I successi di Giovanni Paolo II

Melin
00sabato 27 dicembre 2008 00:10

I successi di Giovanni Paolo II

di Richard Bennett

 “Non c’è altra figura di levatura mondiale che abbia suscitato maggiore ammirazione di questo Papa che ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo per centinaia di migliaia di chilometri. Il suo sorriso gentile e il suo saluto paterno hanno fatto della “papamobile” una leggenda. Sebbene possano essere in disaccordo con la sua teologia, sia cattolici che protestanti si sono uniti ai suoi accoliti nel lodare quest’uomo… Billy Graham ha esaltato Giovanni Paolo II definendolo: ‘la coscienza dell’intero mondo cristiano’”[1] 

“Il Papa Giovanni Paolo II celebra mercoledì [22 ottobre 2003] il suo 25° anniversario dopo una spossante settimana di cerimonie. Il giorno dopo aver conferito il ‘marchio di fabbrica’ della porpora a 30 nuovi membri del Collegio Cardinalizio, l’ottantatreenne papa ha fatto dono a questi uomini i loro anelli da cardinale, che simboleggiano il loro legame con la Chiesa ed il papa… Il papa soffre del morbo di Parkinson, che, negli ultimi mesi, gli ha reso difficile parlare con chiarezza. Egli non è più nemmeno in grafo di camminare o di stare in piedi a causa di impedimenti alle anche ed alle ginocchia dovuti all’artrite”[2]

      Il mondo è ora chiaramente preparato per la morte del Papa. Mentre il mondo guarda con ammirazione quest’uomo ed i suoi sforzi, è della massima importanza sapere ciò in cui il Papa crede, dato che il suo titolo ed insegnamenti hanno conquistato il cuore di milioni di persone. Nei termini umani di successo mondano e popolarità, è difficile trovare qualcuno che possa essere paragonato a Giovanni Paolo II. Durante il suo regno venticinquennale come capo della Chiesa cattolica romana, egli ha viaggiato, parlato e pubblicato scritti più di qualsiasi altro suo predecessore.

“Giovanni Paolo II ha al suo attivo più di 1.126.541 chilometri di visite a 102 nazioni, come se avesse circumnavigato il mondo per quasi 30 volte… Il suo impatto più durevole è forse il contributo che ha dato alla crescente lista di santi della cristianità… Gli osservatori del Vaticano danno credito a questo Papa della più grande singola influenza alla caduta del Comunismo e del Muro di Berlino, per esempio, la sua opposizione al regime comunista della Polonia nelle prime fasi della sua carriera, dimostrano come di quest’uomo non si possa certo dire che sia uno fra i tanti… Nel 1980, nel suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, egli aveva sperato che non ci sarebbe stata “Mai più una guerra, mai più!”. …In tempi più recenti, all’alba dell’11 settembre, egli ha fatto appello al mondo cristiano a non fare equivalere l’Islam a terrorismo. Il Papa non solo ha cercato la collaborazione fra le varie chiese, ma pure predicato la riconciliazione fra le religioni del mondo… Testimone di questo è il suo gesto di baciare sempre il terreno di ogni paese su cui metteva piede, il visitare moschee, inserire un rotolo di preghiera in una fessura del Muro occidentale di Gerusalemme, abbracciare andicappati… Il cardinale Jose Saraiva Martins, che dirige l’ufficio vaticano responsabile per le cause di santificazione, è andato vicino a dichiarare i 25 anni di pontificato di Giovanni Paolo II come legittima causa di santificazione, dicendo: ‘Io penso che questo papa meriterebbe di passare alla storia come il papa della santità. Il papa rammenta spesso come la santità sia parte della natura stessa della Chiesa, è nel suo DNA’”[3] .

Melin
00sabato 27 dicembre 2008 00:11
La domanda da farsi, però, è questa: I successi del Papa equivalgono alla santità della vita? Gesù Cristo disse: “Santificali nella verità: la tua parola è verità”[4]. E’ stata questa la santità di cui il Signore ha parlato? Il segno della santità autentica risulta chiaro da quanto la Parola stessa dichiara: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola… Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato”[5]. Il dovere di coloro che affermano d’essere seguaci di Cristo è osservare la Sua Parola. Dato che nel 1994 il Papa ha proclamato al mondo che egli “attinge la sua certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura ma anche dalla Sacra Tradizione e che perciò l'una e l'altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di rispetto"[6], egli deve essere valutato secondo il criterio stesso del Signore, perché “…la Scrittura non può essere annullata”[7]

 

La fede e la pratica di Giovanni Paolo II

      Il Papa dichiara di essere in grado di produrre santità nei cuori e nelle anime di uomini e donne, infatti, lui e la sua Chiesa affermano pubblicamente che il battesimo rigenera l’anima dell’uomo[8]. Ungendolo con l’olio del crisma, egli afferma che tutti i giovani e gli adulti sono riempiti di Spirito Santo attraverso il sacramento della Cresima[9]. Con le parole: “Io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo”, pronunciate nel confessionale, il Papa afferma di perdonare i peccati.[10] Quattro parole pronunciate all’altare durante la Messa, egli crede, trasformano del pane nel corpo di Cristo[11]. Il Papa, poi, afferma che una particolare potenza fluisca dagli elementi della stessa Comunione, in quanto “può … purificarci dai peccati commessi”[12]. Questo pane è pure chiamato “Eucaristia”, della quale il Papa insegna: “ci preserva dai peccati mortali”[13]. Queste parole seducenti insegnano l’antica tradizione di cercare protezione dal peccato attraverso una sostanza fisica. Ciò che rende particolarmente repellente questo stesso insegnamento, che dice di preservarci da seri peccati, è che, in sé stesso, è un insegnamento blasfemo. Insegnamenti come questi sono tali da renderci passibili dell’eterna maledizione riservata a chi perverte l’Evangelo di Cristo[14].  Le parole di Cristo Gesù sono spirito e vita: “È lo Spirito che vivifica[15]. Proporre di far ingerire il corpo di Cristo nella Comunione è già abbastanza grave, però questo sta al centro stesso dell’insegnamento di Giovanni Paolo II. Non è altro che “il volto eucaristico di Cristo” di cui egli scrisse recentemente:

“Se, proclamando l'Anno del Rosario, ho voluto porre questo mio venticinquesimo anno nel segno della contemplazione di Cristo alla scuola di Maria, non posso lasciar passare questo Giovedì Santo 2003 senza sostare davanti al «volto eucaristico» di Cristo, additando con nuova forza alla Chiesa la centralità dell'Eucaristia. Di essa la Chiesa vive. Di questo «pane vivo» si nutre. Come non sentire il bisogno di esortare tutti a farne sempre rinnovata esperienza?”[16].

      Questo “volto eucaristico di Cristo” è una parte importante di tutta la gloria del papato che sta oggi conquistando il mondo. I più vicini, però, all’Eucaristia sono i preti cattolici. Essi “lo confezionano” nella Messa e lo ricevono ogni giorno. Si dovrebbe quindi pensare che i preti siano quanto di più vicino sia alla santità nella vita di ogni giorno e che, in questo, superino chiunque altro. E’ così? Di fatto, è vero l’opposto: “Gruppi bene informati di appoggio alle vittime degli abusi sessuali negli Stati Uniti stimano che vi siano fra i 2000 ed i 4000 preti oggi in America colpevoli di abusi sessuali, o un numero fra 4 e l’8% dei 48.000 preti degli Stati Uniti. Se questo fosse vero, esso rifletterebbe un’incidenza allarmante di abusi sessuali al di sopra della popolazione generale …”[17]. E’ stato il Salvatore ad indicare il test più appropriato della santità. Cristo Gesù disse:Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?[18]. E’ l’apparenza ingannevole ad essere la caratteristica principale della religione inventata dall’uomo. La condotta è il frutto che determina la natura delle dottrine insegnate.  Il Papa insegna pure: “I sacerdoti « hanno ricevuto un potere che Dio non ha concesso né agli angeli né agli arcangeli. [...] Quello che i sacerdoti compiono quaggiù, Dio lo conferma lassù»”[19]. Il Nuovo Testamento stabilisce pastori ed anziani per condurre il gregge del Signore; il Papa, però, costruisce un ponte lungo venti secoli per collegare i suoi sacerdoti ed i loro sacrifici, a Cristo stesso[20].  E’ della massima importanza, quindi, che si comprenda ciò in cui crede il Papa, perché esso trasmette alcune fra le più grandi tentazioni che possano essere imposte sulle anime di uomini e donne.

 

Melin
00sabato 27 dicembre 2008 00:12

La più antica e seducente fra le tentazioni

      Le credenze e gli insegnamenti del Papa sono, di fatto, fra le tentazioni più antiche conosciute all’uomo. Le cose fisiche, invece che solo simboleggiare le realtà spirituali, sono presentate esse stesse come portatrici di santità e di salvezza. Cercare cose fisiche affinché conferiscano vita spirituale è una delle prime menzogne di Satana: “Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male[21].  Satana offrì quel frutto come mezzo efficace per conferire del bene ad Eva. Essa credeva nell’implicita efficacia del frutto di aprire gli occhi e di dare conoscenza del bene e del male. Allo stesso modo, il Papa e la sua Chiesa, propongono sette sacramenti fisici come mezzi in sé stessi efficaci per ottenere la grazia dello Spirito Santo. Così insegna il Papa e la sua Chiesa: La "grazia sacramentale" è la grazia dello Spirito Santo donata da Cristo e propria di ciascun sacramento. Lo Spirito guarisce e trasforma coloro che li ricevono conformandoli al Figlio di Dio. Il frutto della vita sacramentale è che lo Spirito di adozione deifica i fedeli unendoli in modo vitale al Figlio unico, il Salvatore”[22]. Tutta questa potenza sacramentale è abilmente mescolata ad obiettivi politici. Il Papa recentemente ha attribuito alla sua Chiesa: “un contributo singolare all’edificazione di un’Europa aperta al mondo”. Nel suo documento Ecclesia in Europa (La Chiesa in Europa) egli afferma: 

Una e universale, pur presente nella molteplicità delle Chiese particolari, la Chiesa cattolica può offrire un contributo unico all'edificazione di un'Europa aperta al mondo. Dalla Chiesa cattolica, infatti, viene un modello di unità essenziale nella diversità delle espressioni culturali, la consapevolezza dell'appartenenza a una comunità universale che si radica ma non si estingue nelle comunità locali, il senso di quello che unisce aldilà di quello che distingue”[23].

La dichiarazione è uno stratagemma sbalorditivo che pretende di proclamare il messaggio cristiano, mentre, in realtà insegna le cerimonie ed i riti del Papato. Per esempio, il concetto di “Vangelo della speranza” è menzionato 40 volte in questa dissertazione. Il messaggio, però, non è uno di speranza, ma si tratta di una sua abile contraffazione. Per esempio, il paragrafo 74 comincia col dire:

“Un posto di grande rilievo va riservato alla celebrazione dei Sacramenti, quali atti di Cristo e della Chiesa, ordinati a rendere culto a Dio, alla santificazione degli uomini e all'edificazione della Comunità ecclesiale”.

      Il Papa continua a presentare i suoi sacramenti fisici come causa efficace di santità e di salvezza. In luogo della diretta ubbidienza a Gesù Cristo, come richiesto dall’Evangelo della fede, i sacramenti sono presentati come “azioni di Cristo”. Ecco dove risiede la presunta “speranza” del Vaticano. Con i suoi sacramenti, Roma accantona la diretta grazia di Dio in Gesù Cristo e cerca di derubare Cristo del Suo sacerdozio, sottraendogli il Suo potere di Mediatore. Attraverso di essi, la chiesa cattolica cerca di sottrarre a Dio lo Spirito Santo la Sua opera peculiare di santificatore, attribuendo ai suoi sacramenti il Suo potere di conferire grazia. A Dio Padre essa tenta di sottrarre le Sue prerogative di giustificare e perdonare i peccatori. La realtà e potere dietro  il concetto di “grazia sacramentale” la si spaccia per “grazia dello Spirito Santo”. L’identificazione della “grazia sacramentale” con lo Spirito Santo di Dio, è sia formalmente che esplicitamente un peccato contro lo Spirito Santo. Questo insegnamento è ancor più da condannare perché conduce milioni di persone a confidare, per la loro salvezza, in sacramenti d’ordine fisico.

Il credo del Papa soddisfa molti

      Non c’è affronto maggiore che si possa sferrare contro l’Evangelo che quando la contraffazione è celata sotto la pretesa d’avere potere divino. In genere, però, molti sembrano compiacersi del Papa e del suo messaggio. In generale, il mondo e coloro che fan parte del Cattolicesimo, amano il Papa e le sue attività. La gente in genere ama una religione che abbia tutto a disposizione …basta aprire un rubinetto. Nel Cattolicesimo c’è qualcosa che corrisponde ad ogni classe e gusto, essendo molto adattabile alla maggior parte dei gusti e ricevendo l’appoggio di uomini e donne di diverso temperamento morale ed intellettuale. Alla persona che ama il ritualismo e la pomposità , il Cattolicesimo offre tutto ciò che possa soddisfare il suo cuore, rituali sacramentali che si svolgono fra candele, palme, carboni, ceneri, ed il profumo dell’incenso, da uomini che portano vesti multicolori. Esso possiede fra la migliore architettura del mondo e fra la musica più affascinante. Per il politico e per il militare, il Cattolicesimo ha tutta la grandeur del rango e della gerarchia. Per uno che cerchi diretta comunicazione con Dio, esso ha una lunga tradizione di misticismo. Per l’asceta, il Cattolicesimo possiede penitenze e sacrifici nella vita monastica e conventuale. Per il carismatico cattolico, il Cattolicesimo offre gesti teatrali, segni e prodigi. Per coloro che sono affascinati dalle apparizioni e dalle visioni, il Cattolicesimo mette a disposizione un vasto assortimento di apparizioni mariane e messaggi. Per coloro che cercano i piaceri della vita, vi è la tradizione del Carnevale, delle feste parrocchiali con bevande alcoliche, danze e tombola. Il Papato è un’organizzazione pienamente adatta all’uomo.  Esso corrisponde all’intera gamma  delle sue speranze, paure, desideri, passioni, capricci, e preferenze. Il mondo può trovare nel Papato qualcosa che corrisponde alla maggior parte dei suoi gusti e sentimenti.

      Nel Papato si uniscono sfrontata ricchezza e pompa con povertà e dolore. Il Papa, nel suo palazzo, ornato con corone e circondato di cardinali e di vescovi rivestiti di porpora e di bisso, accoglie i poveri ed i sofferenti del mondo, e tutti ne sono impressionati. Nulla sembra per lui troppo esaltato, e, al tempo stesso, nulla è così umile da non poter essere raggiungibile dalla sua cura ed interesse. La religione del Papa è la religione del mondo, ed il mondo ama che sia così. L’onore conferito al Papa è grande. Il mondo è affascinato da lui, ammira il suo potere, la sua politica ed il suo successo. Tali sono le tenebre, la degenerazione e la follia del mondo!

 

Melin
00sabato 27 dicembre 2008 00:13

Una comunicazione affascinante

      Questo Papa incoraggia l’umanità nel suo desiderio di contattare i morti. Egli insegna pubblicamente:

La comunione con i defunti. "La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché "santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati", ha offerto per loro anche i suoi suffragi… La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore (…) La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al Disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli d'intercedere per noi e per il mondo intero”[24]

      La presunta comunione con i defunti e la deificazione dei defunti, ha sempre avuto un posto prominente in ogni sistema di paganesimo. Venivano consultati i defunti perché dessero aiuto ai vivi, il che è nient’altro che il seducente fascino dell’occultismo. La pratica di comunicare con gli spiriti dei defunti è peccaminosa, dato che la Parola di Dio la proibisce: “Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco, né chi esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago,  né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante[25].  L’insegnamento del Papa sulla comunione con i defunti, in cui dice: “La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore” è molto simile a quella che troviamo nell’occultismo: “I morti amano celebrare, danzare e comunicare con i vivi, e gli spiriti amano gli spiriti. Ecco perché noi li invitiamo con libazioni rituali...”[26]. Il Signore Gesù Cristo, invece, comanda che, nella preghiera, si renda culto solo a Dio: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto"[27]. Egli dà l’indispensabile comando che nel culto, la comunicazione può solo essere rivolta verso Dio e non verso creatura alcuna: “Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me”[28]. Non è semplicemente il fatto che il Papa riconosca ed approvi la “comunione con i defunti”, ma ha creato sempre nuovi personaggi da contattare, e recentemente con particolare rapidità.

         

“A Madre Teresa manca solo qualche miracolo, e sarà fatta santa. No, non è un’esagerazione, ma è parte della procedura accelerata di canonizzazione che Giovanni Paolo II sta spingendo in Vaticano. Domenica scorsa una folla di persone si è assembrata in Piazza S. Pietro per testimoniare alla beatificazione, da parte del papa, di Madre Teresa, morta nel 1997. Dato che la maggior parte dei candidati non sono nemmeno considerati se non dopo cinque anni dalla loro morte, Giovanni Paolo II non sta sprecando tempo. Non deve sorprendere – se considerate ciò che Giovanni Paolo II ha fatto nei passati 25 anni”[29].

“Giovanni Paolo II ha creato più santi e beatificato più persone lui che tutti i papi messi insieme. Fino ad ora ha fatto santi 477 uomini e donne, e beatificato 1318 altri, mettendoli in orbita per l’elevazione finale al panteon celeste dei santi cristiani”[30]

      Il Papa continua il suo insegnamento al riguardo dei defunti, dichiarando che vi è uno scambio di santità nell’espiazione del peccato, condivisa persino dai defunti in Purgatorio. Egli dichiara ufficialmente:

“Nella comunione dei santi "tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria celeste o che stanno espiando le loro colpe nel Purgatorio, o che ancora sono pellegrini sulla terra, esiste certamente un vincolo perenne di carità ed un abbondante scambio di tutti i beni". In questo ammirabile scambio, la santità dell'uno giova agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell'uno ha potuto causare agli altri. In tal modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di essere in più breve tempo e più efficacemente purificato dalle pene del peccato”[31].

      Un abbondante scambio di ogni buona cosa, nella Scrittura, però, avviene solo in Cristo, nel quale “abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia[32].  Assegnare il ruolo di Cristo a creature umane, incluse quelle defunte, è una grave contraddizione della verità di Dio. La giustizia di Dio, accreditata al credente a spese di Cristo, riempie costantemente il credente di un senso di grande ammirazione, culto e lode, verso l’Iddio santo, il quale Egli stesso ha provveduto l’opera completa della giustificazione del peccato. Immaginare un’imputazione di giustizia fuori da Lui è veramente sfacciato, soprattutto quando abbiamo al riguardo una chiara testimonianza biblica. Gesù stesso disse: “In verità, in verità vi dico che chi non entra per la porta nell'ovile delle pecore, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante[33]. Asserire che vi possa essere uno scambio di meriti fra il credente ed i “santi” defunti, è un insultante affronto alla verità biblica che Dio soltanto giustifica il peccatore. Il panteon di santi del Papa è solo una collezione di imbrogli. Dare la gloria, l’onore e la comunione, nella preghiera, quella che è dovuta solo a Dio, agli spiriti di umani defunti, significa per il Papa peccare in modo flagrante contro il primo Comandamento. Questa proibizione include un precetto che è il fondamento di tutta la legge, il fatto, cioè, che il Signore è il nostro Dio, che riconosciamo Lui solo come nostro Dio, che Lo accogliamo e Gli rendiamo il culto nella preghiera, e rivolgiamo solo verso di Lui tutti i nostri più cari sentimenti.

Melin
00sabato 27 dicembre 2008 00:13

Apocalittico nel carattere, risoluto nella legge

      La figura di Giovanni Paolo II possiede una grandeur quasi apocalittica. Sotto questa facciata, però, si rivela il pugno di ferro di un dominio sulla gente in termini di legge. Come il Papa Gregorio VIII (1073-1085), che aveva fatto la risoluzione di non darsi riposo fino a quando non avesse assoggettato tutti al potere, sia temporale che spirituale, della “cattedra di Pietro”, così pure l’attuale Papa ha fatto la risoluzione a costruire un tale impero, sia attraverso le leggi della chiesa che quelle civili[34]. Giovanni Paolo II è stato risoluto nei suoi sforzi di aggiornare le leggi della Chiesa cattolica romana. Dal tempo di Gregorio VII, i papi hanno visto la necessità di decretare leggi ecclesiastiche ferree ed inflessibili, prima di tentare di controllare i loro sudditi ed altri con la forza, se necessario. Nel 1983, la revisione del diritto canonico del 1917 di Giovanni Paolo II, aggiunge alle leggi della Chiesa cattolica romana, per esempio: “La Chiesa ha il diritto nativo e proprio di costringere con sanzioni penali i fedeli che hanno commesso delitti”[35].

      Se si esamina queste leggi supplementari, si vede molto chiaramente come esse siano persino più assolute e totalitarie che nel passato. Nella sua legge, il Papa, in termini più chiari persino di quelli delle sette, enuncia la necessità di sopprimere le facoltà, date da Dio, specialmente quelle della mente e della volontà: “…non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio dell'intelletto e della volontà deve essere prestato alla dottrina, che sia il Sommo Pontefice sia il Collegio dei Vescovi enunciano circa la fede e i costumi, esercitando il magistero autentico, anche se non intendono proclamarla con atto definitivo; i fedeli perciò procurino di evitare quello che con essa non concorda”[36]. Le conseguenze della mancata sottomissione sono anche ben specificate: “Sia punito con una giusta pena: 1) chi oltre al caso di cui al can. 1364, §1, insegna una dottrina condannata dal Romano Pontefice o dal Concilio Ecumenico o respinge pertinacemente la dottrina di cui al can. 752, ed ammonito dalla Sede Apostolica o dall'Ordinario non ritratta; 2) chi in altro modo non obbedisce alla Sede Apostolica, all'Ordinario o al Superiore che legittimamente gli comanda o gli proibisce, e dopo l'ammonizione persiste nella sua disobbedienza”[37]. Sono pure decretate specifiche pene:“Le sanzioni penali nella Chiesa sono: 1) le pene medicinali o censure, elencate nei cann. 1331-1333; 2) le pene espiatorie di cui al can. 1336”[38].

      Giovanni Paolo II sa bene come far rispettare la sua volontà nella legge. In poche altre cose il suo genio è maggiormente rimarchevole che in questo. Non vi è niente e nessuno che possa sfidare la sua autorità. Nel commento ufficiale alla sua Legge Canonica troviamo il seguente:

“Il sistema di governo della Chiesa è molto diverso dalla nozione di equilibrio dei poteri. Difatti, le tre funzioni sono riassunte nello stesso ufficio… A differenza del sistema americano, la legge ecclesiastica non trae origine dalla volontà dei governati, né la struttura giuridica si poggia, per conservarne l’efficacia, su un sistema di controlli incrociati … Il Codice promuove questo sistema attraverso una struttura gerarchica che è più verticale che orizzontale… Alla fin fine, il giudice supremo, il papa, è pure il supremo legislatore ed amministratore…”[39].

      Un articolo nel Catholic World Report, dal titolo: “Roma ha parlato – ancora”, mostra in che modo, in pratica, il Papa imponga la sua volontà: “Il Papa si muove per neutralizzare il libero dibattito su questioni calde”. Questo scrive il New York Times in un articolo di prima pagina, minacciando oscure ‘giuste punizioni’ per i dissenzienti… In un altro articolo di prima pagina, il Washington Times introduce l’articolo con il titolo: “Lettera del Papa divide, dicono i critici”, né il Post manca di aggiungervi il sotto-titolo su come “il dissenso sul dogma rischia di essere duramente perseguito…” [40].  Giovanni Paolo II potrà anche apparire pio, eppure, quando si studiano le sue leggi e come esse siano fatte applicare, egli si dimostra un principe dal potere dittatoriale. La Parola di Dio ammonisce con solennità: “Quei tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce”[41].

Melin
00sabato 27 dicembre 2008 00:14
Ritratto riassuntivo del Papa

      Giovanni Paolo II, sebbene affermi di essere cristiano, siede fra il popolo di Dio e parla ex cathedra con una pretesa autorità assoluta, come proclama il suo stesso insegnamento: “…di questa infallibilità il romano Pontefice, capo del collegio dei vescovi, fruisce in virtù del suo ufficio, quando, quale supremo pastore e dottore di tutti i fedeli, che conferma nella fede i suoi fratelli, proclama con un atto definitivo una dottrina riguardante la fede o la morale”[42].  Egli ha usurpato il titolo e contraffatto la funzione di “Santo Padre”[43], affermando di essere “Il vicario di Cristo”[44].

Egli professa di impartire Cristo attraverso la Messa e lo Spirito Santo mediante i sacramenti. Egli afferma di fortificare i fedeli con crocifissi, rosari, statue, acqua santa e santi. Egli afferma di potere abbreviare le sofferenze delle anime in Purgatorio attraverso le indulgenze. Egli professa di mediare fra Dio e l’uomo, di avere le chiavi di Inferno e Paradiso; di poter proibire il matrimonio ai sacerdoti, e di controllare la concupiscenza e gli scandali sessuali con la regola del celibato. Egli fa vestire I suoi cardinali di porpora e scarlatto, di vesti sontuose tempestate d’oro e di pietre preziose. Egli afferma d’avere la prerogativa di giudicare tutti e di non essere giudicato da alcuno: “La prima Sede non è giudicata da nessuno”[45]. Non v’è alcuna possibilità di ricorrere in appello contro le sue leggi:  “Non si dà appello né ricorso contro la sentenza o il decreto del Romano Pontefice”[46].  Questa lista potrebbe proseguire molto. Egli ha contraffatto ed accantonato tutto ciò che di più vitale e di valore nella cristianità. In breve, egli ha stabilito un sistema profondamente ingiusto e l’ha chiamato: “La nostra santa madre, la Chiesa”. Egli insegna che: “La Chiesa è la Madre di tutti i credenti. ‘Nessuno può avere Dio per Padre, se non ha la Chiesa per Madre’[47]. Il suo presupposto di base è che il Signore abbia stabilito una gerarchia totalitaria con sé stesso al vertice, seguita da cardinali, patriarchi, arcivescovi, metropoliti, arcivescovi coadiutori, vescovi diocesani, vescovi coadiutori e preti. La struttura organizzativa biblica della Sposa di Cristo, però, è molto diversa. Nell’autentico Corpo di Cristo, coloro che sono ordinati come anziani e diaconi sono ancora solo fratelli nello stesso corpo con un solo Signore: Gesù Cristo, “…perché uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli[48].

      Quando i cattolici vivono la loro vita sotto la sua giurisdizione ed insegnamenti, devono percorrere un lungo cammino, fatto del sacrificio della Messa, di sacramenti, di buone opere, di meriti, di venerazione di Maria e dei santi. Ciascuno deve partecipare ai sacramenti se vuole essere abbastanza buono per morire nella “grazia santificante” e poi essere salvato, o almeno, sperare di “atterrare” per un po’ nel Purgatorio. Anche a livello naturale ci si può chiedere in che modo un cattolico possa avere speranza. Non potrà mai essere sicuro di sé stesso. Il sacrificio della messa e dei sacramenti sono tali che il più che possono promettere è uno pseudo-inferno chiamato Purgatorio.

I maggiori leader evangelicali ecumenizzano con Roma

      Sono sempre di più anche i cosiddetti evangelicali che accettano il Cattolicesimo romano ed il suo Papa attraverso i progetti di dialogo del Papato stabiliti nel 1964[49]. Il successo di questo compromesso è descritto dal cattolico Keith Fournier nel suo libro Evangelical Catholics. Egli scrive: “Nella nostra sala di riunione vi erano i maggiori leader evangelici che ammiravo da anni, il Dott. Charles Stanley, Dott. Jerry Falwell, Dott. D. James Kennedy, Pat Robertson, e molti altri.  Ho trovato in loro non solo una grande apertura alla mia presenza, ma pure un crescente rispetto per la mia chiesa e uno scioglimento in ciò che era stato ghiaccio duro nel passato”[50]. Alcuni fra i leader evangelici che hanno fatto compromessi col Cattolicesimo sono stati: Billy Graham, J.I. Packer, Charles Colson, Robert Schuller, John R. W. Stott, Os Guinness, Richard Land, Timothy George, T.M. Moore, John Woodbridge, Tony Campolo, James Dobson, Luis Palau, Franklin Graham, Carl Henry, Bill Hybels, Jack Van Impe, soltanto per citarne alcuni. Anche istituzioni evangeliche si sono unite al coro, come ad esempio: Christianity Today, Christian Research Institute, Fuller Seminary, Inter-Varsity Christian Fellowship, Thomas Nelson Publishers, United Bible Societies, Campus Crusade, Wheaton College, World Magazine, World Vision, Wycliffe Bible Translators, e Youth for Christ. Il Papa Giovanni Paolo II ha lavorato con successo per promuovere e realizzare il rientro dei Protestanti nella Chiesa Cattolica Romana.

E’ un momento decisivo: dove vi collocate voi?

      A Roma vi sarà presto un cambiamento al vertice della Chiesa cattolica romana, ma i suoi obiettivi e leggi rimangono gli stessi. E’ tempo per coloro che veramente amano il Signore e la verità della Bibbia, di mostrare dove essi si collocano. Il Signore ci comanda non solo di combattere per la fede una volta per sempre trasmessa al Suo popolo, ma pure di separarci da coloro che già l’hanno compromessa. Il Suo grande comandamento di proclamare l’Evangelo riguarda coloro che fra noi si considerano cristiani biblici. Davanti a noi sta il compito di innalzare il Suo Evangelo di verità sulla base della Sua Parola scritta! Il Signore stesso metteva i credenti in guardia contro “gli altri cristi”. Pietro ammoniva di tenersi alla larga dai “falsi maestri”. Paolo denunciava “i lupi” che si insinuavano nel gregge. Non si tratta soltanto del fatto che in quei giorni esistessero degli apostati.

      Il Signore Gesù denunciava i Farisei perché cercavano di stabilire la propria giustizia, vanificando la parola scritta. Allo stesso modo oggi i veri credenti dovrebbero denunciare il sistema apostata che ufficialmente si oppone alle gloriose verità del nostro Dio – e a coloro che le sostengono. In gioco è la salvezza di molti. Il Signore affrontava Farisei sinceri e devoti con parole molto forti. A quei Farisei il Signore diceva: “Se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati”[51].  Molti Cattolici del giorno d’oggi guardano ancora al Papa con timore religioso credendo a ciò che afferma d’essere. Lo riconoscono come “Santo Padre” e, così facendo, sottraggono a Dio l’onore che solo a Lui è dovuto. Chi persiste in questo peccato senza ravvedersene morirà nei suoi peccati. Il Signore Gesù morì in luogo del vero credente. “Poiché anche il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti”[52]. Ecco qual era stato il prezzo da pagare per espiare la condanna che giustamente la legge di Dio esige al peccatore. Quando il peccatore affida sé stesso all’opera che Cristo Gesù solo ha potuto compiere, egli viene liberato dal peccato e da Satana, “perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”[53]. ¨

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Melin
00sabato 27 dicembre 2008 00:15

[4] John 17:17

[5] John 14:23, 24.

[7] Giovanni 10:35 .

[8] “Il battesimo, porta dei sacramenti, necessario di fatto o almeno nel desiderio per la salvezza, mediante il quale gli uomini vengono liberati dai peccati, sono rigenerati come figli di Dio e, configurati a Cristo con un carattere indelebile, vengono incorporati alla Chiesa, è validamente conferito soltanto mediante il lavacro di acqua vera e con la forma verbale stabilita” (Codice di diritto canonico, canone 849.

[9] Catechismo della Chiesa Cattolica, op. citata,  Paragrafo 1316

[10] Catechismo della Chiesa Cattolica, op. citata,  Paragrafo 1493

[11] Catechismo della Chiesa Cattolica, op. citata, Paragrafo # 1413

[12] “La Comunione ci separa dal peccato. Il Corpo di Cristo che riceviamo nella Comunione è "dato per noi", e il Sangue che beviamo, è "sparso per molti in remissione dei peccati". Perciò l'Eucaristia non può unirci a Cristo senza purificarci, nello stesso tempo, dai peccati commessi e preservarci da quelli futuri: Catechismo della Chiesa Cattolica, op. citata,  Paragrafo 1393.

[13] “Proprio per la carità che accende in noi, l'Eucaristia ci preserva in futuro dai peccati mortali“: Catechismo della Chiesa Cattolica, op. citata, Paragrafo 1395.

[14]Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema” Galati 1:9.

[15] Giovanni 6:63.

[16] Papa Giovanni Paolo, Enciclica “Ecclesia de Eucaristia”, Paragrafo 7.

[18] Matteo 7:16.

[19] Catechismo della Chiesa Cattolica, op. citata,  Paragrafo 983.

[21] Genesi 3:5.

[22] Catechismo della Chiesa Cattolica, op. citata,  Paragrafo 1129.

[23] Ecclesia in Europa, La Chiesa in Europa, Paragrafo 116, 9/23/03.

[24] Catechismo, Paragrafo 958 e Paragrafo 2683 rispettivamente. 

[25] Deuteronomio 18:10-11.

[27] Matteo 4:10.

[28] Esodo 20:2-3.

[31] Catechismo, Paragrafo 1475.

[32] Efesini 1:7.

[33] Giovanni 10:1.

[34] Vedi il nostro articolo: “Vatican Prepares to Control Through Civil Law”.

[35] Codice di Diritto Canonico, Can. 1311.

[36] Canon 752.

[39] Il Codice di Diritto Canonico: Testo e Commentario, James A. Coriden, Thomas J. Green, Donald E. Heintschel, eds. (Mahwah, NJ:  Paulist Press, 1985) p. 2.

[40] Msgr. Michael J. Wrenn & Kenneth D. Whitehead, “Rome Has Spoken¾Again”, The Catholic World Report, August/September 1998, pp. 44-52.

[41] 2 Corinti 11:13-14.

[42] Catechismo della Chiesa Cattolica, op. citata,  Paragrafo 891.

[43] The Catholic Encyclopedia, Robert Broderick, ed. (Nashville, TN: Thos. Nelson Inc., 1976) p. 217

[44] “…Infatti il romano Pontefice, in virtù del suo ufficio di vicario di Cristo e di pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 22], in Catechismo, op. cit. par. 882.

[47] Catechismo della Chiesa Cattolica, op. citata, Paragrafo 181, lett. “"Credere" è un atto ecclesiale. La fede della Chiesa precede, genera, sostiene e nutre la nostra fede. La Chiesa è la Madre di tutti i credenti. "Nessuno può avere Dio per Padre, se non ha la Chiesa per Madre" [San Cipriano di Cartagine, De catholicae unitate Ecclesiae: PL 4, 503A]”.

[48] Matteo 23:8.

[49] Documenti del Concilio Vaticano II, No. 32, “Decreto sull’Ecumenismo” (Unitatis Redintegratio) 21 Nov. 1964, “…Tuttavia i fratelli da noi separati, sia essi individualmente, sia le loro comunità e Chiese, non godono di quella unità, che Gesù Cristo ha voluto elargire a tutti quelli che ha rigenerato e vivificato insieme per formare un solo corpo in vista di una vita nuova, unità attestata dalle sacre Scritture e dalla veneranda tradizione della Chiesa. Infatti solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è il mezzo generale della salvezza, si può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza. In realtà noi crediamo che al solo Collegio apostolico con a capo Pietro il Signore ha affidato tutti i tesori della Nuova Alleanza, al fine di costituire l'unico corpo di Cristo sulla terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati tutti quelli che già in qualche modo appartengono al popolo di Dio. Il quale popolo, quantunque rimanga esposto al peccato nei suoi membri finché dura la sua terrestre peregrinazione, cresce tuttavia in Cristo ed è soavemente condotto da Dio secondo i suoi arcani disegni, fino a che raggiunga gioioso tutta la pienezza della gloria eterna nella celeste Gerusalemme”, 3.

[50] Keith A. Fournier, Evangelical Catholics (Nashville, TN:  Thos. Nelson Publisher, 1990) p. 172

[51] Giovanni 8:24.

[52] Marco 10:45

[53] Romani 6:23

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