Come nel telefono senza fili, come nelle leggende metropolitane, come nelle leggende
tout-court, ad ogni passaggio il visibile evapora
, lasciando ciascuno alle prese con quanto di se stesso ha intravisto (intrasentito) in ciò che era "in principo". Verbum o altro che fosse.
La domanda iniziale era:
qual è il numero minimo di note necessario e sufficiente per stabilire con certezza una tonalità (maggiore)? Quali sono queste note?
Ora, la risposta è duplice:
in teoria
sul pentagramma, la risposta è univoca: le note necessarie e sufficienti sono due, e precisamente il 4° e il 7° grado; con quelle, non si può fallire. Ad esempio, per stabilire che siamo in DO maggiore, bastano il FA e il SI: le tonalità a destra (nel circolo delle 5e) avranno infatti tutte il FA#, e perciò possono essere escluse, mentre le tonalità a sinistra avranno tutte il SIb, e pertanto potranno essere escluse parimenti. La coppia FA-SI è il quantitativo minimo di note necessario e sufficiente per stabilire la tonalità di DO maggiore.
in pratica
ad orecchio, due note non bastano. Enarmonicamente, infatti, il SI può essere considerato un DOb, e allora le stesse due note possono appartenere (con i "ruoli" invertiti: il FA come 7° grado ed il SI-DOb come 4°) alla tonalità che nel circolo delle 5e sta agli "antipodi" del DO maggiore: il SOLb maggiore (tutto chiaro?
). Volendo, poiché il SOLb ha un equivalente enarmonico nella tonalità di FA# maggiore
, potremmo considerare la stessa coppia di note come SI-MI#. Il risultato non cambia. Privati delle certezze della scrittura
, dobbiamo affidarci all'orecchio, cui manca almeno una terza nota per aver certezza della tonalità. E qui interviene Palomar
. Nel cui discorso (preso per altra via, come un differente versante della montagna
) si inserisce il ragionamento di Michele
.
in conclusione
e nella tonalità minore?
Qui (non avendo una sola scala come punto di riferimento di ciò che chiamiamo "tonalità"
) le cose si complicano. Di molto. Chi si fa avanti?