I suoni dell’antica Roma in libreria

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Hatshepsut76
00mercoledì 10 marzo 2010 13:09
Questo che sto per inserire è un mio scritto derivato da una lezione/concerto dei Ludi Scaenici, che si tenne a Roma, alla Libreria Archeologica, lo scorso 11 dicembre. Avevo chiesto a Kiya il permesso di inserirlo, anche se di egizio c'è ben poco, ed avevo ricevuto l'ok, con la richiesta di inserirlo in questa sezione. Poi, per alterne vicende, non l'ho più fatto... Adesso, a tre mesi di distanza, lo inserisco... Meglio tardi che mai, no? Buona lettura! [SM=g999103]

Sabato 11 dicembre, presso la Libreria Archeologica, si è svolto un incontro/lezione sulla musica dell’antica Roma. A presiedere a questo incontro sono stati Cristina Majnero e Roberto Stanco, due dei fondatori del gruppo Ludi Scænici. Il gruppo svolge attività non soltanto in Italia, ma anche in Europa: è stato ospite in diverse rassegne concertistiche sia in Francia che in Spagna, nonché in occasione di iniziative culturali.
Il loro primo cd, E tempore emergo, presentato da Cristina e Roberto, è stato pubblicato presso le Edizioni Ministrel, e risale al 2001. Il cd presenta brani tradizionali, o composti basandosi sulle poche notazioni di musica che ci sono giunti; infatti i Romani non erano usi a lasciare testimonianze scritte.



In fondo alla sala dove si è tenuto questo incontro era sistemato un tavolo, sopra il quale erano disposti tutti gli strumenti che il gruppo è riuscito a riprodurre, avvalendosi delle indicazioni che sono state lasciate dagli antichi Romani. Questi strumenti comprendono: la lira, sistri, bucine, tube, cimbali, tamburi e tibie (non le ossa umane).

La tibia


Le tibiae sono delle cannucce di legno più o meno sottili, alla cui estremità è posta una cannuccia più fina che funge da bocchino, attraverso il quale viene emesso il suono. Questo strumento può essere suddiviso in pares ed impares. Ciò che caratterizza la differenza tra i due tipi di tibiae è il fatto che, mentre le pares sono caratterizzate dalla stessa lunghezza, e con i fori disposti nello stesso modo, le impares, al contrario, essendo di differente lunghezza, hanno anche i fori disposti in modo differente; un’ulteriore differenza consiste nel suono: infatti, proprio per la disposizione dei tasti, le tibiae impares avranno un suono più acuto rispetto alle tibiae pares.
Una particolarità delle tibiae è che prevedono che la bocca sia sempre a contatto con l’ancia (primordiale, naturalmente), per cui si adottava una respirazione di tipo circolare.
E infine una curiosità: sembra che l’osso umano prenda il nome proprio da questo strumento.




La lira


Un altro strumento presentato da Roberto e Cristina è stata la lira. Questo strumento, in età romana era costituito da un carapace di tartaruga, all’interno del quale erano posti i due bracci dello strumento, che potevano essere fatti di osso, oppure avorio, e tra i quali erano disposte le corde, opportunamente fermate all’estremità superiore.




Il sistro




Tra gli strumenti presentati, ma non suonati, c’era anche il sistro. Questo strumento consisteva in una struttura a curva chiusa di metallo, tra le cui estremità erano poste delle staffe che, oscillate, provocavano rumore. È attestato che i sistri fossero usati nell’antico Egitto; lo si può vedere da un bassorilievo all’interno della tomba di Seti I ad Abido




I cimbali




Sono dei dischi in metallo; per suonarli era sufficiente farli toccare tra loro perché producessero il suono. Anche di questo strumento è attestato l’uso in Egitto.


L’uso degli ultimi strumenti presentati, tuba ed il corno, invece, era di tipo militare. Mentre il corno aveva un suono più cupo, quello della tromba era più squillante. Il corno aveva una struttura a forma di G capovolta; la tuba invece era un lungo bastone in ferro, che alla fine terminava in uno slargo, per far emettere il suono.



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