IL METAL NON MORIRA' MAI!

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METAL ASSASSIN
00mercoledì 8 febbraio 2006 09:20
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+8biT+
00mercoledì 8 febbraio 2006 11:01
con dichiarato sarcasmo....

si è vero non se ne può più, il sabato il mercatino dell'usato a cassino è pieno di "froci-metallari" che parlano di iron maiden e stanno li a scegliere il pantalone più aderenete da mostrare in giro, ma come si può?
no no basta! basta col dare tutta questa importanza all'abbigliamento, il metallaro vero se ne frega dell'abbigliamento e di queste cose da froci.
concordo pienamente! (frase inglese per offendere i metallari-froci)

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Ovunque si soffermi lo sguardo, ciò che vediamo in Belgio come in Germania, in Francia o in Italia, sono sempre gli stessi vestiti, le stesse scarpe e gli stessi cibi, che tutti insieme rivelano non similitudini, ma omologazione. Si rivelano uguaglianze inquietanti, ritualità iniziatiche, da cui scaturiscono anelli, spilli e borchie – che bucano il volto e il corpo dei nostri giovani – “monili”, il cui uso sottende un primitivismo protestatario senza via d’uscita, se non quelle dell’odio, che minaccia l’altro da me: ”Stai in guardia! Se trafiggo il mio corpo, anche il tuo può esserlo!”.

Oppure si utilizzano vestiti rigorosamente neri - come se la vita fosse un unico lutto – pantaloni, jeans o mimetiche militari che, senza cintura per simulare un’improbabile povertà, calano inevitabilmente fin quasi all’altezza del cavallo – come se vestire dovesse negare la forma e i movimenti del corpo – o magliette così corte da lasciare scoperto l’ombelico anche d’inverno.

Gli scarponi militari tenuti slacciati e apparentemente indossati per “comodità”, esprimono, invece, implicitamente il desiderio di dichiarare guerra a tutti, tranne agli “uguali” che usano lo stesso codice di riconoscimento.

Al mondo degli adulti, quindi, che progressivamente va allontanandosi dalla propria corporeità – perché l’Uomo, attraverso il linguaggio, la scienza e la tecnologia, è ormai giunto al massimo grado di proiezione al di fuori di sé – si oppone quello dei giovani, il quale, attraverso il fenomeno del piercing e del tatuaggio, cerca di ancorarsi al corpo trasformandolo in simbolo. Anche se ognuno di noi fa uso della tecnologia, nessuno sarebbe in grado di riprodurla al di fuori della catena di montaggio, il che presuppone una straordinaria mancanza di controllo sulle cose.

La tecnologia fa paura, perché allontana l’Uomo dalla propria fisicità.

Il modo di vestire, correlato com'è al modo di essere, è un tassello comportamentale che può mostrare con quanta contraddittorietà oggi l’idea di libertà viene vissuta dai giovani.

La necessità di “appartenere”, e al tempo stesso “distinguersi” è un paradosso generato dalla paura di essere soli, in un contesto in cui i giovani non hanno ancora la forza per inserirsi. Sentimenti, questi, più forti oggi rispetto al passato.
La moda, soprattutto dal ’68 in poi, testimonia il “benessere-malessere” in cui le ultime generazioni si sono trovate a vivere, sempre sospese fra l’uguaglianza del conformismo, necessaria per identificarsi in un gruppo, e il desiderio di essere diversi.

La libertà, che la moda sembra offrire, in effetti, ha contribuito a nascondere una libertà assoluta, che si è affermata, proprio come conseguenza diretta dell’economia a tutti i costi, una delle conseguenze del comunismo.

Il “vestito”, che comunica ribellione non è più ribelle nel momento in cui, comprato, diviene accessibile a tutti, perdendo di senso, come se si trattasse di un sacrificio, proprio perché viene “consumato”. Non solo il “vestito”, anche la libertà e la ribellione sono inutili perché sacrificate nel momento dell’acquisto: dipendiamo dal denaro come valore assoluto e non più da noi stessi.

Per questo non siamo più liberi. La libertà di acquistare tutto e sempre è solo una nuova forma di dittatura, più subdola perché difficilmente riconoscibile a chi è permessa la massima libertà che non ha più confini ma un unico limite, non più lingue ma un’unica parola (ma quale?), non più regole “vecchie” ma nuove regole in realtà più rigide, non più dominatori ma un unico dominatore.

[Modificato da +8biT+ 08/02/2006 11.11]

pan
00mercoledì 8 febbraio 2006 13:37
8bit ammazza quant stai 'ncazzat! comunque parole sante in un paradiso dove anche le ali angeliche sono firmate D&G (Deus et Gratia -marchio registrato-) diffidate dalle imitazioni!
+8biT+
00mercoledì 8 febbraio 2006 13:56
ciao pan,!
la mia era solo una lunga battuta [SM=g27828] mi faceva ridere sta cosa dell'annoso problema dei froci-metallari, dato che lo sono stato anche io per diversi anni e pensavo le stesse cose di questa ragazza, sono nato insieme ai kreator, sepultura, megadeth, metallica, iron maiden, slayer, exodus, panthera, overkyll, death ss, quello che chiamavano trash... boh che ne sono altri 1000 ma chi se li ricorda più!

[Modificato da +8biT+ 08/02/2006 13.59]

Ash Vs Gamera Vs Godzilla
00mercoledì 8 febbraio 2006 20:29
certo che un festival reggae & metal ci starebbe tutto dopo queste affermazioni..
+8biT+
00mercoledì 8 febbraio 2006 21:54
gheghehgehgehge [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
il testo era tratto da un articolo su un sito che on ricordo come si chiama
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