la cittadina di Berlin, nel Maryland, USA… accidenti! I migliori e più attrezzati servizi segreti occidentali non ci erano arrivati.

A questo punto, resta solo da vedere se qualcuno avrà la faccia tosta di collegare questi “attentati” ad una fantomatica pista iraniana. Certo è che se l’opinione pubblica nel suo complesso non prenderà coscienza del reale disegno e degli autentici mandanti di questi atti efferati, in futuro possiamo aspettarci davvero di tutto.
...

Fonte: www.nexusitalia.com
Minoboia
00mercoledì 13 luglio 2005 18:03
sono un po' duro di comprendonio...

se sono gli stati stessi i commissionari degli attentati come facevano gli israeliani locali a saperlo prima e quindi a salvarsi la vita?

restando in argomento topic... con tutte queste notizie, tutte in apparenza vere come si fa a discernere quelle valide? e soprattutto cosa non ci hanno ancora detto?
Gian1976
00venerdì 15 luglio 2005 13:56
L'ipotesi è che siano i servizi segreti degli stati interessati alla guerra ad orchestrare gli attentati, e tra questi quelli di Israele rivestono una parte importante.

Gli israeliani "locali" che si salvano non sono gente comune ma persone che possono contare su contatti che contano.

Credo sia difficile avere un metodo sicuro per discernere le notizie in questo mare di voluta disinformazione. La nostra società è in uno stato di paranoia tale che si fa fatica a credere anche alle fonti più "accreditate".

Personalmente preferisco dare priorità alle notizie che forniscono prove, testimonianze e fonti a supporto della loro veridicità rispetto alle informazioni vaneggianti dei media schierati.

In più mi affido alle sensazioni interiori che sono le prime ad avvertirmi che qualcosa non va o a rassicurarmi che certe affermazioni possono essere valide.

Comunque, su alcuni temi scottanti c'è una tale mole di materiale da convincere anche i più scettici che finora siamo stati solo presi in giro dai nostri cari "governanti" e dai "giornalisti" al loro seguito!

Un sito su tutti:

www.luogocomune.net
Gian1976
00martedì 19 luglio 2005 15:24
La verità, la bugia e i nostri "scivoli" mentali
Quando scrivemmo "Quando nostra madre, nostra sorella, oppure nostro figlio resteranno spappolati dentro un autobus", naturalmente non sapevamo che fra le vittime delle esplosioni di Londra ci fosse anche una nostra connazionale, Benedetta Ciaccia. "A quel punto - ci chiedevamo - feriti a morte dal dolore che finalmente ci ha raggiunto, che finalmente abbiamo conosciuto da vicino, cosa faremo? Ce la prenderemo ciecamente col primo marocchino che troviamo per strada, o ci chiederemo davvero cosa c'è dietro, e a chi giova, tutto questo orrore meticolosamente programmato?"

Ebbene, per quanto in misura ridotta, una piccola risposta a quelle domande già l'abbiamo avuta. La notizia della morte di Benedetta, della morte di "uno di noi", ha risvegliato in noi un'ulteriore fiammata di indignazione verso gli assassini di Londra. L'idea di poterli avere sottomano, e di ridurli uno per uno a pezzettini grossi come coriandoli, ci ha probabilmete attraversato tutti, almeno per attimo. E deve essere stato difficile, in quell'attimo, evitare di sovrapporre all'ondata di rabbia l'immagine del ragazzo pakistano "con lo zainetto". Io stesso, lo confesso, ci sono cascato in pieno, prima di accorgermene con altrettanto orrore, e con spavento ancora maggiore.

Fritz Springmeier, una delle menti pensanti del Tavistock Institute (guardate che coincidenza, fra l'altro), sostiene che un certo condizionamento di massa può produrre nei nostri cervelli delle specie di passaggi obbligati, fissi, localizzati in punti cruciali del percorso mentale, che scattano in presenza di un certo stimolo, invariabilmente e sempre nello stesso modo. Il termine d'uso per questi meccanismi è "slides" (non nel senso di "diapositive", ma di scivoli, di imbuti, di condotte forzate) e sarebbe stato coniato dai ricercatori di scienze comportamentali della CIA. La funzione di questi "slides" sarebbe di mandare in cortocircuito le capacità analitiche del soggetto, una volta giunte in prossimità di certi argomenti specifici. Ad esempio - sostiene Springmeier - di fronte alla parola "cospirazione", nel soggetto scatta automaticamente una valenza negativa, di rifiuto incondizionato, che si associa all'oggetto del ragionamento, e che lo porta ad essere respinto senza ulteriori elaborazioni.

Questo si ottiene, naturalmente, tramite un martellamento continuo nel pubblico, attraverso la televisione e la carta stampata, in cui regolarmente ed immancabilmente il termine "cospirazione" venga associato alla negatività di un rifiuto tout court.

Riotta e Battisti non stanno fra noi per caso.

E' quindi evidente che qualche giornata di martellamento mediatico, nell'associazione mentale fra gli attentati di Londra e i volti dei 4 ragazzi pakistani, ha funzionato a dovere.

Alla prima fiammata di indignazione, che ha fatto scattare in me il processo mentale del "chi è stato? Se lo becco lo faccio a pezzi", sono velocemente giunto allo snodo cruciale, dove mi aspettava a piè fermo l'immagine del ragazzo con lo zainetto. Nonostante le infinite attenzioni, quell'immagine si era già talmente solidificata nel subconscio, che si è subito sovrapposta alle mie capacità analitiche e ne ha deviato il percorso, impedendomi di proseguire verso la "mia" conclusione. Mi sono invece trovato in caduta libera, nell'imbuto che mi conduceva direttamente a prendere il bastone ed incamminarmi pieno di rabbia verso la prima moschea che trovassi per strada.

Nel frattempo, grazie a quel "cortocircuito", avevo completamente saltato alcuni passaggi cruciali, come ad esempio il fatto che la versione ufficiale dei fatti non spiega in nessun modo, anzi contraddice platealmente, le dichiarazioni fatte da Peter Power alla Tv di Londra, la sera stessa del 7 Luglio. Come riconciliare, infatti, la presunta aleatorietà di questi attentati, lasciati in mano a 4 ragazzotti sen'arte nè parte, con la stupefacente coincidenza delle esercitazioni che ne replicavano le gesta fin nel minimo dettaglio?

Una delle due deve necessariamente escludere l'altra, visto che non può esistere un "fondamentalismo islamico" genuino, cieco e incontrollato come ce lo continuano a raccontare, che possa al contempo "interagire" con tale precisione con i servizi occidentali.

Ma alla dichiarazione di Peter Power abbiamo assistito coi nostri occhi, e sappiamo quindi che è un fatto assodato ed incofutabile. Che a portare l'esplosivo nello zainetto fossero invece quei ragazzi, ce lo hanno solo raccontato, mostrandoci prove labili ed incerte, all'interno di una versione ufficiale a sua volta piena di contraddizioni e di insensatezze. E ce lo hanno raccontato, guarda caso, proprio le stesse persone - gli inquirenti inglesi - che lavoravano fino a qualche tempo fa con Peter Power nei servizi segreti britannici.

Quale delle due voci bisognerebbe depennare, quindi, dall'equazione impossibile che abbiamo davanti? E perchè, in ogni caso, non l'abbiamo ancora fatto?

Forse il grande segreto di questa moderna democrazia, è quello di averci completamente irreggimentato, corpo e mente, nella piena convinzione di essere assolutamente liberi di agire e di pensare.

Massimo Mazzucco

Fonte: www.luogocomune.net
Gian1976
00martedì 19 luglio 2005 15:41
Ulteriori elementi per formarsi un proprio giudizio sugli attentati di Londra: www.effedieffe.com

[Modificato da Gian1976 19/07/2005 15.41]

nic.73
00martedì 19 luglio 2005 22:19
La prima cosa che ho fatto è stata prendere il calendario. Io ero al mare quando ho appreso la notizia, ma la cosa che subito è balzata all'occhio era la data. 7 7 7 come dice Tom Bosco e non è un numero a casa. Prendete anche il giorno vale a dire 07 07 2005 giovedì cioè il giorno 4 della settimana 07+07+2+0+0+5+4=25 2+5=7 ancora 7.
11 09 2001 martedì(2) 11+0+9+2+0+0+1+2=25 2+5=7

E' una sorta di rito esoterico. E' un riferimento a qualcosa di preciso. Mi dà fastidio sentire parlare di autoattentati organizzati dai governi. Mi viene più da pensare a qualcosa di organizzato nei minimi dettagli come un rito, da qualcuno che cova millenni di rancori e che non ha mai trovato pace, ma nonostante tutto è sopravvissuto a tutte le persecuzioni ed oggi che possiede denaro e potere grida vendetta. E la vendetta vuole ottenerla portando due civiltà all'autodistruzione. Islam contro occidente.
mauroi
00mercoledì 20 luglio 2005 10:19
cari amici, già anch'io ho notato subito la data,che avendo letto i libri di ICKE[SM=g27960]
Comunque ho notato,leggendo per caso un forum di Virgilio,che nonostante gli effetti di reazione, citati nell'articolo postato da Gian, tipo,..già ammazziamoli tutti...cacciamoli via...ecc, qualcuno comincia ad intravvedere la verità ponendosi domande ,tipo l'articolo postato da Nic.73[SM=g27960]
ciao
mauro
Gian1976
00giovedì 21 luglio 2005 13:21
Chi ha speculato sulla sterlina prima dell'attentato?
Nei dieci giorni precedenti all'attentato nel metrò di Londra, la sterlina è caduta sui mercati mondiali dei cambi.
Una caduta notevole, del 6% rispetto al dollaro.
Senza alcuna ragione apparente, fino al 7 luglio, quando la strage del metrò ha scosso la valuta britannica per un valido motivo.
La causa del ribasso può essere una sola: qualcuno, che conosceva in anticipo quello che sarebbe accaduto, puntò sul ribasso della sterlina, con operazioni equivalenti a vendite allo scoperto.
Qualcuno che poteva disporre di molti milioni di dollari, se il volume della sua scommessa al ribasso è riuscito a far flettere la divisa britannica.

Ne dà notizia Joseph Farah, autore della newsletter finanziaria "G2 Bulletin" on-line (1).
"E' stata un indebolimento quasi senza precedenti, e troppo rapido per essere una coincidenza: parliamo di una caduta che, annualizzata, supera il 100 %", ha commentato un finanziere con 35 anni di esperienza sui mercati valutari: "le monete di paesi storicamente stabili, semplicemente non crollano così a capofitto. Qualcuno doveva sapere qualcosa in anticipo. O meglio, più di qualcuno".
Secondo l'esperto, la mano che ha mosso il mercato sarà difficilmente rintracciabile: si è trattato di operazioni su derivati valutari ("futures"), che sono un campo non regolamentato.
Operazioni di questo genere possono partire da una banca svizzera o austriaca, passando da una ditta di Creta o di Cipro, fuori da ogni reale controllo.
"Qualcuno, è certo, ha fatto molti, ma molti soldi".

Questo particolare porta molto lontano dai quattro terroristi suicidi di Londra, di modestissima estrazione economica; ma porta assai vicino ai mandanti, e consente di indovinare la loro reale natura.
Già prima dell'11 settembre "qualcuno" (o diversi "qualcuno") speculò al ribasso sulle azioni delle due compagnie aeree, United e American Airlines, che avrebbero avuto gli aerei distrutti dai "terroristi di Al Qaeda". Allora si gridò che Osama bin Laden era certo dietro quelle speculazioni.
Poi, le indagini si arenarono davanti a una piccola banca americana, la A.B. Brown, da cui erano partite alcune delle transazioni sospette. Dirigente di questa banca, con il compito di seguire i patrimoni dei clienti privati più importanti, era fino al 1998 "Buzzy" Krongard, numero 3 della CIA.
La carriera di "Buzzy" è tutto un andirivieni tra il pubblico e il privato: per qualche tempo va a dirigere una banca, poi torna alla CIA.
Dopo questa scoperta, misteriosamente gli inquirenti persero ogni zelo nel cercare gli anonimi speculatori che avevano lucrato il prezzo del sangue; da cui si calcola abbiano tratto 30 volte l'ammontare della cifra che hanno investito.
Ancor oggi la SEC, l'ente di controllo della Borsa di Wall Street, sta trascinando i piedi in una ricerca che si rivela, evidentemente, difficilissima.
Anche l'inchiesta sul fortunato speculatore di Londra, se mai si aprirà, sarà altrettanto difficile, e finirà nel nulla: è una previsione che anche noi, purtroppo sprovvisti di così lucrose facoltà di premonizione, ci sentiamo di arrischiare senza timore.

Nel frattempo, va segnalato che sulla strage londinese si sviluppa – se solo la si volesse seguire – una "pista americana" almeno tanto promettente quanto la "pista israeliana" e quella "pakistana".
Mohammed Sidique Khan, il più anziano dei quattro terroristi, pochi giorni prima dell'attentato risulta aver fatto una telefonata a un gruppo islamico di New York, il Centro Islamico della moschea del Queens.
Si tratta dello stesso Khan che nel 2003, il 19 febbraio, compì un viaggio lampo di un solo giorno in Israele, superando senza difficoltà i severi controlli all'entrata messi in atto da Israele.
L'altro "terrorista suicida" atipico, il giamaicano convertito ad Allah Lindsey Jermalne, era stato da poco tempo nell'Ohio (2).


di Maurizio Blondet


Note

1) Joseph Farah, "Who shorted british pound?", G2 Bulletin, 16 luglio 2005.
2) "London bombers have ties to United States", ABC News, 15 luglio 2005.

Fonte: www.effedieffe.com
nic.73
00giovedì 21 luglio 2005 14:22
Sai che questo sulla sterlina è proprio uno di quegli articoli che rendono la controinformazione inattendibile e falsa?
1) La sterlina è da maggio che si è indebolita nei confronti del dollaro e nemmeno molto se consideriamo che quotava sui valori del settembre 2004. Semplicemente si era sovrapprezzata tra marzo e aprile ed è ritornata su valori fair. Inoltre il 6 luglio a perso poco meno del 2%, un valore normale per i movimenti valutari degli ultimi 3 anni.
2) Chiunque volesse speculare, non aveva bisogno di dollari. Bastava vendere a pronti le sterline offrendo un minimo di garanzia per il leverage.
Purtroppo, questi articoletti ben confenzionati, fanno leva sul fatto che si può dar da bere tutto a chi non è preparato su specifiche materie.
Altro esempio: L'assordante Tam Tam che corre nei confronti del dollaro e del deficit americano. Pensano tutti che la svalutazione del dollaro nei confronti dell'euro sia una cosa dannosa. In realtà è un semplice processo economico. Il ciclo economico si espande, i tassi si alzano, il dollaro si svaluta e l'economia americana galoppa. Parliamo invece di quella europea. Vi rendete conto che questo schifo di europa unita ci ha messi nella m...a fino al collo? L'Europa non fa paura a nessuno, dovrebbe far paura a noi stessi. E' un fallimento unico. Gli stati sono stati privati dell'autonomia bancaria, economica e politica. Niente di peggio. L'economia italiana non ripartirà mai perchè nessun governo potrà mai decidere nulla. Chi muove i tassi? La BCE. Chi decide le manovre? L'Ecofin. Chi attua la politica estera? La commissione europea. E qualcuno pensa che Duisenberg, Trichet e qualche Prodi di turno sia in grado di fare tutto questo? Mi viene davvero da ridere. Greenspaan in 2 anni ha movimentato i tassi 15 volte e l'Europa? E' ferma da due anni al 2% e non sanno se li devono alzare o abbassare. E qualcuno si preoccupa del deficit americano o del dollaro debole? Cosa pensate che accadrà con il petrolio a 80$ al barile o peggio ancora a 100? L'europa crollerà definitivamente, dovrà comprare dollari a man bassa ed il deficit americano si riassorbirà. Questo dovrebbe dire la vera controinformazione e non continuare a lamentarsi del dollaro e dell'America.
Gian1976
00giovedì 21 luglio 2005 15:44
Grazie per la rettifica Nic.

Gli articoli che posto sono uno stimolo a riflettere su alcune tematiche poco discusse e il tuo intervento ha contribuito a rendere più chiara la situazione in questione.

A presto.

Gian
Gian1976
00giovedì 21 luglio 2005 15:53
Caro Nick,
vista la tua familiarità con le tematiche economiche potresti gentilmente postare un commento a caldo su questa notizia?

"Con una storica nota diffusa in tutto il mondo anche in inglese, la Cina ha annunciato la decisione di sganciare dal dollaro la propria moneta, lo yuan, e di rivalutarlo a 8,11 yuan per dollaro con una rivalutazione del 2,1%. Lo yuan sarà da oggi ancorato al paniere mondiale delle monete e non solo più al dollaro. La notizia ha provocato il calo del dollaro e l'immediato rialzo di euro e yen.(21 luglio 2005)"

Che tipo di implicazioni porterà questa decisione delle Cina?
nic.73
00giovedì 21 luglio 2005 17:00
Re:

Scritto da: Gian1976 21/07/2005 15.53
Caro Nick,
vista la tua familiarità con le tematiche economiche potresti gentilmente postare un commento a caldo su questa notizia?

"Con una storica nota diffusa in tutto il mondo anche in inglese, la Cina ha annunciato la decisione di sganciare dal dollaro la propria moneta, lo yuan, e di rivalutarlo a 8,11 yuan per dollaro con una rivalutazione del 2,1%. Lo yuan sarà da oggi ancorato al paniere mondiale delle monete e non solo più al dollaro. La notizia ha provocato il calo del dollaro e l'immediato rialzo di euro e yen.(21 luglio 2005)"

Che tipo di implicazioni porterà questa decisione delle Cina?



Bella domanda. Al di là delle implicazioni legate alla speculazione, credo che a poco serva l'intervento della Cina. Mi spiego: da oggi importare dalla cina costerà qualcosa in più ed esattamente ci vorranno 0,123 dollari per yuan anzichè 0,120. Sono 5 anni che il mondo chiede alla Cina di rivalutare la propria moneta per rallentare l'economia. Per contro la cina ha sempre risposto picche. O meglio ha sempre dichiarato che così come non ha svalutato lo yuan quando l'economia rallentava, non intende rivalutarlo ora che l'economia galoppa. La decisione lascia sorpresi, ma è di così piccolo valore che presto i mercati valutari hanno iniziato a comprare dollari e dopo una breve puntata sopra 1.22 il dollaro è tornato a 1,21 contro euro. Il fatto che lo yuan da oggi in poi venga prezzato sulla base di un paniere valutario cambia poco, perchè in ogni caso non si possono comprare yuan senza prima comprare dollari. (così come non si possono comprare Yen senza comprare dollari). Significa che la già martoriata Europa, se ora vuole comprare yuan, li pagherà un po' più cari (passando dal dollaro). Un passo verso il rallentamento delle importazioni dalla Cina? Non credo proprio. Se si volessero rallentare le importazioni dalla Cina, lo Yuan dovrebbe apprezzarsi del 3000%.
Potrebbe comunque essere un piccolo passo verso un ammodernamento del sistema valutario cinese. Considera che gli istituti bancari cinesi sono ad un passo dal collasso, nonostante il governo continui ad iniettare liquidità (in dollari) alle banche cinesi. Addirittura la banca più in crisi in cina è proprio la più grossa banca cinese.
Infine considera che questa rivalutazione è stata richiesta dall'America stessa in forma maggiore.
Minoboia
00giovedì 21 luglio 2005 17:55
scusate l'ignoranza in materia ma volevo chiedervi una cosa.

So che se la moneta si alza crescono pure i costi di produzione e che molte ditte si spostano all'estero dove gli conviene.
facendo così si spostano capitali e salari che impoveriscono lo stato dove adesso mancano e arricchiscono lo stato dove adesso ci sono.

Che pro abbiamo noi quindi se l'euro si alza? è una cosa fondamentale che vorrei capire!

nic.73
00giovedì 21 luglio 2005 19:26
Re:

Scritto da: Minoboia 21/07/2005 17.55
scusate l'ignoranza in materia ma volevo chiedervi una cosa.

So che se la moneta si alza crescono pure i costi di produzione e che molte ditte si spostano all'estero dove gli conviene.
facendo così si spostano capitali e salari che impoveriscono lo stato dove adesso mancano e arricchiscono lo stato dove adesso ci sono.

Che pro abbiamo noi quindi se l'euro si alza? è una cosa fondamentale che vorrei capire!




E' proprio qui il bello! Una moneta forte ha due scopi fondamentali: rappresentare la forza del paese che la emette (quindi uno scopo di immagine) e tenere sotto controllo l'inflazione. Si auspica che la moneta sia forte nei periodi di espansione economica. Ecco perchè l'euro è m...da e chi la esalta è un pazzo! Durante il grande recupero dell'euro (in due anni e mezzo siamo passati da 0,78 a 1,22 con un apprezzamento del 50% nei confronti del dollaro) i grandi genialoidi della bce (duisenberg in testa) si esaltavano. Ma non c'era nulla di cui esaltarsi. L'inflazione reale è schizzata al 5-6% annuo, sono balle che il caro prezzi è un problema italiano, i tedeschi hanno ribattezzato euro in teuro che vuol dire caro. Peggio ancora, l'inflazione rilevata era costantemente taroccata. Inoltre l'euro è salito durante una fase di rallentamento economico. Qualcuno mi spiega allora perchè festeggiavano? Semplice: nell'immaginario collettivo questo apprezzamento dell'euro doveva passare come un successo. Bisogna approvare la costituzione europea, bisogna dar forza ad un qualcosa di per se fallimentare.
Credetemi, si sono verificati una serie di eventi in seguito all'unificazione monetaria che hanno mandato in crisi tutto il sistema economico europeo. Gli stati hanno i blianci ingessati, non hanno possibilità di fare politica monetaria (dovrebbe decidere solo la bce), non c'è politica economica con l'estero e l'unica ad aver tratto beneficio da questo è la cina, e di riflesso l'America.
Gian1976
00giovedì 21 luglio 2005 20:36
Dubito che abbiamo a che fare con degli sprovveduti, perciò mi domando: come mai i ministri europei appoggiano una politica economica fallimentare sapendo che prima o poi dovranno dar conto dei loro insuccessi?

Non sarebbe meglio che ammettessero i loro errori fin da ora e si prodigassero per proporre soluzioni, anche impopolari, che ci permettano di uscire da questa situazione?

A chi daranno la colpa della crisi economica in futuro? Al terrorismo islamico?

Una triste verità emerge: siamo tutti schiavi del sistema bancario mondiale che tiene in scacco intere nazioni e interi continenti.

Onestamente non riesco a immaginare come potremmo tirarci fuori da questo incubo!
Gian1976
00giovedì 21 luglio 2005 21:02
Come niente fosse, la costituzione UE prosegue
Che importa se Francia e Olanda hanno votato "no"?
Il Lussemburgo ha detto sì.
"La costituzione europea non è morta", ha esultato Jean-Claude Junker, premier del granducato di Lussemburgo.
E gli eurocrati vanno avanti come se nulla fosse accaduto.
Loro avevano posto la regola: la Costituzione UE entrerà in vigore quando tutti i 25 paesi l'avranno ratificata.
Ora, hanno cambiato la regola: basta la maggioranza dei Paesi.
E con Lussemburgo, Malta e Cipro che hanno detto sì, sono ormai 13 Stati su 25 ad averla approvata.
I più senza referendum, per decreto del governo.
Che importa?
Questa è da sempre la "legalità" massonico-eurocratica.

Barroso, il presidente della Commissione, l'ha detto chiaro.
Il "sì" di grandi potenze come Malta e Lussemburgo rappresenta "un forte segnale che la maggioranza degli Stati membri ritiene la costituzione adeguata alle proprie aspettative".
Sicchè l'europarlamento ha messo in piedi una commissione che studierà come procedere all'applicazione della costituzione, lo voglia o no l'elettorato.

Daniel Hannan, eurodeputato inglese conservatore, ha fatto un elenco delle istituzioni che non dovrebbero esistere senza la costituzione che le autorizzi, ma che invece esistono da tempo o sono in via di creazione.

Eccone uno stralcio:
- il codice penale europeo;
- la politica europea sul diritto di asilo;
- l'Agenzia delle frontiere esterne;
- il "Centro di controllo del razzismo e della xenofobia": ossia la polizia del pensiero fortemente voluta dalla lobby ebraica per gettare in galera chiunque critichi Israele come "antisemita". Piccolo particolare, il Centro è stato ribattezzato. Ora ha un nome eufemistico alla Orwell: "Agenzia dei diritti fondamentali". Il primo diritto fondamentale, la libertà di pensiero, opinione ed espressione, è appunto quello per sopprimere i quali l'Agenzia è stata creata;
- l'ufficio del Procuratore europeo: braccio armato dell'Agenzia suddetta;
- il corpo diplomatico europeo, che nel gergo eurocratico si chiama "Servizio europeo per l'azione estera";
- la Carta dei diritti fondamentali (quei diritti di cui l'UE ci sta a poco a poco spogliando).
- Puro Orwell, "1984".

Si ripeta per bene: tutte queste cose non dovrebbero essere fatte, perché è una Costituzione europea che dovrebbe autorizzarle, e la Costituzione è stata bocciata.
Daniel Hannan racconta che ogni volta, quando si vede presentare per l'approvazione un pezzo o l'altro di questa creazione di istituti, chiede: "in quale punto dei 9 trattati in vigore c'è scritto che possiamo farlo?".
La risposta che riceve è invariabile: "e dov'è scritto che non possiamo farlo?".
L'UE ha sempre proceduto così fin dalla sua nascita: prima ha esteso il suo potere a questa e a quell'area di competenza degli Stati, poi – anche dopo anni – si è data un trattato che legalizzava a posteriori il furto di sovranità.
Ovviamente, sempre facendo a meno del voto dell'elettorato.
Con accordi fra grembiulini e squadre e compassi transnazionali.

Non a caso il sullodato Juncker, premier di un Paese che ha più banche (e logge) che abitanti, sostiene ora con massonica improntitudine: "i francesi non hanno veramente votato 'no' alla costituzione. Hanno votato no a Chirac. O alla Turchia".
Già: lorsignori sanno meglio di noi che cosa pensiamo noi.
Ma ce li meritiamo.
L'Eurocrazia e la sua eurobanca, con la sua politica dell'euro forte, hanno provocato in Europa la disoccupazione di 67 milioni di europei.
Se il Continente non fosse quella regione di vecchi intimoriti che è, se fosse quella che era nel 1920 o 1930, una tale disoccupazione avrebbe già innescato moti rivoluzionari, già ci sarebbero dei Lenin e degli Hitler al potere.
Noi siamo qui, tranquilli come pecore, docili come agnelli.
O come in un ospizio di Alzheimer, in attesa catatonica che l'UE ci cambi il pannolone.


di Maurizio Blondet

Fonte: www.effedieffe.com

[Modificato da Gian1976 21/07/2005 21.03]

Minoboia
00venerdì 22 luglio 2005 15:45
non è che la storia del terrorismo altro non è che un modo per spostare la nostra attenzione da questa crisi economica all'islam?

già è stato fatto in passato di usare un caprio espiatorio nelle crisi, perchè non potrebbe essere la stessa cosa ora?[SM=g27982]

Gian1976
00sabato 23 luglio 2005 11:10
Economia del kamikaze
22 Luglio 2005



Al Qaeda è un’azienda in franchising, un modello di distribuzione a basso investimento e grandi ritorni. Chi vuole usa il suo brand e ne replica i comportamenti. Un kamikaze costa poco: la sua vita, un breve addestramento, dell’esplosivo.
Il ROI, o Ritorno dell’Investimento, è molto interessante, come direbbe un manager: centinaia di morti, paralisi delle città, psicosi della paura, diffusione dell’immagine. Il tutto con due lire.
E i dividendi? Quelli li intascano, insieme ad Al Qaeda, i produttori di armi, le compagnie petrolifere, Bush, Berlusconi, Blair…

Un economista statunitense Lawrence Iannaccone dice che il mercato degli attentati suicidi è alimentato dalla domanda delle società e non dall’offerta.
L’offerta dei kamikaze è inesauribile finché c’è una richiesta da parte di popolazioni che non vedono altri mezzi per ottenere i propri diritti. Bisogna quindi agire sulla domanda, promuovere giustizia e democrazia in tutto il mondo, e non ricorrere a sistemi illegali come la tortura che contribuiscono ad ingrossare le file dei terroristi.


Io voglio dire che non c’entro. Voglio tirarmi fuori da questa guerra di marketing e di economia applicata al terrore.

Basta!
Basta con i “portatori di pace”!
Basta con la tutela degli interessi delle compagnie petrolifere!
Basta con l’introduzione del modello occidentale, globalista, consumistico nei Paesi musulmani!
Basta con la delega data a incapaci per la costruzione del nostro futuro!
Basta con la continua limitazione delle nostre libertà a causa di questa situazione, con il controllo di telefonate, email, file.
Basta con le dichiarazioni di circostanza del c..o dei nostri politici.
Basta con il ritiro a sei mesi dall’Iraq, o l’anno prossimo, o quando vogliono loro. Ma loro chi? Chi rappresentano realmente oggi i nostri politici?

Postato da Beppe Grillo

Fonte: www.beppegrillo.it
.:roberto:.
00sabato 23 luglio 2005 13:12
Re: Economia del kamikaze

Scritto da: Gian1976 23/07/2005 11.10
22 Luglio 2005



Io voglio dire che non c’entro. Voglio tirarmi fuori da questa guerra di marketing e di economia applicata al terrore.

Basta!
Basta con i “portatori di pace”!
Basta con la tutela degli interessi delle compagnie petrolifere!
Basta con l’introduzione del modello occidentale, globalista, consumistico nei Paesi musulmani!
Basta con la delega data a incapaci per la costruzione del nostro futuro!
Basta con la continua limitazione delle nostre libertà a causa di questa situazione, con il controllo di telefonate, email, file.
Basta con le dichiarazioni di circostanza del c..o dei nostri politici.
Basta con il ritiro a sei mesi dall’Iraq, o l’anno prossimo, o quando vogliono loro. Ma loro chi? Chi rappresentano realmente oggi i nostri politici?

Postato da Beppe Grillo

Fonte: www.beppegrillo.it



Invece centra eccome, come centro io e tutti quelli che fanno la tranquilla vita cittadina.
Quando avevo 16/17 anni mi esaltavano frasi alla "ya basta" !
Ora non più ... il dire basta non serve a niente bisogna iniziare con la pratica, dal mio punto di vista non bisogna parlare con il re per ottenere un qualcosa ma bisogna abolire l'idea che il re esiste e governa con tutte le conseguenze pratiche di tale comportamento ... ma purtroppo la maggior parte che dice "basta" è ancora lontana da questo concetto, ancora si reca a votare e ancora mi insulta credendo che il male sono io che non voto o altri come me, non considerando che ciò è solo un comportamento concettuale che stà all'inizio del non considerarsi cittadino e del non avere un re sopra la testa.
Ciao
Roberto
Gian1976
00domenica 24 luglio 2005 14:33
Cui Prodest?
Tenere la mente fredda fra stragi e bombe è difficile.
E' umano non sottrarsi all'allarme, al panico, alla sensazione che tutti e ciascuno di noi siamo bersaglio di un potere invisibile e irrazionale: i kamikaze, l'odio che esprimono verso tutti, provoca una sorta di cecità volontaria.
Ogni tentativo di ragionare e distinguere, in questi momenti, viene sentito come un "rompere il fronte" dell'Occidente.
Come un tradimento, un accordo col nemico.
E così, è vietato formulare la domanda primaria: chi è il nemico, veramente?

Perciò, bisogna anzitutto chiedersi se la mente che coordina gli attentati a Londra, Madrid, Sharm el-Sheik (e domani Milano o Roma), non voglia proprio ottenere questo scopo: accecarci di odio reattivo, impedirci di distinguere.
Qui a Londra l'ha detto con chiara improntitudine lo scrittore anglo-olandese ed ebreo Ian Buruma.
"I jihadisti non odiano la Gran Bretagna per le politiche di Blair, per Israele o gli Usa", ma perché "il nostro è il mondo della jahiliyya", ossia il mondo dove l'Islam non regna, dove regna l' "oscurità".
Nell'Islam cova una mentalità "che produce massacri" non per una ragione indagabile, ma "come atto esistenziale".
E ovviamente, ecco la conclusione: "nessun negoziato è possibile con gente che vuole ammazzare quanti più infedeli può allo scopo di instaurare il regno divino dei veri credenti".
"Nessun negoziato è possibile": è questa esattamente la tesi di Israele e dei neocon che comandano a Washington.

I palestinesi non hanno esigenze e ragioni legittime, è inutile accedere alle loro domande; vogliono solo uccidere.
Il loro odio è immotivato e irrazionale.
E va trattato con la mera violenza, con un odio uguale e contrario.
Chi è che vuole portarci, noi europei, a pensare come gli israeliani?
Chi ha interesse a chiuderci nella loro stessa paranoia?
Da tempo il regime Bush, e il regime Sharon, accusano gli europei di essere "molli" con gli islamici estremisti.
"Molli", ossia disposti a sentire le loro ragioni, se ne hanno.
"Molli", cioè disposti a ripetere: cercate di risolvere il problema palestinese con qualche giustizia, e forse l'odio islamico avrà un motivo in meno.
Cerchiamo di non chiudere gli occhi sulle atrocità americane in Irak e in Afghanistan, mettiamo fine all'occupazione, e forse il mondo islamico cesserà di sentirsi sotto attacco.

Ora, il regime Bush e il regime Sharon ci dicono, con malcelata soddisfazione: vedete a cosa porta la vostra politica.
Siete anche voi i bersagli, come noi.
Tanto vale essere duri, colpire, ridurre le libertà civili e politiche al vostro interno, visto che lasciano troppo spazio agli irrazionalismi musulmani.
E se fosse proprio questo lo scopo di questa catena di attentati?

Non ho "prove" da fornire in questa fase precoce delle cose.
Qualche indizio: per esempio il fatto che Alan Greenspan iniettò un'enorme liquidità (40 miliardi di dollari) proprio nei giorni precedenti la strage di Londra; e che in quei giorni c'era un'esercitazione che simulava quel che avveniva nella tragica realtà, nella sotterranea.
E che i "terroristi suicidi" sono partiti da Luton: sede della ICTS, la compagnia ebraica che "sorvegliava" gli aeroporti americani l'11 settembre - quanto bene li sorvegliasse l'abbiamo visto.
D'accordo, non sono prove.
Posso dire quello che m'insegna la lunga esperienza di giornalista, purtroppo esperto di stragi.

Gli attentati indiscriminati, non mirati a un nemico preciso ma a una folla, a una intera nazione, non hanno senso.
O ne hanno uno solo: di macchiare per sempre la causa sotto la cui bandiera vengono commessi.
Di liquidare per sempre le ragioni di quella bandiera.
Sono controproducenti per il gruppo che li commette.
Così la strage a Beslan ha liquidato ogni rivendicazione cecena.
Così in Italia, mi dice l'esperienza, gli attentati "neri" indiscriminati (strage di Bologna) hanno liquidato la causa "fascista".
E l'esperienza mi dice che quegli attentati non erano "fascisti", ma del Ministero degli Interni.
Per essenza, gli attentati-strage sono parte di una "strategia della tensione".
E la strategia della tensione - parte integrante della guerra psicologica - è per essenza una strategia di Stato.
O di servizi segreti.

A maggior ragione, quando stragi indiscriminate vengono coordinate su un vastissimo scacchiere internazionale.
Al grande pubblico sfuggono le difficoltà tecniche che gruppi di terroristi, diciamo così "privati", devono risolvere per colpire insieme a Londra e a Sharm el-Sheik in rapida successione.

E' Al Qaeda?
I giornali inglesi più israelofili ammettono: Al Qaeda non "dà ordini", ma "ispira" azioni ed emulazioni.
Ci devono spiegare come riesce a "ispirare" la cadenza precisa dei tempi, "ispirare" trasporti di esplosivi e coordinazione da professionisti, "ispirare" documenti falsi e finanziamento e addestramento, "ispirare" suicidi con tanta facilità: e non in Palestina dove il suicidio, come ha notato Ken Livingstone, sindaco di Londra, obbedisce a una chiara necessità tattica: "i palestinesi non hanno caccia e missili, hanno solo combattenti che accettano di morire per la causa nazionale".
Ma suicidarsi a Londra o a Sharm?
Date retta a un vecchio cronista: certe cose sono possibili solo a servizi segreti, a eserciti forniti di commando ("Special Operations"), a Stati.
Stati interessati alla strategia della tensione.

Ma li abbiamo visti, ripresi da telecamere, gli esecutori: tutti musulmani, con facce da pakistani, da etiopici, da giamaicani.
Ci si consenta di non dilungarci su questa ingenuità.
Di regola, i mandanti delle "strategia della tensione" scelgono gli esecutori nel campo più lontano dal loro, anzi opposto a loro: nel gergo si chiama "metodo della leva lunga", e anche "false flag operation".
Ad attentare fisicamente al Papa fu un estremista di destra turco.
Il mandante: il KGB.
Che si guardò bene dall'usare le BR, troppo rosse e contigue.
Leva lunga.

Sharm el-Sheik.
L'attentato, hanno detto gli egiziani, "non è contro i turisti occidentali, è contro l'Egitto".
Domanda: chi è il nemico potenziale dell'Egitto?
Chi ha interesse a far apparire l'Egitto come uno Stato insicuro, infido?
Nel 1954, attentati contro interessi americani colpirono il Cairo e Alessandria, proprio mentre Nasser, appena giunto al potere, si rivolgeva a Washington come Stato - protettore.
Estremisti arabi, si disse.
Alla fine, per caso, un ordigno scoppiò fra le mani di un attentatore maldestro: che era un cittadino egiziano, ma ebreo.
Si scoprì che tutta la serie dei colpi era stata organizzata da un inviato del Mossad, che pescava gli esecutori fra gli ebrei d'Egitto, ben fieri di "aiutare Israele".
Un ministro israeliano, Lavon, si dovette dimettere.
Gli ebrei iracheni, decenni or sono, furono terrorizzati da una serie di attentati contro le sinagoghe in Iraq: si appurò poi che era stata una manovra di israele, per "convincere" i suoi ebrei iracheni ad emigrare nella "terra promessa".

Infinita è la lista degli attentati "false flag" fatti da Israele: sono loro gli specialisti insuperabili, gli esperti in questo truce campo.
Il Mossad non ha nemmeno bisogno di mandare all'estero un gran numero di agenti: in ogni paese ci sono ebrei disposti ad "aiutare".
Li chiamano "sayanim".
E coloro che si rifiutano di aiutare i fratelli in atti criminali pericolosi, mai e poi mai li denunceranno.

In Egitto, pende una elezione presidenziale.
Mubarak è vecchio.
Chi ha possibilità di vincere un'elezione semi-libera?
Tutti gli analisti sono d'accordo: i "Fratelli Musulmani".
Possono avere il 25-30% dei voti, la maggioranza relativa.
I Fratelli Musulmani non sono "moderati" (questa storia dell'islamismo "moderato" è la più ridicola); sono "massimalisti" a parole, ma compromissori nella pratica, tanto più ora che si sentono vicini a governare.
Sono pronti a fare compromessi, a fare alleanze all'interno.
Sono come il PCI anni '60 in Italia: a parole, volevano né più né meno che la rivoluzione bolscevica; nei fatti, puntavano al sottogoverno, alle regioni "rosse", al potere nei Comuni, al "compromesso storico" a livello nazionale.
I "Fratelli Musulmani" non hanno alcun interesse ad attentati terroristici, specialmente ora.
Ed hanno epurato le loro frange jihadiste ormai da anni.
La polizia di Mubarak ha stroncato con le brutte i terroristi jihadisti degli anni '80, sono tutti in galera.
Da dove vengono questi nuovi jihadisti?
Capaci di colpire a Sharm, che è isolata nel deserto, e occhiutamente sorvegliata dalla polizia egiziana, perché il turismo è la maggior risorsa del Paese?
Beh, guardate una carta: quanto dista Sharm da Eilat.

Cui prodest?
Non mancheranno lettori che mi accuseranno: rompi il fronte, è tradimento di fronte al nemico comune, che ci minaccia tutti.
Mi limito a notare che non si vincerà mai il nemico, se non si guarda nella direzione giusta.
E' la cosa più stupida combattere un "nemico" inesistente o strumentale, mentre ci si chiudono volontariamente gli occhi sul mandante.
O addirittura è vietato parlarne.
Quello, il mandante, continuerà fino a quando sarà nel suo interesse.
Il terrorismo "islamico" non avrà mai fine, finché non si scorge la testa che lo coordina sul piano mondiale.
Sul piano mondiale: la vastità del teatro di Al Qaeda coincide stranamente con quella imperiale Usa - Israeliana.
Madrid e Londra, Bali e Sharm, Iraq e Pakistan.
Quante organizzazioni possono vantare una tale capacità mondiale?
E noi?
Siamo le vittime predestinate.
Di una stupidità colossale, la nostra.
Andiamo a chiedere "consiglio" a Israele su come battere il terrorismo islamico. Facciamo addestrare i nostri uomini dai loro.
Appaltiamo la "sicurezza" dei nostri aeroporti, dei nostri porti, delle nostre frontiere, ad agenzie private israeliane "specializzate in anti-terrorismo".
Ci mettiamo il nemico in casa.
E lo paghiamo persino, per il servizio.

di Maurizio Blondet

Fonte: www.effedieffe.com
Gian1976
00domenica 24 luglio 2005 14:46


Siamo spettatori purtroppo, cambiare il mondo è una impresa impossibile...

Questi che orchestrano gli attentati purtroppo hanno già vinto, ormai siamo nella psicosi, sento colleghi e amici darsi ai commenti più beceri, ormai non basta il mandiamoli a casa!! (Chi? i mussulmani?)
Sento discorsi raccapriccianti in cui viene giustificato l'uso della bomba atomica democratica, che colpisca solo i mussulmani.....

Il terrorismo ha vinto quando una persona "sospetta" si becca 5 colpi di pistola in testa a Londra.

La vittima è un brasiliano , Jean Charles de Menezes, di 27 anni, un elettricista originario dello stato di Minas Gerais.

"Non era in nessun modo collegato agli attentati, non era un terrorista, non aveva addosso esplosivi"

Gli hanno scaricato 5 proiettili in testa....

La sua colpa è di essere uscito da una casa "sospetta" e di avere un modo di fare "sospetto" e poi vestiva in modo cosi "sospetto"...

Quando si è visto seguito da loschi figuri in borghese ha avuto paura ed è scappato, gli avranno gridato fermo poliziaaaaa!! ????

I commenti? è un errore, ma però indossare un cappotto a luglio.... e poi scappare davanti alla polizia , insomma se la sarebbe andata a cercare.

-- Commento di maurozio all'articolo "Piano Piano, senza far troppo baccano" postato su Luogo Comune. --
Gian1976
00lunedì 25 luglio 2005 11:20
Oltre ogni violenza
a cura di Emergency

È davvero un'ottica limitata la nostra, se il primo pensiero che ci ossessiona, senza lasciare posto ad altre considerazioni, è il pensiero delle vittime ? Le molte persone che a Londra, il giorno dopo, hanno incominciato una giornata che non concluderanno sono per noi la prima, fondamentale verità di ciò che abbiamo sentito e vissuto oggi.

Troviamo lontane da questa verità le considerazioni sulla contiguità con il G8, sull'attacco a un paese così fortemente impegnato nella guerra all'Iraq, sulle analogie con gli attentati terroristici a Madrid...

Sentiamo inadeguati gli annunci che «non prevarranno», che «la guerra al terrorismo proseguirà con maggiore slancio», che infine «noi vinceremo»...

Cessa di essere sensata ogni ripetizione di parole già dette e sentite: vuote e sterili, se ci hanno condotto di fronte allo spettacolo cui oggi assistiamo. Se persistiamo nel sentirci una parte dell'umanità contro un'altra, alimentiamo uno scontro infinito, un'interminabile sequenza alternata di reazioni e contro-reazioni, di assassini e di sofferenze.

Forse il dolore ispira più saggezza di quanta possa suscitarne l'indignazione. Il dolore per le vittime del terrorismo e della guerra, delle bombe e dei bombardamenti, è lo stesso; non muta al variare dei soggetti che più direttamente lo provano. S'è detto oggi «siamo tutti londinesi». Se ci sentiamo anche tutti iracheni, o afgani, o ceceni, forse intravedremo una diversa direzione per uscire da queste assurdità, un cammino opposto a quello di una guerra infinita.

Vincere il terrorismo rifiutando ogni violenza è il solo percorso possibile. Contrastarlo con mezzi che gli somigliano è una strada senza uscita. Lo suggerisce l'idea che abbiamo di umanità. Sempre più lo insegna l'esperienza.

Per maggiori informazioni: Emergency
Gian1976
00lunedì 25 luglio 2005 12:47
Londra: false piste o disinformazione?
Lo ha notato persino il Times (1): le piste trionfalmente cavalcate dai media e da Scotland Yard subito dopo la strage nel metrò del 7 luglio, sono finite in nulla.
Nelle prime ore, si parlò di un “potentissimo esplosivo di tipo militare”, difficile da procurarsi.
Questo fatto riconduceva, dissero i media, ad “Al Qaeda”.
La misteriosa organizzazione aveva lasciato “le sue impronte digitali”.

Già due giorni dopo, contrordine: l’esplosivo era “casalingo”, fatto con ingredienti che si comprano al supermercato, e la cui ricetta si può trovare su internet.
Questo tipo di esplosivo “porta le impronte digitali di Al Qaeda”. Nessuna spiegazione sul motivo per cui l’iniziale valutazione era stata rovesciata così completamente, probabilmente dalla stessa polizia.

Il “chimico egiziano”: sembrava una traccia sicura.
Il personaggio era “scappato alla vigilia dell'attentato” uscendo dall’Inghilterra di nascosto: “l’artificiere di Al Qaeda”.
Il biochimico in questione, ritrovato senza fatica dalla polizia egiziana (era a casa dei genitori al Cairo), interrogato e torchiato, è stato scagionato completamente.
Tra l’altro, aveva lasciato Leeds due settimane prima dell'attentato.
E la sua figura è scomparsa dai giornali.
Nessuno ha chiesto scusa al poveraccio.
Ma ecco il sostituto: un “importante agente di Al Qaeda” era penetrato “per nave” in Gran Bretagna ed era ripartito “in aereo”, naturalmente “poche ore prima” della strage.
E soprattutto, i servizi segreti britannici non lo avevano pedinato, benchè avessero notizia della sua entrata nel Paese.
L’MI5 ha dovuto difendersi per giorni, adducendo che nelle sue valutazioni era un pesce piccolissimo, e non valeva la pena metterlo sotto controllo continuo.
Fra l'altro, l’MI5 fa filtrare che dalle intercettazioni telefoniche dei “mullah estremisti” che abitano a Londra - e che, quelli sì, sono tutti sotto controllo - risultava che tutti i mullah erano “totalmente sorpresi” dall’attentato.
Tutti si chiedevano l’un l’altro: ma chi è stato?
L’MI5 conosce uno per uno i 250 islamici che sono stati mujaheddin in Afghanistan.
Come mai “Al Qaeda” non si è servita di qualcuno di loro, ma di quattro ragazzi assolutamente senza precedenti, dei dilettanti del terrore?
La domanda, e tutto il resto della notizia, è semplicemente evaporata.

Da ultimo, l’annuncio trionfale: il “pianificatore di Al Qaeda” (mastermind) che ha architettato la strage era stato “arrestato in Pakistan”.
Da quel poco che si è saputo dopo, il telefono di questo “mastermind” era stato chiamato da uno o più dei quattro “terroristi suicidi”.
Persino il Times si chiede se non è troppo che dei terroristi telefonino al regista di “Al Qaeda” coi loro cellulari, anziché da una cabina pubblica, come fanno gli agenti segreti dei film.
Resta il fatto che anche questa traccia sicura ha perso gas col passare dei giorni, come una bottiglia di Perrier lasciata aperta.
Ora non interessa più nessun giornalista.
Scotland Yard sembra ansiosa di fare dimenticare questa storia.

E’ solo idiozia investigativa, sensazionalismo giornalistico e allarmismo di Blair (“La paura silenzia l’opposizione”, nota il Times)? O c’è altro?

Un particolare, seminascosto in un articolo di un giornale locale (2) nei giorni dopo l’attentato, suggerisce un'altra storia.
Il Cambridge Evening News intervista Bruce Lance, un abitante di Cambridge che era in uno dei vagoni che sono esplosi.
E’ quell’uomo dalla faccia ferita che è stato visitato in ospedale dalla regina.
Lance racconta gli istanti tremendi: lo scoppio, il buio, i corpi maciullati.
Poi ricorda di come un poliziotto lo aiutò ad uscire.
E gli disse: “fai attenzione a questo buco, era lì che si trovava la bomba”.
E Lance vede difatti un buco sul pavimento di metallo del vagone.
E nota: “il metallo era stato spinto in sù come se la bomba fosse stata piazzata sotto il vagone. Loro (i poliziotti) sembrano pensare che si trovasse in una borsa, ma io non ricordo nè una persona né una borsa che si trovasse là dov’era la bomba”.

Metallo spinto all’insù.
Come se la bomba fosse stata piazzata “sotto il vagone”.
Ma non ci hanno parlato di “zaini”, portati da “suicidi”?
Non continuano a ripetercelo?


di Maurizio Blondet


Note

1) Matthew Parris, “I name the four powers who are behind the Al Qaeda conspiracy”, Times, 23 luglio 2005.
2) “I was in Tube bomb carriage - and survived”, Cambridge Evening News, 11 luglio 2005.

Fonte: www.effedieffe.com
Gian1976
00martedì 26 luglio 2005 12:17
Pronti per la dittatura militare?
Lo schema è sempre quello del controllo: Problema --> Reazione --> Soluzione
E la storia lo insegna...

1a Guerra Mondiale --> Lega delle Nazioni
2a Guerra Mondiale --> Organizzazione delle Nazioni Unite

Oggi stiamo vivendo una guerra globale contro il terrore islamico: uno scontro che può essere visto come la 3° Guerra Mondiale. Solo che questa volta il Mondo è diviso tra il Bene (occidentale) e il Male (l’islam più estremo)
Una guerra che se usiamo lo schema sopra, porterà al Nuovo ordine globale

3a Guerra Mondiale --> Ordine Mondiale Militare

...CONTINUA
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