IS COGAS

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danzandosottolaluna
00lunedì 13 novembre 2006 12:56
IS COGAS

Le Streghe di Villacidro ( Cagliari)



IS COGAS :tale denominazione si rifà alle pratiche magiche cui queste donne si ritenevano dedite.
Il Dizionario etimologico sardo di WAGNER recita infatti:
«Kogu, koga log. e camp. "stregone", "strega" (...) , la cui denominazione deriverebbe dal fatto che le streghe e gli stregoni sogliono cuocere erbe e preparare filtri d'amore»;
e su questo appare d'accordo ATZENI che specifica la chiara derivazione dal latino coquere.
Secondo il Vocabolario Sardo-Italiano Italiano-Sardo compilato dal canonico Johanne Ispanu (Giovanni Spano) nel 1851, IS COGAS letteralmente significa: Bruscia f. - Brusciu m. , termini che a loro volta stanno a significare: Strega-Stregone o Fattucchiera.
Ma il termine "Brusciu", (attenzione!), che cita lo Spano, ha più il significato di chi prevede il futuro, tant'è che ancora oggi, in Sardegna, se si verifica un fatto annunciato da qualcuno lo si definisce poi: "Brusciu".

IS COGAS... avevano la coda che tenevano ben nascosta agli sguardi della gente. Naturalmente nessuno poteva esserne certo, visto che indossavano gonne lunghe fino ai piedi.
Sull'argomento, da tempo immemorabile un po' in tutta la Sardegna si è sbizzarrita la fantasia popolare.
I racconti sulle streghe, anzi meglio IS COGAS...così qui si chiamano, erano quelli preferiti dalle nonne per ammaliare i bimbi più vivaci e trattenerli durante le lunghe serate estive o i dopocena invernali davanti al focolare.
Per essere più credibli facevano riferimento a zia Amalia, a zia Maria o a qualunque donnetta che avesse qualcosa fuori dall'ordinario, le quali si trasformavano ora in gatto, ora in mosca, ora in altro essere malefico.
Cosa avessero di vero quei racconti, poco si sa.
Di certo venivano subito appresi dagli attenti fanciulli, e le streghe vagavano per fare malefici da generazione in generazione, da paese in paese e spaventavano i bimbi e incutevano timore negli adulti, soprattutto quando accadeva una morte di un bimbo, di una puerpera o qualunque fatto inspiegabile.


San Sisinnio costituiva la forza pari e contraria a quella delle streghe.Era il santo dei villacidresi, venerato quanto mai altri.
Il paese intero lo onorava con grande solennità, unico, con ben quattro giorni di festeggiamenti; gli aveva dedicato una delle più grandi chiese campestri della Sardegna,
e lo rappresentava mentre schiaccia con il piede un serpente con le fattezze di strega, che ha ancora un bambino rapito in braccio; oppure in atto di trascinare con una catena il demonio o una strega.
La sua statua è piena di ex voto di persone riconoscenti di averle liberate da questo malefico essere.

San Sisinnio viene dal popolo villacidrese invocato contro le streghe, e, nei tempi antichi, non appena una donna partoriva, il padre del neonato metteva in ogni porta un'immaginetta del Santo, o un foglio recante il suo nome, in modo che la strega non potesse varcare la soglia di quelle porte e così da salvare la nuova anima dal loro malefico influsso. E' questo un rituale che, in termine pagano, usavano praticare i fenici e i caldei.”
Pare che la presenza di san Sisinnio a Villacidro avesse eliminato le streghe doc, quelle, per intenderci, che avevano la coda e che si trasformavano con facilità in mosche o serpenti.
Le altre rimaste più che cogas erano donnette che si arrabattavano con i BREBUS (preghiere contro i mali), per guarire la gente, anche se potevano fare le fatture.





Ma Villacidro è il paese delle streghe?

Il 30 gennaio 2000 un servizio di RAI3 prima e sulla carta stampata LA REPUBBLICA del 16 febbraio e VISTO del 25 febbraio scorsi, hanno gettato un sasso in acque apparentemente tranquille scatenando polemiche e discussioni.
Soprattutto la frase di Marina Cavallieri su La Repubblica:
"In Sardegna c'è un intero paese, Villacidro, che si dice maledetto, un alto tasso di suicidi perpetua la leggenda e molti abitanti fanno ricorso costante a riti esorcistici per difendersi." ha scatenato un putiferio.

Sabato 6 maggio 2000, nella biblioteca comunale di Villacidro si è tenuto un affollato dibattito dal titolo
Villacidro paese maledetto? Dalle ombre alle streghe.
Sono intervenuti, tra gli altri, la dott.ssa Cristina Cabras (docente di Psicologia Università di Cagliari), il prof. Giovanni Panunzio (responsabile del telefono antiplagio);
don Angelo Pittau (sacerdote esperto di tradizioni villacidresi);
Alfredo Barrago (illusionista)

e...


le streghe non sono state trovate...


( dal sito: www.paesedellestreghe.it/index.html )



Per quanto riguarda Villacidro (prende il nome da un antico feudo con Villa circondato e coltivato a cedri) vorrei ricordare e segnalari un fatto di carattere culturale.
A Villacidro, sulla costiera ruvida del monte s'apre una gola profonda e folta di oleandri. Nel suo grembro più raccolto precipita una cascata copiosa, Sa Spendula, che ha ispirato la vena di Gabriele D'Annunzio. Il poeta la cantò quando vi giunse durante un memorabile viaggio attraverso l'isola accompagnato da Pascarella e Scarfoglio. I suoi versi ci danno una rapprsentazione efficace e trepida di questo luogo selvaggio e patetico.





Spendula

Dense di celidonie e di spineti
le rocce mi si rizzano davanti
come uno strano popolo di atleti
pietrificato per virtù d'incanti.

Sotto fremono al vento ampi mirteti
selvaggi e li oleandri fluttuanti
verde plebe di nani; giú pei greti
van l'acque della Spendula croscianti.

Sopra, il cielo grigio, uguale. A l'umidore
della pioggia un accredine di effluvi
aspra esalano i timi e le mortelle;

ne la conca verdissima il pastore,
come fauno di bronzo,
su il calcare
guarda immobile
avvolto in una pelle.

GABRIELE D'ANNUNZIO 1882

Giorgio68
00lunedì 13 novembre 2006 15:24
affascinante storia non ne avevo mai sentito parlare.
veramente Villacidrio ha un tasso di suicidi elevato? quanti abitanti fa?
danzandosottolaluna
00lunedì 13 novembre 2006 16:12
tra o 15 e i 20.000, credo[SM=g27985]
Il garfagnin fuggiasco
00lunedì 13 novembre 2006 21:11
Forse i media dovrebbero far più attenzione a quel che dicono ...
... la grande caccia alle steghe di Salem, Massachusetts, USA, nel 1692, iniziò proprio così, con delle giovinette troppo impressionabili le quali, sedotte dai racconti sui riti del Voodoo uditi da una serva mulatta dei Caraibi, iniziarono ad imbastire sconclusionate storie di visitazioni da parte di streghe e quindi ad incolpare tutti quelli che gli stavano antipatici, cosa che costò la vita ad una ventina di persone! Non vorrei fare la Cassandra ma insomma, gente, si sono già dimenticati i "Bambini di Satana" ed il caso Dimitri? Con l'aria che tira ...

By the way, a Villacidro (che mi pare i locali chiamano "Viddacidretu" o qualche cosa del genere) ci sono stato nell'estate del 1991, partecipando ad un raduno di gruppi folkloristici di tutta Italia. Un caldo da far ribollire il cervello, almeno a noi montanari! Poca vegetazione e tante casette bianche, come in un paesino andaluso, circondate da bassi muretti di pietra e pianticelle grasse. Ricordo una birreria che aveva un bellissimo cortile riparato dalle fronde degli unici, maestosi alberi in circolazione e naturalmente noi spendevamo le ore più calde del pomeriggio sotto quell'ombra benedetta, a scolarsi bottiglie su bottiglie della birra locale, l'Icnusa (ve la consiglio), in attesa che la sera portasse la sospirata frescura. C'innamorammo quasi tutti, ahimé senza fortuna, delle ragazze sarde del gruppo folkloristico locale, sfolgoranti nei loro tipici ed elaborati costumi, così minute, dolcissime e naturali, con delle chiome, avrebbe detto Edgar Allan Poe, "corvine come le ali della mezzanotte", per accarezzare le quali avrei dato un braccio. Ci divertimmo parecchio ma non mi capitò mai d'orecchiare storie di streghe, altrimenti avrei certamente approfondito questo aspetto del folklore locale.

bibba
00lunedì 13 novembre 2006 22:12
E' bella Villacidro
Ricca d'acqua, con alcuni degli agrumi più dolci dell'Isola, una ricca agricoltura, apicoltura, dolci tipici e mandorleti e come molte zone della Sardegna, con la legge di rinascita degli anni '60/'70 si è avventurata 8o l'ahnno fatta avventurare) in una industrializzazione forzata che oggi si è risolta in una catastrofica fuga delle industrie (come ad Ottana il polo petrolchimico): da Villacidro, la Keller, ha portato via una delle più moderne industrie per la costruzione di carri ferroviari, innovativa nel mondo, mettendo sul lastrico un indotto di diverse centinaia di famiglie in almeno una decina di paesi. Non sono state forse solo Is Cogas ( o is Janas)ma anche depressioni varie da fame e necessità materiali a causare vari suicidi. Ma non credo -almeno non mi risulta- che siano stati tantissimi. Se però torniamo indietro ai fenici ed ai riti del dio Baal, beh, sicuramente molti bimbi vennero sacrificati, e se ne trovano molte testimonianze soprattutto a Sant'Antioco, Tharros e Cagliari. Ma questa è un'altra storia. Certo, andando a leggere "Paese d'ombre" il bellissimo romanzo di Giuseppe Dessì, villacidrese che scrisse di Villacidro si capiscono tante cose. [SM=x875373] Comunque, grazie Ade, grazie Grufolotto Fingobardo,grazie George, grazie a tutti per avermi fatto volare a casa. [SM=x875372]

[Modificato da bibba 13/11/2006 22.15]

[Modificato da bibba 13/11/2006 22.17]

Il garfagnin fuggiasco
00lunedì 13 novembre 2006 22:47
Fingobardo sarai tu!

Scritto da: bibba 13/11/2006 22.12
... Comunque, ... grazie Grufolotto Fingobardo ...



Sappi che io discendo dai prodi Longobardi, le cui "fulve criniere" di manzoniana memoria a lungo percorsero ed insanguinarono gli aspri crinali dei nostri inospitali monti.
Bada dunque a come apostrofi i sopravvissuti di tale augusta stirpe. Di spada vivemmo, di spada perimmo e di spada, un giorno, potremmo anche risorgere! (*)




(*) Non suona bene?

bibba
00lunedì 13 novembre 2006 23:36
ma come
o fulgido esempio di guimbordantica flicornimundità, non sai che i fingobardi sono un fiero popolo di sangue finchélabarcavà longobardo? E' un po' come dire che gli abitanti di villacidro siano tutti tardonuragici apotropaici....No? [SM=x875374]
bibba
00lunedì 13 novembre 2006 23:41
Re: Fingobardo sarai tu!

Scritto da: Il garfagnin fuggiasco 13/11/2006 22.47


Sappi che io discendo dai prodi Longobardi, le cui "fulve criniere" di manzoniana memoria a lungo percorsero ed insanguinarono gli aspri crinali dei nostri inospitali monti.
Bada dunque a come apostrofi i sopravvissuti di tale augusta stirpe. Di spada vivemmo, di spada perimmo e di spada, un giorno, potremmo anche risorgere! (*)




(*) Non suona bene?





E se sul piatto escono i bastoni, tu cosa giochi, denari? No, sai perché a scopone scientifico c'è chi dice che a chiamata di spade rispondi con le coppe...tu giocavi con i segni o senza? In Sardegna, ed anche a Villacidro lo scopone è una fede! Ma chissà perché credo che verrò presto richiamato all'ordine da danzandosottolaluna..... [SM=x875406]
danzandosottolaluna
00martedì 14 novembre 2006 09:20
bibba caro... sono in pensione, ormai, e la "bacchetta" l'ho lasciata a scuola, nell'armadietto (dove, cmq, stava sempre chiusa)! [SM=x875374]
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