I segreti incofessabili del cibo industriale

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ZetaReticuli
00venerdì 22 dicembre 2006 02:30

Tratto da
http://zetina.blogspot.com/2006/09/i-segreti-incofessabili-del-cibo.html
Questo libro svela i segreti più inconfessabili del cibo industriale per cani e gatti: i metodi di produzione, la qualità degli ingredienti, gli additivi, i conservanti, i coloranti, ben al di là di quello che c’è scritto nelle etichette.
Un campanello di allarme per la salute dei nostri amati animali, che rischiamo di avvelenare inconsapevolmente con le nostre stesse mani.
Dopo aver letto questo libro nessuno potrà più dire: “Io non sapevo”. Il brano sottostante è stato estratto da: Fido non si fida di Stefano Apuzzo ed Hedgar Meyer.
E' disponibile una versione integrale del testo; clicca qui per scaricare.
INTRODUZIONE
Giornali, televisioni e radio dedicano ampio spazio ai consigli sull’alimentazione umana. Scegliere, cucinare, abbinare il cibo è sempre stata un’abitudine condivisa. Il convivio, cantato da poeti e scrittori, è un momento fondamentale della socializzazione. La salute passa dal piatto: una consapevolezza che si è andata via via consolidando.
È cronaca di questi anni: la salute pubblica è stata messa in pericolo da emergenze come Mucca pazza, pollo alla diossina, pesce al cadmio. Una ritorsione che passava per gli scaffali del supermercato. Le carni, che fino ad allora stazionavano inermi nel banco frigo, ci si rivoltavano contro. Abbiamo lottato per la salute nostra e dei nostri figli. Perché tutto ciò che andasse ad arricchire le nostre singole cellule e fibre, fosse controllato e sicuro oltre che etichettato. ‘‘Siamo quello che mangiamo’’, scrisse il filosofo Feuerbach. Chi si sente rappresentato da veleni, diserbanti e pesticidi? Ci siamo rivolti, speranzosi, alle coltivazioni biologiche. Abbiamo scoperto nuove priorità. Il cibo denota l’ambiente in cui viviamo, il nostro grado di civiltà, la nostra età e, infine, anche la nostra classe sociale di appartenenza o il nostro credo religioso. (Basti pensare ai musulmani che non toccano alcol e maiale, perché considerati impuri). Meglio si mangia, meno si spende per la salute, più in buono stato saranno le nostre cellule per affrontare l’età e malattie come rischio di insorgenza tumori, infarti, diabete.
Anche un aspetto più sano, una pelle più luminosa, passano dal cibo, come insegnano le diete dimagranti e disintossicanti che imperversano sui giornali femminili. Ormai quasi tutti sappiamo cosa sono le proteine, i carboidrati, i grassi. Conosciamo alcune vitamine essenziali, sappiamo che il nostro organismo se ne può giovare, possiamo decidere di integrarle. ‘‘Il mio scopo è dimostrare che non vi è alcuna differenza fondamentale tra l’uomo e i mammiferi superiori per quanto concerne le loro facoltà mentali’’. Questa frase non è l’ultima massima di un animalista convinto; la disse Darwin, uomo di scienza, il papà della teoria della selezione naturale.
Chi possiede un animale spesso è, o si schiera, dalla parte degli animali, spesso rinuncia a mangiare carne, comincia ad interessarsi ad altre bestiole che non gli appartengono. Il suo sentire si amplifica. Eppure, attentissimi, a volte maniacalmente, a quello che mettiamo nel nostro piatto, finiamo coll’occuparci poco o niente di quello che è contenuto nella loro ciotola. Siamo sinceramente affezionati al nostro animale, ma quanti di noi hanno letto con attenzione le etichette della pappa per cani e gatti, attirati dalla dicitura ‘‘mangime completo’’, ‘‘integrato’’, e, soprattutto, subito pronto? Chi accudisce un cane o un gatto, spesso vive in un appartamento di pochi metri quadrati, è un padrone calato nella realtà odierna, che ha mille impegni e dedica al suo amico animale scampoli di tempo. Per un cane o gatto che vive in città e che lo aspetta ansioso, il momento della pappa è uno dei più felici della giornata. È troppo chiedere che sia appagante e, soprattutto, sano? Sapevate, per esempio, che non può esistere un mangime completo, o che per venire incontro alle esigenze degli uomini e della catena alimentare i cani non mangiano come i loro antenati ma un po’ troppi carboidrati? E che farine alimentari di dubbia provenienza, additivi killer, insaporitori sospetti, fanno parte di bocconcini e crocchette che il
mercato ha pensato più per noi padroni, per le nostre esigenze di facilità d’uso e preparazione, che per loro? E che l’encefalopatia spongiforme, ovvero il terribile morbo della Mucca pazza, ha sviluppato la sua variante anche nei gatti?
La civiltà passa anche dall’atteggiamento che assumiamo verso cani e gatti: ‘‘l’uomo deve mostrare bontà verso gli animali, perché chi usa essere crudele verso di essi è altrettanto insensibile verso gli uomini’’, scrisse Kant in Lezioni di etica.
Come può accadere a un essere umano, somministrare a un cane o a un gatto cibo sbagliato è la principale causa di insorgenza di malattie, depressione e morte. Spesso questo cibo sbagliato è proprio quello che abbiamo comprato e messo in dispensa per lui. Attenti all’uomo, quindi. La causa, inconsapevole, dell’avvelenamento e del malessere degli animali domestici potremmo essere noi, se con troppa leggerezza continueremo ad aprire scatolette, magari con splendide e sgargianti etichette.
I cani degli spot pubblicitari corrono pieni di energia, scattanti, sempre giovani, sempre vivaci, scuotono il pelo lucido. Non sporcano, non hanno bisogno di cure. Eccetto aprire una scatoletta a strappo, senza nemmeno dosarla, e versarla nella ciotola. Le multinazionali del cibo per cani e gatti, a volte le stesse dell’alimentazione umana, hanno grosse responsabilità nel diffondere messaggi falsi e tranquillizzanti. Questi colossi, che in Italia fatturano oltre 1 milione di euro l’anno, dedicano grande attenzione e risorse a pubblicità e promozione. Difficilmente i media e le riviste di settore, condizionati dal flusso finanziario-pubblicitario, concederanno spazio a indagini e ricerche autonome su quanto è realmente contenuto nelle crocchette e nelle scatolette. Ecco una parte della scomoda verità. Chi ama e rispetta i propri animali ha il diritto di sapere ed il dovere di porre rimedio a usi e consumi dannosi. Questo lavoro di ricerca, indagine e sintesi nasce perché anche i nostri animali, come noi, sono quello che mangiano, e hanno diritto a essere gratificati da cibi che non li avvelenino.
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