I ragazzi di Tienanmen? "Poveretti che volevano la Coca-cola"!

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-Giona-
00mercoledì 24 gennaio 2007 12:10
www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=151033
Sanguineti: «I ragazzi di Tienanmen? Poveretti che volevano la Coca-Cola»

di Paolo Bracalini - lunedì 22 gennaio 2007, 07:00

da Milano

Bisogna farci l’abitudine. A guardare quel volto alla Marty Feldman (è lui stesso a schermirsi come quasi sosia di «un mediocre attore inglese»), ad ascoltarne l’eloquio forbito, l’incedere timido della voce interrotta dalle «sss» sibilanti colpa di un difetto di pronuncia, a scorrerne la bibliografia chilometrica, e poi prepararsi a tutt’altro. Perché il poeta Edoardo Sanguineti, se dovesse scegliere, preferirebbe somigliare ad un rapper di strada piuttosto che a Pascoli o Carducci. E anche in politica, da candidato della sinistra radicale al Comune di Genova, il letterato ha definitivamente scelto lo stesso registro, quello della provocazione e dello sberleffo per «scuotere il borghese», come insegna l’avanguardia letteraria di cui è stato capofila negli anni ’60. Dopo aver detto di voler «restaurare l’odio di classe nei confronti dei padroni» mettendo in imbarazzo tutta la sinistra ligure, Sanguineti ha prodotto un’altra strofa rap, in un’intervista a La7: «Quelli di Tienanmen - ha spiegato il poeta - erano veramente dei ragazzi poveretti, sedotti da mitologie occidentali, un poco come quelli che esultarono quando cadde il muro; ma insomma, erano dei ragazzi che volevano la Coca-Cola». Sanguineti, giocoliere della parola (la sua opera in Italia è stata la bibbia della sperimentazione linguistica) non ha ancora preso bene le misure con la politica che, a differenza della poesia, prevede repliche e concede meno licenze. La replica infatti è arrivata subito dal centrodestra. Il senatore della Lega Nord Stiffoni ha consigliato a Sanguineti «un buon psichiatra che gli spieghi che siamo nel 2007, in Italia e non a Pyongyang». «Negazionista» secondo il capogruppo dell’Udc alla Camera Luca Volontè, che aggiunge: «È semplicemente vomitevole negare che i ragazzi di Tienanmen manifestarono per la libertà. Fa parte della violenza censoria del comunismo». È vero d’altronde che Sanguineti non rinnega affatto la sua appartenza ideologica. In una lectio magistralis per i 91 anni di Ingrao, dal titolo «Come si diventa materialisti storici», il candidato sindaco di Rifondazione descrive la fine del Pci come un fatto terribile, «un evento di cui tutti
stiamo ancora pagando il prezzo». Col Pci è stato eletto consigliere comunale a Genova, nel 1976, e poi alla Camera come indipendente. «Nel 1979 il Pci mi chiese se volevo presentarmi in Parlamento - racconta - accettai perché nessuno ne aveva troppo voglia proprio per il clima e il pericolo che si correva e perché nell’emergenza non sono abituato a tirami indietro». Erano gli anni della contestazione e chi come lui a sinistra, nelle università, si schierava col partito contro quei «piccoli borghesi che volevano scardinare il mondo e sono finiti nella lotta armata», era in minoranza. Secondo Sanguineti, oggi quell’emergenza a sinistra c’è ancora, perché non c’è un partito del proletariato. «La sinistra crea partiti di opinione e il proletario è più solo che mai». A fargli compagnia, ormai, c’è solo il rap stonato di qualche poeta.
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 24 gennaio 2007 12:42
Ho visto l'intervista, mi son fatto un bel pò di risate, le sue dichiarazioni sono state a dir poco agghiaccianti e pochi incredibilmente (neanche tanto) hanno sottolineato la loro gravità.

Se delle dichiarazioni del genere fossero state fatte da un esponente di estrema destra sarebbe stato crocifisso in pubblica piazza. Questo dovrebbe far riflettere chi parlava di "fascistizzazione" dell'Italia.
=Mimmoxl=
00mercoledì 24 gennaio 2007 13:01
Siamo quasi al livello di Berlusconi che affermò che in realtà il Duce mandava i suoi oppositori politici in villeggiatura...
Pius Augustus
00mercoledì 24 gennaio 2007 15:37
Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 24/01/2007 12.42
Ho visto l'intervista, mi son fatto un bel pò di risate, le sue dichiarazioni sono state a dir poco agghiaccianti e pochi incredibilmente (neanche tanto) hanno sottolineato la loro gravità.

Se delle dichiarazioni del genere fossero state fatte da un esponente di estrema destra sarebbe stato crocifisso in pubblica piazza. Questo dovrebbe far riflettere chi parlava di "fascistizzazione" dell'Italia.



mah,come dice mimmoxl berlusconi disse cose altrettanto gravi e non ha mai ritrattato.Ovviamente anche questa è solo immondizia,che non merita commenti.
Pertinax
00venerdì 26 gennaio 2007 12:28
«Ma finitela. La mia condanna dei fatti di Tienanmen è sempre stata ferma. Speculano su quello che dico, decontestualizzando una frase. Domani dichiaro che le mele sono buone e le pere sono cattive, vediamo se i giornali riescono a far polemica anche su questo».
La butta in ridere, il Professore. Ma la sua provocazione, andata in onda su La7, per ventiquattr´ore ha raddoppiato il caso "odio di classe": il mondo politico ha sparato alzo zero su Edoardo Sanguineti, candidato sindaco di Rifondazione, Comunisti italiani e "Uniti a sinistra", reo di aver dichiarato in televisione: «Quelli di Tienanmen erano veramente dei ragazzi - poveretti - sedotti da mitologie occidentali: insomma erano dei ragazzi che volevano la Coca-Cola».
Una gaffe politica? Ancora una provocazione intellettuale? Il Cattivo Maestro che getta finalmente la maschera? Un autogol in zona Cesarini?
A stretto giro di agenzia, a Sanguineti rispondono durissimi prima il capogruppo Udc Volontè («Sanguineti è semplicemente vomitevole»), poi il leghista Stiffoni («il Professore si cerchi qualche buon psichiatra»). Passano alcune ore e il fuoco di fila aumenta: «Comprendo che per dimostrare la propria esistenza in vita, dal punto di vista politico, Sanguineti debba ricorrere ad affermazioni sempre clamorose - commenta Sergio De Gregorio, presidente della Commissione Difesa del Senato, l´uomo che venne eletto col centrosinistra, ma diventò presidente con i voti del centrodestra - Per me Sanguineti è alla frutta». «Nessuno discute le sue qualità di poeta - rincara Mauro Fabris dell´Udeur - ma Rifondazione ritiri la sua candidatura del politico».
Sul fronte locale, in mattinata, l´incavolatura cresce. Il segretario regionale dei Ds Mario Tullo proprio non ci sta: «Io spero che Sanguineti e i suoi rivedano questa posizione stupida. Ero iscritto al partito comunista, tenevo orgogliosamente in tasca quella tessera, e proprio su Tienanmen crebbe la nostra diversità. Che oggi si riduca tutto ad una voglia di Coca-Cola, beh, è semplicemente inammissibile».
Passano le ore e le forze che sostengono Sanguineti provano a gettare acqua sul fuoco. Primo arriva il segretario di Rifondazione, Bruno Pastorino, con una lettera aperta al Professore: «Per quelli che hanno la mia età Tienanmen è una ferita profonda e non cicatrizzabile, un ricordo orribile e indelebile. E quel ragazzo che fermava la colonna di carri armati lo avremmo sentito come nostro compagno. Chi ti mette, oggi, sotto accusa fa la spola tra Roma e Pechino per fare affari». Aggiunge Mino Ronzitti, leader di "Uniti a sinistra", l´associazione di cui Sanguineti è oresidente onorario: «Qualunque fosse la motivazione che aveva spinto i ragazzi in piazza, ritengo ancora oggi inaccettabile la brutale repressione che ne seguì». Chiude Giorgio Devoto dei Comunisti italiani: «Posso essere politicamente scorretto? E´ così impossibile pensare che i ragazzi che combattevano per la libertà si sarebbero volentieri dissetati con la Coca Cola?».
Insomma, tanto rumore per nulla? «Francamente, cosa avrei detto di così grave? - chiede, nel tardo pomeriggio, Sanguineti a "Repubblica" - La mia condanna dei fatti di Tienanmen è sempre stata ferma, nel tragico 1989 di ritorno da un lungo viaggio in Cina ebbi anche modo di proporne un´interpretazione che univa, all´espressione del mio sdegno morale, anche una meditata esplicazione della mia ripugnanza politica. Non ho mutato opinione da allora».
Cioè, i ragazzi protestavano perché sognavano la Coca-Cola? «Non scherziamo, il mio era il gusto per il paradosso. Ogni speculazione che nasce dalla decontestualizzazione di una frase, ricade su chi usa lavorare di ritaglio per denigrare calunniosamente gli avversari». Archiviato anche il caso Tienanmen, aspettiamo il prossimo: alle Primarie mancano ancora due settimane, al Professore piace stupire e provocare, in giro è pieno di gente che non attende altro.

[SM=x751553]
Granduca di Milano
00domenica 28 gennaio 2007 09:07
Quel tipo è solo un povero idiota. [SM=x751530]
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