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Marco
00mercoledì 1 ottobre 2003 15:57
Scrivo per sapere se gli uccelli che sono sedentari,quindi non di passaggio,frequentano sempre lo stesso posto;cioè se sono anche gli uccelli animali territoriali...e in che maniera?sono generalmente "territori" vasti?
Grazie per l'informazione.
Marco
Guido
00giovedì 2 ottobre 2003 13:18
Belle domande, e per rispondere forse bisogna dire "dipende e dipende soprattutto dalla specie in esame!". Bisognerebbe prima definire il territorio come spazio in cui un individuo o una coppia o un gruppo di individui della stessa specie svolgono le loro attività vitali: riproduzione, ricerca di cibo ecc. Distinguere due tipi di territorialità: verso gli individui della stessa specie e verso quelli di altre specie. Solitamente, quella verso gli individui della stessa specie è più accanita probabilmente poiché viene identificato immediatamente un rivale che ha le stesse esigenze biologiche cioè lo stesso tipo di alimentazione, la stessa preferenza per i siti di nidificazione ecc. Quella verso gli individui di specie diversa è una territorialità più blanda se non assente del tutto. A volte si manifesta come comportamento di difesa verso un possibile predatore per se o per la propria prole oppure come atto di contenimento verso specie che hanno un regime alimentare simile al proprio. Sicuramente, il fatto che la territorialità verso le altre specie sia più blanda permette ai singoli individui di concentrare l'attenzione verso i concorrenti diretti (quelli della stessa specie) e di avere il tempo di svolgere altre attività (mangiare, accoppiarsi, curare le prole) anche perché è impossibile contrastare tutti i possibili sconfinamenti in un territorio. La dimensione del territorio dipende dalla specie. Gli uccelli che vivono in colonie spesso difendono un territorio limitato al sito di nidificazione e alle sue immediate vicinanze scontrandosi continuamente con i vicini. Un esempio possono essere le colonie di nidificazione dei pinguini, quelle dei gabbiani o delle rondini di mare ma si vede benissimo anche nelle nostre piccionaie in cui le varie coppie e specialmente i maschi difendono accanitamente lo spazio in cui è posto il nido e i posatoi vicini scontrandosi a beccate e a colpi d'ala con i vicini e anche con gli individui che si trovano solo a passare da quelle parti. In questi casi le aree circostanti la colonia spesso sono concepite come aree di alimentazione per tutti in cui non si manifestano più tensioni territoriali tra individui della stessa specie. Al contrario, si possono manifestare azioni di contrasto comuni verso possibili predatori. Un esempio si può osservare nelle colonie di nidificazione dei grillai in cui gli adulti si alzano in volo per allontanare un lodolaio, cioè un possibile predatore soprattutto per i giovani appena involati, che si è avvicinato troppo alle colonia. Altre specie hanno un territorio più ampio che comprende le aree di alimentazione. Un classico esempio è il pettirosso. In questi giorni sono in arrivo dalle nostre parti i pettirossi che vengono a svernare in Italia e che sono riusciti a passare indenni dalle aree di bracconaggio del bresciano. Appena arrivano in un'area idonea, ne prendono possesso iniziando a cantare e allontanando tutti gli individui della stessa specie che si avvicinano indipendentemente dal sesso. La dimensione del territorio dipende dallo spazio che il singolo individuo riesce a difendere e dalla disponibilità di risorse alimentari. In zone ricche di fonti di alimentazione i territori sono più piccoli nelle altre sono più ampi; e come se si generasse un equilibrio tra le energie che bisogna spendere per difendere il territorio e quelle che si ricavano dalle fonti di cibo che vi sono presenti. Essenzialmente un pettirosso non deve necessariamente ingrassarsi durante l'inverno ma deve avere sufficiente cibo per vivere in salute per cui difende l'area minima che gli garantisce questo compromesso. Personalmente, durante l'inverno, non ho mai osservato un comportamento territoriale di un pettirosso verso individui di specie diversa dalla propria. Altro esempio di territorialità nel periodo di nidificazione è quello dei rapaci notturni come barbagianni, civetta, assiolo, allocco che, oltre a difendere dai conspecifici l'area di nidificazione, difendono anche l'area di caccia. Se, in un'area già occupata, si ripetono i richiami di una di queste specie quasi immediatamente arrivano nella zona i legittimi proprietari che segnalano la loro presenza con il canto e ricercano attivamente il possibile rivale per fargli capire chi comanda. In questo caso, come nel pettirosso e in generale negli uccelli canori, il canto assume il significato di deterrente più o meno in questo senso: qua ci vivo io, voi altri cercate di stare alla larga altrimenti dovete vedervela con me e badate che non scherzo! In primavera, spesso si vedono i cardellini in cerca di siti di nidificazione o in fase di costruzione del nido che si fronteggiano in volo con i conspecifici emettendo un singolare verso, oppure si vede e si sente il maschio che canta su un posatoio in vista segnalando attivamente, anche con movimenti che mostrano la sua 'faccia' rossa, la sua presenza nella zona. A mio parere difendono il sito di nidificazione, magari l'albero scelto, perché troppo movimento sullo stesso albero potrebbe attirare l'attenzione dei predatori di nidi (gazze, ghiandaie o cornacchie) che spesso si aggirano sugli stessi alberi per predare uova o nidiacei inermi.
Probabilmente le casistiche sono così varie che bisognerebbe scrivere più trattati per avere materiale esaustivo, c'è tanta possibilità di studio e se si cerca in bibblioteca forse qualcosa si trova. Spero comunque di aver dato una piccola panoramica sulla questione.

Saluti, Guido.
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