Re:
"Non so se e quando lei abbia frequentato un ginnasio"
Liceo Ginnasio Statale Arnaldo di Brescia, diplomato col massimo dei voti.
Onore al merito, la invito a non rovinarsi qui la reputazione.
Non so che testo fosse dunque è impossibile giudicare, ma suppongo che fosse qualcosa di Cesare, tipo il famoso passo dove per definire il sud della Francia lo chiama “provincia nostra”. Se è così la traduzione era corretta.
Sono convinto anch’io che la mia traduzione era corretta, visto che secondo il Castiglioni-Mariotti “Provenza” è un nome proprio e andava indicato in maiuscolo, anche nel testo latino. Per tornare al tema, il mio voto è stato ridotto perché la mia prof. non accettava vedute diverse dalla propria (a torto o a ragione). Ergo, non vedo come un liceale potrebbe condividere le sue affermazioni sull’ermeneutica, soprattutto se applicate in maniera del tutto aprioristica e generica come, se mi consente l’appunto, sta facendo lei…
I tdG si illudono spesso che qualunque significato trovato sul dizionario vada bene in tutti i contesti, il realtà il dizionario è solo uno strumento, che bisogna saper usare. Credo che qualche sana versione corretta in rosso, con studenti che urlano “ma sul dizionario c’era anche questo significato”, manchi all’esperienza di molti TdG che scrivono in questo forum.
Non posso parlare per i tdG di questo forum. Per quel che mi riguarda, in cinque anni di traduzioni non ho mai visto urlare nessuno studente né vedersi riconoscere alcuna traduzione alternativa a quella proposta dalla prof., eppure la mia era una buona classe. Pazienza.
La mancanza di oggettività non coincide col l’arbitrio. Il fatto che i capi semantici siano in saturabili e dunque non esistano confini precisi ma soltanto “fasce”, “zone grigie”, non implica che il bianco sia nero. L’ermentutica non è la notte indistinta in cui tutte le vacche sono nere di hegeliana memoria.
Ad maiora
Per richiamarla ancora alle sue stesse affermazioni, l’ermeneutica avrebbe stabilito che anche i tdG hanno delle pre-comprensioni quando leggono un testo (biblico o meno) e ne fanno una traduzione. Oppure adesso mi vorrebbe dire che i tdG sono l’eccezione alla regola?
Forse si sta rendendo conto che la sua osservazione era un poco affrettata e che il suo ragionamento in favore della molteplicità delle traduzioni era molto debole?
Mi pare di aver capito, leggendo i post di questo thread, che lei stia criticando il libro del prof. BeDuhn senza averlo letto. Il libro è edito da UPA (University Press of America), ISBN 0-7618-2556-8 e il suo modo di fare mi sembra poco corretto.
Ad ogni modo, visto che lei è una persona informata su molti argomenti, volevo sapere se le risulta quello che il prof. BeDuhn scrive a pagina ix della sua introduzione: “I was moved to write because of my shock at the lack of the most basic facts about the Bible in the modern popular debate over its accurate translation and meaning. I was greatly disappointed to find that the few well-trained scholars who have partecipated in the debate, for reasons know only to themselves, have chosen to reinforce rather than alleviate the burden of misinformation and wanton bias on the debate … I personally know dozens of other biblical scholars with the training and self-discipline to do what I am doing, but they are detached from the public debate, engaged in their own very specialized and arcane researches, and perhaps unaware of the debate raging around us.”
Se così non dovesse essere, mi potrebbe indicare altri libri paragonabili a quello di BeDuhn?
Buona domenica
Simone